31 dicembre 2006

Dicembre

Ecco gli inserimenti del mese di dicembre.

Ricette vostre: Sacher torte di Raidne, frittata ubriaca alle carote di Barbara, purea di fagioli alla messicana di Milla, seitan alla panna e funghi di Hinikko, timballo di melanzane di Milla.

Ricette mie: verdure semplici ma buone: il cavolfiore, castagnaccio dolce al cacao, mostaccioli, roccocò, cotoletta di seitan, struffoli, pullece e' monaco, seitan alla piastra, penne con panna e zafferano.

Riflessioni, segnalazioni e dintorni: circa telethon (con links sulla vivisezione), filmato who is the animal, spunti sul forno solare, eppure si cambia, avviso ai naviganti, menù per le vacanze natalizie.

Vita da vegan: quanto costa produrre il seitan, dove fare la spesa, assorbenti di stoffa, ristoranti vegetariani, coccole a colazione, panettone vegan in zona Firenze, colorare i capelli con henné ed indigo.

Linkati a dicembre: Economia solidale (sulla gestione dei GAS), associazione tatavasco, bottega del commercio equo Baobab, ristorante vegetariano macrobiotico Il sorriso integrale, blog Il sole brucia veramente, blog Tempi da lupi, blog A place to call my own - Un altro mondo è possibile, forum Consapevolmente.

Le parole chiave più divertenti del mese. Maschera riccio (che colpisce ancora! ), castagnaccio alto gelatinoso ricetta (esiste qualcosa di simile sul mio blog??), dieta veganiana (questa è una conseguenza di una certa puntata di Porta a porta), distributori di ammoniaca per dolci (me la dovete proprio spiegare ), come attaccare le candele all'albero di natale, comico amatoriale - come preparare una canna (e lo domandate a me?? ), poesia sul radicchio, sexi schiopp (il massimo ).

Per finire, il riepilogo di novembre.

29 dicembre 2006

Indigo

Dopo il mio post sull'henné, mi sono state rivolte delle domande circa una tintura naturale per capelli neri.

Premetto che non sono ferratissima in materia, perché essendo bionda la cosa mi riguarda poco; però ho leggiucchiato un po' sul forum capelli di fata, e quindi sono a conoscenza dell'esistenza dell'indigo. E' una polvere ricavata dalle foglie della pianta chiamata Indigofera Tinctoria, e dovrebbe dare ai capelli un colorito nero o violetto; tuttavia, ho anche appreso che il suo utilizzo non è poi così "meccanico" e immediato come per l'henné.
Ho letto che a volte il colore non prende, che scarica in pochi giorni, che il risultato dipende molto dalla base di partenza, che si può non ottenere la tinta desiderata, che ci sono difficoltà a spalmarlo e macchia facilmente... però ho anche letto che ha effetti benefici sui capelli, che alcune ragazze ne sono molto soddisfatte (ottengono un bel colore e capelli morbidi e lucidi), e che si può anche ottenere il nero corvino se la base di partenza è scura. Insomma, c'è da informarsi bene e fare le cose con criterio per non combinare pasticci o rischiare delusioni, ma sta a voi capire se ne vale la pena!

Ecco quello che so sull'argomento.
Il sito capelli di fata dedica una pagina specifica all'indigo, che vi fornirà le informazioni di base su questa pianta; mentre henna for hair ha una piccola sezione a esso relativa, con alcuni links. Se masticare l'inglese, dovreste trovarla utile.
Partendo dal presupposto che, se siete davvero molto interessate alla cura naturale dei capelli, vi conviene iscrivervi al forum di Dafne (vi aprirà le porte di un mondo vastissimo e complesso), riporto qui alcune informazioni che sono riuscita, in tutta fretta, a rastrellare da diversi post.

Per avere un buon effetto coprente e ristrutturante è consigliabile fare prima l'hennè rosso (lawsonia) e poi quello nero (indigo). Si possono miscelare, ma pare che facendolo in due fasi si ottengano effetti migliori e un colore più intenso. L'indigo scarica presto, quindi per coprire il rosso dell'hennè bisogna ripeterlo spesso; può essere utile alternare la miscela di hennè + indigo, e il solo indigo.

