Qualche giorno fa avevo accennato al suicidio (e seguente scabrosa parziale resurrezione) della mia pasta madre.
Per fortuna Roberta è intervenuta a salvarmi, inviandomi un pacchetto contenente un panetto appiccicoso dall'aspetto e dall'odore decisamente gagliardi.
Mamma sostiene che profumi di birra (ubriacona!), io non sono d'accordo: non so accostare a nient'altro quell'odore, un odore forte e secco, penetrante ma gradevole, particolarissimo, quasi inebriante.
Ho immediatamente praticato la rianimazione del suddetto panetto, che si è perfettamente ristabilito e adesso gorgoglia amabilmente nel frigorifero (dove spero resterà per molti, lunghi anni). Non vi parlerò oggi della nascita, della crescita e del comportamento della pasta madre, vorrei prima raccogliere idee e informazioni e chiedere aiuto a chi ne sa più di me; per ora salterò subito al dunque con un'ottima ricetta consigliatami da Roberta.
Grazie alla sua generosità e gentilezza ho potuto farmi una scorpacciata di deliziosi panini all'uvetta.*
Ingredienti: 500 g di farina (metà 00 e metà manitoba), 100 g di zucchero di canna, 200 g di pasta madre, 200 g di latte vegetale, 50 g di olio di semi di mais, uva passa, un pizzico di sale, 1 cucchiaio di malto di riso, 50 g di acqua.
Sciogliete la pasta madre nel latte (entrambi devono essere freddi di frigorifero); aggiungete l'olio, il malto, lo zucchero, il sale e la farina. Impastate bene, aggiungendo poco per volta l'acqua se necessaria (a me non è servita). Per ultime incorporate uvette a volontà.
Lasciate lievitare 8 ore circa, quindi riprendete l'impasto e senza lavorarlo troppo formate dei panini grossi come una pallina da tennis. Disponeteli su un foglio di carta forno e lasciate lievitare altre 3-4 ore coperte con un canovaccio.
Scaldate il forno a 180°, mettete sul fondo una ciotola d'acqua. Spennellate le palline con del latte e cuocete per 25 minuti circa.
Impressioni. I panini erano davvero buonissimi, anche se consiglio di dimezzare le dosi perché ne vengono fuori troppi!
Sono entusiasta della pasta madre; è meraviglioso annusarla, manipolarla, guardarla modificarsi; si ha la sensazione di rapportarsi con qualcosa di vitale e positivo e in un certo senso ti fa pure compagnia. Devi ricordarti di "darle da mangiare" tutte le settimane altrimenti si deprime, ma se la tratti bene ti ricompensa abbondantemente dei piccoli sforzi!
In 21 anni della mia vita non sono mai riuscita a "far lievitare finché raddoppia" alcunché, usando i lieviti tradizionali; invece con l'aiuto di questo allegro panetto è stato facilissimo; pertanto, lo ammetto.
Sono diventata pasta-madre-dipendente.
*uhm, non serve mica dirvi che la metà dei panini se l'è mangiata mia madre mentre non guardavo?
Per fortuna Roberta è intervenuta a salvarmi, inviandomi un pacchetto contenente un panetto appiccicoso dall'aspetto e dall'odore decisamente gagliardi.
Mamma sostiene che profumi di birra (ubriacona!), io non sono d'accordo: non so accostare a nient'altro quell'odore, un odore forte e secco, penetrante ma gradevole, particolarissimo, quasi inebriante.
Ho immediatamente praticato la rianimazione del suddetto panetto, che si è perfettamente ristabilito e adesso gorgoglia amabilmente nel frigorifero (dove spero resterà per molti, lunghi anni). Non vi parlerò oggi della nascita, della crescita e del comportamento della pasta madre, vorrei prima raccogliere idee e informazioni e chiedere aiuto a chi ne sa più di me; per ora salterò subito al dunque con un'ottima ricetta consigliatami da Roberta.
Grazie alla sua generosità e gentilezza ho potuto farmi una scorpacciata di deliziosi panini all'uvetta.*
Ingredienti: 500 g di farina (metà 00 e metà manitoba), 100 g di zucchero di canna, 200 g di pasta madre, 200 g di latte vegetale, 50 g di olio di semi di mais, uva passa, un pizzico di sale, 1 cucchiaio di malto di riso, 50 g di acqua.
Sciogliete la pasta madre nel latte (entrambi devono essere freddi di frigorifero); aggiungete l'olio, il malto, lo zucchero, il sale e la farina. Impastate bene, aggiungendo poco per volta l'acqua se necessaria (a me non è servita). Per ultime incorporate uvette a volontà.
Lasciate lievitare 8 ore circa, quindi riprendete l'impasto e senza lavorarlo troppo formate dei panini grossi come una pallina da tennis. Disponeteli su un foglio di carta forno e lasciate lievitare altre 3-4 ore coperte con un canovaccio.
Scaldate il forno a 180°, mettete sul fondo una ciotola d'acqua. Spennellate le palline con del latte e cuocete per 25 minuti circa.
Impressioni. I panini erano davvero buonissimi, anche se consiglio di dimezzare le dosi perché ne vengono fuori troppi!
Sono entusiasta della pasta madre; è meraviglioso annusarla, manipolarla, guardarla modificarsi; si ha la sensazione di rapportarsi con qualcosa di vitale e positivo e in un certo senso ti fa pure compagnia. Devi ricordarti di "darle da mangiare" tutte le settimane altrimenti si deprime, ma se la tratti bene ti ricompensa abbondantemente dei piccoli sforzi!
In 21 anni della mia vita non sono mai riuscita a "far lievitare finché raddoppia" alcunché, usando i lieviti tradizionali; invece con l'aiuto di questo allegro panetto è stato facilissimo; pertanto, lo ammetto.
Sono diventata pasta-madre-dipendente.
*uhm, non serve mica dirvi che la metà dei panini se l'è mangiata mia madre mentre non guardavo?
La pasta madre è assolutamente fantastica. Prossimamente posterò la ricetta che ho utilizzato per crearla.
RispondiEliminaHo provato due volte a fare la pasta madre, ma è stato un disastro... però forse con il caldo potrei farcela...
RispondiEliminaIl problema è che con questo sole ho voglia solo di mare...
Qui a Torino non ci sono tentazioni marine...
RispondiEliminaOttimo, yari!! :)
RispondiEliminaArame, la primavera mi fa impazzire, credo di capire come ti senti. :)
Brava Vera! Benvenuta nel club pastamadre-dipendenti...
RispondiEliminaUn altro passo in più verso l'auto produzione.
Ti mando in posta altre 2 ricette fa-vo-lo-se che devi provare al più presto... ti anticipo crackers con pm e le fette biscottate.
a presto
Niah
Grazie niah, grazie mille, ti rispondo via mail!
RispondiEliminaanche io da quando uso la pasta madre nn riesco + a farne a meno e quante soddifazioni! Bastano piccole cure e la pazienza di aspettare la lenta ma strepitosa lievitazione e, alla fine, i nostri sensi saranno ben ricompensati.
RispondiEliminaCiao florentine, mi sto spulciando il tuo bel blog... :)
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