30 novembre 2007

Riepilogo di Novembre

Ricette: crepes dolci, torta al cioccolato e arancia, focaccia alla zucca, torta alla carruba, fiori di zucca ripieni (di Jessica), budino cremoso, pizza (di Maria Luisa), gulash di seitan, rotolo di ceci e funghi, sedano rapa (ricette tra i commenti).

Altri argomenti: luffa, compostaggio domestico, mooncup.

Segnalazioni: pagine arcobaleno, segnalazioni, nuovo forum sull'alimentazione veg* nell'infanzia, test per vegan bloggers, petizione per la sostituzione degli esperimenti su animali in Europa.

Da leggere: E chi l'ha detto che per essere belle bisogna soffrire?

Pensieri e riflessioni: banchi di cattivo umore a dritta.

Da consultare: il riepilogo del mese scorso, quello di novembre 2006 e quello di dicembre 2006, perché così prendete idee per il mese venturo.

29 novembre 2007

Crepes dolci

So che la fotografia non rende affatto bene, ma sapeste la faticaccia per preparare queste crepes! Non per la ricetta in sé, ma perché avevo il piano cottura completamente occupato da padelle e aggeggi vari, quindi ho dovuto improvvisare.
La ricetta al contrario è piuttosto semplice, e estremamente saporita!

Ingredienti per circa 6 crepes: 250 g di farina 00, 50 g di farina di ceci, 500 ml di latte vegetale, 4-5 cucchiai di zucchero integrale di canna, 50 ml di olio di mais, 1 cucchiaio di lievito per dolci.

Riscaldate una padella leggermente unta d'olio.
Nel frattempo mettete gli ingredienti in una terrina, sbattete, sbattete, sbattete, frustate, frustate, frustate, eventualmente passate al colino per togliere i grumi, e versate 3-4 cucchiai di impasto nella padella. Quando inizia a gonfiarsi (dopo un paio di minuti), rivoltate la crepe con una spatola e cuocetela per qualche secondo.
Poggiatela su un piatto, sul dorso (la parte più cotta); versate un cucchiaio di crema al cacao vegan e piegate in quattro. Guarnite con zucchero a velo. Very Happy

Con lo stesso impasto, se avete l'apposita piastra, potete preparare i waffle (se poi riuscite anche a staccarli dalla suddetta piastra, chiamatemi e spiegatemi come fate).

Così, una coccola per chi ne ha bisogno. Io ne ho mangiati tre.
Very Happy

25 novembre 2007

Banchi di cattivo umore a dritta!

Ho trascorso quasi tutta la giornata di oggi a cucinare un'intera cena dall'antipasto al dolce e due delle invitate su tre (le mie migliori amiche) mi hanno dato buca.

Sono stanca e nervosa e accorgermi di poter contare solo su di me, e non solo in questa circostanza, mi ha delusa profondamente.

Mi accorgo di essere rimasta sola per mancanza di individui simili a me, e ora mi accorgo che anche gli individui simili a me non sono una compagnia gradevole e affidabile.

Lo so che non si capisce di cosa stia parlando, ma ho bisogno di sfogarmi...


Ho paura per il tempo perso e di perdere quello che sto per ricevere; sono stanca come non mai dell'università e studiare con fatica argomenti che mi piacciono è deprimente; non riuscire a restare concentrata per più di trenta minuti è molto deprimente.

Ho smesso per un mese di lavorare a un mio scritto e ora non riesco a rientrare nei personaggi ed invece è importante che io riprenda a scrivere, presto.


Mi sembra di aver smarrito la mia vena creativa e che non mi sia rimasto il lume della ragione a sostituirla. E' come se fossi un po' vuota.


E odio sentirmi sulle montagne russe, prima su e poi giù, odio la mancanza di equilibrio, un bene che sembra sfuggirmi sempre.
Che poi dentro di me lo so che sono solo momenti, o al massimo ore, o alla peggio giorni, e se andassi a dormire e sognassi qualcosa di bello domattina mi sembrerebbe tutto più sopportabile.


Forse dovrei prendere l'abitudine di addormentarmi al tramonto e svegliarmi all'alba, perché l'assenza di luce mi abbatte l'umore in modo spaventoso.

Non so quando pubblicherò la prossima ricetta perché sono molto, molto impegnata e ultimamente, beh, come vedete, non ho più le mie famose giornate di 48 ore.


Uff, banchi di cattivo umore a dritta, e io ci sono finita proprio dentro.


PS: ecco, sono così di cattivo umore che ho anche fatto qualche orrore di ortografia.

In realtà so che sotto sotto sto così male, perché poco più di un anno fa sono stata immensamente felice, e poco meno di poco più di un anno fa la mia vita è diventata una tragedia da un giorno all'altro, e non è tornata normale, e forse non lo tornerà mai, e sto ancora cercando di trovare il mio posto nella mia stessa esistenza...


Hey, Tu. So di non meritarlo, ma mi piacerebbe ritrovarti, un giorno. Noi due. Ci spero sempre.


Quien Muere?

Muere lentamente
quien se transforma en esclavo del hábito,
repitiendo todos los días los mismos trayectos,
quien no cambia de marca.
No arriesga vestir un color nuevo y no le habla a quien no conoce.
Muere lentamente
quien hace de la televisión su gurú.
Muere lentamente
quien evita una pasión,
quien prefiere el negro sobre blanco
y los puntos sobre las "íes" a un remolino de emociones,
justamente las que rescatan el brillo de los ojos,
sonrisas de los bostezos,
corazones a los tropiezos y sentimientos.
Muere lentamente
quien no voltea la mesa cuando está infeliz en el trabajo,
quien no arriesga lo cierto por lo incierto para ir detrás de un sueño,
quien no se permite por lo menos una vez en la vida,
huir de los consejos sensatos.
Muere lentamente
quien no viaja,
quien no lee,
quien no oye música,
quien no encuentra gracia en si mismo.
Muere lentamente
quien destruye su amor propio,
quien no se deja ayudar.
Muere lentamente,
quien pasa los días quejándose de su mala suerte
o de la lluvia incesante.
Muere lentamente,
quien abandona un proyecto antes de iniciarlo,
no preguntando de un asunto que desconoce o
no respondiendo cuando le indagan sobre algo que sabe.

Evitemos la muerte en suaves cuotas,
recordando siempre que estar vivo exige un esfuerzo mucho mayor
que el simple hecho de respirar.
Solamente la ardiente paciencia hará que conquistemos
una espléndida felicidad.

Pablo Neruda

24 novembre 2007

Pagine arcobaleno

"Le Pagine Arcobaleno nascono, a livello nazionale, da un'idea della Rete Lilliput e dei Gruppi di Acquisto Solidale per favorire l'incontro tra produttori e consumatori che si riconoscono e/o sono portatori dei valori dell'economia solidale.
La guida non comprende solo "pagine gialle" ma pagine di tutti i colori; perché, oltre a trovare beni e servizi che hanno un mercato, troverete anche i valori non economici, vale a dire quelli ambientali e sociali, capaci di contribuire ad una costruzione della pace nel quotidiano.
Il nostro Laboratorio ha raccolto la sfida, iniziando a monitorare e conoscere, per poi mettere in rete realtà, napoletane e non, capaci di interazioni sostenibili."

Le Pagine Arcobaleno sono state stampate in diverse Regioni (potete cercarle con un motore di ricerca oppure provare qui), ovviamente ve ne propongo la versione campana che ho trovato alla bottega del commercio equo e solidale E' Pappeci (che si trova a Napoli in Vico Monteleone 8, tel. 081/5521934, e-mail opappece@opappece.it). Potreste comunque controllare se sono in distribuzione anche nelle altre botteghe.

Le attività segnalate sono eterogenee: associazioni di volontariato, produttori agricoli biologici, negozi di prodotti ecologici, cooperative sociali, associazioni culturali e altri soggetti appartenenti al terzo settore.

