30 settembre 2007

Riepilogo di settembre

Riepilogo dei post di settembre...

Ricette mie: peperoncini verdi sott'olio, seitan con l'amido, seitan alla piastra con puré di patate, latte di soia, latte di mandorle crudo, seitan alla veneziana.

Ricette vostre: le ricette di Eleonora.

Coltivare l'orto sul balcone: che fine ha fatto il mio orto?, coltivare le insalatine da taglio.

Cura naturale della persona: proteggi slip di stoffa, spugna di luffa, ingredienti di origine animale nei cosmetici, sapone di Aleppo, ghassoul e riflessioni sulla cosmesi eco-bio, mondo bimbo.

Compost: il ritorno.

Segnalazioni varie: aiutiamo Gattolandia, segnalazioni, appuntamenti (e links interessanti), sfogo mio.

Riepilogo del mese scorso, riepilogo di settembre 2006.

25 settembre 2007

Sfogo (...almeno non è cutaneo!)

Eccomi qua, come sempre, come una barchetta trascinata dalla corrente in direzioni che non sempre sento mie.

Ho appena chiuso un periodo di grandi sforzi inconcludenti che mi hanno stancata, senza permettermi di raggiungere i miei obiettivi; devo accettarlo, lo so, conosco i miei limiti per esserci sbattuta spesso contro; ma a volte vorrei sapermi fermare un po' prima dello schianto, essere più previdente.
C'è da dire che non prevedo il futuro e mi accorgo troppo tardi che sarebbe stato meglio tirare il freno, ma spero di imparare a guardare con sguardo più acuto, ecco.

Ho qualche bozza in preparazione, ma non ho molta voglia di applicarmici, sono un po' stanca. Non avete idea di quanti progetti on line stia seguendo, di quanti commenti, e-mail, messaggi privati ricevo ogni volta che mi connetto; voglio rispondere a tutti cercando di dedicare a ciascuno del tempo, mettendoci un po' della mia persona, ma sapete?, sta diventando quasi un lavoro a tempo pieno, dove però non mi pagano e anzi, per dirla tutta, dovrei fare un uso diverso di tutte queste energie.
Dovrei mettermi a studiare traendone profitto; dovrei lavorare a certe cose lasciate in sospeso; dovrei armeggiare un po' in casa e dovrei anche uscire di più di casa.

Però ho dei progetti: riprendere ancora col volontariato, seguire il corso di danza del ventre, costringermi a fare qualche guida (ODIO guidare e se siete mai stati in auto da queste parti, mi capirete facilmente!), partecipare alle riunioni degli scout come "consulente ecologica", cucinare di più e dedicarmi all'orto sul balcone e soprattutto camminare, passeggiare, esplorare, arrampicarmi... vorrei anche andare un po' in giro; mi sono persa la sagra del seitan, il vegfestival, il SANA, mi perderò la marcia della pace... sono stufa di essere tagliata fuori dal mondo, vorrei avere più amicizie che mi comprendano nelle mie scelte di vita.
E a proposito, se da queste parti passa qualche campano, vi invito per favore a iscrivervi su forumetici e segnarvi in questa discussione, sto cercando di trovare un modo per scambiare informazioni con altri che vivono la mia stessa realtà, ma trovo scarsa collaborazione, accidenti.

Detto questo... boh!
Non so quando aggiornerò il blog e forse per un po' non riuscirò a smistare la posta che si sta accumulando.
Ho bisogno di dedicarmi ad altro per qualche tempo, ma comunque, anche se starò nell'ombra, ci sono sempre...

23 settembre 2007

Verde Meta...

Ieri sera sono riuscita ad andare a Meta per la mostra mercato VERDE META. Nonostante io sia rimasta un filino delusa (soprattutto facendo il confronto con la mostra di Portici), mi prendo due minuti per parlarvene bene!

Innanzitutto è vicinissima alla stazione: uscite, seguite la strada sulla sinistra finché arrivate all'incrocio, salite a destra e dopo 10 metri c'è l'ingresso al Giardino degli agrumi (gratis!).
Non è molto grande e purtroppo non ci sono solo stand di piante, ma anche di formaggi locali e cose del genere (avrei preferito che al loro posto ci fossero ALTRI stand di piante), ma comunque se siete in zona vi consiglio di andarci.
Non ho girato per la mostra con un gelsomino di due metri in braccio; mia madre ha fatto resistenza passiva spegnendo i miei entusiasmi nei confronti del kumquat, della camomilla e di qualsiasi altra cosa attirasse la mia attenzione, e alla fine le uniche cose che ho comprato sono state la spugna di luffa (dallo stand di una bottega del commercio equo di Meta, di cui ignoravo l'esistenza) e dei semi di peperoncini.

Ecco, più di tutti gli altri mi ha colpita della mostra il tavolo di Cristina e Francesco, dell'associazione Kokopelli.

Kokopelli conserva i semi di 2000 varietà o specie di ortaggi, di cui la maggior parte di antica origine, fra cui 600 varietà di pomodori, 350 di peperoni, 130 di lattughe, 200 di zucche, 50 di melanzane, ecc. Kokopelli è nel novero di associazioni di seed savers del pianeta, coinvolta nell'azione di non lasciar morire e dimenticare le sementi del passato, uscite ormai dal mercato.

Io, colta di sorpresa e spiazzata dalle scritte in francese delle bustine di semi, non ho trovato di meglio che comprare un sacchetto di semi di peperoncino habanero; voi, più saggiamente, potreste consultare il catalogo on line prima di recarvi alla mostra e operare il vostro acquisto con più oculatezza. Per esempio, mi accorgo ora che nel catalogo è presente la Melanzana oeuf blanc, consigliata nel libro Coltivare l'orto sul balcone per il suo carattere ornamentale e per le dimensioni ridotte della pianta e dei frutti, che la rendono adatta, appunto, alla coltivazione su balcone.

Comunque sia, sono contenta di aver trovato il sito, sto prendendo in considerazione l'idea di fare qualche acquisto.



Il concorso al quale Gattolandia partecipa è ancora attivo e purtroppo stiamo perdendo posizioni. Vi prego, fate girare l'appello a votare.
Mi fido della realtà di Gattolandia e di chi la porta avanti all'interno di un progetto animalista più vasto; molte delle volontarie sono vegetariane o vegan. Gattolandia non riceve nessun tipo di sostegno economico e ricevere le pappe Almo sarebbe davvero un'ottima cosa per il progetto. Votate SOGNI E BISOGNI tramite questo modulo e fate girare il più possibile la notizia!

22 settembre 2007

Un fine settimana bello pieno!

Ieri sera ero alla Sagra della pasta di Gragnano, dove ho trascorso una bellissima serata in compagnia della mia migliore amica, mentre seguivamo un "percorsosocioculturale" di alto livello (vero Imma?!) cercando di non farci assiderare dal venti gelido della città... Abbiamo assistito a una serie di "scenette" recitate di cui non ho capito granché, data la mia scarsa familiarità con gran parte del lessico napoletano , ma in quel che riuscivo a capire mi sono spanciata dalle risate, e comunque l'espressività degli attori colmava le lacune.
Poi ovviamente sono venuti gli assaggi di pasta; con 5 euro se ne avevano tre e un bicchiere di vino (sempre di Gragnano), porzioni medio-grandi, direi, se ci abbiamo mangiato in tre.
Se ne avete la possibilità, andateci, il percorso è suggestivo, la pasta come sempre è divina, il vino (mi hanno detto) anche e... io l'ho trovato molto divertente.

