31 maggio 2010

Riepilogo congiunto di Aprile e Maggio

Ormai lontanissssssssimo il post in cui parlavo dei menù di Pasqua preparati negli anni scorsi anche se qualcosa si può sempre riciclare per un picnic tardivo.
Neanche mi ricordavo più degli esperimenti col tempeh, culminati nella preparazione di una buonissima ricetta con topinambur e latte di cocco, la sola, ahimé, postata negli ultimi due mesi. Di lì in poi, è stato un fiorire di sololoqui più o meno positivo (tipo questo o questo) per arrivare poi al monologo finale!
Qua e là sono riuscita a infilare un post di servizio, come quello sul detersivo per piatti Ecor, la cucina per comunità o le ultime novità della bottega della luna; tanti altri argomenti invece sono rimasti in sospeso... ma prima o poi anche loro troveranno spazio qui!

27 maggio 2010

Un bel regalo per l'estate

C'è ancora qualcuno che non sa cos'è la mooncup? Brevemente: è una coppetta mestruale in silicone anallergico, riutilizzabile ciclo dopo ciclo; si inserisce in vagina, più in basso rispetto ai tampax, e raccoglie il flusso mestruale invece di assorbirlo. Non è l'unico tipo di coppetta mestruale esistente al mondo, ma è l'unica che abbia un distributore in Italia, e ormai si trova anche in molti negozi fisici in quasi tutta la penisola (anche se con un bel ricarico di prezzo!).

Sulla mooncup, le sue gioie e i suoi piccoli inconvenienti ho scritto due post sterminati: un resoconto tragicomico del primo utilizzo, e un altro più ragionato e ottimistico dopo tre cicli mestruali. Da allora è stata tutta salute, quindi mi sono limitata a dare qualche suggerimento sulle procedure di sterilizzazione e per una pulizia profonda, e a promettere post sui muscoli vaginali che però non ho mai scritto.

Ma perché adesso parlo di un bel regalo per l'estate? Perché con la mooncup si può andare al mare tranquillamente! E una povera ragazza, quando arriva alla fine della sessione degli esami, che cosa può volere di più dalla vita se non andarsi a spiaccicare come una salamandra su qualche spiaggia assolata? Uhm, in effetti io preferisco restarmene all'ombra, ben lontana da scottature e colpi di calore, ma una nuotatina quotidiana la faccio volentieri. Ditemi che non sono l'unica!

Se invece una mooncup ce l'avete già... la bottega della luna ha ancora in serbo qualche sorpresa per tutte noi. Dall'ultima volta che ho visitato il sito, è stato messo su un intero arsenale di vibratori e giocattoli erotici, per ogni esigenza. Sto cercando di contenermi ma le descrizioni sono fantastiche, un'opera d'arte di ammiccante poesia!
Se invece siete, ehm, orientate verso qualcosa di più soft e naturale ci sono sempre le smartballs e le sfere della luna: non sono giochi erotici in senso stretto, si usano infatti per allenare quella famosa muscolatura vaginale che ogni tanto nomino (e sulla cui utilità trovate una breve ma efficace spiegazione qui) allo scopo di impiegarla, diciamo così, vis-à-vis con persone in carne ed ossa.
Io ci sto facendo seriamente un pensierino, sia sulle smartballs doppie sia sulle sfere della luna, ma considerando quanto tempo è passato tra la scoperta della mooncup e il suo acquisto... non mi deciderò a breve, temo!

25 maggio 2010

Notizie sparse... e il punto della situazione

Ancora su e giù da una Regione all'altra, ancora tempo ballerino, e stanchezza che avanza. Ma nel complesso sono allegra, ottimista: non posso farci niente, a me piace la primavera inoltrata, mi piace la luce che trafigge i vetri delle finestre e scalda la stanza, mi piace il sole che mi bacia la pelle, mi piace cominciare a togliere i vestiti strato per strato e mi piace scoprirmi ogni giorno un po' di più, come se il mio corpo dovesse uscire dal guscio dopo l'inverno. Nonostante alcune pessime notizie arrivate dall'università sono contenta e ho voglia di fare cose nuove, o di ricominciare a fare quelle vecchie, che prima facevo e adesso non faccio più.