Sono senz'altro uno strumento utile, soprattutto perché permettono una maggiore interazione con realtà locali che a volte neanche si conoscono... la maggior parte delle indicazioni riguarda Napoli o il nord della Campania ma comunque vale la pena di procurarsi questo libretto e se è possibile, collaborare ad arricchirlo.
Qui accanto, potete farvi un'idea dei contenuti: a ciascun nome corrisponde una sintetica scheda dell'attività, quindi se volete maggiori informazioni scrivetemi pure e vi fornirò i dettagli.
Appena possibile, posterò anche i link segnalati all'interno delle pagine.

Buon fine settimana a tutti!

23 novembre 2007

Torta al cioccolato e arancia

Ingredienti: 250 g di farina, mezza bustina di cremor tartaro, 100 g di zucchero di canna, 100 g di cioccolato fondente all'arancia (esiste anche del commercio equo, ad esempio questo di Libero Mondo o il Quetzal modicano), 50 g di olio di mais, la buccia grattugiata e il succo di un'arancia piccola (dolce).

Riscaldate il forno a 180°. Ungete una teglia di diametro 18 cm. Setacciate in una terrina la farina, il cremor tartaro, lo zucchero; versate il cioccolato grattugiato. Aggiungete l'olio di mais e il succo di arancia; mescolate bene, poi stendete l'impasto nella teglia e cuocetelo per 25-30 minuti.


Foto? Niente da fare. Sapore? Non ne ho idea!

Ho lasciato la torta a raffreddare e sono tornata dopo mezz'ora.
Lo stampo della torta era vuoto. Mia madre nascondeva con aria più gaudente che colpevole le mani sporche di cioccolata. Briciole di torta sui vestiti e sulle labbra.

Ma si può?

22 novembre 2007

Composter numero 2

Il mio processo di compostaggio domestico sta andando talmente bene, che ho dovuto approntare un altro bidone per ricominciare il ciclo. Sapevo che prima o poi sarebbe successo, ma in un certo senso non ci speravo.

Ho avuto qualche difficoltà e per questo pensavo che avrei mollato, invece no, ormai "compostare" è diventata routine e normalità... incredibile, eh?
Voglio dire, ho un bidone (anzi, due) di immondizia putrescente sul mio balcone, e mi sembra la cosa più normale del mondo!
In effetti non è così strano, lo è sicuramente meno che affacciarmi dalla finestra e vedere i cassonetti di fronte circondati da un cordone di spazzatura largo 2 metri, tutto intorno. Puzzolente, per giunta: fosse tutto materiale inorganico, non sarebbe certo un bello spettacolo, ma almeno ci potresti respirare vicino... invece di essere assalito da quella puzza vomitevole di pesce marcio che hanno i bidoni della mia città (come se dentro ci fosse morto qualcuno - e chissà, magari è vero!).

Il mio bel bidone se ne sta lì, ormai inerte, niente più invasione degli ultra-insetti, niente più "sudate" di liquami, niente odoracci, niente di niente, solo un leggero profumo di terra... lui sta lì e composta; io ammucchio gli scarti nel sottolavello, una volta alla settimana mi armo di guanti e riduco tutto a pezzetti, col coltello, in un altro secchio (d'estate lo faccio direttamente fuori, nel bidone, ma con questo freddo preferisco non congelarmi!), e poi svuoto nel composter, copro con foglie secche un po' sminuzzate, e ci si rivede la settimana successiva.

Quando il cumulo è arrivato al bordo del primo bidone, ne ho comprato un altro e ci ho rovesciato il mucchio, senza fare buchi: ormai praticamente è terriccio e ho pensato fosse superfluo preoccuparmi ancora di drenaggio e aerazione. Il mucchio è ancora lì, coi suoi frammenti di foglie e rami, e ogni tanto lo uso per preparare un fertile "letto" nei vasi delle piante: le ultime insalatine sembrano averlo apprezzato molto.
Il bidone vecchio, invece, quello bianco coi buchi, continua nobilmente a svolgere il suo lavoro, nonostante sia tutto sporco di polvere, rigata dalla pioggia, e di tracce di materiale organico... sembra, non so, un eroe ferito, crivellato di buchi grandi e asimmetrici; mi fa una gran tenerezza.


Ho già detto tutto ciò che so sull'argomento, ma se volete tartassarmi, risponderò volentieri alle vostre domande, dal momento che invito caldamente tutti voi a iniziare a compostare. Il discorso cambia se in qualche modo il vostro comune separa l'umido dal resto della "spazzatura", e potete concedervi il lusso di non preoccuparvene; ma se non lo fa il comune, pensateci voi.

Abitate in una grigia cittadina? Non avete un giardino, un terrazzo, un balcone per le piante? Non conoscete nessuno al quale donare il vostro compost? Ma non è comunque più ecologico e sostenibile andare a svuotare un bidone di terra nei boschi ogni 6 mesi, piuttosto che lasciar marcire l'immondizia nelle discariche?

21 novembre 2007

Focaccia alla zucca

Doveva essere focaccia "di" zucca ma per mia colpa è diventata soltanto focaccia "alla" zucca.
Però era ottima, morbida ed è cresciuta tantissimo.

Ingredienti per 8: 600 g di farina, 250 g di pasta madre, 2 grossi cucchiai di sale fino, 1 cucchiaio di malto o zucchero di canna, 60 g di olio extravergine d'oliva, circa 300 ml d'acqua, 1 cipolla, zucca... purtroppo non l'ho pesata, in pratica era metà zucca tonda piccola.

Tagliate e pulite la zucca (o viceversa!); cuocetela al vapore con una cipolla pulita fnché si ammorbidisce.
Nel frattempo, mescolate la farina e il sale; sciogliete la pasta madre in una capiente ciotola di vetro aggiungendo acqua tiepida poco a poco, sciogliendovi anche il malto o lo zucchero. Impastate bene, incorporate man mano la farina, con acqua a sufficienza e l'olio d'oliva.
Lasciate lievitare, coperto da un canovaccio umido, in un luogo riparato, finché raddoppia di volume (circa 6 ore), quindi stendete l'impasto in una teglia e lasciate lievitare ancora un'ora. Stendetevi sopra la zucca, versate un filo d'olio e infornate per 30 minuti a 200°.

20 novembre 2007

Luffa

Un'ottima notizia: mi sono stati spediti alcuni semi di luffa che vanno ad aggiungersi a quelli che avevo trovato (spero ancora "vivi") nella spugna stessa. Quindi, a marzo si semina.
Sperando di riuscire a far sopravvivere la pianta! ^-^

Comunque, appunto, ho comprato la spugna, questa di commercio alternativo.
L'ho provata sulla pelle e devo dire che mi aspettavo fosse troppo dura per usarla in doccia; invece non è andata così. Era morbida e non grattava per niente ed ero convinta di aver scovato l'unica luffa dermocompatibile mai prodotta, poi ho capito l'inghippo.

Diventa ruvida al secondo utilizzo, quindi non fatevi incantare. :)
Declassata a spugna per i piatti!

Ok, dato che a parte dolly, wonderzdora ed Eleonora non vi siete precipitati a fare il test di manuel (postato domenica), diamo un po' di nominescion.

Erbaviola, Ery, Yari, Raidne, TippiTappi, Miss Vanilla (lo puoi fare, vero?), Arame (sperando che anche tu possa farlo!), Lunabee, Veganswiss e Okarablog, se vogliono, Celidonia e fatine al seguito, Kia, Stelle d'Ametista, Pane decrescita e contorni, Xeliah, e chiunque altro voglia partecipare (ho cercato di tenermi il più possibile su blog di cucina o di vegan di mia conoscenza).

Datevi da fare, pigroni!

18 novembre 2007

Urca

Ho superato le 200000 visite e non me ne sono accorta.

TEST

Il meme delle 8 cose che non sapete di me è ancora in bozza e temo ci rimarrà per sempre... nel frattempo manuel mi ha girato questo test e mi affretto a farlo perché mi è piaciuto molto. Grazie di avermi pensata, manuel.