Stasera invece sarò a Meta di Sorrento per la mostra mercato dedicata al giardinaggio, ai prodotti tipici locali e all’artigianato VERDE META. Non ho idea di come sarà, ma a eventuali carenze organizzative supplirà la presenza delle mie amiche! E chissà, magari riuscirò comunque a trovare qualcosa di interessante (e sarà divertente vedermi girare per tutta Meta con un gelsomino di due metri o qualcosa di simile in braccio).

Domani, se riesco a organizzarmi, sarò qui, insieme ad altre veg* campane, con un banchetto informativo veg/animalista. Il punto d'incontro sarà di fronte allo zoo e si starà lì per la serata...

Insomma, altro che esame di Storia medievale... mai avuto una vita sociale così intensa fino ad ora!
Voi ci sarete?


E adesso... un po' di foto di un certo cagnolone che mi manca tanto (e no, questo non significa che lo rivoglio indietro!!!!).



Pallino prende possesso del territorio nella sua nuova casa...


Finalmente ha una cuccia bellissima!


Peggy sottoposta a torture da quel cattivone del mio figlioletto...



Sì è rimesso in forma, il bel tipetto!

21 settembre 2007

Peperoncini verdi sott'olio

Questa estate ho preparato un gran numero di conserve, ma non ho pubblicato le ricette perché prima di farlo volevo essere sicura che non fossero tossiche...

Ieri ho aperto il vaso dei peperoncini e non solo sono ancora viva, ma li ho anche trovati molto buoni, quindi eccovi la ricetta.

Ingredienti: 1 kg di peperoncini verdi (non piccanti), 1/2 litro di aceto di vino bianco, 1/2 litro d'acqua, olio extravergine d'oliva quanto basta.
Sciacquate i peperoncini e metteteli al sole, ritirandoli durante la notte per proteggerli dall'umidità. Dopo 4 giorni, incideteli nel senso della lunghezza (eventualmente eliminando i semi) e portate a bollore l'acqua con l'aceto; immergetevi i peperoncini, lasciandoli sbollentare per 5 minuti.
Scolateli e asciugateli perfettamente con un canovaccio pulito; mettetli nei vasi puliti e asciutti, premendo bene, e coprite d'olio schiacciando per eliminare le bolle d'aria.
Controllate dopo qualche giorno il livello dell'olio, aggiungendone altro in caso i peperoncini siano rimasti scoperti. Si possono consumare dopo 30 giorni.

20 settembre 2007

Seitan con l'amido

Come ho ripetuto spesso, preparando il seitan in casa non si ottiene mai lo stesso risultato della volta precedente; basta una minima variazione nella qualità della farina, nella percentuale di sale o salsa di soia, basta lasciare più o meno crusca oppure amido nell'impasto, o utilizzare un diverso mix di spezie in cottura (o tutto questo insieme!) per ottenere un prodotto sempre diverso.

Sono rimasta molto colpita dalle esperienze negative del mio amico Hinikko, al quale il seitan proprio non riesce... e così, ho deciso di fare un esperimento "mirato", invece di lasciare tutto al caso come al solito.

Nico si lamentava di aver ottenuto un seitan molto più simile a una suola di scarpa che alla tenera delizia normalmente in vendita... abbiamo ipotizzato che il motivo fosse l'eccessiva eliminazione dell'amido dall'impasto (viene di solito prescritto di sciacquarlo finché l'acqua diventa trasparente), e ho fatto una prova di conseguenza.

Ho lavato l'impasto a lungo, ma lasciando una certa quantità di amido, che rendeva ancora l'acqua di risciacquo chiaramente bianca; ho cotto il seitan come sempre ed è successo proprio quello che mi aspettavo.

Dall'involto di garza è spuntato un seitan compatto ma morbidissimo, a dir la verità anche un po' troppo ricco di amido, che avrebbe fatto la felicità di chiunque.
Non sembra per niente una suola di scarpa, anzi!

Insisto ancora nel dire che l'unica soluzione è mettersi al lavoro, provare diversi mix di farina, tipi di lavorazione, metodi di cottura e, ovviamente, durata del risciacquo, per scoprire quale seitan autoprodotto vi piace di più.

Nico, se mai ci dovessi riprovare, i miei migliori auguri!
Fossi in te non demorderei. ;)

Il grande post con TUTTO SUL SEITAN!

PS: Gattolandia ha ANCORA bisogno del nostro aiuto. Siamo di nuovo primi ma la distanza si accorcia: votate il progetto SOGNI E BISOGNI tramite questo modulo e giratelo a tutta la vostra rubrica; riceverete bestemmie in aramaico ma è a fin di bene!

19 settembre 2007

PS: Gattolandia ha bisogno del nostro aiuto per costruire un Gattile a Cusano Milanino. Possiamo farlo gratuitamente grazie a una collaborazione tra Almo Nature e Donna Moderna, votando il progetto SOGNI E BISOGNI tramite questo modulo.
E' richiesta la registrazione, ma non vi porterà via molto tempo, soltanto un paio di minuti, ma l'aiuto che potrebbe derivare dal vostro voto è immenso.
SIAMO TERZI IN CLASSIFICAAAAAAAAA!!!!
Dobbiamo risalireeeeeeee!!!
Fate girare questo messaggio, altrimenti chiudo il blog!!!!!!

Insalatine da taglio

Le insalatine da taglio sono facilissime da far crescere anche sul terrazzo.

Se vi piace masticare "erba" ne resterete soddisfatti, non troverete alcun problema nella loro coltivazione. Più o meno, vi serviranno soltanto dei vasi (vanno bene anche le balconette per i fiori, non troppo piccole), terriccio (quello universale per giardinaggio), acqua (mi raccomando, che sia di recupero!) e semi (li vendono anche nei supermercati; meglio ancora se biologici; iscrivendovi, potete partecipare allo scambio di semi di forumetici; qui c'è la mia personale lista di semi disponibili).
Basta un po' di sole, e il gioco è fatto.


I lattughini da taglio si possono seminare in autunno e in primavera e prediligono un clima temperato; germinano in pochi giorni. Non formano un grosso cespo come le tradizionali lattughe, quindi non richiedono moltissimo spazio.
Molto spesso troverete in vendita mix costituiti da una miscellanea di erbette, che ricacciano in fretta dopo il taglio, di sapore diverso, ottima base per insalate miste.
Non hanno bisogno di moltissimo sole, ma richiedono annaffiature costanti (senza annegarle, però!).
Si tagliano alla base secondo il bisogno e sono pronte per il consumo.

Non gradendo il sapore dell'insalata, ho usato le foglie di lattughino per i miei frullati estivi: ottimo modo per fare il pieno di vitamine!

