31 marzo 2008

Marzo

Ricette del mese: panna cotta, latte di soia con SojaFit, tiramisù, tartex, riso al latte, frittatina al crescione, colomba (con lievito), colomba (con pasta madre), casatiello.

Segnalazioni e informazioni varie: mobilitazione veg* per il diritto d'aborto, manuale cambiare pannolino, nuova uscita di cucina vegetariana, giudizio complessivo su SojaFit e istruzioni per varie bevande vegetali, menù di Pasqua di Vegan Italia, newsletter Veggie Pride, mappa vegana italiana, sulla raffinazione dei cereali, Terra alle galline / Earthlings, due novità eco-bio.

Un po' di fatti miei: Roma, Tarty, i due anni del blog e i miei sei anni da vegan, virata salutista, nasce l'archivio del blog.

Per i riepiloghi precedenti, cliccate sull'etichetta qui sotto o utilizzate la colonna a destra!

30 marzo 2008

Cereali: mondi, decorticati, perlati, raffinati...

Una volta avevo un libro sulla macrobiotica che spiegava molto bene i diversi gradi di raffinazione dei cereali, illustrando con l'ausilio di disegni quali parti del chicco vengono asportate con il procedere della raffinazione; riportava anche in modo chiaro le diverse denominazioni dei cereali così trattati.

Adesso, quel libro non ce l'ho più, e quando vado a fare la spesa rimango frastornata dalle diciture stampate sui pacchetti: mi confondo sempre tra perlato e decorticato, resto perplessa davanti ai mille nomi del riso, e in sostanza mi limito a ignorare i cereali raffinati e a prendere quelli che non lo sono (anche se non mi rendo conto del livello effettivo di raffinazione del prodotto).

Ma adesso mi devo rimettere in carreggiata, quindi ho fatto qualche ricerca in proposito! Partiamo dalla conclusione: mi è parso di capire che i diversi gradi di raffinazione sono, nell'ordine, integrale (o mondo), decorticato, perlato, raffinato.
Più si raffina un cereale, più si perdono le fibre, le vitamine (soprattutto gruppo B) e i minerali (selenio, zinco, rame, magnesio, fosforo) presenti negli strati esterni del chicco.

Mettendo insieme le informazioni lette nel corso degli anni, sono arrivata alla conclusione che i cereali integrali, essendo molto ricchi di fibre, possono comportare difficoltà nell'assorbimento dei minerali (come ad esempio del ferro) e problemi digestivi, e che sia quindi un buon compromesso fare ricorso a quelli decorticati, che conservano comunque buona parte delle vitamine, dei minerali e delle fibre. Questo, soprattutto in caso i cereali raffinati vengano del tutto esclusi dalla dieta.

Pane, pasta, cereali in chicco, farina e quasi tutti i loro derivati esistono in versione integrale, ma i problemi sono due: il costo elevato e la non facilissima reperibilità.
E' quasi indispensabile scegliere la versione da agricoltura biologica di questi prodotti, perché è sulla parte esterna del chicco che si depositano tutte le sostanze usate in agricoltura, e che verrebbero eliminate con la raffinazione. La provenienza biologica fa salire i prezzi, e bisogna aggiungere che essendo prodotti di nicchia sono più costosi degli analoghi raffinati (che rabbia!).
C'è poi una reale difficoltà a trovare la versione integrale di alcuni cereali: quelli perlati sono comunissimi anche nei supermercati, quelli decorticati un po' meno; quelli integrali mi sembrano vere mosche bianche, ho girato due erboristerie, due supermercati e un ipermercato senza trovare traccia di riso integrale, per non parlare del farro o dell'orzo... e a questo proposito, fate attenzione: per quanto riguarda la pasta (di frumento) integrale, ne esistono tipi spacciati per tali, ma costituiti da semola raffinata con aggiunta di cruschello... le fibre ci sono, ma le vitamine e i minerali sono andati persi! Un nome per tutti? La pasta Misura...

Per adesso ho trovato soltanto orzo e farro perlati, ma sono stata più fortunata con la pasta di frumento integrale! Mi impegnerò ancora nelle ricerche, questo è certo.
Purtroppo ieri e oggi sono stata male, con febbre, mal di stomaco, nausea (sarà il mio corpo che mi ricorda che non sono WonderWoman?), quindi sto praticamente digiunando... spero di sentirmi presto meglio e cominciare a preparare qualche piatto salutare e gustoso!

28 marzo 2008

Sempre più eco-bio!

Due ottime notizie sul fronte eco-bio!

A tutti gli amici vicini e lontani che hanno visto nascere e crescere questo lavoro dai primi ciclostilati a manovella di 7 pagine alle ripetute edizioni del manuale diffuso via web:

DETERSIVI BIOALLEGRI prossimamente IN LIBRERIA!!!!

ISBN 978-88-307- 1738-1 – pp. 128 – Anno 2008 – E. 7,50





Il libro si può già ordinare inviando il buono d'ordine via rete (http://www.emi.it/)

oppure per TELEFONO al numero: 051 32.60.27
per FAX (+31-51) 32.75.52
per POSTA in busta chiusa a: EDITRICE MISSIONARIA ITALIANA Via di Corticella 179/4 - 40128 BOLOGNA
per E-MAIL: ordini@emi.it
Il ricavato sarà devoluto in beneficenza
Gruppo MondoNuovo quinta.cosa.sacra chiocciola gmail.com


Inoltre... Nasce il PODCAST di Sai cosa ti spalmi, dove potrete ascoltare spiegazioni sull'uso dei cosmetici in vendita nel negozio on line di Barbara, suggerimenti per trattare i vari tipi di pelle, e ragionamenti sulla cosmesi ecobio!
Ci sono tante domande a cui vorrei rispondere, tante cose di cui vorrei scrivere, ma poco, pochissimo tempo!
Allora tenterò di parlarvi a pillole.
Se qualcuno ha domande a cui desidera che io risponda con un podcast, può farmele qui oppure per email.
Ed infine, importantissimo: se sapete registrare un mp3 con la vostra voce, potete mandarmi brevi testimonianze su com'è cambiato il vostro rapporto con i cosmetici da quando usate l'ecobio, o sulle difficoltà che avete avuto. Potete mandarmi anche i vostri complimenti Razz (le referenze sono importanti!). Smile
Questi sono i contatti di Barbara: il .com, il .org, il forum, il podcast!
Ne approfitto per riproporre alcune riflessioni sul tema cosmesi, che chiariscono la mia posizione in merito.

Tantissimi complimenti al Gruppo Mondo Nuovo e un abbraccio energico a Barbara!