Test per vegan bloggers.
1. Il tuo latte vegetale preferito?
Latte di mandorla alla nocciola bevuto a casa di daniele e pleiadi, marca mi pare fosse la finestra sul cielo.
In linea di massima trovo il latte di riso troppo dolce e stucchevole, mentre quello di soia, da solo, non lo digerisco molto bene. In sintesi, ne bevo davvero poco!
2. Tre piatti che hai in progetto di cucinare?
Prima o poi, il pan di Spagna vegan. Nell'immediato, una pizza buona, invernale e creativa, e dolci natalizi tipici della mia città!
3. Come condisci i pop corn?
Li preparo raramente, di solito solo con un pizzico di sale.
4. La ricetta più disastrosa e non ancora riuscita?
Il pan di Spagna vegan...
5. Il tuo prodotto in scatola preferito?
Uhm... i funghi trifolati!
6. Scrivete le ricette riuscite?
Sul blog sì, anche se a volte ci metto delle settimane e devo lavorare un po' di fantasia per ricordarmi il procedimento. Su carta no, infatti quando ho bisogno di recuperare una mia ricetta devo cercarmela sul blog... sto cercando di organizzare un archivio fisico, ma invano.
7. Compost, immondizia, o raccolta differenziata?
Compost per l'organico vegan, differenziata per plastica, carta, vetro e lattine, e per tutto il resto (compreso quello che la mia famiglia dimentica di separare...) l'indifferenziato.
Sto per avviare il recupero dell'olio usato, ma non ditelo ai miei...
8. Sei solo/a su un'isola deserta e puoi portarti solo tre alimenti, quali?
Per ragioni di sopravvivenza: cereali (se dovessi scegliere... riso), legumi (fagioli!!) e frutta secca (noci).
Per ragioni di gusto: gelato di soia, cioccolata e la pizza. Peccato per l'avitaminosi e che questi cibi non crescano sugli alberi.
9. Il prodotto alimentare che ti fa pensare alla tua infanzia?
Mmm... le merendine Kinder colazione più. Ero dipendente.
10. Il tuo gelato preferito?
Alla frutta d'estate, e al cioccolato d'inverno.
11. L'elettrodomestico che più usi in cucina?
Il frullatore/sbattitore elettrico.
12. L'erba/spezie che non deve mancare?
Non uso molto le erbe perché mi dimentico di avercele, ma tendenzialmente d'estate metto ovunque basilico o rosmarino. Le spezie che uso di più sono pepe, peperoncino, curry...
13. Il tuo ricettario o libro di cucina più utile?
Il cucchiaio verde per la trasportabilità, Tuttoricette vegetariane per la fantasia, La cucina etica per la vastità (lo so, sono tre, ma il libro perfetto non esiste ancora!).
14. Il tuo gusto preferito di marmellata?
Non mi piace la marmellata, ma se riesco a trovarla senza zucchero, adoro fragole e ciliegie.
15. La ricetta vegana che vorresti far assaggiare anche ai tuoi amici?
La parmigiana di melanzane.
16. Seitan, tofu, o tempeh?
Seitan!
17. Preferisci cucinare di mattina, pomeriggio o sera?
Preferisco cucinare quando la cucina è libera... non mi piace cucinare dopo pranzo, di solito o di mattina presto o di sera tardi.
18. Cosa tieni sul frigo?
Calamite con i segni zodiacali e il numero di telefono del vet di Tarty.
19. I tre alimenti che ricordi di avere nel congelatore?
Sicuramente una busta di minestrone, succo di limone congelato e cubetti di ghiaccio!
Il resto è di mamma, compresi cibi ad Alto Contenuto Carnivoro...
20. La lista dei prodotti che devi comprare in un negozio di alimentazione naturale?
Quando entro in un negozio simile mi viene voglia di comprare tutto, poi di solito visti i costi folli mi limito a riprendere cose che ho esaurito; raramente provo prodotti nuovi e li compro rigorosamente uno per volta... ultimamente sono tentata da dolcificanti tipo sciroppo d'acero, melassa, agave...
21. Qual'è il tuo negozio di alimentazione naturale?
Un paio di erboristerie nelle quali, in un modo o nell'altro, riescono sempre a fregarmi.
22. Quale prodotto alimentare vorresti fosse veganizzato?
A parte le "merendine", in fin dei conti ormai si trova un'alternativa vegan quasi a tutto... Vorrei solo che costassero meno, non mi spiego perché un prodotto di origine vegetale, materia prima abbastanza economica, debba costare il doppio o il triplo dell'analogo animale.
23. Tre link dei tuoi foodblog preferiti.
Eh, sono taaaaaanti!
La colonna a destra non vi dice nulla?
24. La tua caramella preferita? Il tuo cioccolatino preferito?
Adoro le caramelle gommose, ma non sono vegetariane (gelatina!), e i gianduiotti.
25. L'ultimo prodotto alimentare "strano" che hai acquistato?
Forse il miso.
26. Scrivi qualche domanda o qualcosa che vuoi sapere del blogger a cui invierai queste domande.
Nessun obbligo, giro questo test a chiunque abbia voglia di rispondere... e se lo fate sarà divertente leggervi!
Altre domande che mi vengono in mente...
27. Ti dedichi all'autoproduzione di cibo (inteso come: sostituti della carne quali seitan, tofu o tempeh; latti vegetali, prodotti simili)? Se sì, fuori le ricette!
Beh, fino ad ora le autoproduzione più eclatanti che hanno avuto successo sono il seitan, il tofu, il latte di soia buono per cucinare e quindi derivati come ricotta di soia, yogurt di soia eccetera.
Poi svariate preparazioni più elaborate come la pasta fresca ripiena, la maionese veg ecetera, ma quelli non sono ingredienti.
28. Hai mai la sensazione che i tuoi conoscenti non assaggino i cibi da te preparati solo ed esclusivamente perché sono "vegan" (come a dire che contengono virus del vaiolo o peste bubbonica o altre simpatiche malattie)? Se sì, come reagisci in questi casi?
Sì, purtroppo sì, soprattutto da parte della mia famiglia. La cosa mi infastidisce molto e mi vendico quando, dopo aver cucinato pietanze dall'aspetto e dall'odore ottimi, mi rifiuto di fargliele assaggiare! O tutto o niente, no?
29. Hai mai fatto il test della VegPersonalità? Se sì, con quale esito?
Mi spartisco equamente tra vegan-amichevole e vegan-evangelista, con predominanza dell'uno o dell'altro a seconda dell'umore (di solito tendo all'amichevole). E resta spazio per una piiiiiccola parte da vegan-salutista (ma chi ci crede?).
Come vegan-incazzata o snob totalizzo quasi sempre un punteggio vicino o pari allo zero...
30. Sei già stufo di questo test?
No, anzi, sono abbastanza divertita, più rispondo più domande mi vengono in mente.
31. Abbiamo fatto trenta, facciamo anche trentuno... domanda facile: da quando sei vegan?
Dalla tarda primavera del 2002 e conto di restarlo per tutta la vita.

Adesso, chiunque voglia partecipare, pubblichi pure questo post e cortesemente mi lasci un commento, così vado a leggere e mi faccio i fatti vostri!

17 novembre 2007

E chi l'ha detto che per essere belle bisogna soffrire?