Se volete iniziare a "ortizzare" il vostro balcone, questo è un ottimo punto di partenza.

18 settembre 2007

Coltivare l'orto sul balcone??

Lo so, dopo aver parlato del Balcone dell'indipendenza, di Coltivare l'orto sul balcone, e di balconaggio, dei miei esperimenti orticoli si sono perse le tracce.
Il motivo è presto detto.


Il lampone è morto di cancro del fusto.

Dopo avermi donato 7 fagiolini deliziosi, la pianta è morta non ho capito se contagiata dal cancro del fusto del vicino lampone o che altro.

Alle zucchine è preso il mal bianco e si sono seccate; comunque i vasi erano troppo piccoli: foglie in quantità, solo due fiori, frutti niente.

Sono spuntate solo due piante di melanzane, una è sopravvissuta e adesso (adesso?!) c'è un minuscolo frutticino che cresce.

I pomodori si sono seccati tutti tranne 4 piantine in piena ripresa vegetativa, con tante foglioline verdi verdi ma, per ora, niente frutti.

Le mie distese di crescione sono state devastate dalla curiosità di Tarty e poi sono seccate per il sole troppo forte.

Gli spinaci (quelli su cui la gatto non si è sdraiata, pestandoli a morte) sono montati a seme 20 giorni dopo la semina o giù di lì.

Ho lasciato i peperoni gialli sulla pianta finché hanno iniziato a rattrappirsi, e solo allora mia madre mi ha spiegato, per dirla con le parole di Erbaviola, che i peperoni vanno da verdi a gialli e da verdi a rossi… le tre fasi del semaforo non le hanno.

Le insalatine da taglio si sono in parte soffocate a vicenda per la densità eccessiva delle piantine, in parte - almeno quelle - sono riuscita a mangiarle.
Peccato che a me l'insalata faccia veramente schifo!


Anche quest'anno sono riuscita ad ammazzare tre rosmarini, un timo, un origano e diverse altre piantine che non sono neanche rimaste nella mia memoria. E comunque tutto il resto si è seccato mentre ero in vacanza (mai fidarti dei vicini che ti annaffiano le piante - l'anno prossimo mi compro un impianto di irrigazione... sempre che io vada in vacanza!).

E adesso?

Beh, adesso si ricomincia. Ma sul serio.
Ho scelto vasi più grandi, ho usato meno semi e soprattutto mi sono preparata a lottare, ma mi sono anche rassegnata all'idea di essere di nuovo colpita dalla sventura.

Ho 6 vasi di piselli di due varietà, uno di carote, i 4 pomodori e la melanzana superstiti dell'estate, 1 vaso di cavolo che forse non germoglierà mai, 2 vasi di rape da cima, 1 balconetta di rucola, 1 balconetta di spinaci, 1 balconetta di insalatine da taglio + crescione (lo so, sono recidiva...), 4 talee di stevia attualmente rinsecchite, e fortunatamente una menta rigogliosissima e un basilico profumato e gagliardo. Ah, ovviamente, l'erba gatta per Tarty, che ne è drogata.

E altro ancora verrà, a suo tempo.
Non me ne frega niente se riuscirò a raccogliere un solo baccello di piselli, se mi verranno carote bitorzolute oppure se mi dovrò accontentare delle insalatine da taglio...
Pasticciare con le mani nel terreno, seminare, innaffiare, stare ad aspettare scrutando nelle fossette della terra per scorgere i primi lampi di verde... è troppo, troppo bello per rinunciarci.



PS: Gattolandia ha bisogno del nostro aiuto per costruire un Gattile a Cusano Milanino. Possiamo farlo gratuitamente grazie a una collaborazione tra Almo Nature e Donna Moderna, votando il progetto SOGNI E BISOGNI tramite questo modulo.
E' richiesta la registrazione, ma non vi porterà via molto tempo, soltanto un paio di minuti, ma l'aiuto che potrebbe derivare dal vostro voto è immenso.
Si può votare una sola volta, quindi ditelo anche a tutti i vostri conoscenti. Grazie.

17 settembre 2007

Le ricette di Eleonora

Eleonora ha deciso di chiudere il suo blog sul vegetarismo e mi ha regalato tutte le ricette che vi erano inserite. Le pubblico più che volentieri.

Strudel di pere e cioccolato
Ingredienti per 6 persone: pasta sfoglia, 4 pere, 150 gr. di gocce di cioccolato (oppure tagliuzzate a quadretti un blocco di cioccolato fondente come ha fatto la sottoscritta), cannella in polvere, 1 cucchiaio di pangrattato, 2 cucchiai di zucchero di canna, 50 gr. di mandorle a scaglie oppure nocciole a pezzetti, 1 noce di burro di soia.

Preparazione:
Sbucciate le pere, tagliatele a fettine e mettetele in una padella con la noce di burro e un pizzico di cannella. Cuocete a fuoco moderato per circa 5 minuti. Intanto mettete in una ciotola le gocce (o i pezzetti) di cioccolato, le mandorle a scaglie )o le nocciole tritate), il pangrattato e le pere. Mescolate il tutto, così che il cioccolato si sciolga grazie al calore delle pere. Poi mettete il composto al centro della pasta sfoglia (che avrete preparato in precedenza oppure comprato, facendo attenzione agli ingredienti…potrebbe nascondersi dello strutto!) e arrotolate per formare lo strudel, premendo bene alle estremità. Con un pennello bagnate con poca acqua la pasta sfoglia all'esterno e cospargetela con dello zucchero di canna. Cuocete per circa mezz'ora a 200° in forno.

Insalata
Un'insalata ricchissima di ingredienti: lattuga, carote, pomodori, peperoni gialli, olive nere, olive verdi, capperi, alga wakame, semi di girasole, pinoli tostati, carciofi, zucchina, funghi.

Frullato di banane
Un bel frullatone per partire alla grande la mattina, oppure per rigenerarsi a metà pomeriggio o concedersi un dolce relax alla sera. Ingredienti: 3 banane, latte di soia orzo-malto, cannella, sciroppo d'acero.
Mettere le banane con il latte nel frullatore, poi un poco di cannella e alla fine un filo di sciroppo d'acero. Frullare il tutto e gustare.

Insalata #2
Ecco il mix di oggi, buonissimo e rinfrescante: lattuga, pomodorini ciliegia, peperone giallo, carota, zucchina, olive nere, carciofi, pinoli (fatti abbrustolire in padella).
Il condimento è sempre il solito: sale, olio extravergine d'oliva, aceto balsamico, shoyu e origano.

Carpaccio di tofu
Piatto gustosissimo. Uno dei miei preferiti a base di tofu (in questo caso abbiamo usato il tofu auto-prodotto!). La ricetta è tratta dal libro "Cucinare tofu & seitan" di Cristina Franzoni e Barbara Sambari.
Ingredienti :400 g di tofu, 50 g di rucola fresca, 50 g di funghi sott'olio, 50 g di carciofini sott'olio, 1 limone, 2 cucchiai di olio, 4 cucchiai di noci, sale q.b.