27 marzo 2008

Mappa vegana italiana

Ricevo da valle vegan e giro:

Troglodita Tribe S.p.A.f. (Società per Azioni felici) e ValleVegan presentano: la Mappa Vegana Italiana.
Dal desiderio di favorire le richieste, i bisogni, gli scambi e gli incontri fra persone vegan, dal desiderio di dar loro energia affinchè possano svilupparsi nuovi rapporti e progetti, sta nascendo la MAPPA VEGANA ITALIANA.
Cerchiamo quindi persone vegan (individui, gruppi, aziende, associazioni. comunità, branchi, tribù...) pronte a fare rete, a disegnare una nuova geografia vegan, antispecista, libertaria.
Chi sono, cosa faccio, sono vegan.
In altre parole, dovendo acquistare cibo, preferiamo acquistarlo da produttori vegan. Dovendo consultare un veterinario preferiamo che sia vegan. E lo stesso vale se cerchiamo un gruppo d'acquisto o se siamo dei Woofer alla ricerca di ospitalità in cambio di lavoro.
Tutto ciò diventa anche una garanzia sul prodotto o sul servizio in questione. Un agricoltore vegan che produce patate ci darà la certezza di non finanziare un'azienda agricola che alleva anche maiali o mucche, un medico vegan ci darà consigli su rimedi e farmaci che non prevedono la sofferenza animale, un tipografo vegan non realizzerà pubblicazioni con colle animali...
La Mappa Vegana Italiana non è una lista di annunci, ma un elenco di luoghi vegan abitati da persone vegan che divengono punto di riferimento per un nuovo paesaggio.
La partecipazione alla Mappa Vegana Italiana è gratuita.
La mappa sarà suddivisa per regioni e i vari partecipanti saranno elencati in ordine alfabetico.
La Mappa Vegana Italiana sarà realizzata annualmente in forma cartacea (autoprodotta con tecniche di editoria casalinga e arricchita con articoli e notizie), ma sarà fruibile (con periodici aggiornamenti) anche in forma digitale.
Per la versione cartacea sarà richiesta un'offerta libera per coprire le spese di spedizione e realizzazione.
La realizzazione della Mappa Vegana Italiana dipende soprattutto dal desiderio delle persone vegan di partecipare ed esserci, di diffonderla nel mondo vegan e di contribuire con le proprie energie e la propria creatività al fiorire di un pianeta sempre più vegan.
La mappa è in fase di allestimento, maggiori informazioni si possono avere sul sito di ValleVegan - email attivismo@vallevegan.org oppure scrivendo a Troglodita Tribe S.p.A.f. (Società per Azioni felici), Castel San Venanzo 33bis, 62020 Serrapetrona (MC) - email troglotribe@libero.it
Compila un semplice schema e spediscilo agli indirizzi indicati, via email o posta ordinaria.

CHI SONO.........................................................

COSA FACCIO.......................................................

SONO VEG DA.......................................................

REGIONE................................................................

CONTATTI.............................................................

Le foto hanno il solo scopo di esporre altre attività della Troglodita Tribe S.p.A.f.

26 marzo 2008

Virando verso il salutismo...

All'inizio del mio percorso vegetariano e vegano, beh, ero una vegan da manuale! Mangiavo i cereali integrali, e variandoli anche, verdure in abbondanza, frutta, tante zuppe di cereali e legumi, e avevo messo da parte biscotti, creme, torte e quant'altro; del resto, non sapevo preparare queste cose in casa e nei negozi, quelle vegan, o non ce le avevano, o costavano troppo.

Poi... col tempo ho cambiato abitudini; buttarmi la pasta (integrale) a parte è diventata una seccatura; mettere in ammollo i cereali in chicco richiedeva troppa organizzazione e... le golosità vegan si sono fatte irresistibili!
Tuttavia, già da qualche tempo sto cercando di ritornare a quella "purezza" originaria; che ci crediate o meno sul blog pubblico le ricette più appetitose che costituicono l'eccezione, non la regola, della mia alimentazione... di solito cerco di essere molto frugale, prché sono convinta che una dieta vegan debba esserlo, perché il corpo ne benefici al massimo; ma ciò non toglie che in pratica da due anni, per quanto riguarda i cereali, mi limito a mangiare soltanto pasta, e soltanto "bianca"; e questo vale anche per i dolci.

Il mio organismo ne sta risentendo, con una serie di piccoli disturbi che potrebbero essere collegati all'abuso di prodotti raffinati; e il mio omeopata ha pensato bene di spronarmi a cambiare dieta, improntandola a una maggior varietà di alimenti e privilegiando quelli integrali. Stavo pensando da un bel po' che in questo blog troppo "porcelloso" serviva qualche ricetta semplice e sana, quindi, beh, probabilmente per un po' metterò da parte gli esperimenti di vegan junk food!
Non temete, non inizierò a cucinare farro integrale delle isole FaerOer, con salsa di radice kwaru-mburi giamaicana e germogli di lenticchie dell'Himalaya però darò sicuramente più spazio alle ricette della nostra tradizione culinaria "povera", alle zuppe, ai piatti unici di cereali e legumi, e sostituirò la pasta integrale a quella bianca nelle ricette "solite".

Spero che il cambiamento di rotta sarà gradito; del resto, quale sfida è più avvincente del trasformare ingredienti semplici e grezzi in prelibate bontà per gli occhi e per il palato? Sono sicura di potercela fare!

25 marzo 2008

Casatiello

Il casatiello "'nzogna e ppepe" non è mai stata una mia passione. Sarà che l'idea di mangiare una cosa contenente sugna, ovvero strutto, ovvero grasso di maiale mi ha sempre dato una profonda repulsione...
Però, era da un po' che pensavo di tentare di rendere vegan questa ricetta, sicuramente una delle più toste da modificare in quanto contenente, oltre alla suddetta sugna, una quantità spropositata di formaggi e di salumi misti. Diverse napoletane veg* di mia conoscenza mi hanno lanciato la "sfida" ed io l'ho accolta, facendo quel che potevo; a testimoniare la riuscita della ricetta, la parola di mio padre e la manifesta ingordigia di mia madre...
Ovviamente mancano le tradizionali uova sode, i miracoli ancora non li faccio!

Ingredienti per la pasta: 500 g di farina 0, 1 cubetto di lievito di birra, 50 g di burro di soia o margarina non idrogenata, 1 cucchiaio raso di sale e uno di pepe nero macinato.
Per il ripieno: una confezione di panna di soia (o, se volete strafare, 200 g di mozzarella affumicata di soia), 1/2 cucchiaino di sale, 1 cucchiaino di pepe nero macinato, 200 g tra affettati vegetali, wurstel vegetali, oppure seitan.