Adolescenza: ma è proprio necessaria? Il nostro corpo sta deliberatamente cercando di confonderci le idee? Ce ne stavamo lì a farci gli affari nostri quando, all'improvviso, sono arrivate le mestruazioni, il seno è cresciuto e (SANTO CIELO!) ci sembra di essere diventate grasse! Una metamorfosi imbarazzante, insomma: più che una bella farfalla, ci si sente un bruco spiaccicato. E allora via con le diete a zero calorie e le creme antitutto... Ma attenzione, perché è meglio non fidarsi di chi vuol farci credere che cambieremo da così a così, a patto di comprare un gel carissimo o di mangiare solo minestrone. Perciò, se volete convivere felicemente con il vostro corpo e attraversare senza danni la pericolosissima "giungla della bellezza", leggete questo manuale!
Beh, credo di avere questo libro più o meno dai miei famigerati quindici anni, e confesso: ogni tanto me lo vado a rileggere, non solo per farmi quattro risate, ma anche per ritrovare un pizzico di autostima perduta.
Già, questo libro ha una capacità terapeutica miracolosa: inizio la lettura sentendomi scialba, ruvida, appesantita e malinconica, e la termino col sorriso sulle labbra, molto più leggera, rinfrancata dentro, nella pelle, nel sangue, nelle ossa.

Da quando ho visto in libreria Il bello del pancione. La guida più completa per l'apprendista mamma, sogno di leggerlo - ma non l'ho comprato, credo che i miei genitori imploderebbero prima di poter domandare spiegazioni...
Mi incuriosisce molto perché sono certa che il tema della gravidanza sarebbe affrontato con una travolgente e demistificante simpatia, remando contro corrente, abbattendo i luoghi comuni e facendo a pezzettini le false verità che così bene ci vengono instillate da quelli che sulla nostra pelle ci guadagnano. Ne sono sicura, perché è esattamente ciò che avviene nel libro che possiedo già.
Kaz Cooke mi fa morir dal ridere; mi sbellico per le sue battute, le illustrazioni delle pagine, lo spirito ironico ma sempre serio col quale affronta una materia decisamente scottante: insegnare a delle adolescenti in preda al panico a fare pace con se stesse. Ci si addentra nello spinoso campo del peso, della forma più o meno "normale" del nostro corpo, della moda e relative modelle dalle quali siamo bombardate, dei cosmetici e per finire di tutto quello che il corpo lo trascende: la nostra interiorità, troppo spesso soffocata da quella che ci sembra una incredibile montagna di carne, ma probabilmente sono solo le nostre favolose, pericolosissime curve.

E così, tra sindrome premestruale, chirurgia estetica, concorsi di bellezza, reggiseni imbottiti, trucco e parrucco, indice di massa corporea e scarpe con la zeppa, si scoprono un sacco di cose interessanti, verità preziose che non dovremmo mai dimenticare.
In sintesi?
Leggete le righe seguenti, ma fatelo lentamente, una alla volta, assorbendole, assaporandole. E, ditemi, non vi sentite già meglio?


Ci sono miliardi di corpi, e milioni di forme diverse: sono tutti bellissimi.

Il tuo corpo è uno di questi.

Le diete non funzionano.

Le tue cosce non sono niente male.

L'esercizio fisico deve essere un piacere, non un obbligo.

Non è detto che i cosmetici più costosi siano i migliori.

La pubblicità dice un sacco di bugie.

La chirurgia plastica fa male.

Fare la modella può anche essere molto deprimente.

Dai disordini alimentari si guarisce.

Riviste e televisione vanno guardati con occhio critico.

Puoi difenderti dai gendarmi del corpo.

Tu non sei il tuo sedere.


Kaz Cooke
E chi l'ha detto che per essere belle bisogna soffrire? Tutta la verità su brufoli, creme, e diete
Mondadori
€ 5.00

Se avete figlie, nipoti, cugine preadolescenti, se conoscete una giovane ragazza che sta per entrare nel pieno della tempesta adolescenziale, e tenete a lei, vorreste insegnarle a proteggersi almeno un poco, prima di affrontare la grande battaglia del diventare donne, regalatele questo libro. C'è molto più di quel che sembri, tra queste pagine; valgono completamente la spesa.

15 novembre 2007

Torta di carrube

Mi sto avvicinando alla verità.
Dopo aver gettato nella pattumiera decine di torte, in un passato sia prossimo sia remoto, forse sto finalmente iniziando a capire perché quasi tutte le torte non mi riescono assolutamente, e invece le torte al cioccolato e cocco, caprese e prestofatto al cacao mi riescono anche a occhi chiusi.

Ipotesi 1) Il mio forno AMA il cacao, ODIA qualsiasi impasto dolce che non contenga cacao, quindi riesce a rovinare tutti i pan di spagna, i muffin e simili che siano "bianchi".
Ipotesi 2) Il cacao ha insospettabili capacità lievitanti che garantiscono la riuscita del dolce.
Ipotesi 3) Il lievito tradizionale che ho utilizzato per anni fa schifo, e guarda caso gli unici dolci nei quali ho utilizzato il cremor tartaro mi sono riusciti a meraviglia.

A me la prima ipotesi sembra la più convincente, però la torta al cacao di ieri ugualmente non è venuta bene.
La seconda non regge per lo stesso motivo, e inoltre la torta di carrube, infornata insieme a quella al cacao, è venuta bene.
La terza non regge per lo stesso motivo, perché sia in quella al cacao che in quella di carrube c'era il lievito normale, e invece nei muffin, che non mi erano venuti bene, c'era il cremor tartaro.

Sembra il quesito della Susi. Ma non mi stavo avvicinando alla verità?
Beh, io intanto vado a comprare altro cremor tartaro, che m'è finito.

Beeeeeeaaaaaaa, grazie della farina di carrube, finalmente riesco a farci qualcosa di costruttivo.
Note sul sapore: un po' sembra cacao, un po' no; è dolce e aromatica, molto gradevole; se ce l'avete già in casa, questa torta è da provare di sicuro.

Ingredienti: 250 g di farina, una bustina di lievito per dolci o mezza di cremor tartaro (leggete le dosi sulla bustina), 4 cucchiai di polvere di carrube, 150 g di zucchero di canna, 50 g di margarina fusa (biologica), 5 cucchiai di olio di mais, latte vegetale per allungare.

Riscaldate il forno a 180°. Foderate una tortiera del diametro di 24 cm con carta da forno inumidita e strizzata.
Setacciate la farina, il lievito, la carruba e lo zucchero. Aggiungete la margarina e l'olio di mais; mescolate bene, sbattendo con una frusta (a mano o elettrica), e versando latte per diluire l'impasto, se necessario. Stendete nella teglia e cuocetelo per circa 40 minuti.


PS: quella cavolo di tovaglia rossa a quadretti mi ha stufata. Peccato che l'alternativa sia la tovaglia natalizia declassata a tovaglia di uso quotidiano; e l'altra alternativa, l'odiosa "incerata" verde scuro, che in fotografia assorbe tutta la luce e fa effetto "ho preparato questo piatto alle 3 di notte".
Quindi, oltre ad aver bisogno di un corso di fotografia, mi serve anche un corso di composizione e presentazione delle pietanze; o, più banalmente, ho bisogno di qualcuno che mentre vado a prendere la digitale tenga il gatto fuori della cucina, mio padre lontano dalla torta e impedisca a mamma di iniziare a lavare tutto intorno, sopra e sotto al posto dove non ho ancora finito di cucinare.

O al limite, regalatemi una tovaglia nuova.
Sigh.

14 novembre 2007

Indovina che

Me l'ha portata mia sorella dall'inghilterra. Il nome in inglese non me lo ricordo, ma il mio dizionario lo traduceva come "rapa", segno che forse dovrei buttare il dizionario nella monnezza.
Vi pare una rapa?

Aveva un odore fortissimo (terra? terra marcia?) e un aspetto spaventoso, tipo alieno in letargo che aspetta il momento buono per svegliarsi e fare tutti fuori (aveva una specie di "proboscide" in cima), ma alla fine ce lo siamo mangiati. Si sbuccia e poi si prepara come un puré.
Qualcuno sa cosa sia?

13 novembre 2007

Fiori di zucca ripieni (di Jessica)

E' una ricetta senza dosi, nel senso che va a seconda della fame e della disponibilità della dispensa.
Ingredienti: fiori di zucca.
Per il ripieno: pane grattugiato, passata o polpa di pomodoro, olio di oliva, sale q.b., aglio in polvere q.b., prezzemolo.
A discrezione di ognuno il ripieno si può aromatizzare a piacere, con peperoncino, peperoni sott'olio, patate, e chi più ne ha più ne metta!