Tagliare il tofu a fette sottili e disporle su un piatto da portata. Condire il carpaccio con i funghi e i carciofini spezzettati grossolanamente, e rucola sminuzzata a mano. Preparare un'emulsione di olio, succo di limone e sale che andrete poi a distribuire in modo uniforme sul carpaccio. Alla fine guarnire con le noci ridotte a pezzettini. Servire dopo una decina di minuti.

Kanten di frutta
La scoperta di questo delizioso dolce giapponese è stata fatta sul blog macrobiotico della Cuoca Petulante, che per questo (ma anche per molte altre idee culinarie) ringrazio infinitamente. Si tratta di un piatto semplice, gustoso, poco calorico e ottimo per evitare di lasciarsi trasportare dalla pericolosa voglia di qualcosa di goloso che spesso ci porta a prodotti contenenti alte percentuali di zucchero o grassi, e quindi poco amici della nostra linea! La gelatina di cui è costituito questo dolce si ottiene con l'agar-agar, un'alga, e non con la colla di pesce (tratto da Wikipedia: "[la colla di pesce] viene prodotta prevalentemente utilizzando la cotenna del maiale insieme a ossa e cartilagini anche di origine bovina; il nome deriva dalla procedura di produzione originaria della Russia, dove veniva prodotto partendo dalle vesciche degli storioni"). Ecco invece la definizione dell'agar agar (informazioni tratte sempre da Wikipedia): "[l'agar-agar] è un polisaccaride usato come gelificante naturale ricavato da un'alga rossa.
La gelatina prodotta dall'agar-agar ha un sapore tenue ed è molto nutriente perché ricca di minerali. Viene impiegata nella preparazione di gelatine per dessert e aspic, poiché ha la proprietà di non alterarne il sapore naturale. L'agar-agar produce una gelatina più solida di quella commerciale, non si scioglie facilmente, ed è inoltre completamente vegetale e priva di calorie . La sua preparazione è facile e veloce e richiede solo una breve cottura, il tempo più lungo è richiesto per la sua solidificazione: un'ora a temperatura ambiente.
La gelatina prodotta con l'agar-agar risulta ottima per il corpo, è rilassante, diuretica, lassativa, ha un potere ripulente e non essendo calorica è adatta ad un regime dietetico". INGREDIENTI: 1/2 litro di succo di mela non zuccherato e biologico, 3 cucchiai di malto di riso, 1 cucchiaino di agar agar in polvere, mele, pere, fragole, pesche sciroppate (insomma la frutta di cui disponete a casa).

Scaldate il succo di mela e a bollore aggiungete il malto e l'agar. Mescolate bene con una frusta e cuocete per almeno 5 minuti. Intanto tagliate la frutta a pezzetti, e disponetela in un contenitore, copritela con la gelatina calda (non bollente altrimenti la frutta si cuoce) e aspettate. In un'oretta tutto si solidificherà.

Tiramisù budinoso
Esperimento mattutino eseguito dalla sottoscritta e da mia mamma. Risultato: eccellente! Le dosi non ci sono perché abbiamo fatto tutto sul momento e poi dipende anche dalla grandezza della teglia che usate. Allora, ecco come procedere: sistemare in una teglia dei savoiardi e fare il primo strato; preparare del caffè (noi abbiamo preparato il caffè d'orzo) e dolcificarlo con un cucchiaio di zucchero di canna, o altri dolcificanti che avete a disposizione. Cospargere il suddetto caffè sui savoiardi; prendere delle noci e delle mandorle e ridurle a pezzettini, che poi andrete a mettere su savoiardi zuppi di caffè; fare un altro strato di savoiardi (questa volta non inzuppati di caffè) e nuovamente cospargerli di noci e mandorle intanto preparare un budino (noi abbiamo preparato quello di cacao e nocciole dell'equo e solidale), per il quale serve 1/2 litro di latte (noi abbiamo usato quello di soia alla vaniglia): abbiamo sciolto il contenuto della busta in una pentola aggiungendo un po' di latte e un cucchiaio raso di zucchero di canna. Dopo aver stemperato bene, abbiamo aggiunto il rimanente latte di soia e abbiamo abbassato la fiamma, continuando a mescolare, e quando il miscuglio ha cominciato a bollire l'abbiamo cotto per altri 5 minuti; non lasciarlo raffreddare, altrimenti si solidifica e il procedimento successivo potrebbe risultarvi difficile: infatti bisogna versare il budino sopra i savoiardi, utilizzando la "marisa" per stenderlo ovunque e facendo in modo che passi anche sotto, al primo strato di savoiardi. Per questa operazione è consigliabile non mettere troppi savoiardi e nemmeno troppo vicini perché sennò il budino, che è molto denso, non riesce a filtrare e rimane solo in superficie; come tocco finale una spruzzatina di cognac; tenere il tiramisù "budinoso" in frigo prima di servirlo. Questa ricetta si versa molto a cambiamenti: si può usare il latte che si vuole (di riso, di soia, …), usare il tipo di budino che più vi aggrada e poi potete mettere noci, mandorle, nocciole e altri semi, creare quanti strati di savoiardi preferite!

Seitan ai carciofi
Ecco la ricetta, tratta dal sempre utile libro "Cucinare tofu & seitan" di Franzoni e Sambari:
INGREDIENTI: 150 gr circa di seitan, 5 bei carciofi (io avevo quelli in scatola e ho usato metà barattolo), 2 spicchi d'aglio, 2 cucchiai di farina, olio q.b.

Se avete i carciofi interi dovete tagliarli mondarli a fettine longitudinali. Se invece li avete già pronti in scatola, siete già a cavallo. Ovvio che sono preferibili i primi ai secondi. Preparare un soffritto di aglio in cui andrete a stufarli a fuoco lento e a pentola coperta. A parte tagliare il seitan a cubetti, passarlo nella farina e farli rosolare in una padella con dell'olio e un pizzico di sale. Far dorare i cubetti da tutti i lati così che diventino croccanti. Sul libro c'è scritto di servire in un piatto da portata il seitan al centro e sistemare i carciofi a corona. Io sono stata un po' più spartana, e li ho mischiati!

Crema di tofu alle mandorle
Ho seguito le indicazioni presenti sul libro di Cristina Franzoni e Barbara Sambari, "Cucinare Tofu & Seitan", e utilizzato il rimanente tofu fatto in casa:
INGREDIENTI: 250 g di tofu, 1 bicchiere e mezzo di latte di soia o di riso, 1 cucchiaino di vaniglia naturale, 2 cucchiai di malto di riso (o qualsiasi altro dolcificante che avete in casa, che abbia una consistenza simile a quella del miele), 100 g di mandorle sgusciate.
Lessare il tofu -che avrete precedentemente sbriciolato- nel latte di soia con la vaniglia per una decina di minuti. Spegnete il fuoco e lasciate intiepidire. Dopo dolcificate il composto con i due cucchiai di malto (or whatever you want ;)). La dolcezza dipende dai vostri gusti; assaggiate per capire se il grado di dolcezza è di vostro gradimento oppure necessita di essere aumentato. Quando il dolce "miscuglio" sarà diventato abbastanza freddo, frullatelo (io ho usato un mixer ad immersione ed è uscita una crema molto fluida e liscia) e versate la crema in alcune coppette che poi andrete a riporre in frigorifero per almeno due ore. Quando è ora di servire il dessert, fate tostare le mandorle in padella e usatele per guarnire la crema. Inizialmente le mandorle (io ho usato quelle confezionate già sgusciate e tagliate a fettine sottili) le avevo messe come decoro sopra la crema; in realtà se "paciugate" un po' e mischiate il tutto, il dolce sarà molto più buono. Parola mia e di mio papà! Quindi lasciate stare le decorazioni da grandi chef del Gambero Rosso, e lasciatevi andare a una cucina più pasticciona!