Ogni tanto, vuoi perché qualcuno li commenta, vuoi perché ci finisco cercando qualcosa su Google, vuoi perché ho bisogno di una mia ricetta, rileggo i vecchi post... e ce ne sono alcuni che mi divertono o mi commuovono, mi fanno ridere fino alle lacrime, come se non li avessi scritti io. Sembrano provenire da un tempo lontano, lontano; un tempo fresco e spontaneo, in cui non mi preoccupavo di cosa la gente avrebbe detto o pensato di me e quindi scrivevo quello che mi passava per la testa senza pensarci troppo. Quando scrivevo un post, me ne fregavo se le fotografie facevano schifo, anzi me ne fregavo se le foto nemmeno c'erano perché, ve la ricordate mia madre? Era sempre in agguato per mangiarsi l'ultima fetta di torta - o anche la torta intera - appena voltavo le spalle.
Non solo me ne fregavo quando qualche esperimento falliva clamorosamente, ma lo sbandieravo ai quattro venti, convinta che un foodblogger non sia un'entità perfettissima, che mettersi (e lasciarsi mettere) su un piedistallo sia sbagliato e spesso poco sincero, che il contatto umano si costruisca mostrandosi, appunto, umani, e perciò fallibili, incasinati, imperfetti. Veramente me ne fregavo pure di considerarmi o essere considerata una foodblogger, me ne fregavo delle etichette, me ne fregavo di pormi come la superchef vegana strafiga che sa e fa tutto lei; insomma me ne fregavo di un bel po' di cose.

Non me ne fregava niente di niente, o giù di lì: c'ero solo io, la mia cucina sperimentale e sconclusionata, la macchinetta digitale stravecchia, che dovevo sempre rubare a mia sorella, e questo blog col suo misterioso scheletro in html.
E poi c'era l'altro "lato" dello schermo: chi mi leggeva, chi mi scriveva e-mail, chi mi commentava. E ne sono convinta, la metà delle volte succedeva non perché cucinassi piatti di qualità o manicaretti strepitosi. Ok, credo ci siano tante ricette da leccarsi i baffi qui dentro, ma non mi seguivate per questo.
Mi seguivate perché era divertente.
Io scrivevo perché era divertente.

Negli scorsi quattro anni la mia vita è stata un casino. Un vero casino, fatto di momenti drammatici, di disperazione, di cambiamenti grandi e piccoli; e nelle pause tra una "tragedia" e l'altra della vita "normale" di una ragazza poco più che ventenne. Non sempre ero felice, non sempre ero soddisfatta di me, e a volte stavo proprio male, ma questo blog mi divertiva e mi aiutava a non prendermi troppo sul serio, a sdrammatizzare.

Poi... boh, è successo qualcosa. Non so cosa di preciso. Ed è difficile scegliere un unico momento.
Di sicuro, c'è stata la laurea. Il Mancino dice che non sono più tornata indietro. Che scrivo ancora come se scrivessi la mia tesi. Che prendo tutto troppo sul serio, come in quel periodo lì. Forse ha ragione; di certo questo blog non è più divertente come prima... almeno non per me e, credo, neanche per voi.

Ormai mi sento i riflettori puntati addosso, come se non fossi più libera di postare a piacimento. Mi faccio mille problemi. Scarto una ricetta perché banale, una foto perché non particolarmente bella, taccio i fatti miei per non sembrare esibizionista e prima di pubblicare mi chiedo sempre "che ne penseranno?". Alla fine, spesso, clicco "salva" invece di "pubblica" e aggiungo una nuova bozza alla mia collezione: un'ottantina di post aspettano ancora di vedere la luce, da queste parti.

Ho sempre messo impegno nel blog: non è facile postare novità quotidianamente, bisogna programmare, metterci un pizzico di buona volontà. Ma era divertente!
Adesso il rettangolo bianco dei nuovi post mi getta nel panico, ho tante cose da dire ma le parole stentano a uscire, le sento pesanti, accademiche, o solo futili: quando quasi tutto è già stato detto, a cosa serve aggiungere la mia voce al coro?