In una ciotola mettete il pan grattato con sale, aglio e prezzemolo; aggiungete olio di oliva e pomodoro finchè il composto non raggiunge una consistenza omogenea. Riempite i fiori di zucca facendo attenzione a non romperli, posizionateli su una teglia da forno con un poco di olio di oliva, sale e una spruzzata di vino bianco. Infornate a 180° per una ventina di minuti.
Se avanza il ripieno, potete preparare delle polpettine: passatele nel pan grattato e fatele cuocere in padella con olio di oliva e spinaci finchè non diventano dorate. Mettete nei piatti e aromatizzare il tutto con qualche goccia di aceto balsamico.

11 novembre 2007

Aggiunta foto

Tartufini di castagne al rum.

Alimentazione vegetariana e vegan nell'infanzia

Su ForumEtici è stato appena aperto un nuovo forum, Alimentazione vegetariana e vegan nell'infanzia: spazio di confronto e sostegno per genitori che propongono ai propri figli un'alimentazione a base vegetale.
E' uno spazio dedicato con una particolare attenzione ai genitori e ai bambini vegetariani e vegan, con l'intenzione di creare uno scambio costruttivo di informazioni circa questa scelta di vita, e di offrire sostegno e aiuto non solo sotto il profilo nutrizionale, ma anche dal punto di vista psicologico e "sociale" (leggasi: manuale di autodifesa contro parenti impiccioni, maestre spaventate, pediatri terroristi...).
Buona partecipazione!

10 novembre 2007

Budino cremoso scacciatristezza

Ingredienti: una busta di preparato per budino alla vaniglia bio Altromercato, 50 ml di panna di soia possibilmente dolce (tipo quella famigerata del monte bianco), 1/2 litro di latte vegetale.

Stemperate la panna nel latte; versate il preparato in un pentolino e scioglietelo lentamente versando il latte, senza formare grumi; tenete sul fuoco finché inizia a fumare, sbattendo spesso con una frusta; dopo 3 minuti spegnete, aspettate che si raffreddi per bene e strafogate direttamente dalla pentola.

E' preconfezionato, ok, ma se vi sentite tristi e avete comunque voglia di cucinare, potete impegnarvi nella torta cioccolatosa, quindi sciò!

09 novembre 2007

La pizza

Maria Luisa mi ha inviato una video ricetta della pizza fatta in casa... a me ha fatto venire una fame mostruosa!
Voi ovviamente saltate la parte con la mozzarella...

Do It Yourself Pizza!! - The Best System - More free videos are here
...e se vi state chiedendo quando arriva il mio video blog, beh, usate i punti del latte di soia per regalarmi un assistente munito di videocamera... ho solo due mani, neh!

07 novembre 2007

Segnalazioni

Un po' di annunci e di eventi!
Apriamo le danze segnalando uno dei rari eventi veg* che hanno luogo in Campania.
Spero che non ci sia bisogno di segnalare di nuovo il thread dei veg campani, ormai dovreste averlo capito!
Ciao belli (e belle)!!!
La tana del Cervo vi offre un appuntamento al quale non potete mancare: una cena medievale all'ArciOplonti, in via Luigi Zuppetta (nei pressi del Municipio). La cena sarà a base di piatti tipici del medioevo fedelmente riprodotti, ippocrasso e musica medievale dal vivo (con arpa, cornamusa, ghironda e chi più ne ha più ne metta). Tutto questo udite udite per una sottoscrizione che andrà dai 5 agli 8 euro (dipende da quanto spenderemo per cucinare).
Sarebbe però una cosa gradita la vostra prenotazione, visto che più o meno dovremmo sapere per quante persone dobbiamo preparare.
E' un appuntamento importante, perchè, oltre allo spettacolo in sè, può essere un'ottima occasione per rivederci e per conoscere le prossime numerose novità.
Per prenotare potete mandare una mail all'ARCIOPLONTI (arcioplonti@gmail.com)...
poi se decidete all'ultimo momento state tranquilli, al nostro desco non mancherà una scodella per voi!

La Cena Medievale si terrà venerdì 23 novembre alle 20.30 presso l'ARCI OPLONTI, in via Luigi Zuppetta. Dal casello di Torre Annunziata Nord scendete a sinistra verso il Corso Umberto I, andate sempre diritto fino a raggiungere il Corso Vittorio Emanuele ed il Municipio. Di fronte al Municipio c'è via Zuppetta con tutte le indicazioni per la festa.
Un abbraccio a tutti

Dato che mi ero immaginata una cena praticamente a base di carne, ho chiesto informazioni e mi è stato risposto così:

La cena medievale sarà completamente vegetariana...
D'altra parte nel medioevo solo i ricchi mangiavano carne, i poveri non la vedevano neanche da lontano...
Essendo noi un'associazione che si muove in un determinato ambiente, abbiamo nel nostro nutrito seguito molti vegetariani e non li vorremmo certo scontentare!
Cucineremo invece ottimi piatti tipici dell'epoca a base di farro, legumi, funghi e berremo vino e ippocrasso.
:)
Carino, no? :)
Io spero di poterci andare!

Il 24 novembre, invece, a Roma, si terrà un evento benefit antivivisezionista.
L'associazione di volontariato "we have a dream" presenta lo spettacolo di beneficenza "Flamenco es vida. Yo quiero la vida", a Roma il 24 novembre 2007 alle ore 21:00, presso il Teatro Orione.

La compagnia di ballo di Caterina Lucia Costa, con la partecipazione straordinaria di Jose Ruiz, bailaor di Jerez, attinge dall'antica e complessa tradizione del flamenco per raccontare la gioia di vivere attraverso la danza.
Si esibiranno Caterina Lucia Costa, Jose Ruiz, Sergio El Javi, Alessia Demofonti, Alessandra D'Ambrosio, Simon Andres, Max el bicho, Eliana Ottaviano e Barbara Bellia, sulle musiche del chitarrista Adriano Lozano e della cantaora Nuria Martin che verrano direttamente dalla Spagna per l'evento.

La serata sarà occasione di informazione e approfondimento sul tema della vivisezione e dei metodi di ricerca alternativi, attraverso la mostra visitabile nel foyer del teatro, la diffusione di materiale informativo e l'intervento di Marina Berati di NoVivisezione.org

I biglietti dello spettacolo "Flamenco es Vida" sono disponibili a fronte di un contributo di 20 euro ciascuno. Per ordinare i biglietti dello spettacolo potete scrivere una e-mail indicando il numero di biglietti richiesti, il vostro nome e un recapito.
Poi potete effettuare un versamento dell'importo totale sul Conto Corrente postale dell'Associazione intestato a
"we have a dream" associazione di volontariato
CIN V
ABI 07601
CAB 03200
n. conto 000084117266

indicando nella causale il vostro nome e il numero di biglietti dello spettacolo "Flamenco es Vida" richiesti.
Non appena ricevuta la segnalazione dell'effettuazione del versamento, vi verrà inviata una e-mail che dovrete stampare e presentare per ritirare i biglietti e la relativa ricevuta la sera stessa dello spettacolo, presso il botteghino del teatro Orione, tra le ore 19:30 e le ore 20:30. Oppure potete richiedere la consegna a domicilio dei biglietti, a fronte del contributo in contanti, senza alcun costo aggiuntivo.

Per informazioni e per i biglietti dello spettacolo:
cell. 347/3138885
associazione@wehaveadream.info
Sito we have a dream (col volantino dell'iniziativa).


Poi... mi è stata segnalata l'apertura di una chat veg/vegetariana su libero, raggiungibile cliccando l'opzione chat blue su questa pagina e scegliendo poi VEGETARIANI IN CHAT (è l'ultima opzione, in fondo). Non mi ricordo più chi mi aveva chiesto via e-mail se sapessi dell'esistenza di una chat simile... beh, eccola qua. :)

Per finire, date un'occhiata agli appuntamenti di novembre sul blog di Eleonora, potreste trovare qualcosa di interessante non troppo lontano da voi.