Pizzoccheri alla Kousmine
Eccovi una ricetta nuova, tratta da un libro di ricette del metodo Kousmine elaborate da Sergio Chiesa: Pizzoccheri alla Kousmine.
Ingredienti per quattro persone: 250 gr di pizzoccheri (tagliatelle di grano saraceno e frumento), 150 gr di verza, 150 gr di erbette, 100 gr di spinaci, 1 patata grossa (circa 200 gr), 200 gr di tofu, 2 spicchi di aglio, 2 foglie di salvia, 2 olive nere snocciolate, 3 cucchiai di olio extravergine d'oliva, sale, (parmigiano grattuggiato facoltativo).

Mettete sul fuoco una pentola con dell'acqua leggermente salata. Mondate la verza, eliminando le coste delle foglie esterne più dure. Tagliatela a pezzetti. Ugualmente fate con le erbette e gli spinaci. Poi tagliate a dadini la patata. Quando l'acqua bolle gettatevi le patate e i cavoli. Dopo 5 minuti aggiungete le erbette, gli spinaci e i pizzoccheri. Intanto frullate il tofu con l'olio, gli spicchi d'aglio, la salvia, le olive snocciolate con qualche cucchiaio di acqua di cottura della pasta e un pizzico di sale, fino ad ottenere una crema morbida e omogenea. Appena i pizzoccheri sono cotti (13 minuti di solito), scolateli insieme alle verdure e condite il tutto con la crema di tofu (e se volete il parmigiano) e servite.

Biscotti ai fiocchi d'avena
La ricetta è tratta direttamente dal sito PigOut con una piccola variante al cioccolato inserita dalla sottoscritta. Si tratta di una ricetta veramente semplice che comporta davvero poco tempo.
Ingredienti necessari per circa 35-40 biscotti: 180 gr di farina integrale, 30 gr di fiocchi d'avena, 1 cucchiaio scarso di lievito, 90 gr di margarina, 45 gr di zucchero di canna, 2-3 cucchiai di latte (di soia, di riso, d'avena: quello che preferite! Io ho usato il latte di riso maltonocciola!), cioccolato fondente.
In una ciotola mischiate la farina, i fiocchi d'avena e e il lievito. Poi unite la margarina (preferibilmente un poco molle così da aver meno difficoltà nell'impastare), lo zucchero e il latte, e con le mani lavorate, lavorate… fino a ottenere una pasta compatta. Dopo stendete la pasta con il mattarello su una superficie infarinata e ottenete dei biscotti rotondi aiutandovi con una tazzina da caffé. Mettete i biscotti sulla carta da forno che avrete disposto su una teglia e infornate per circa 15/20 minuti a 180°, girandoli per farli dorare da entrambi i lati. Attenzione: se i biscotti sono sottili, date un'occhiata durante tutto il tempo di cottura, perchè c'è il rischio che si brucino facilmente. Come è successo a qualche mio biscottino! La mia variante consiste nell'aggiungere delle scaglie di cioccolato fondente all'impasto; non è molto originale come alternativa, però a me piacciono!


Il Tofu - Ricetta base
Dopo due tentativi andati a vuoto, io e mio papà siamo riusciti a fare il tofu con le nostre sole forze! Nella foto il nostro riusltato!

Vi posto la ricetta che abbiamo seguito, una ricetta giapponese senza dosi, ma che utilizza come unità di misura una tazza: può sembrare un fattore negativo e sintomo di imprecisione, in realtà a mio avviso è un’astuzia perché basta usare sempre la stessa tazza per tutti i procedimenti e sicuramente non potete sbagliarvi, e nemmeno dover pesare ogni volta gli ingredienti. Ergo qualsiasi tazza possediate (dalla minuscola tazzina da caffé alla tazzona da prima colazione) andrà bene: sceglietene una e utilizzatela come vostra unità di misura standard.
INGREDIENTI: 1 tazza di soia gialla, 16 tazze d’acqua, 2/3 cucchiaini di cloruro di magnesio.
PREPARAZIONE: mettete ad ammollare la soia con 6 tazze d’acqua per circa 8-10 ore. Scolate, lavate i fagioli ed aggiungete altre 6 tazze d’acqua. Frullate il tutto fino ad ottenere una crema morbida.
Mettete la crema su una pentola piuttosto grande, aggiungete altre 2 tazze d’acqua e portate a ebollizione (fate attenzione perchè il composto tende a fuoriuscire dalla pentola!). Lasciate sobbollire per circa 10 minuti.
Mettete un colapasta su una pentola vuota e un canovaccio di cotone sul colpasta. Versatevi il composto, chiudete il canovaccio come se fosse un sacchetto e strizzatelo con tutta la vostra forza per far colare la maggiore quantità di latte di soia possibile. Potete puoi aggiungere 1-2 tazze di acqua alla pasta rimasta nel canovaccio e strizzare ancora.
Mettete sul fuoco il latte di soia mescolando con un cucchiaio di legno. Fate bollire per 5 minuti. Poi fate sciogliere il cloruro di magnesio in una tazza d’acqua; spegnete il fuoco e aggiungete 1/3 di questa soluzione acqua+cloruro di magnesio. Mescolare bene. Aggiungete ancora 1/3 della soluzione e mescolare ancora. Aggiungete il rimanente liquido, mescolate e coprite la pentola. Lasciate cagliare per 15 minuti.
Se avete un contenitore di legno o acciaio per scolare il tofu siete avvantaggiati (altrimenti potrete costruirlo da voi, come ha fatto mio papà), altrimenti usate tranquillamente uno scolapasta, procedendo in questo modo: ponete lo scolapasta su una pentola vuota e lo foderate con un canovaccio asciutto; versate il latte cagliato, così che la “sostanza” rimarrà nello scolapasta; vi ponete sopra un piatto e un peso di 1 chilo, così che il tofu rimanga compatto. Lasciatelo sotto il peso per circa 20 minuti.
Et voilà, le tofu est fait! Per la sua conservazione, mettetelo coperto d’acqua in un recipiente e riponetelo nel frigorifero.
La polpa che rimane dalla lavorazione del tofu si chiama okara, ricca di fibre e contenente per i l 17% le proteine dei fagioli di soia. E’ possibile utilizzarlo in molte ricette, come per i biscotti ai fiocchi d’avena. Oppure mia mamma oggi l’ha aggiunto alla pasta con cime di rapa, pomodorini e olive nere, quasi come se fosse il parmigiano grattuggiato. Ottimo!