Per l'ossidazione bastano venti minuti o mezz'ora; se lo si lascia ossidare troppo a lungo, colorerà molto meno. Quando si forma una patina viola cangiante in superfice, vuol dire che si è ossidato.

Per le leggi cromatiche, giallo più blu uguale verde. Pertanto, l'indigo sul biondo è sconsigliato. Ma è meglio fare una prova sui capelli presi dalla spazzola per osservare il risultato.


Ecco alcune ricette per ottenere un colore molto scuro e duraturo.

Applicare prima ai capelli l'henné neutro (cassia obovata); poi preparare l'indigo e applicarlo dopo mezz'ora, su capelli pulitissimi, tenendolo per 3 ore.

Applicarlo sui capelli puliti, altrimenti NON prende. La quantità è soggettiva, in media 120 gr circa per 60 cm di capelli. Bisogna versare sulla polvere acqua quasi bollente (salata, per fissare il colore) quanto basta. Aggiungere qualche goccia di o. e. di lavanda. Mescolare, coprire e lasciare riposare per un'oretta o due, ma anche mezz'ora basta. Tenerlo su molto a lungo, meglio tutta la notte, altrimenti minimo 4 ore. Sciacquare con shampoo, anche due passate oppure si scaricherà blu per settimane, poi impacco di balsamo, così non restano duri. L'indigo ha effetto "cumulativo", più lo si fa più c'è speranza di ottenere il nero.

Prepararlo con acqua salata, o.e. di lavanda, tenerlo in posa un paio d'ore almeno e lavarlo con pochissimo shampoo molto diluito (evitare sempre il balsamo). Utilizzare pochi olii (meglio solo sulle punte) e impacchi leggeri.

Far ossidare l'indigo con acqua calda ma non bollente ed un pizzico di sale. Lasciarlo ossidare per mezz'ora coperto da una pellicola, mescolando ogni tanto. Usare un contenitore di plastica o metallo. Spalmarlo utilizzando dei guanti, altrimenti le unghie restano blu. Riempire il lavandino di acqua, così se cadono dei pezzetti non si macchia il lavandino. Indossare una cuffia con del cotone per non farlo colare. Aspettare almeno 3 ore prima di risciacquare, e ripetere almeno una volta al mese.

Risciacqui: con sola acqua si rischia di perdere blu fino al lavaggio successivo; il solo balsamo fa scaricare troppo il colore. L'ideale è uno shampoo leggero; oppure lavare solo con acqua in un primo momento e poi, dopo 12/24 ore, fare uno shampoo leggero.

Per quanto riguarda l'acquisto dell'indigo, credo che lo troverete in erboristeria, ma accertatevi che sia Indigofera Tinctoria (o Indigofera species) senza nient'altro!
Ho letto che Dafne aveva un indigo di ottima qualità, non so se lo venda ancora, provate a scriverle all'indirizzo henna at wizmelee dot net.

Un'ultima precisazione: non dimenticate che io sono un essere umano e pertanto non sono onnisciente... inoltre cerco di affrontare su questo blog solo argomenti che conosco bene e di cui ho esperienza diretta; o comunque argomenti di cui sono stata ben informata da persone competenti. Quindi sicuramente tralascio qualcosa... ad esempio esisteranno tinture più leggere e "naturali" di quelle che si trovano nei negozi di articoli di bellezza, ma dato che non le ho mai usate e non le conosco, preferisco non parlarne... vi consiglio sempre di usare un motore di ricerca per soddisfare le vostre curiosità, e trovare altre informazioni che integrino e approfondiscano le mie. D'accordo?

27 dicembre 2006

Henné

Scena: Napoli, un paio di venerdì fa.