Sciogliete il lievito in poca acqua tiepida; mescolate alla farina il burro di soia o margarina, sale, pepe e il lievito sciolto nell'acqua. Aggiungete acqua quanto basta per ottenere una pasta morbida e ben amalgamata. Lasciatela crescere, coperta e al riparo da correnti d'aria, finché raddoppierà di volume (due ore circa).
Nel frattempo, se usate la mozzarella di soia tagliatela a scagliette; preparate gli affettati vegetali, riducendo i wurstel a dadi e le fette a quadretti (io ho usato degli avanzi di bresaolina e affettato roast del Muscolo di grano che avevo congelato qualche tempo fa). Se non avete a disposizione nessun prodotto pronto, usate semplicemente il seitan: tagliatelo a piccoli dadi e insaporitelo per una notte con un cucchiaio di salsa di soia diluito in acqua tiepida e spezie a volontà (pepe e rosmarino, soprattutto); poi scolatelo e soffriggetelo in una padella ben unta, finché i pezzetti inizieranno ad asciugare.
Quando la pasta sarà cresciuta, stendetela allo spessore di 1 cm; formate un rettangolo e cospargete la superficie con gli affettati vegetali, la panna o mozzarella di soia, pepe e sale. Arrotolate la pasta e adagiatela in uno stampo da ciambella (col buco centrale) unendo le estremità. Ponetelo di nuovo a crescere, coperto, per circa due ore. Infornate a 160° per 10 minuti e a 180° per circa 20 minuti.

Per dare colore all'impasto potete aggiungere un po' di curcuma o zafferano all'acqua in cui avrete disciolto il lievito... la mia fotografia non è granché, ma il sapore... uau!

24 marzo 2008

Istruzioni latti vegetali

Finalmente! Mi hanno aiutata a tradurre le istruzioni per fare il latte di riso e di semi che erano allegate alla Sojafit! Purtroppo però, per ottenere questo tipo di latte serve un cestello filtro diverso, a trama larga, chiamato filtro B, che non è incluso nella confezione del mio apparecchio (come invece accadeva in precedenza). Un'altra persona che ha comprato la Sojafit e non ha ricevuto il secondo filtro ha scritto per avere spiegazioni, e questa è stata la risposta:

We are really sorry, but the machine you bought was only offered for making soya milk. Some time ago this machine was sold with a second filter B. But this filter is no more deliverable, therefore we did not mention the second filter in our ebay offer. This second filter is only necessary if you want to make rice or nut milk. To make soya milk it is not necessary. You can try to make other milk than soya milk with this machine but we give no guarantee. It can happen that the milk overcook. In case you want to try stay beside the machine during procedure and in case of overcooking interup energy. Best regards Soja-Fit

In pratica adesso vendono questa macchina solo come "macchina per il latte di soia", mentre qualche tempo fa la vendevano col filtro B (per latte di riso e di noci), che però non è più disponibile. Quindi, o ci si accontenta di fare solo il latte di soia, o si può provare con riso e noci, ma il risultato non è garantito... Io ho preparato il latte di riso, col filtro A, e mi ha intasato l'apparecchio, così ho dovuto staccare la corrente e ho faticato un po' a scrostare tutto perché si stava bruciando. Il latte è venuto, ma che disastro!
Adesso sto cercando di capire se si può comprare il cestello a parte... e se anche con il latte di noci succede questo guaio (col riso posso capirlo, a causa dell'amido, ma con le noci non dovrebbe succedere); nel frattempo, queste sono le istruzioni tradotte, utili anche per chi il latte lo fa a mano.

Versare nel filtro il riso e l'altro ingrediente; riempire d'acqua la brocca fino al livello indicato; inserire la spina e programmare la modalità 2. Non è necessario l'ammollo degli ingredienti, ma è consigliato per un risultato ottimale.
Nota: il programma 2 (necessario per la soia secca) dovrebbe comunque cuocere; quindi, se volete preparare il latte di semi a crudo, dovete usare il programma numero 4, che trita soltanto. Vi consiglio di sciacquare bene i semi, prima di utilizzarli.

1) Latte di sesamo.
Ingredienti: 80 g di sesamo, 80 g di riso.
Procedimento: tenere in ammollo il riso per 2/3 ore. Mettere nel filtro B sesamo e riso; inserire la spina e scegliere la modalità 2.

2) Latte di arachidi.
Ingredienti: 50 g di arachidi, 60 g di riso.
Procedimento: come sopra.

3) Latte di noci.
Ingredienti: 30 g di noci della california, 70 g di riso.
Procedimento: come sopra.

4) Latte di riso.
Ingredienti: 80 g di riso bianco.
Procedimento: come sopra.

5) Latte di fagiolini (ehm... grune bohnen sono i fagiolini, confermate?)
Ingredienti: 40 g di fagiolini, 40 g di riso.
Procedimento: tenere in ammollo il riso per 2/3 ore e i fagiolini per 5/6 ore. Mettere nel filtro B; inserire la spina e scegliere la modalità 2.

6) Latte di soia.
Ingredienti: 30 g di fagioli di soia, 70 g di riso.
Procedimento: tenere in ammollo il riso per 2/3 ore e la soia per 5/6 ore. Mettere nel filtro B; inserire la spina e scegliere la modalità 2.

7) Latte di noci e arachidi.
Ingredienti: 20 g di noci, 40 g di arachidi, 40 g di riso.
Procedimento: tenere in ammollo il riso per 2/3 ore. Mettere nel filtro B; inserire la spina e scegliere la modalità 2.

8) Latte di sesamo e arachidi.
Ingredienti: 30 g di sesamo, 30 g di arachidi, 30 g di riso.
Procedimento: tenere in ammollo il riso per 2/3 ore. Mettere nel filtro B; inserire la spina e scegliere la modalità 2.

9) Latte di mandorle e arachidi.
Ingredienti: 50 g di mandorle, 40 g di arachidi, 60 g di riso.
Procedimento: tenere in ammollo il riso per 2/3 ore. Mettere nel filtro B; inserire la spina e scegliere la modalità 2.

Questo è quanto... adesso si prosegue con le prove e... se per caso vi avanza un cestello filtro B (o sapete dove comprarne uno) fatemelo sapere!

23 marzo 2008

Sei anni da vegan...

...e, soprattutto, sono ancora viva, ma anche discretamente vegeta!
Certo, che smacco per chi mi aveva pronosticato deperimento e morte nell'arco di qualche mese, per chi ancora mi chiede da dove prendo le proteine e per chi, incredulo, afferma perentoriamente che "non può essere"!
E infatti... lo sapevate, no, che sono un fantasma?

Oggi festeggio alla grande con gnocchi al sugo, seitan e cipolle al forno e poi pastiera, casatiello e colomba vegan... Alla faccia di chi mi chiede cosa mangio!

Il mio pensiero va però anche a tutte le sfortunate creature che nei giorni scorsi hanno trovato la morte per soddisfare la gola di tante, troppe persone...
...la speranza e l'impegno per un futuro meno violento però non vengono meno!

Un abbraccio a tutti e... a presto con la ricetta del casatiello!

22 marzo 2008

Il blog compie due anni!

Oggi festeggio i due anni on line del blog!

Più di 700 post sono stati pubblicati, più di 300000 pagine sono state viste e 150000 visitatori hanno fatto capolino da queste parti...