Zuppa di cavolo e lenticchie
Oggi pomeriggio mia mamma si è dilettata nella preparazione di una ricetta comparsa nel numero di gennaio di “Cucina naturale”: Zuppa di cavolo e lenticchie.
Io seguivo distrattamente la preparazione perché molto più preoccupata per l’esame orale di giapponese che mi attende al varco domani (Oh my Gott!), però ogni tanto sono stata interpellata per la degustazione!
Ecco gli ingredienti necessari per quattro persone: 500 gr di cavolo, 200 gr di porro, 2 patate, 150 gr di lenticchie, salsa di pomodoro, acqua, olio extravergine d’oliva.
Tritate il cavolo, i porri e le patate. Ponetele in una pentola con 2 litri d’acqua. Salate e fate cuocere per 10 minuti da quando inizia a bollire. Aggiungete le lenticchie, un cucchiaio di salsa di pomodoro e fate cuocere per 45 minuti. Servite il tutto con un filo di olio extravergine.
Mia mamma (per qualche strana ragione) ha deciso di frullare il tutto con un mixer a immersione, così ha ottenuto un passato. Ragione per cui non ho voluto fotografare il risultato perché non molto estetico! ;) Inoltre ha ultimato con una spolverata di parmigiano.
Io ho assaggiato la zuppa prima dell’aggiunta del formaggio, ed era ottima comunque! ;)
Ora vado a cenare perché mi attende la mia insalata mista con olive, carciofi e mais! :P E poi una bella purea di patate e zucca, di cui posterò il prima possibile la ricetta perché è uno dei miei piatti preferiti.

POLPETTINE DI TOFU AL PREZZEMOLO (già pubblicata sul mio blog primario):
Gli ingredienti necessari: 400 g di tofu, 1 bel ciuffo abbondante di prezzemolo, 1 piccolo spicchio d’aglio, 2 cucchiai di fecola di patate, 2 cucchiai di shoyu, 2 cucchiai di pane grattuggiato, farina, olio extravergine d’oliva, sale q.b.

Frullate il tofu crudo con il prezzemolo e lo spicchio d’aglio. Unire poi al composto i due cucchiai di fecola di patate, un cucchiaio di acqua, uno di olio extravergine d’oliva, i due cucchiai di shoyu, continuando a mixare a bassa velocità. Assaggiare e degustare con il sale. Aggiungere un paio di cucchiai di pane grattuggiato per rendere l’impasto più denso e poi formare le polpettine, che poi andrete a passare nella farina. Friggetele poi nell’olio bollente. Asciugatele sulla carta assorbente.

15 settembre 2007

Seitan alla piastra con purè di patate

Per il seitan alla piastra: 2 fette di seitan non troppo spesse, 2 cucchiai d'olio extravergine d'oliva, 1 cucchiaino di shoyu, un pizzico di sale.
Per il puré di patate: 100 g di patate, 1/2 bicchiere di latte di soia, un cucchiaio di margarina non idrogenata, sale, pepe, un pizzico di noce moscata.

Preparazione del puré: lavate, sbucciate e tagliate a pezzi le patate. Mettetele in pentola e coprite d'acqua, portando a ebollizione. Quando le patate saranno cotte (circa 20 minuti), scolatele, schiacciatele e mescolatele al latte. Unite la margarina, un pizzico di sale, pepe e noce moscata. Mescolate per rendere ben omogeneo, tenete al fuoco per un minuto e mettete da parte.

Preparazione del seitan: mescolate accuratamente lo shoyu e l'olio d'oliva; riscaldate la piastra, spennellate il condimento sulle fette di seitan e grigliatele, girando dopo cinque minuti.
Servite caldo!

14 settembre 2007

Latte di soia #1

Capita che dopo quasi 4 anni di veganismo stretto, duro e puro, senza seitan, senza tofu, senza gelato di riso, latte d'avena, yogurt di soia o ristrutturati vegetali, praticamente ascetico sia per quanto riguarda le amicizie sia sul fronte alimentazione, decidi di aprire un blog vegan.
E inizi a frequentare dei forum vegan e scopri l'esistenza di altri blog vegan.
E ti accorgi che tutti i vegan italiani tranne te si ingozzano di gelato Valsoia, burro vegetale Provamel, latte di soia Alpro, affettati di Muscolo di grano e quant'altro.

Ci rimani un po' male. Ti sembra di essere proprio sfigato, perché tu non trovi nulla di tutto ciò; ti senti un po' escluso dalla veg-baldoria, ecco.

Decidi che pure tu vuoi quelle cosine meravigliose, i budini, le gelatine, la panna da montare, e le "finte" scaloppine, e il "formaggio" vegan, e questo, e quell'altro, anche se non ne avevi mai sentito la mancanza, prima... Setacci la città, adocchi la preda, ma ti accorgi che questi prodotti costano MOLTO di più degli analoghi prodotti animali (nonostante le materie prime vegetali siano oggettivamente molto meno costose) e che a voler comprare tutte quelle cose il veganismo sembra davvero un lusso per pochi eletti.

E quindi, per considerazioni economiche ("i soldi non crescono sugli alberi"), ecologiche (alcuni cibi pronti sono importati dall'estero, pieni di imballaggi e creano rifiuti quasi sempre plastici) e "politiche" (non hai nessuna voglia di farti prendere per il c*** dalle perverse leggi del mercato) decidi di darti all'autoproduzione.

Del resto, una volta non avevi trovato una ricetta per fare il seitan in casa? Sì, è vero, ci avevi provato tre volte: una avevi otturato il lavandino con la crusca, un'altra avevi otturato il setaccio col glutine, l'ultima avevi otturato lavandino e setaccio di crusca e glutine. Ma non bisogna perdere la speranza, vero?

Così ci riprovi e per qualche miracolo il seitan ti riesce. Non solo, ma inneschi anche una incredibile reazione a catena per cui la metà dei vegan di tutti i blog e forum iniziano pure loro a fare il seitan. Un'epidemia.

"Bene", ti dici, "quasi quasi provo a fare il tofu".
E incredibilmente, dopo i consueti disastri iniziali, ti riesce pure il tofu.
E allora ti galvanizzi, iniziano i deliri di onnipotenza e ti lanci in tutta una serie di esperimenti. Nonostante i fallimenti, la testa è di coccio, vai avanti per la tua strada, e dopo un anno intero di prove, le manipolazioni alla dottor Frankenstein culminano in questo:


il latte di soia impazzito.
Sì, perché alla fine hai deciso che tutto sommato il latte di soia a colazione non è male, e comunque lo puoi usare nei dolci, e ci puoi fare il gelato, e i budini, e tutte quelle cosine squisite, e pagarlo due o tre euro al litro quando dovrebbe costare un decimo di quella cifra è veramente un furto.

Allora stampi la ricetta di wonderzdora per fare il latte di soia, la incroci con quella per fare il latte di soia con la macchina per il latte di soia, e ti metti a preparare il latte di soia.