Decido di "fare filone" dall'università ed evado per qualche oretta... Trotterello alla bottega del commercio equo O' pappece, e di buona lena mi dedico alla razzia di veganità varie (crostatina ai mirtilli del Baule volante, gnam gnam! ).
Mi sposto nella zona "artigianato e cosmesi"; mentre beatamente mi occupo dei fattacci miei, un guizzo.

Vedo questo.



E rimango paralizzata.
"Uau", mi dico. Perché non mi aspettavo proprio di trovare l'henné in bottega. "Ma non sarà puro", mi dico, e così prendo una confezione e leggo gli ingredienti. Lawsonia inermis. Stop. Purissimo. "Uau", mi ripeto, affascinata. E poi lo poso. Perché non avevo poi questo grande desiderio di diventare rosso fuoco, un venerdì pomeriggio qualunque...

Continuo a fare le mie faccende, ma poi ci ripenso. Riflettendo tra me e me. "Uhm". E poi di nuovo "uhm". E alla fine "uhm!". E così decido di comprare l'henné.

In fin dei conti, mi accorgo che ho proprio voglia di cambiamenti. Devo fare qualcosa ai miei capelli e il primo istinto sarebbe quello di tagliarli a spazzola. Ma so bene cosa significa tenerli a spazzola, ho già fatto l'esperienza per tre anni e tre inverni. Il freddo. Quelle ventate pazzesche che si abbattono sul tuo aerodinamicissimo cranio girandoci intorno sadicamente, per poi scivolare con giubilo lungo la nuca - leggasi dolori cervicali atroci. E la noia. Vederti tutti i giorni sempre uguale, senza poter variare. Detestare quella zazzera simil-porcospino che non asseconda i tuoi stati d'animo e ti mostra tagliente e rampante anche quando vorresti solo coccole e una tregua.
Lo so che i capelli corti sono comodi e facilmente gestibili. Lo so che mi stanno bene. E non piacciono a mio padre perché mi trova "poco femminile" (papi... ).
Però, però, però... mi ricordo che stavo bene anche quando mi tinsi di color ribes. E anche quello a mio padre non piaceva. Per cui mi dico che forse il rosso fuoco non sarebbe una cattiva idea.

E saltello felice verso la cassa, con una scatola di non-violenta ribellione in mano.


Henné Manantial de las Flores (EquoMercato), "Hennè naturale ramato per tingere i capelli naturalmente". 5.20€ per 100 grammi. Pare che sia un po' tantino, ma non troppo; ed essendo una pianta originaria del Nord Africa, mi sento molto più tranquilla ad averlo comprato in bottega. C'era anche ramato chiaro (Lawsonia e curcuma) e ramato scuro (Lawsonia e caffé) ma ho preferito prendere quello puro ed aggiungere eventualmente io stessa la curcuma.

Perché si parla di henné in questo blog?
Com'era scritto sulla confezione, serve a colorare i capelli naturalmente. Molte tinte chimiche sono testate su animali, e rovinano i capelli. Anche quelle che non contengono ammoniaca... lo so perché le ho usate per un po' e ne porto ancora i segni (nonostante siano passati 4 anni, ho le punte rovinate). Potete leggere una piccola introduzione per conoscere l'henné e le sue proprietà qui.
In breve, quello che ho scoperto sul forum Capelli di fata è che l'hennè, a differenza delle tinte chimiche, non penetra nel capello bensì si deposita su di essi, proteggendoli e inspessendoli. Tende a contenere l'effetto crespo e dovrebbe anche avere una funzione seboregolatrice e antiforfora... Comunque la quasi totalità delle capellone che lo usano lo adora, e ho deciso di provare. Secondo le istruzioni di base sull'uso dell'hennè, ho seguito questo procedimento.