Che dire, quando ho aperto il blog non avrei mai neanche lontanamente immaginato tutto questo, l'apprezzamento di voi lettori e amici, la mole di cose imparate grazie alle interazioni con altri blogger, l'affetto e l'attenzione che mi dedicate e che traspaiono dai vostri commenti... la sfida di proporre giorno per giorno ricette, o notizie, o spunti comunque nuovi e interessanti mi ha costretta a sperimentare, sperimentare, sperimentare, ed oggi sono certamente più golosa e buongustaia di quanto sia mai stata in tutta la mia vita, e questo grazie a voi!

Il blog sta finalmente diventando qualcosa di mio e di vostro con, un suo carattere abbastanza preciso, e mi piace. Mi piace sentirvi vicini, intrufolarmi in casa vostra per qualche minuto al giorno e poi accogliervi un po' nella mia vita... Quindi un saluto speciale a chi oggi passerà da queste parti, agli amici vicini e lontani, a quelli che vivono all'estero e a quelli che abitano solo a 20 minuti di treno... a chi mi legge e non ha ancora trovato il coraggio di lasciare un commento, e a chi invece lo fa quotidianamente o quasi! Grazie di dare un senso a tutto questo e grazie dell'affetto discreto che nutrite nei miei confronti! Un abbraccio forte a tutti voi!

21 marzo 2008

Colomba (con pasta madre)

La foto ce l'ho, ma devo ripescarla dalla digitale... non ce l'ho fatta a resistere e l'ho aperta stamattina, è buonissima, certo non morbida come quelle che si comprano (del resto l'ho anche fatta due giorni fa) ma dolce e proprio saporita!
La ricetta è sempre adattata da Erbaviola, ma con proporzioni un po' diverse e... più golosa.

Ingredienti: 1 kg di farina (preferibilmente manitoba tipo 0), 200 g di pasta madre già rinfrescata, 400 g d’acqua tiepida, 300 g di malto, 100 g di olio di mais spremuto a freddo, 150 g di mandorle tostate e tritate, 100 g di gocce di cioccolato, 50 g di uvetta, 2 arance (possibilmente bio), 5 g di sale, 5 g di cannella, 50 g di mandorle in scaglie per guarnire.

Sciogliete la pasta madre (già rinfrescata) nell'acqua; aggiungete la farina, amalgamate bene e mettete in un recipiente (possibilmente né di plastica né di metallo) coperto da un canovaccio umido. Lasciate crescere per circa 4 ore, in un luogo caldo e riparato dalle correnti (l'ideale è il forno spento).
Riprendete l'impasto, che dovrebbe iniziare a fermentare, e aggiugete sale, cannella, uvetta, gocce di cioccolata, il succo e la buccia delle arance, le mandorle, l’olio e il malto. Amalgamate bene, lasciando l’impasto morbido e appiccicoso. Versate nella forma e lasciate riposare per altre 2 ore circa; dovrebbe raddoppiare di volume. Infornate a 190° per 40 minuti; a metà cottura controllate se la parte superiore si sta scurendo troppo: in questo caso coprite delicatamente con un foglio di carta stagnola.
A fine cottura, spalmate con un pennellino una miscela di malto e acqua, e distribuite sulla superficie le scaglie di mandorla tostate.

La mia pasta madre si mantiene forte e attiva; mi ha fatto praticamente strabordare l'impasto dalla forma in meno del tempo previsto... dati i lunghi tempi di lievitazione, vi consiglio di comprare uno stampo rigido che non sia usa e getta, dal momento che la carta o il cartone, a contatto con l'impasto, si inumidiscono e perdono la forma (mi è successo col panettone...).
Il mio sogno è sempre stato mettere da parte, col passare degli anni, un arsenale di aggeggi da cucina - tagliabiscotti, stampi e forme di vario tipo, utensili e chi più ne ha più ne metta - da tramandare di generazione in generazione, in linea femminile, per i prossimi 100 anni...

20 marzo 2008

Veggie Pride Newsletter # 3

Veggie Pride – Roma/Parigi 17 maggio 2008 – Newsletter numero 3

1) Viaggio a Roma da altre regioni.
2) Volantino e locandina Veggie Pride.
3) Artisti e attori di strada per il Veggie Pride.
4) Appello per uno spezzone di famiglie veg*ane all’interno del corteo.
5) F.A.Q. dal sito www.veggiepride.it.

1) Viaggio a Roma da altre regioni.
È stata pubblicata sul sito una sezione in cui verranno raccolte le
richieste ed offerte di passaggi in auto o acquisto collettivo di
biglietti del treno, e i contatti dei referenti dalle varie regioni per
raggiungere Roma il 17 maggio.
Per chi parte da Milano (treno):
http://www.veggiepride.it/home/info/milano.html
Per chi parte da Pisa, dall’Abruzzo, dalla Sardegna, dalla Sicilia o dalla Campania:
http://www.veggiepride.it/home/info/altreregioni.html
Se vuoi offrire o chiedere un passaggio in auto, scrivici:
http://www.veggiepride.it/home/contatto.html

2) Volantino Veggie Pride.
E’ stata aggiornata la sezione dei materiali:
http://www.veggiepride.it/home/materiale.html.
E’ ora possibile scaricare e diffondere il volantino A4-A5 a colori.

3) Artisti e attori di strada per il Veggie Pride.
Gli organizzatori del Veggie Pride lanciano un appello a tutti gli artisti
vegetariani e vegan disponibili ad animare il corteo del 17 maggio a Roma
con teatro di strada, costumi, performance di vario tipo. Gli interessati
possono contattare info@veggiepride.it.

4) Appello per uno spezzone di famiglie veg*ane all’interno del corteo.
L’appello per la partecipazione di famiglie vegetariane e vegan è stato
pubblicato sul sito del Veggie Pride al seguente indirizzo:
http://www.veggiepride.it/home/vegfam.html

5) F.A.Q. dal sito www.veggiepride.it.

---Perché il Veggie Pride non mette in evidenza altre ragioni per essere
veg*ani che la volontà di non maltrattare e non uccidere gli animali?

A volte ci viene rimproverato di non usare tutti gli argomenti disponibili
per promuovere il vegetarismo:
* vantaggi per la salute umana;
* effetti nocivi degli allevamenti sull'ambiente;
* uso della produzione agricola per nutrire gli animali destinati al
macello a scapito dell'alimentazione degli essere umani dei paesi
poveri...
La nostra è una scelta deliberata. Noi non giudichiamo questi altri
argomenti trascurabili, ma abbiamo voluto contestare apertamente l'idea
che una causa meriti di essere difesa solo quando ha come obiettivo degli
interessi umani. Gli animali non umani sono le principali vittime delle
violenze e delle uccisioni legate al consumo della carne. Mettere fine a
questo è una ragione sufficiente per smettere di mangiarli. È a loro che è
dedicato il Veggie Pride.

---Perché il Veggie Pride difende i diritti dei veg*ani e non
"direttamente" quelli degli animali?