06 novembre 2007

Oggi...

...niente ricetta. Ho letto il blog di Piperita e mi son commossa troppo per postare qualcosa.

05 novembre 2007

Gulash di seitan

Post tardivo perché stamattina la connessione si rifiutava di funzionare (facendomi prendere un bello spavento).

Ingredienti: 300 g ti seitan morbido, 300 g di patate, 300 g di peperoni, 300 g di cipolla, 2 spicchi d'aglio, 1 barattolo di polpa di pomodoro, 1/2 bicchiere di birra chiara (elenco di birre vegan qui), olio extravergine d'oliva, paprika, sale, pepe.

Tritate l'aglio e le cipolle e tagliate a dadini le verdure, dopo averle mondate, e il seitan. Fate appassire il trito in una padella con l'olio, e aggiungete peperoni e patate, salando e pepando a piacere e spolverizzando con la punta di un cucchiaino di paprika. Rimestate a fuoco vivo per 5 minuti, poi aggiungete il seitan e lasciate insaporire; dopo qualche minuto versate la birra e lasciatela evaporare. Aggiungete il pomodoro, sempre mescolando, e cuocete per 15 minuti, lasciando restringere il sugo.

E' molto buono, ed è uno di quei piatti che vi manda piacevolmente a fuoco l'apparato digerente, facendovi dimenticare il freddo per tutta la serata. Non vi ho mai detto che ho molta difficoltà a mantenere la temperatura corporea al di sopra dei 35.5 gradi?

La ricetta è tratta dal libro La cucina etica, e una volta tanto non l'ho cambiata di una virgola... la trovate anche su vegan3000, quasi identica; sullo stesso sito c'è un altra ricetta per preparare il gulash.

Questo bellissimo volume continua a dettar legge nella mia libreria, ne sono davvero entusiasta; mia madre ogni tanto lo ruba per prendere idee e mi ha seguita in vacanza dove, anche se non ho cucinato granché, mi ha tenuto ottima compagnia... facendomi venire taaaanta fame.

Quindi, se non ce l'avete... compratevelo o fatevelo regalare, Natale si avvicina.

03 novembre 2007

Rotolo di ceci e funghi

Vi ricordate del libro Tuttoricette vegetariane?
Tra le ricette presenti mi aveva colpita in particolar modo il rotolo di ceci al forno con salsa allo sherry, e così ho deciso di prepararlo...

Lo sapete che sono astemia, no? A volte uso il vino o la birra per cucinare, ma non ne bevo mai; non mi intendo assolutamente di liquidi che abbiano una qualsiasi gradazione alcolica. Beh, ho scoperto che in casa mia non c'è traccia di sherry; in compenso abbiamo due bottiglie di amaro cent'erbe, 4 bottiglie di spumanti, 2 di rum, cointreau e non ricordo che altro... sherry niente. Io sono astemia, mamma si ubriaca solo col lambiccato o la birra chiara e quindi nessuna delle due aveva idea di cosa si potesse usare in questa ricetta al posto dello sherry. Considerando che c'erano diversi altri ingredienti che non mi andava di usare oppure non avevo in casa, me ne sono fregata abbastanza delle istruzioni e ho fatto a modo mio...

Ingredienti per 4-5 persone: un rotolo di pasta sfoglia da circa 250 g, 200 g di ceci secchi, 1 cucchiaio colmo di lievito alimentare in scaglie, 1 cucchiaio colmo di germe di grano, 100 g di noci tritate, 200 g di pangrattato (accertatevi che sia vegan), 1 cipolla tritata finemente, 100 g di funghi affettati sottilmente, 2 spicchi d'aglio, 1 cucchiaino di coriandolo, sale, pepe, latte di soia o brodo vegetale quanto basta.

Mettete i ceci a bagno 12 ore prima di iniziare a cucinare. Lessateli finché saranno teneri e poi passateli al passaverdure, mescolandoli con il lievito, il germe di grano, le noci pestate, il coriandolo e il pangrattato. Saltate i funghi con cipolla e aglio per qualche minuto, frullate e aggiungete al composto di ceci. Aggiustate di sale, pepe, ed aggiungete latte o brodo per amalgamare, se necessario.
Stendete la pasta, versatevi il ripieno sopra compattandolo bene in una sorta di "salame" e copritelo con la sfoglia, sigillandola. Capovolgete il rotolo, praticate delle incisioni in diagonale sulla superficie e infornate a 200° per circa 40 minuti.

02 novembre 2007

Sostituzione degli esperimenti su animali in Europa

Per combattere la vivisezione AgireOra agisce su molteplici fronti: informativo, legislativo, aiuto nelle scelte individuali, sviluppo di alternative alla vivisezione, aiuto agli animali di laboratorio.

Il progetto 'Sostituzione degli esperimenti su animali in Europa' fa parte dell'aspetto legislativo.

Descrizione
Nel 1986 il Consiglio Europeo ha adottato la Direttiva 86/609/CEE relativa alla protezione degli animali utilizzati a fini sperimentali e per altri scopi scientifici. La Direttiva regolamenta l'utilizzo degli animali da laboratorio nell'UE ma, risalendo a 20 anni fa, è assolutamente datata e necessita urgentemente di una revisione, che avra' luogo entro qualche mese.

L'iniziativa "Sostituzione degli esperimenti su animali in Europa" fa pressione sui legislatori dell'UE affinchè sfruttino questa opportunità impegnandosi a sviluppare ed implementare metodi che non comportino l'uso di animali e che potrebbero salvare milioni di animali da laboratorio e migliorare la qualità della ricerca e della sperimentazione.

L'iniziativa si basa su una petizione lanciata in tutta Europa: AgireOra Network collabora con la traduzione in italiano della petizione e la sua diffusione in Italia.

E' estremamente importante riuscire a dimostrare che i cittadini dell'UE desiderano porre fine agli esperimenti su animali in Europa. L'iniziativa intende raccogliere migliaia di firme e portare il messaggio di tutti i firmatari direttamente a Bruxelles in un momento chiave del processo legislativo.

Promotore
L'iniziativa e' promossa dal Dr Hadwen Trust for Humane Research (Fondazione Dr. Hadwen per una Ricerca Umanitaria), appoggiato da vari gruppi per la protezione di animali e consumatori di tutta Europa.

Cosa puoi fare tu
Sottoscrivere la petizione on-line a questa pagina e invitare quante piu' persone possibile a fare altrettanto.

Scaricare il modulo cartaceo per la raccolta firme e raccoglierle ai tavoli informativi, in famiglia, tra i propri conoscenti, in ogni modo possibile! Sulla petizione e' indicato l'indirizzo a cui spedirla. Puoi scaricarla a questa pagina.

Leggi le ultime notizie relative a questo progetto sul Sito del progetto.

01 novembre 2007

Mooncup

Sono ormai tre mesi che utilizzo la Mooncup e confermo la mia valutazione iniziale: mi ci trovo benissimo.

Col passare del tempo la coppa sembra sempre meno enorme e diventa più familiare; sto finalmente entrando in una rassicurante routine riguardante il mio ciclo mestruale...
Quando sento quel dolorino in fondo al ventre che vuol dire "in arrivo tra poche ore", prendo il mio pentolino (comprato appositamente per lo scopo) e faccio bollire per 7 minuti la coppetta; poi la asciugo e, se sono a casa, aspetto tranquilla le prime tracce di sangue per indossarla; altrimenti, se devo uscire, la metto subito con molta delicatezza (ebbene sì, finalmente ci riesco!).
Il gambo è rimasto alla lunghezza di 4-5 mm, ma tutto sommato non lo uso affatto e sto pensando di scorciarlo ancora.