E, neanche troppo incredibilmente visto l'alto livello e l'accuratezza della ricetta, ti riesce pure! Certo, sei ancora lontano dall'aver prodotto un latte di soia gustoso, ma hai raggiunto il traguardo del "bevibile". Un grande traguardo.

Cosa farne, però, di tutto quel liquido fagioloso che non hai intenzione di bere? Ma che domande: si fa cagliare per trasformarlo in tofu, no?
E allora togli la bottiglia dal frigo per portarla a temperatura ambiente, e il giorno dopo ti svegli, e trovi, appunto, questo:


il latte di soia impazzito.
Sotto okara, al centro acqua sporca, sopra una specie di ricotta di soia autoprodottasi dall'odore nettamente acido che ha risalito il collo della bottiglia fin quasi a farne saltare il tappo.

E giù nello scarico del lavandino!


In un certo senso, stavi più tranquillo quando ti facevi la tua vita spartana di veganismo duro e puro, senza seitan, senza tofu, senza gelato di riso, latte d'avena, yogurt di soia o ristrutturati vegetali...

Ma la testa è di coccio, quindi... fatemi gli auguri, e arrivederci a presto col latte di soia #2!

13 settembre 2007

Proteggi slip di stoffa

Da quando sono passata a Mooncup, ho messo da parte gli assorbenti di stoffa, troppo ingombranti per servirmene contro le eventuali perdite della coppetta (salvo posizionamento errato, infatti, mooncup non perde); tuttavia, per avere in ogni caso una garanzia sicura e comoda mi sono cucita dei piccoli proteggi slip di stoffa (spessore 1 cm, larghezza 6 cm, lunghezza 14 cm).


Ho deciso, stavolta, di realizzare un modello "sfoderabile" seguendo le indicazioni di questo blog, e di utilizzare per il confezionamento soltanto materiali di recupero.

Per calcolare le dimensioni, mi sono servita di un comune proteggi slip usa e getta; ne ho ricalcato la sagoma su carta e l'ho usata per tagliare la stoffa. Ho anche aggiunto delle "alucce", necessarie a tenerlo fermo e bene in posizione.

Per la parte inferiore dei proteggi slip, ali comprese, ho utilizzato il tessuto impermeabile delle vecchie tasche Imse Vimse (non so purtroppo come si chiami; non è esattamente un telo di "plastica", è un tessuto impermeabilizzato molto sottile, cucito alla flanella di cotone).

Per la parte superiore, ho recuperato la stoffa dalle "pezze" ripiegabili di flanella abbinate alle tasche (ne avevo in abbondanza e una volta scucite si ricava il doppio della stoffa).

Per "imbottirli" bisogna realizzare delle pezze "mini", più sottili e più piccole, da infilare ripiegate all'interno dell'assorbente (credo che questo tipo di modello faciliti di molto il lavaggio dei tessuti; infatti, analogamente, si possono realizzare assorbenti di stoffa seguendo questo genere di istruzioni - a pensarci prima!).

Anche per le ali ho usato materiali di recupero: in un caso le ho cucite tali e quali, staccandole dalla tasca Imse Vimse ormai smembrata; nell'altro le ho assemblate con la stoffa applicandovi un piccolo quadratino di velcro robusto, che sembra funzionare a meraviglia.

Non vi nascondo che aspetto con ansia di provarli!

PS: E' da molto che non pubblico ricette, qui, ma sto ancora smaltendo gli arretrati abbozzati durante l'estate... c'è ancora tanto di cui parlare!
E con l'esame di storia medievale sul groppone la mia attitudine alla cucina sembra essere andata in letargo...

12 settembre 2007

Una spugna autoprodotta: la luffa

Né di origine animale, né di cellulosa, né sintetica: anche la spugna si può fare in casa.
Avete mai pensato a quante spugne usa e getta buttiamo via ogni anno per pulire piatti e per farci la doccia? Normalmente in commercio se ne trovano di tre tipi: di origine animale, vegetale (in cellulosa) o sintetiche. Si differenziano per il diverso grado di biodegradabilità e per il tipo di fabbricazione: pesca, processo industriale, sintesi chimica. Esiste però una quarta alternativa: la spugna di luffa.

La luffa (in particolare la specie chiamata cylindrica o aegiptyca) è un vegetale simile alla zucchina, ma rampicante come le zucche, della famiglia delle cucurbitacee. La si trova pronta all’uso in alcuni negozi del commercio equo e solidale, ma non è un frutto esotico. È possibile coltivarla anche in Italia, con molto sole possibilmente diretto e molta acqua. È una pianta annuale, la si semina a fine marzo e la si raccoglie a inizio autunno, solo quando la naturale maturazione è completa. Il frutto maturo di luffa può essere di colore da verde a quasi nero e diventa sempre più leggero, poiché la polpa interna si modifica e diventa fibrosa e spugnosa. A completo sviluppo, la sommità si apre da sola, per fare uscire i semi. A questo punto sarà anche facile sbucciarla, come un qualunque frutto. Una volta tagliata e sbiancata al sole o in acqua la spugna è pronta.

Avrete così creato le vostre spugne, perfettamente biodegradabili, totalmente rinnovabili e non legate ad alcun processo produttivo industriale, spesso inquinante e dispendioso in termini energetici. La spugna di luffa si sciacqua facilmente, non trattiene il sapone e asciuga rapidamente. Per questo motivo non forma muffe né sviluppa batteri, è più igienica e dura alcuni mesi. La si può usare in mille modi, ma innanzitutto, data la leggera abrasività delle sue fibre, è comoda per lavare i piatti e come spugna da doccia dà un effetto peeling sulla pelle.
Elisa Nicoli
La fonte di questo interessante articolo è il blog camminare lento. Tra le persone che hanno commentato l'articolo c'è anche qualcuno disposto a spedire i semi della pianta, oltre a un indirizzo on line dove acquistarli (e penso che lo farò entro la prossima primavera).

Personalmente non l'ho mai provata, ma mi incuriosisce molto; tuttavia ho letto su qualche forum che è piuttosto aggressiva sulla pelle, troppo abrasiva; pertanto è sconsigliata per l'igiene della persona ma molto indicata per il lavaggio dei piatti.

Qualcuno ne ha esperienza diretta e vuole dire la sua?

11 settembre 2007

Ingredienti d'origine animale in cosmetici e affini

Ecco qui una lista da stampare e portare con voi, accanto a quella sui consigli spiccioli sugli ingredienti da evitare (perché assolutamente non eco-bio), quando andate a fare shopping cosmetico. Trattasi di un elenco di sostanze animali che si possono trovare tra gli ingredienti di saponi, creme eccetera; l'ho stilato accorpando le informazioni trovate sul forum di Lola e quelle fornite da Valentina.

TALLOW, tutte le diciture che contengono questa parola (almeno una settantina a occhio) e i suoi composti tallowate: si tratta di grasso animale e si trova specialmente nelle saponette e nei balsami per capelli.
Una saponetta composta di sodium tallowate è fatta con sego, e quasi tutte quelle in commercio, se non dichiaratamente vegetali, lo contengono.

ADEPS SUILLUS o BOVIS: grassi di origine animale.