Quello che a noi interessa prima di tutto, in quanto veg*ani contro lo
sfruttamento animale, è che gli animali non vengano più pescati o sgozzati
nei macelli. Non li tradiamo difendendo i nostri diritti piuttosto che i
loro?
Non ci vergognamo di reclamare diritti per noi. Sarebbe assurdo
considerare questi diritti come alternativi a quelli degli animali non
umani, come se rivendicare qualche cosa per noi togliesse qualcosa a loro.
Una breve storia per chiarire questo punto... Una donna entra in un
negozio. Chiede di poter lasciare un manifesto contro le discriminazioni e
la violenza verso gli stranieri. Il commerciante, profondamente xenofobo,
insulta la donna e la butta fuori brutalmente. Questa donna ha torto a
denunciare l'aggressione che ha subito? Dovrà tacere per il motivo che la
sua disavventura non è niente in confronto a quello che subiscono gli
stranieri? Di fatto, lei è stata insultata per essersi schierata dalla
parte delle vittime della xenofobia. La ragione per la quale essa è stata
aggredita è la stessa che causa le sofferenze più gravi a coloro con cui
essa solidarizza. E insorgendo contro ciò che il commerciante le ha fatto,
la donna difende il suo diritto ad agire affinché quelle sofferenze
cessino. Ugualmente, gli autori del Veggie Pride denunciano dei
comportamenti di cui sono le vittime, e che sono una manifestazione degli
atteggiamenti che nuocciono molto più gravemente agli altri animali.
I diritti che la società ci concede sono gli unici che gli altri animali
hanno indirettamente oggi. Per questo sono molto preziosi. Di conseguenza
vogliamo lottare non ai margini della società ma dentro la società, ed è
per questo che intendiamo far rispettare i nostri diritti di cittadini e
in particolare quello di esprimere la nostra critica del consumo di
animali.
D'altra parte il Veggie Pride non è che un'azione tra altre. Ognuno di
noi, a suo modo, è presente nelle lotte che difendono direttamente gli
animali.

---Cos'è la vegefobia denunciata dal Veggie Pride?

Nel momento stesso in cui dichiariamo il nostro rifiuto di far
imprigionare, ingozzare, terrorizzare, mutilare, privare di relazioni
sociali, asfissiare, ammazzare, fulminare e sgozzare per la semplice
soddisfazione di abitudini o di preferenze alimentari, i nostri discorsi
sono oggetto di scherno, discreditati (siamo troppo sensibili,
immaturi...) o peggio sospettati di veicolare delle ideologie pericolose
(odio per l'umanità, adesione a sette estremiste...). Molti veg*ani
preferiscono passare inosservati o dare false ragioni nella speranza di
sfuggire alle prese in giro e alla riprovazione sociale. La vegefobia è il
fenomeno che spinge i veg*ani a non manifestare pubblicamente le loro
convinzioni, oppure ad essere emarginati nel loro ambiente di vita. Col
Veggie Pride vogliamo dire che non accettiamo più questa situazione.
Vogliamo che ci siano delle discussioni argomentate sui nostri discorsi,
invece di risate o insulti.


Veggie Pride
Roma - Parigi
17 maggio 2008
---
www.veggiepride.it
---

19 marzo 2008

Colomba (con lievito)

Sono debitrice per la ricetta a Erbaviola. Attualmente ho anche la colomba con pasta madre in forno, ma intanto inizio a postare la ricetta di questa che ho sfornato stamattina; ho dovuto aggiustare le dosi perché il mio stampo è da 1 kg e le proporzioni degli ingredienti non vanno semplicemente raddoppiate, ma anche ricalibrate.

Ingredienti: 1 kg di farina (preferibilmente manitoba tipo 0), 25 g di lievito di birra, 450 g d’acqua, 300 g di malto, 100 g di olio di mais spremuto a freddo, 150 g di mandorle tostate e tritate, 2 arance (possibilmente bio), 5 g di sale, 5 g di cannella, 50 g di mandorle in scaglie.

Sciogliete il lievito nell’acqua e aggiungete un cucchiaio di farina.
In un recipiente riunite gli ingredienti asciutti: farina, sale, cannella, mandorle, buccia grattugiata delle arance; in un’altra ciotola mettete gli ingredienti liquidi: malto, olio di mais, succo d’arancia, e mescolate bene.
Unite gli ingredienti asciutti con quelli liquidi e versate l’acqua col lievito; lavorate bene l’impasto per qualche minuto e lasciatelo lievitare per un’ora, coperto con un canovaccio umido, in un ambiente caldo (18 - 25° C) e lontano da correnti d'aria. Versate poi l’impasto nella forma della colomba e lasciate riposare per un’altra ora, finché raddoppierà di volume.
Infornate a 200°C per 30 minuti circa; a metà cottura controllate se la parte superiore si sta scurendo troppo: in questo caso coprite delicatamente con un foglio di carta stagnola.
A fine cottura, spalmate con un pennellino una miscela di malto e acqua, e distribuite sulla superficie le scaglie di mandorla tostate.

(Ricetta a cura di Pasquale Boscarello, pubblicata su AAM Terranuova, Aprile 2007, pag. 16-17)

E' veramente ottima, è riuscita alta alta e buona di sapore; i miei genitori la stanno divorando tutta. Io sento la differenza rispetto ai panificati con pasta madre, perché mi è risultata pesantina, anche se squisita; comunque, ripongo tante speranze nella seconda creatura!

17 marzo 2008

Terra alle galline

La cosa mi era passata davanti agli occhi e confesso che non mi aveva colpita più di tanto, perché è come se ormai non mi riguardasse più e quindi faccio fatica a prestarci attenzione - sbagliando, però, perché invece mi riguarda ancora, seppure non ne sono più responsabile. Mi riguarda perché comunque è una notizia che va diffusa, specie presso tutti coloro che non sono vegan.

Gioia mi ha segnalato questo suo post dove si parla di galline, di allevamenti e di spazi vitali. L'iniziativa originale è della LAV e mira all'abolizione dell'allevamento in batteria. Qui si può firmare una petizione indirizzata al Ministro della Salute e al Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali perché sia rispettata la messa al bando delle gabbie di batteria entro il 1° gennaio 2012, per rendere più chiara l'etichettatura delle uova e per fare altre cosette che toglieranno un po' di malessere dalle vite dei 45 milioni di ovaiole italiane che vivono in queste prigioni.


Un'altra notizia che ho letto in giro è che dal 1° marzo al 30 aprile c'è la stagione della prevenzione veterinaria, il che significa che potete portare, presso i veterinari aderenti all'iniziativa, il vostro cane o gatto per una visita gratuita (che non comprende comunque esami strumentali...). Il tutto è sponsorizzato dalla Hill's, che finanzia la ricerca su animali per pet food, però se vi prendete cura di animali randagi e trovate nella lista degli aderenti un veterinario di fiducia, direi che è il caso di approfittare dell'occasione e fare una visita in comitiva.


Sabato mattina mi sono vista Earthlings. Qualcuno ha detto che è l'equivalente animale di The Passion of the Christ. Con una differenza, però: la passione di Earthlings è del tutto vera; non c'è fiction, solo realtà.