Alle 8.30 ho preparato la pappetta. Ho usato 60 g di lawsonia (avevo messo tutti i 100g nella ciotola - di vetro - ma mi sono resa conto che erano troppi, ho i capelli sottilissimi, infuso di camomilla molto concentrato (circa 10 cucchiai), succo di limone e mandarino (avevo finito i limoni) circa 5 cucchiai, yogurt di soia circa 4 cucchiai.
Ho mescolato bene cercando di sciogliere i grumi, coperto con pellicola trasparente e lasciato ossidare, finché è diventato marrone. Vi avverto, l'henné ha un fortissimo odore di erba, e sembra fanghiglia puzzolente, non spaventatevi . Intorno alle 15 mi sono lavata normalmente i capelli, li ho asciugati un po' e poi mi sono fatta spalmare la pappetta da mamma, utilizzando un pennellone da cipria. Ovviamente indossavo abiti sporcabili, la stanza era tappezzata di giornali, e mi ero avvolta un vecchio asciugamani intorno al collo (nonostante fosse bello denso, il composto colava un po').
Mamma mi ha incellofanato la testa, mi sono messa un deliziooooso cappellino da rapinatore tipo passamontagna perché l'henné era gelido, ed ho trascorso la seguente ora cercando di convincermi che non stavo per diventare verde.
Per decidere i tempi di applicazione, il ragionamento è stato questo: sono bionda, quando feci la tinta chimica (ribes) il colore prese da morire, ci vollero due decolorazioni, un'estate al mare e sei mesi di shampii per tornare bionda. Se tengo su l'henné per tre ore mi ritrovo più o meno di questo colore qui, che non è proprio quello a cui aspiro... quello a cui aspiravo erano piuttosto dei "riflessi" rossi, oppure un blando (molto blando) rosso tiziano... Beh, insomma, mi sono detta che un'ora sarebbe stata sufficiente e infatti dopo un'ora mi sono spacchettata, sciacquata i capelli finché l'acqua è tornata limpida, e poi ho affrontato lo specchio.

Cavoli, se ero rossa. Molto rossa. Beh, mi sono consolata, almeno non ero verde!

Mantenendo la calma, ho asciugato ben bene i capelli, e già ero meno rossa. Il colore si è assestato nel giro di tre o quattro giorni e mi dicono che tecnicamente risulto essere strawberry blonde.
Sarà, a me sembrano rosso carota.

Cosa noto... sono più corposi, si sente al tatto e si vede anche; sono luuuucidi; il cuoio capelluto sembra più equilibrato; sono meno crespi e più pettinabili e ne perdo meno (soprattutto se ne spezzano meno). Il colore è bello, naturale; mi sta bene e penso di rifarlo presto. Forse aggiungerò curcuma, ma non so se questo mi farà risultare più bionda o al contrario più rossa!

Devo dire che è stata un'avventura divertente e inaspettata. Sono felice di averlo fatto e ansiosa di perfezionare la ricetta. Al momento non mi viene in mente altro, quindi questa è la storia del mio henné. Nulla di particolarmente significativo; se volete approfondire l'argomento potete visitare il sito henna for hair (in inglese) oppure iscrivervi al forum capelli di fata ed aspettare l'accesso.
Posso dire che ne vale la pena, se si riescono a superare le perplessità sul colore (so quanto possa essere difficile azzeccare quello desiderato); avere la sensazione che quelli che ti stai spalmando in testa non è nocivo per ambiente, animali ed esseri umani è bello, proprio bello.

Vera pre henné:



Vera post henné:

26 dicembre 2006

Penne con panna e zafferano

Questo piatto me lo sono divorata ieri... sono riuscita a prepararlo in un attimo di distrazione di mia madre e mia sorella (hanno lasciato i fornelli incustoditi! ). Il tempo di far bollire l'acqua per la pasta, scolarla e condirla con panna di soia e zafferano e... in tavola!

La panna di soia si trova facilmente in erboristeria, ma anche in alcuni supermercati ben forniti; io ho provato sia la panna Alpro che la Provamel e mi trovo molto bene con entrambe le marche.
L'unico inconveniente è che le confezioni sono da 250ml, durano un'eternità... Il solito problema, essendo la sola vegetariana in casa.
Beh, comunque, fossero questi i drammi della vita...