Ho perso spontaneità, ho perso innocenza e leggerezza. Ho perso il quid che mi rendeva speciale.
E adesso che si fa?!
Si chiude? Si asseconda il cambiamento? Si cerca di tornare indietro?
Ci sto riflettendo su da un anno, più o meno, e di volta in volta, a turno, propendo per ciascuna delle tre ipotesi.
Sì, a volte mi convinco che chiudere sia l'unica cosa sensata da fare, perché quando un progetto si snatura forse è il caso di iniziarne un altro.
Altre volte penso che il progetto sono io, quindi se io sto cambiando cambierà anche il progetto, senza drammi.
Poi mi dico che è una fase, solo una fase. Che sicuramente la laurea mi ha messo addosso molta tensione e rigidità, ma io sono sempre io, e so ancora scrivere come un tempo, con leggerezza, ironia, delicatezza. Divertendomi. Che posso tornare indietro... disintossicarmi... perfino guarire! Magari esistono dei gruppi di sostegno per neo-Dottori in crisi che vogliono disperatamente spogliarsi del completo indossato durante la dissertazione; magari c'è un segretissimo circolo di neo-Dottoresse in cui ci si aiuta a vicenda a scendere finalmente dalle scarpe con tacco vertiginoso calzate durante la seduta. Ecco, forse ce la posso fare, forse il lato oscuro della forza non mi ha ancora assorbita del tutto, forse c'è ancora una speranza!

E allora ci provo.
Per oggi niente ricette, solo notizie varie da sapere, cose da fare, cose da guardare.

Innanzitutto: ho inserito un nuovo sito tra i link sul coltivare ortaggi sul balcone: si tratta di Coltivare l'orto e mi ha colpita subito per la grafica fresca e la scioltezza degli articoli! Il progetto è stato avviato da poco, quindi non ci sono molti post, e la maggior parte è al livello "principianti" ma questo è un pregio, direi.

Mi hanno linkato un video molto carino, si intitola La storia dell'acqua in bottiglia; anche se probabilmente tutti voi bevete acqua del rubinetto, guardatelo, è davvero accattivante e sarebbe carino girarlo ai propri contatti. Lo ammetto, mi sono sentita molto in colpa per quelle bottigliette da 1/2 litro che a volte mi capita di comprare in stazione quando devo prendere il treno di corsa... ma mi è servito a ricordarmi di riempire sempre la mia bottiglia prima di uscire di casa!
E a proposito di acqua... avete già firmato perché resti pubblica?

Non so se qualcuno di voi ha visto Report, domenica scorsa. Il servizio principale era dedicato al tonno "in scatola"; la prospettiva, chiaramente, non era animalista in senso stretto ma si è comunque parlato della pesca eccessiva e degli interessi economici e politici che girano intorno allo sfruttamento delle diverse specie, di cui molte ormai in via di estinzione.
Qualche breve accenno alla crudeltà della pesca c'è stato e le immagini parlavano da sole, alcune sono piuttosto crude. Penso e spero che qualcuno, guardando il servizio, ne sia rimasto colpito e si sia reso conto, forse per la prima volta, che prima di essere così il tonno "in scatola" era così, un animale vivo, vegeto e bellissimo. Se vi interessa, l'inchiesta è visibile qui. E comunque Report è una bellissima trasmissione, quindi guardatevi pure le puntate precedenti, male non fa... a parte al fegato.

Infine, ho avuto modo di vedere uno degli ultimi libri inseriti in catalogo da AgireOra Edizioni: è un libro illustrato per bambini, edito dalla Sonda e scritto da Ruby Roth (si intitola Indovina chi c'è nel piatto? - Ecco perché non mangiamo gli animali!). Punto "di forza" sono i bellissimi disegni di maiali, tacchini, galline, mucche, oche, pesci e altri animali mostrati sia in libertà, sia negli allevamenti, o ancora mentre vengono cacciati. Brevi testi di accompagnamento spiegano quanto sia ingiusto mangiare gli animali e invitano a smettere di farlo; il linguaggio è molto semplice ma, forse per la delicatezza del tema, il libro è indicato per la fascia dagli 8 ai 12 anni d'età.
Potete ordinarlo qui; sul sito della Sonda c'è qualche informazione in più, anche sull'autrice.