Ormai ho preso confidenza con le procedure di inserimento ed estrazione; la piegatura è sempre la numero 2, quella che trovate solo nel libretto di istruzioni; la posizione migliore per metterla è a cavalcioni del bidet (così posso anche svuotarla e lavarla con tutta calma e comodità), basta tenere la coppa saldamente piegata (se necessario usando entrambe le mani) ed entrerà facilmente. Per toglierla, sempre meglio farlo sul bidet: dopo aver schiacciato la base, separando una parte del bordo dalla vagina, un po' per la posizione naturalmente assunta, un po' con delicate spinte dei muscoli pelvici, un po' afferrando la parte inferiore e tirando piano seguendo il ritmo del respiro vedrete che farla uscire non sarà più un problema. Non temete l'effetto "strappo": Mooncup non è come un tampax, non assorbe il flusso quindi è impossibile che si appiccichi alle pareti vaginali perché troppo asciutte; basta che riusciate a farle perdere aderenza (i buchi sotto al bordo servono a questo) ed è fatta.
L'unico disagio che avverto è lo stimolo frequente a fare pipì nel primo giorno di mestruazioni; ma già dal secondo giorno tutto rientra nella normalità.

Finito il ciclo la lavo accuratamente, pulisco i forellini sotto al bordo con un ago e la metto nel suo sacchetto; poi la sterilizzo di nuovo appena prima del ciclo successivo.
Davvero, pensavo che non ce l'avrei mai fatta e mi sarei ridotta così: invece adesso mi sento mooooolto meglio, affronto il ciclo da un'altra prospettiva anche se resto sempre preda dei dolori mestruali.
La sensazione di comunione col mio corpo che provavo usando gli assorbenti di stoffa non è sparita: confesso di averci messo del tempo per abituarmi a non veder più defluire il sangue all'esterno di esso, ma il fatto che rimanga raccolto dentro di me e di doverlo tirare fuori implica in un certo senso un contatto ancora più profondo con me stessa, soprattutto perché sono costretta ad infilare e sfilare la coppa innumerevoli volte, e questo mi sta dando una confidenza col mio essere fisico che non avevo mai avuto. Comunque, quando parlo di contatto profondo con me stessa, non significa solo fisicamente, ma anche psicologicamente.
Il rituale del cambio dell'assorbente usa e getta mi disgustava (e che odoraccio, altro che filtro odour control...); già il lavaggio degli assorbenti di stoffa era molto più gradevole e profumato... ma la mooncup mi sta davvero restituendo la sacralità delle mestruazioni.

Concludo dicendo che anche se non ho mai usato la coppa mentre praticavo sport o altre attività che mi costringessero ad agitarmi come una pazza, l'ho indossata stando seduta, sdraiata a pancia sopra e sotto e sul fianco, a testa in giù con le gambe stese in alto (ehm... problemi con la circolazione di ritorno), rannicchiata in una poltroncina con le ginocchia poggiate alla testiera antistante (so che questo non è il modo ortodosso di seguire i corsi all'università...), accovacciata in tutti i modi possibili e comunque ci ho passeggiato, rincorso il gatto, danzato la danza del ventre e fatto qualsiasi altra normalissima attività quotidiana, il tutto senza perdite né fastidi.

Come utile testimonianza, vi propongo un bellissimo articolo scritto da un'amica: rappresenta il sunto delle esperienze di un nutrito gruppo di ragazze che utilizzano da qualche tempo la mooncup. Sono sicura che fugherà ogni vostro ulteriore possibile dubbio.

MOONCUP
Cos’è
La Mooncup è una morbida coppetta in silicone chirurgico, che raccoglie il flusso mestruale. Si inserisce nella vagina. Se inserita correttamente la Mooncup è così confortevole che non si sente.
Va svuotata ogni 4-8 ore secondo l’intensità del flusso. Poi basta sciacquarla o pulirla con una salviettina e reinserirla. Si riutilizza ciclo dopo ciclo, sterilizzandola di volta in volta prima dell’uso.

Ecco com’è fatta:




Come si usa
Si inserisce nella vagina come un tampone, ma più in basso rispetto ai tamponi, ovviamente con l’apertura della coppetta rivolta verso il collo dell’utero.

Alla pagina http://www.labottegadellaluna.it/moon_uso.html è illustrata benissimo la fase di inserimento passo dopo passo. Non credo sia necessario aggiungere altro.
Esistono anche dei video su YouTube che spiegano l’utilizzo:
http://www.youtube.com/watch?v=7l2QpWfrXhM
http://www.youtube.com/watch?v=moFxuKGu7Kg

Ogni ragazza poi affina un proprio metodo per metterla, un po’ come per gli assorbenti interni. L’importante è rilassarsi, altrimenti si rischia una contrazione dei muscoli vaginali che rende ardua l’operazione.
All'inizio si può incontrare un po' di difficoltà a toglierla, per una specie di effetto "risucchio" che può infastidire. Sedersi sulla toilette o accucciarsi, spingendo verso il basso con i muscoli addominali, aiuterà la Mooncup a scendere più in basso, verso l'ingresso della vagina, dove è più facile raggiungerla e afferrarla (stando distesa o in piedi sarà meno semplice raggiungere la coppetta). Prendere delicatamente con le dita la base della Mooncup e tirare verso l'esterno applicando una leggera rotazione, seguendo l'angolazione naturale della vagina e accertandosi che l'aderenza sia allentata. Strizzare leggermente la base della Mooncup e ruotarla fino a far uscire l’aria aiuterà a sfilarla senza problemi.


Chi può usarla
Tutte le donne che hanno sufficiente dimestichezza con le proprie parti intime (o che vogliono acquisirla… quale migliore occasione? Wink ).
Esistono due varianti di taglia:

A: per donne over 30 e/o donne che hanno avuto figli (46 mm di diametro)
B: per donne under 30 e/o donne che non hanno mai avuto figli (43 mm di diametro)
Non c’è comunque molta differenza…

Si può usare fin dalla prima mestruazione. Maggiore è la confidenza con il proprio corpo, più semplice sarà l'uso. Ci vorrà un pò di pratica all'inizio, come del resto per gli assorbenti interni usa e getta. Per aiutarsi è possibile inumidire con un po' d'acqua l'orlo della coppetta, oppure utilizzare un lubrificante a base d'acqua (mai quelli a base di olio, rovinano la coppetta).

In teoria può essere usata anche da chi è vergine. Tuttavia potrebbe capitare che l'imene si allunghi o si laceri. Ogni donna ha un imene di forma, consistenza e dimensioni differenti. Alcune donne nascono senza l'imene, o in altri casi esso si lacera senza che la donna se ne accorga, anche praticando un'attività fisica come il ciclismo, l'equitazione, la danza, lo stretching… una volta strappato, l'imene diviene un anello di tessuto irregolare posizionato intorno all'apertura vaginale.


Che vantaggi offre rispetto ad assorbenti tradizionali (interni ed esterni)?
Vantaggio economico: durante la vita fertile una donna consuma migliaia di assorbenti, con un dispendio economico non indifferente. Il costo della Mooncup, che si può usare per 10 anni (130 mestruazioni!!), è nettamente inferiore al prezzo per gli assorbenti.

Vantaggio ecologico: meno energia spesa per la produzione, meno rifiuti… nel water finisce solo sangue, non più cotone o plastica.

Vantaggio igienico: il silicone di cui è composta è un materiale che non facilita la proliferazione batterica (come invece sembra accadere per il rayon e le fibre sintetiche usate negli assorbenti usa e getta).
Se correttamente usata, la Mooncup presenta un rischio assai limitato di TSS (sindrome da Shock Tossico). Ovviamente è necessario toglierla e pulirla regolarmente, così da evitare che si possa annidare il batterio responsabile della TSS. Non altera l’equilibrio della mucosa vaginale né deposita fibre estranee nella vagina. Con la Mooncup il tuo corpo non sarà a contatto con sostanze chimiche. Niente più macchie, niente più irritazioni e secchezza vaginale. È perfettamente tollerata anche dalle donne allergiche o con pelle molto sensibile.