25 dicembre 2006

Seitan alla piastra

Ecco il seitan che ho preparato ieri sera per risollevarmi dalla tristezza dell'abbuffata familiare di pesce... non mi ha risollevata dalla tristezza, ma almeno mi sono tenuta impegnata e questo mi ha distratta...

Ingredienti: seitan, olio extravergine d'oliva, shoyu, salvia, timo, rosmarino.
Mescolate bene le erbe aromatiche con un cucchiaio di shoyu e un cucchiaio di olio d'oliva. Riscaldate la piastra, spennellate il condimento sulla fetta e grigliatela; nel frattempo spennellate il condimento sull'altro lato della fetta, e giratela dopo almeno cinque minuti.
Servite quando è ben cotto.

Spero di aver scritto in una lingua comprensibile, oggi sono un po' fuori gioco...




E per babbo natale:



BUONE FESTE!

24 dicembre 2006

Urca, è la vigilia!!

Oggi non c'è molto da dire... mi concedo una giornata di svago, o almeno ci provo, in giro per la mia città; poi ci sarà il cenone della vigilia... la buona notizia è che il primo lo preparo io (linguine allo scoglio - vegan), la cattiva notizia è che probabilmente sarà l'unica cosa vegan del pranzo.
Cercherò di fuggire dalla tavola il prima possibile...

Un saluto a tutti, buone feste e cercate di non stressarvi. E se ci riuscite... godetevi le vacanze!

23 dicembre 2006

Struffoli

Manca la fotografia perché i miei struffoletti belli stanno riposando su un vassoio, in cucina, in attesa di essere dorati nell'olio bollente.
Avevo bisogno di riposarmi anch'io! Il problema di questi dolci è che serve una quantità di tempo infinita per prepararli: non ci vuole molto a impastare la pasta, ma per tagliarla a bastoncini e poi a palline SI'. Decisamente stancante ma ne vale la pena.

Ingredienti: 500g di farina, 150g di zucchero, 25g di margarina vegetale non idrogenata, un pizzico di lievito per dolci, la buccia di un limone grattugiata, un bicchierino di liquore all'anice, 2 cucchiai di amido di mais, un pizzico di sale, acqua tiepida q.b. e curcuma o zafferano per dare colore.
Mescolate bene farina, zucchero, lievito, maizena, buccia di limone, sale e margarina a fiocchetti. Aggiungete il liquore e due cucchiai d'acqua tiepida in cui sia stato disciolto lo zafferano o la curcuma (un cucchiaio raso).
I dolci "anemici" e pallidini non sono molto belli da vedere, e in particolare gli struffoli non sembrano struffoli se restano candidi come la neve. Il sapore delle spezie, comunque, non si sente, ma non esagerate!
Amalgamate gli ingredienti e formate un impasto omogeneo e morbido, aggiungendo altra acqua se necessario. Fatelo rotolare col palmo della mano sul piano di lavoro infarinato, e formate dei rotolini sottili (lavorate la pasta dividendola in più pezzi). Con un coltello, tagliate i rotolini a pezzetti di grandezza compresa tra 1 cm e 1/2 cm; con le mani infarinate lavorateli per formare delle palline e disponetele su un vassoio leggermente infarinato. Quando avrete esaurito la pasta, potrete dedicarvi al meeeeeeraviglioso compito di friggere gli struffoli in olio caldissimo . Devono risultare dorati (un po' difficile capire quando sono "dorati", dal momento che dentro non c'è uovo! Usate la fantasia ).
Sgocciolateli su carta assorbente per togliere l'olio, disponeteli in un recipiente adeguato, inondateli di malto (il più dolce possibile, io uso quello di riso) e guarnite con diavolini, confettini ed eventualmente frutta candita a pezzetti!

EDIT: Ho inserito la fotografia. Preciso, per chi non lo sapesse, che i diavolini sono dei confettini utilizzati per decorare i dolci. Sono composti di amido e coloranti, quindi nutrizionalmente "inutili", e non danno molto sapore, però sono belli da vedere e se non ce li mettete anche i vostri struffoli sembreranno tristi.