Earthlings (dice il sito ufficiale) illustra la totale dipendenza dell'umanità dagli animali, su cinque fronti: compagnia, cibo, vestiario, divertimento, ricerca scientifica. Io personalmente non concordo con la definizione di "dipendenza", che implicherebbe un reale non poter fare a meno di tutto ciò; ovviamente dal mio punto di vista a meno se ne può fare, e non si tratta quindi di dipendere da qualcosa, ma solo di sfruttamento. Una arbitraria volontà di sfruttamento.

Earthlings può essere visto su VegTV, e dovrebbe senz'altro essere visto. E' orribile, raccapricciante, crudele, sanguinoso, inumano... no, inumano no, è umanissimo a dir la verità, e di essere umana mi ha fatta vergognare, mi duole ammetterlo. E' atroce, è sconvolgente e spezza il cuore; fa piangere, tremare, sudare, fa venire voglia di dire basta, di chiudere gli occhi, ma non si dovrebbe poter chiudere gli occhi sulla realtà delle cose.

Non sono più una bambina e dovrei saperlo, ma ancora non riesco a capire come possa la gente voltarsi dall'altro lato, distogliere lo sguardo, tapparsi le orecchie e fingere bellamente di ignorare, ignorare, ignorare, arrivando perfino a negare l'evidenza, se serve a preservare l'ipocrita quiete secondo la quale vive.

Possibile che la verità sia comunemente così sottovalutata, che sia tanto più importante la facciata dorata, la superficie liscia e pulita che non bisogna scalfire assolutamente perché altrimenti mostrerebbe il marcio sottostante?

Come si può vivere così?

Earthlings mi ha strappato 90 minuti di vita, imprigionandomi inesorabilmente alla poltrona; vorrei trovare un modo per convincere la mia famiglia, i miei amici, a guardarlo. Sono intelligenti, tutti loro, e sono sensibili; amano gli animali, anche se li mangiano, anche se li indossano, anche se li intossicano con detersivi e tubetti di dentifricio. Di solito sanno capire cosa è giusto e cosa sbagliato, sanno distinguere il bene dal male, ma si rifiuteranno di visionare un documentario che fornirebbe loro nuovi preziosi elementi per valutare cosa sia realmente giusto e cosa sbagliato.

Hanno paura di sapere, e questa paura non la capisco.

Io ho paura di molte cose, moltissime, ma la verità proprio no, non mi fa paura. Conoscere la verità significa poter cambiare le cose, e ciascuno nel suo piccolo può farlo. Possibile che il mio essere vegan da 6 anni non basti a dimostrare che si può cambiare?
O al contrario, forse questo li ha spinti a notare ancor più la dicotomia dei nostri rispettivi stili di vita, e ad aver più paura di cambiare perché sanno che potrebbero farlo, ma si accorgono che non vogliono e si sentono in colpa?

Earthlings mi ha messo nell'anima una tristezza e un dolore tragici, ma l'ho guardato tutto, dall'inizio alla fine. E sono sicura di aver potuto farlo perché mi sentivo le mani abbastanza pulite e la coscienza sufficientemente a posto da poter guardare come estranea a tutto ciò.
E non parlo della coscienza ipocrita che spesso si attribuisce agli animalisti, quella di chi "lo fa" per stare bene con se stesso, così dicono; è solo agendo per il bene altrui e non soltanto per il mio, che sto bene con me stessa, e mi stupirei del contrario.

Ho potuto guardare Earthlings perché mi sentivo estranea a quelle immagini, ma è per questo, credo, che i miei familiari non lo guarderanno: per tutto quel sangue che scorre, per le pelli strappate dal corpo, per i muggiti e i belati, per lo scherno, per la crudeltà; perché sanno che la colpa è anche loro, com'era mia, com'è di tutti, e per dei motivi che sinceramente non capisco, non vogliono sentirselo ricordare.

Lo so che fa male, lo so; perfino a me ha fatto molto male. Ma non riesco veramente a capire perché non guardare, perché scegliere di non sapere.
E' come gettare la spugna della propria vita, rinunciare ad essere responsabili delle proprie azioni, non voler essere padroni delle proprie scelte, e questa cosa, per me, è tristissima.

Non si deve generalizzare, ma la visione di Earthlings mi ha fatta sinceramente vergognare di essere umana; e mi causa ancor più vergogna accorgermi di quanto sia facile per chi mi vive accanto chiudere gli occhi sulla sofferenza e sullo sfruttamento - e non parlo "solo" di quello animale, ma anche di quello umano.


"Siamo tutti Terrestri", dice Joaquin Phoenix.

Io, per fortuna, vengo da Vega.

16 marzo 2008

Tarty, l'università e il mal di gola!

I corsi sono ricominciati da sole due settimane e io già non ne posso più (e non sono l'unica!); sono stata male sia lo scorso fine settimana che questo con febbre, mal di testa e mal di gola... l'unica che si gode la situazione è Tarty, che sta a dormire tutto il giorno sul mio letto mentre io cerco di cominciare a studiare... detestabile!
Le ho fatto una foto poco fa e incredibilmente sono riuscita a prenderla mentre non ha una posa da gatto deficiente, anzi. Non sembra piccolissima? Chi sostiene che i solidi non sono comprimibili non ha mai visto Tarty cambiare dimensione da gatto-grasso-ed-enorme a piccola-micina-sinuosa.

Comunque... sono in uno stato di confusione mentale pressoché costante e quindi non riesco ad aggiustare delle bozze che ci tenevo a pubblicare quanto prima... avevo soprattutto una cosa da dire, molto importante, ma dovrà aspettare.

Ho anche fatto delle foto alla Sojafit ma sono un po' scure, le dovrò ripetere!
Tutto questo per dire che sono sempre qui, sempre acciaccatella, ma ancora piena di voglia di fare!
A proposito... qualche ricetta buona e dolce con la pasta sfoglia? Una bella millefoglie? Suggerimenti?

15 marzo 2008

Frittatina al crescione

Ingredienti per una persona: circa 50 g di crescione, 100g di farina di ceci, olio e.v.o., un pizzico di sale, pepe, cipolla a piacere.

Mescolate farina, olio, pepe e sale e versate acqua quanto basta a ottenere una pastella fluida; sbattetela con la frusta per sciogliere i grumi. Lasciate riposare per un'ora.
Nel frattempo, pulite la cipolla, tagliatela a pezzi e tritatela. Sciacquate e spezzettate il crescione; mescolatelo alla cipolla e soffriggete in olio e.v.o. per qualche minuto, finché risulterà appassito. Versate la pastella, incorporando bene, e cuocete finché la frittata sarà dorata (su entrambi i lati).

Di sicuro mangiare il crescione cotto non è l'ideale per le vitamine, ma se odiate le "foglie crude" come me è un buon inizio. Ha un buon sapore!

14 marzo 2008

Menù di Pasqua di veganitalia

Una Pasqua veramente senza crudeltà 2008.