E con questo, per oggi è tutto.

20 maggio 2010

Aggiornamento flash

Sono ancora viva.
Sto facendo continuamente su e giù tra casa e Roma, e dovunque vado trovo il cattivo tempo. Non se ne può più!!
Mi sto dedicando a delle bellissime giornate di studio intensivo, mentre mi godo la possibilità di stare a casetta tutto il giorno: quanto adoro il periodo tra la fine dei corsi e l'inizio degli esami!
La mia stanza non sembra più un immondezzaio, perché poco per volta sto riuscendo a mettere ordine; sto anche cercando di svuotare la dispensa il più possibile in vista dell'estate (se mai arriverà), prima che farfalline e bestiacce varie ne prendano possesso. Questo vuol dire che ho ricominciato a cucinare cose un pelino più complesse della pasta all'arrabbiata, per voi potrebbe essere una buona notizia!

Oggi mi godo una buonissima zuppa campesina e mi dedico all'autoproduzione del seitan che nei prossimi giorni vorrei preparare secondo una nuova ricetta. Ovviamente sarete aggiornati sull'esito!

08 maggio 2010

Cucinare per la comunità

Buongiorno a tutti! Ormai non sto più a scusarmi delle prolungate sparizioni dal blog, qui si fa quel che si può... e per ora mi va bene così! Spero sia lo stesso anche per voi!

Mentre scrivo, Tarty sta accucciata sul tavolo qui vicino e mi guarda con i suoi occhi gialli e intensi, poggia la testa sulle zampe anteriori, sonnecchia un po', poi mi guarda ancora, si rassetta il pelo... e rende speciale il mio ritorno a casa.
Sarà sciocco dirlo, ma ho sempre pensato che a lei, di me, non fregasse un accidente. Ho compreso presto la natura del rapporto tra Tarty e gli altri membri della mia famiglia - mia madre, mio padre, mio fratello, mia sorella - ma non ho mai saputo dire cosa provasse nei miei confronti. Sembravo una presenza accessoria e rinunciabile nella sua vita.
Da quando sono andata via, i racconti dei miei genitori mi hanno dato gli elementi per capire, e adesso so che quando non ci sono sente la mia mancanza, e che la mia presenza la rasserena. Ah, cuore di mamma. Quanto mi manca!

Tutto questo col titolo e con l'argomento del post non c'entra niente... perdonatemi, l'amore mi ha travolta! Venendo a noi... qualcuno di voi è stato alla serata benefit per Sea Shepherd, al Rewild, il 29 aprile?
Io c'ero! Ero la ragazza che è arrivata, completamente stravolta, portando una enorme bacinella blu - strapiena di couscous, per chi non lo sapesse. Non era la prima volta che cucinavo per gruppi numerosi, ma stavolta si è trattato di preparare cibo per quasi 100 persone senza alcuna linea guida. In passato sono stata cambusiera per gli scout, ma lì era molto più semplice: cucinavo solo per una trentina di persone e con dosi già calcolate prima della partenza.
Invece stavolta mi sono mossa al buio. Sono soddisfatta del risultato e ho ricevuto anche un paio di sentiti complimenti per il couscous (complimenti che vanno divisi equamente col Mancino, così come ci siamo equamente diviso l'onere della preparazione!) ma è stato strano dover improvvisare così. Ho navigato un bel po' alla ricerca di ricette calibrate per gruppi numerosi ma non sono riuscita a trovare nulla... quindi chiedo aiuto a voi.

Se vi siete mai trovati a dover cucinare piatti saporiti, ma veloci ed economici, per decine di persone (non necessariamente vegan), vi andrebbe di spiegarmi come avete fatto?
A parte quello di Food not bombs, conoscete ricettari, scaricabili o acquistabili, sull'argomento? Possibile che nessuna associazione assistenziale, mensa dei poveri, gruppo scout e simili metta on-line le proprie ricette, rendendole disponibili per tutti?
Se scoprite qualcosa battete un colpo, i commenti sono a vostra disposizione!