22 dicembre 2006

Alcuni menù per le vacanze

Spiacente, niente struffoli per ora... stremata da tre mesi di corsi ieri sera ho "perso i sensi" e sono rinvenuta in orario non più utile e consono alla preparazione.
Ho potuto lasciarmi andare così spudoratamente perchè sono in vacanza pertanto spero di rifarmi stasera!
A proposito di vacanze natalizie, non mi addentro nell'argomento "festeggiamenti" perché avrei parecchio (!) da ridire su queste ricorrenze e non mi va di iniziare a lamentarmi... guardiamo il positivo, che è meglio!

Il positivo sono i menù per le feste che alcuni siti sul vegetarismo propongono ormai da anni. Se avete una famiglia (mediamente) felice e veg*ana, se aspettate ospiti a pranzo o a cena, se volete stupire i parenti o deliziare gli amici... ecco alcuni spunti, prendete idee e datevi da fare!

Da vegan3000 sono tratti il menù per Natale, quello per Capodanno e il menù per le feste.

Veganitalia dedica al Natale uno "speciale", e propone un menù festivo (bruschette alla crema di carote, hummus, lasagne alla zucca, crema di lenticchie all'indiana, seitan con radicchio trevisano, barbabietole e arance in insalata, fonduta al cioccolato con frutti rossi e gialli). Dovrebbe essere compreso anche un menù crudista di Miss Vanilla, ma non riesco a linkarlo direttamente, e credo che il collegamento non funzioni.

Non ne ho trovati altri (nel caso ne mancasse qualcuno segnalatemelo, per favore), se questi spunti non vi bastano visitate i links nella colonna qui a destra (voce Blog e ricette vegan).
Per quanto mi riguarda, ho perso la speranza di poter cucinare per tutti durante le feste, mi limiterò a prendere quello che c'è di commestibile e vivacchiare finché saranno passate!

21 dicembre 2006

Panettone vegan in zona Firenze

Il mio panettone vegan casalingo si è suicidato! Magari domani o dopodomani, passata (o meglio andata) questa prova di storia, avrò "la capa fresca" per riprovarci.
Nel frattempo, si scatena la caccia al panettone vegan già pronto, io vi consiglio di chiedere in erboristeria (probabilmente li producono per gli intolleranti all'uovo e al latte). Se siete in zona Firenze invece leggete un po' questa mail che mi è arrivata...

Ciao Vera, stasera, nel negozio bio della cittadina in cui vivo ho trovato un paio di panettoni vegan di farro. Li produce un forno di un paesino qui vicino (provincia di Firenze) e non ho idea di come stiano messi a distribuzione ma ho pensato che l' info potrebbe essere utile per qualche utente toscano del tuo blog. Per ora non li ho assaggiati e non so dirti se sono buoni o no, ho anche chiesto alla proprietaria del negozio se ha notizie di pandori vegan e lei ha detto che non ne ha mai sentito parlare. Ti allego anche una foto del panettone in questione, e ti scrivo le infos.

Dolce di Natale 100% di Farro
A lievitazione naturale, macrobiotico, senza zucchero, prodotto da agricoltura biologica (peso 500 grammi).
Ingredienti: farina tipo "0"di farro (38%), acqua, malto di riso, uvetta, scorza d' arancio e di limone, margarina vegetale (olio di palma, olio di girasole, lecitina di soia, acido citrico), bevanda di soia, succo di limone, sale.
100% Ingredienti di origine agricola da agricoltura biologica.

Prodotto e confezionato da "Forno La Torre" di Borselli e Zambrano via Santoni, 3
Diacceto- 50060 Pelago- Firenze.

Il prezzo del panettone è di 9,01 Euro. Per un panettone di 500 grammi non è poco però in fin dei conti, come dice la mia metà: "per una volta all' anno ci si può pure stare!"
Mi trovi d'accordo... mettetevi in cerca e affrettatevi!

Più tardi, per la felicità di Hinikko, credo che preparerò un'altra specialità natalizia napoletana... gli struffoli! Ma per la ricetta dovrete aspettare domani!