Veganitalia (www.veganitalia.com) propone quest'anno un menù semplice ed elegante, ispirato ai sapori della cucina francese. La proposta si apre con una variante fantasiosa della tradizionale zuppa di cipolle, a seguire la deliziosa versione vegetariana di una delle principali ricette della tradizione gastronomica d'oltralpe. Il rispetto per gli altri animali, soprattutto per quelli che in questa ricorrenza soffrono di più - come gli agnellini che proprio mentre scriviamo vengono strappati alle mamme e caricati sui camion per il loro primo e ultimo viaggio - è all'origine del nome del secondo piatto, un arrosto vegetale a base di seitan, da servire accompagnato da due capisaldi cruelty free dei contorni di Francia: patate arrosto e piselli. In chiusura una delicatissima mousse di prugne.

Il Menù proposto da Vegan Italia per la Pasqua 2008 è il seguente:

> Zuppa di cavolo al gratin
> Quiche al tofu
> Agnello scappato
> Patate arrosto al rosmarino
> Piselli alla francese
> Mousse di prugne

13 marzo 2008

Giudizio complessivo su Sojafit

Stranamente, da quando ho comprato la Sojafit mi stanno scrivendo molte persone per chiedermi precisazioni o opinioni su questo elettrodomestico.
Ciò mi spinge a ritenere innanzitutto che in Italia siano in pochi a possedere una macchina per il latte vegetale (o quanto meno, a farsi tampinare per fornire spiegazioni), e in secondo luogo a sospettare di non essere stata esaustiva nel mio primo post sull'argomento!

SOJAFIT - SOYA MILCH MACHINE
Dati tecnici:
Voltaggio 230V
Frequenza 50Hz
Motore da 300 watt
Forza di riscaldimento 800 watt

Capacità: 1500ml-1800ml (ci sono due tacche incise nella brocca per misurare il volume)
Capacità fagioli secchi: 100g (c'è un misurino apposito per i semi)
Controllo con micro-computer, quattro lame in acciaio, contenitore e filtro di acciaio.

Comprata su E-bay, dalla Germania, pagata 69 euro con consegna velocissima (pagata di lunedì, mi è arrivata di giovedì mattina).

Si presenta come la vedete nella foto, se sollevate la parte superiore (il cervellone elettronico) vedrete sporgere da essa la lama per triturare i semi (come fosse un frullatore a immersione), un sensore (una piccola asticella metallica) per la temperatura, uno per misurare il livello dell'acqua, la resistenza che si immerge in essa per scaldarla e il filtro dove si inseriscono i semi da spremere. La carica però è dall'alto, attraverso una feritoia apposita che conduce al "cestello filtro".

Mi è arrivata con le istruzioni d'uso (in tedesco e in inglese, facilmente comprensibili) e un foglietto con le ricette per fare i vari tipi di latte vegetale, compresi quelli di semi (in tedesco, ne ho fatto una scannerizzazione che trovate qui a destra, cliccate per ingrandire - e se sapete il tedesco, giratemi la traduzione, per favore!). Ad altre persone so che è arrivata senza istruzioni... In compenso la mia ha un filtro solo, mentre alcune ne hanno due (uno per la soia, più fitto, e uno per i semi).

Ha un programma a parte per i semi, che spreme a freddo; ne ha due per la soia, uno per quella secca e uno per quella reidratata... la soia viene spremuta a caldo, attraverso quattro cicli successivi di riscaldamento e triturazione. La resa di latte è di circa 1 litro e 500g o poco meno; l'okara risultante dal procedimento è finissima e quindi molto adatta per farci polpette e simili; ovviamente si può aggiungere il nigari appena terminata la "spremitura" dei semi e tolto il cervellone, così si ottiene il tofu (ma non ho ancora provato).

La prima volta che ci ho preparato il latte di soia, da bere non era il massimo, ma era comunque molto meglio di quello fatto a mano (ottimo invece per cucinare). Comunque, sto tenendo un diario dei miei esperimenti per ottenere il perfetto latte vegetale fatto in casa! Mi sto appuntando tutto con pazienza certosina per raggiungere lo scopo...

Latte di soia con sojafit #1.
Fagioli di soia ammollati in acqua fredda per 8 ore, non sbucciati. Marca La finestra sul cielo.
Ho usato il programma numero 1 (a caldo), come da istruzioni; poi ho aggiunto 1 cucchiaio di sciroppo d'agave nel latte caldo e lasciato raffreddare.
Risultato: molto meglio di quello fatto a mano, ma non molto buono da bere al naturale, perché troppo acquoso e un po' "fagioloso".

Latte di soia con sojafit #2.
Fagioli di soia ammollati in acqua fredda per 8 ore, non sbucciati (La finestra sul cielo) + circa 20 g di fiocchi d'avena (la marca non me la ricordo, ma erano bio).

Programma numero 1 e sempre 1 cucchiaio di sciroppo d'agave nel latte caldo (come consigliato dal produttore).

Risultato: Shocked dolce, dolce, dolce, si può bere anche da solo e non disgusta. Shocked Con aggiunta di un cucchiaio o due di olio di mais, e frullato per emulsionare, è ancora più buono. Shocked E' bianco-trasparente e più acquoso di quello che si compra, ma il sapore decisamente è buono!

Seguiranno aggiornamenti! Non so se con altre macchine riuscirebbe meglio, e soprattutto se sarebbe "oggettivamente" migliore; ho gusti un po' difficili e in generale neanche le marche disponibili in commercio mi piacciono da bere al naturale (tranne l'Alpro!). Comunque non penso che ci sia una gran differenza tra questa macchina e altre molto più costose come la Vegan Star, il principio di base è lo stesso: scaldare e tritare! Penso che non valga la pena di spendere tanti soldi in più, e che per la Sojafit il rapporto qualità/prezzo sia buono (non prendo percentuali sulla vendita di Sojafit). Probabilmente, bisogna lavorare sulla qualità dei semi e sulle aggiunte fatte al latte, piuttosto che sul macchinario.

Pare che attualmente la macchina arrivi sempre con un solo filtro, quello per la soia. Non so se questo sia un problema per il latte di semi, comunque per soia e soia+avena funziona bene; essendo a maglia sottilissima, credo che anche per i semi più piccoli come il sesamo vada bene. Vi farò sapere.

Il mio giudizio complessivo? L'ho usata solo due volte finora, ma sono soddisfatta.
E' veloce (circa 20 minuti per il latte di soia), silenziosa, la carica dall'altro è comoda (inserire il cestello già pieno sarebbe quasi impossibile).
Mi dicono che ci si stanchi dopo qualche utilizzo di pulire tutto... ma io lo trovo comunque molto più comodo! Lo ammetto, non è facilissima da pulire, non è maneggevole; il cervellone pesa molto e la soia si attacca dovunque e rischia di bruciare... ma per me è comunque meno seccante che dover lavare due pentole incrostate ben bene, un frullatore (con la brocca in plastica, che ho sempre paura di spaccare con l'acqua bollente) e un setaccio, oltre a svariati utensili e l'intero piano cottura. Così ci vogliono solo venti minuti, e la mia partecipazione è minima: nessun paragone con la faticaccia di prima... E non c'è paragone neanche col sapore! L'acquisto prima o poi si ripagherà, specie trattando bene la macchina e facendola durare a lungo, cosa sulla quale sono ottimista.