Maggiore discrezione: non lascia trapelare odori, non fa rumore, non perde, non si vede sotto i vestiti. Niente cordoncini appesi all’esterno che possono spuntare sotto il costume o la biancheria intima. Nessun problema di utilizzo durante lo sport (compresi quelli più intensi come arti marziali, equitazione, corsa, bicicletta… e niente fuoriuscite imbarazzanti durante il nuoto!).

Vantaggio… generico: si usa dal primo all’ultimo giorno delle mestruazioni, anche di notte e anche nei giorni in cui il flusso è molto ridotto (senza dare problemi di secchezza come i tamponi o cattivi odori come i salvaslip). Sapete cosa significa? Niente più mille confezioni di assorbenti e salvaslip di misure diverse a occupare l’armadietto del bagno!!!! E anche in viaggio… solo un piccolo sacchetto da mettere in valigia!!!

Vantaggio animalista: niente più finanziamenti ad aziende che producono assorbenti e prodotti per l'igiene della persona, testandoli su animali. La coppa ha perfino la certificazione cruelty free! [Nd Vera]


Dove si acquista e quanto costa
La mooncup può essere acquistata online, a questi indirizzi:
http://www.mooncup.co.uk 18,99 sterline compresa la spedizione in Europa
http://www.ipiccolissimi.it 30 euro + spese di spedizione
http://www.labottegadellaluna.it 29 euro + spese di spedizione
http://www.kuukuppi.fi/ 28,90 euro + spese di spedizione
Su ebay molti rivenditori di prodotti naturali ce l’hanno (ad esempio http://stores.ebay.it/Mother-Natures-Goodies 26 euro compresa la spedizione).

Alcune ragazze l’hanno vista in vendita anche in stand di fiere sul biologico, comunque sul sito La Bottega della Luna c’è anche un elenco dei rivenditori in Italia.

Viene venduta in una scatolina di cartone, corredata di istruzioni e di un sacchetto di stoffa in cui riporla quando non si usa. Non va riposta in contenitori di plastica chiusi, ma solo nel suo sacchetto.


Come si sterilizza
La sterilizzazione della Mooncup è necessaria prima del suo inserimento nella vagina.
Non è invece necessaria a ogni cambio o alla fine del suo periodo di utilizzo, per cui basta lavarla con acqua e sapone neutro (ottimo allo scopo il sapone intimo).

La sterilizzazione può essere effettuata mediante:
- Bollitura per 5 minuti in un pentolino. Molte ragazze, per evitare di bollire il latte nello stesso pentolino in cui hanno sterilizzato la Mooncup, hanno comprato un pentolino a parte, coniando il termine di “Moon-pentolino”. Il sacchetto non va bollito.
- Ammollo per 30 minuti (sempre senza sacchetto!) in un contenitore con acqua fredda (io trovo comodo il contenitore per le urine, ne ho uno che uso solo a questo scopo, ma va bene un qualsiasi bicchiere, anche di plastica) + Amuchina oppure una porzione di pasticchina di quelle utilizzate per sterilizzare biberon. Ciascuna marca di pasticche ha un suo dosaggio in relazione alla quantità di acqua, seguire le istruzioni riportate sulla confezione e fare la proporzione con la quantità di acqua che si usa.

Quando si svuota è sufficiente lavarla con acqua e sapone prima di reinserirla.

Non mettere nel microonde e non usare olii essenziali: si deteriora perdendo efficacia.

Se si è in bagni pubblici in cui il lavandino è fuori dalla toilette, la Mooncup è facilmente pulibile con una salviettina (ok quelle per igiene intima) o una bottiglietta d’acqua.

Alcune ragazze portano in bagno una bottiglietta contenente un po’ di soluzione ottenuta con la pasticchina da biberon o Amuchina… utile per disinfettare anche le dita prima di inserirle nella vagina, visto che si toccano maniglie, tavoletta del water etc. toccate da altre persone.


Interazioni con anticoncezionali
La Mooncup non è un dispositivo contraccettivo e va tolta prima dei rapporti sessuali.
Non interferisce con la spirale né -naturalmente- con la pillola o i cerotti. Idem per il diaframma, visto che si toglie prima di inserirlo.
Chi usa l’anello Nuvaring non riferisce problemi perché nel periodo delle mestruazioni l’anello non viene inserito nella vagina e quindi non ci sono problemi. Se al momento del reinserimento dell’anello sono presenti perdite non ci sono difficoltà nell’uso della Mooncup perché viene posizionata più in basso rispetto all’anello.


Problemi riscontrati da alcune ragazze
Diffcoltà di inserimento o di estrazione: tutto sta a prendere confidenza con questo strumento e con il proprio corpo. Dopo la prima volta è tutto più facile.

Sensazione di corpo estraneo: specie per chi non è abituata neanche agli assorbenti interni, le prime volte la Mooncup può dare la sensazione di “sentire” un corpo estraneo. Alcune ragazze rifersicono un senso di pressione sulla vescica. In ogni caso dopo le prime volte quando si impara a inserirla correttamente, ci si scorda completamente di indossarla.

Dolore quando ci si siede o si cammina: generalmente è il gambo che “pizzica” le labbra e provoca fastidio. Meglio accorciarlo o rimuoverlo del tutto, tanto più che non è necessario per l’estrazione.

Cistiti o Candida: non ci sono evidenze che mostrano un aumento di cistiti o candida rapportato all’uso della Mooncup. L’importante è sterilizzarla sempre prima dell’uso e avere le mani ben pulite quando la si inserisce o estrae.

Unghie lunghe: certo non sono il massimo della praticità e dell’igiene… ma non costituiscono un ostacolo insormontabile.

Alcune ragazze hanno avuto gocciolamenti fuori dalla Mooncup: probabilmente l’hanno solo inserita troppo in alto o è rimasta schiacciata tra il collo dell’utero e le pareti della vagina. Toglierla e reinserirla correttamente eviterà questo problema. In alcuni casi può darsi che le pareti della vagina siano poco toniche… niente paura, esistono esercizi specifici per “rassodarla”!! Wink


Citazioni cinematografiche (per sdrammatizzare un pò)
Fa un indiscutibile effetto Splatter versare il sangue nel lavello o nel wc.

C’è chi dice che infilarla con le unghie lunghe fa effetto Freddy Krueger.

C’è chi la chiama il Sacro Graal… ormai ce la chiamo anche io perché mi fa più simpatia. Come ogni Graal che si rispetti porta con sé un mistero: alcune ragazze (me compresa) hanno notato una minore durata del ciclo. Abbiamo cercato insieme spiegazioni e la più plausibile è che, raccogliendo il sangue già prima che esca senza fare da “tappo”, faciliti il suo scorrimento fuori dall’utero… ma è tutto da verificare.


Se state ancora tentennando, potete leggere altre esperienze: la presentazione dell'oggetto su Ecoblog, con classico corredo di commentini fastidiosi da parte di chi non la usa - e lodi entusiastiche di chi l'ha provata (ma possibile che si debba sempre vedere l'aspetto negativo e non tutti i vantaggi elencati sopra?); le esperienze di una mamma (che ci è andata anche in piscina!) su tutto doppio - e tra i commenti, un intervento dell'autrice de il pane e le rose; per finire, un nuovo video sulla bottega della luna illustra anche la tecnica di piegatura numero 2 (ovviamente è la seconda che viene mostrata); altri link, comunque, li trovate in questo mio post precedente.

Domande? No?
Allora ne ho io una per voi.
Sono rimasta sconvolta sentendo pronunciare il nome della coppa nel video della Bottega della luna. Ok, saranno loro le esperte, io da brava napoletana senza neanche pensarci l'ho chiamata muncàp e non mùncap, e adesso sono in crisi linguistico-esistenziale.
Lancio quindi un sondaggio: come pronunciate voi il nome della coppa?
Grazie per gli insostituibili contributi intellettuali che mi darete!