Per avere informazioni generali, c'è un thread sulla macchina per latte vegetale su forumetici, con link ulteriori; per i nostri esperimenti, c'è un laboratorio sul latte vegetale.

12 marzo 2008

Riso al latte

Ricetta da Isabel Allende, con dosi modificate (adattamento monoporzione, che mi mette tristezza, ma purtroppo ultimamente sono costretta a cucinare solo per me stessa).

Ingredienti: 1 tazzina da caffé di riso, 5 tazzine di latte vegetale, 1 tazzina di zucchero, 1 pizzico di vaniglia, 1/2 cucchiaino di cannella in polvere, 1 pizzico di scorza di limone, 1 tazzina d'acqua tiepida.

Mettete a bagno il riso nell'acqua tiepida per mezz'ora; poi scolatelo e ponetelo a bollire nel latte, con la vaniglia, per circa 30 minuti. Aggiungete poi lo zucchero e la scorza di limone e lasciate sobbollire, con la fiamma al minimo, per altri 30 minuti, mescolando per evitare che si attacchi. Alla fine dovrebbe risultare morbido ma piuttosto asciutto. Consiglio di servirlo tiepido (la ricetta originale dice freddo, ma tiepido era più buono) cospargendo con un velo di cannella.

11 marzo 2008

Tartex

Agnese me ne ha spedito qualche confezione dalla Francia. Trattasi di paté vegetali di provenienza tedesca, a base sostanzialmente di lievito alimentare. Mi stupisco molto che Tarty non abbia gradito, si è limitata a dare una leccatina e poi rimettersi a dormire... eppure il lievito alimentare le piace moltissimo! Anche a me piace molto e infatti ho apprezzato il paté, ma per i miei gusti aveva un sapore un po' strano, che non sono riuscita ad identificare...
Comunque sia, Agnese mi ha detto che per i veg* francesi è quasi un must. Così ho pensato che se ha tanto successo, vale la pena provare a rifarlo in casa, e mi è piaciuto di più di quello vero! L'originale è molto cremoso, quindi se volete ottenere una crema bella liscia, frullate preventivamente il lievito alimentare (che, di solito, è in scaglie grandicelle).

Ingredienti: lievito alimentare e amido di patate (circa 2 parti di lievito per ciascuna di amido), olio di semi di mais.
Mescolate il lievito e l'amido finché saranno perfettamente omogenei, e aggiungete l'olio poco alla volta fino a ottenere una crema. Spalmatela sul pane, oppure su toast o crostini; non aggiungete sale, perché è già molto saporito così.
Se intendete usarlo sul momento, potete aggiungere anche una certà quantità di acqua in sostituzione dell'olio (aggiungere acqua abbrevia, purtroppo, i tempi di conservazione).

Si può aromatizzare con delle erbe o spezie e, sempre se lo preparate per l'uso immediato o in breve tempo, aggiungendo aglio o cipolla ridotti in crema, oppure olive o peperoni o funghi frullati, o qualsiasi altra verdura, aroma, o condimento vi venga in mente.

10 marzo 2008

Tiramisù

Foto nuova e ricetta messa a punto. Versione monoporzione per quando in casa non c'è niente di goloso da mangiare, ma avete proprio bisogno di un dolcetto per tornare di buon umore. Se picchiare un po' la pasta madre non vi risolleva il morale, e nemmeno una passeggiata vi riporta il sorriso... è ora di preparare il tiramisù.

Ingredienti: 1 vasetto di yogurt di soia bianco (meglio ancora se autoprodotto), un cucchiaino di zucchero di canna, 5 fette biscottate, una tazzina di caffé (anche d'orzo) leggermente zuccherata e allungata con acqua tiepida, cioccolato grattugiato per guarnire.

Versate lo yogurt in un fazzoletto di stoffa e lasciatelo sgocciolare, sospeso in un barattolo nel frigorifero, per circa 6 ore, rigirandolo ogni tanto con un cucchiaino e spremendo il fazzoletto con le mani. Versatelo in una ciotola, unite lo zucchero e sbattete con una frusta, per qualche minuto, finché diventerà leggermente spumoso. Rimettete in frigorifero.
Intingete una fetta biscottata nel caffé, inzuppandola ben bene, e adagiatela in un piatto; versatevi sopra la crema di yogurt, coprite con un'altra fetta ben inzuppata e proseguite, terminando con uno strato di yogurt e guarnendo con cioccolata grattugiata.

E' incredibile la quantità di dolci che ho preparato da un anno a questa parte... beh, almeno questo tiramisù è abbastanza "sano" e leggero!

09 marzo 2008

Cambiare pannolino


oltre un anno di studio e lavoro
migliaia di pannolini lavati
centinaia di e-mail e telefonate
decine di pannolini e salviette sperimentati
tre bimbi partoriti e un numero scaramanticamente segreto
di altri bimbi in arrivo...
TUTTO QUELLO CHE AVREMMO VOLUTO SAPERE
SUI PANNOLINI PER BIMBO
(tradizionali, biologici, di stoffa, fai da te,
metodo "senza pannolino"...e molto di più!)
RACCOLTO IN UN MANUALE UNICO E PREZIOSO
utilissimo sia per chi è già genitore
sia per chi desidera diventarlo
scaricabile gratuitamente online
il vero momon
biodetersivi

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è un'iniziativa MondoNuovo
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08 marzo 2008

Cucina Vegetariana

E' attualmente in edicola la raccolta nei numeri 4 - 5 - 6 di "Cucina vegetariana", al prezzo di 3.95 euro. Sono riviste piccine, le pagine non sono molte, ma comprarle in blocco ammortizza di parecchio la spesa (appena uscite costavano 2.90 euro l'una!). Credo stiano rivendendo le rimanenze della passata edizione, dato che dopo circa 12 numeri hanno smesso di pubblicarla... Neutral
Se lo trovate in edicola compratelo, c'è un po' di pubblicità (di prodotti biologici e vegetariani), ma le ricette tutto sommato sono carine! Smile
Personalmente, me le porto dietro in treno, altrimenti nei momenti morti sono tentata di andare in edicola a comprare qualcosa da leggere e non sempre trovo riviste non dico vegetariane, ma almeno tendenti all'uso modico di prodotti carnei... ma forse sono strana io, che una volta, mentre aspettavo un'amica nei pressi di una libreria, mi son comprata l'Artusi tascabile per ingannare il tempo!
(Non che l'Artusi sia molto utile, per la cucina vegan, comunque se v'interessa leggerlo potete scaricarlo qui oppure consultarlo qui; a onor del vero, lo leggo perché trovo spassosissimo lo stile!)