LAC e sue declinazioni (sine adipe lac e lactis lipida): è il latte. Permessi invece tutti i lactic e i lactate perchè derivano dall'acido lattico, ottenuto per sintesi.

YOGURT: alle volte si trova anche questo (e io mi sono pure comprata una crema che lo conteneva, uffa).

MEL: identifica il miele.

CERA ALBA (tutti gli altri tipi di cera invece vanno bene), beeswax e tutti i suoi composti sono cera d'api.

LANOLIN e tutti i suoi composti, dove troverete scritto lanolate, identificano la lanolina.

Direttamente da scarti animali abbiamo:
COLLAGEN: Collagene
ELASTIN con i composti elastinate: Elastina.
PLACENTAL: placenta, fortunatamente quasi in disuso.

Di origine animale, ma permessi:
Sodium Hyaluronate: specialmente nei cosmetici è di sicuro ottenuto da biotecnologia (allevamento di batteri che lo producono), mentre in qualche farmaco è ancora ottenuto da creste di gallo.
Chitosan: è ottenuto da gusci minuscoli di animali marini, già morti per conto loro e depositati sul fondo del mare.

Valentina mi segnala anche cholesterol (visto in un detergente intimo), cocciniglia (che sappiamo derivare da gusci di insetti, utilizzato spesso come colorante), keratin e suoi derivati, propoli (prodotto dalle api), taurin (che però mi pare di capire non sia necessariamente di origine animale?).

Occhi aperti!

10 settembre 2007

Segnalazioni

Mi sono persa il Blog Day 2007... beh, mi ero persa anche il blog day 2006, a dir la verità, ma giuro che per il 2008 starò più attenta!

Comunque, in quella occasione parecchi bloggers mi hanno segnalata, e ho scoperto che anche molte altre persone (spesso a me sconosciute) mi tengono nell'elenco dei links oppure hanno un collegamento che porta al mio blog.

Vorrei dunque ringraziare tutti loro per la fiducia , il sostegno, l'affetto... e ricambiare, facendovi sapere chi sono.
Quindi, un po' di segnalazioni sparse.

Due cuori e una mansarda, un blog "di coppia" scritto da due novelli sposi con molto umorismo e simpatia. L'ho spulciato un pochino e mi sembra molto divertente!

Ovo sodo, blog sull'autoproduzione di "cose buone e semplici, per vivere meglio risparmiando tempo e denaro".

The Swan Cake, blogger mia concittadina alla quale dovrò presto "rubare" la ricetta delle patatine autoprodotte!

Amori decrescenti e altre storie, sweetflower del blog Imprevisti, gatta sdegnosa, e Gata da plar mi tengono tra i link preferiti (grazie!).

Soffi di sale e stella di sale - ci ho messo un po' a capire che erano due blog diversi - mi hanno linkata entrambi; mentre Animal house e apriti sesamo hanno linkato una mia ricetta.

In occasione del blog day, mi ha "nominata" Sotto l'ombra degli olmi; mentre Ethel di frizzi frizzi mi ha scovata cercando informazioni sul vegetarismo (e ne cerca ancora, quindi se volete contribuire segnalandole dei siti interessanti, fatelo nei commenti).

Da segnalare altri blog interessanti (vegetariani o vegan): animaverde, Verde come la vita, scriccia, vegetariani oggi, una goccia in mezzo al mare. Infine una iniziativa carina sul blog di Alessio: inserire un banner vegan, vegetariano o onnivoro nel proprio blog.

Se per caso qualcuno di voi non gradisse l'inserimento in questo elenco me lo faccia sapere, provvederò a rimuovere il collegamento.

Altre segnalazioni:
Il 12/13 Novembre 2007 è in programma a Roma un corso ECM sulla nutrizione vegetariana che rischia di non partire per mancanza di iscritti, fate girere questa notizia diffondendo il sito www.abni.it/ecm.htm.

Si cercano volontari (latto-ovo vegetariani oppure onnivori - NON VEGAN) in zona Milano per un esperimento che ha finalita' filo-animaliste. Si basa sulle percezioni della persona e consiste in una risonanza magnetica al cervello. L'esperimento si tiene al San Raffaele. Se siete interessati a fare da "cavie" oppure volete mandarci qualcuno per punizione, contattate alberto@viverevegan.org. Essendo una risonanza magnetica abbastanza lunga, e' sconsigliato a chi soffre di claustrofobia.


Spero di non aver dimenticato niente!

08 settembre 2007

Le "x" cose da NON fare quando si diventa vegan (veg* avvisato, mezzo salvato)

1) Assaggiare il tofu "al naturale"... lasciandolo al naturale.

2) Spolverare i cibi di lievito di birra tritato, pensando che non possa essere molto diverso dal lievito alimentare in scaglie.

3) Usare il latte di soia per preparare la besciamella... dimenticando che è quello aromatizzato alla vaniglia!

4) Mettere l'alga kombu nel brodo sperando che poi il "profumo" di mare non si senta molto.

5) Cercare di preparare il latte di soia... verde.


E le vostre?

6) Presumere che il moroso riesca a improvvisare senza il tuo aiuto una cena vegan, rischi di passare la notte di San Valentino col mal di pancia! (Sarah)

7) Preparare il purè con il latte di soia alla vaniglia!! (Celidonia)

8) Mangiare il tofu a fette tipo sfoglia, e poi leggere sulla confezione che andava cotto!! (Magie vegan)

9) Spalmare il miso sulle gallette e mangiarlo così! non si fa!!! (Arame)

10) Versare agar agar bollente nel succo di melone freddo... (Laura)

07 settembre 2007

Latte di mandorle crudo

Più crudo di così non si può!

Ingredienti: 1/2 tazza di mandorle, 1 tazza e ½ di acqua, 4 grosse foglie fresche di stevia.
Reidratate le mandorle in acqua fresca per circa un'ora, poi scolatele, sciacquatele e lasciatele riposare per venti minuti: la buccia dovrebbe diventare rugosa e iniziare a spaccarsi. A questo puno, fate rotolare le mandorle su un panno, strofinando per staccare le bucce.
Frullate le foglie di stevia in una parte d'acqua, aggiungete le mandorle e copritele a filo; frullate ancora, aggiungendo acqua poco a poco.
Filtrate, conservando la polpa, che sarà diventata anch'essa dolcissima, e servite fresco.

E' un latte delizioso, molto dissetante, piacevolissimo d'estate.


A proposito, la mia stevia, che il 27 maggio si presentava come sopra, attualmente è diventata così. ---->

Novanta centimetri di pura Stevia Rebaudiana Bertoni. Avete presente la storia di Jack e il fagiolo magico? Ecco.

Giuro, non l'ho dopata, mi chiedo che avrebbe combinato se avesse avuto un vaso più grande!

06 settembre 2007

Seitan alla veneziana

La ricetta è tratta dal Libro La cucina etica e si trova anche sul sito vegan3000.

Io l'ho realizzata cambiandola un po', in memoria di certe stupende mangiate di seitan che mi sono fatta al Sorriso integrale, con la compagnia di una persona speciale.

Questa ricetta è dedicata a Marcello... con tutto l'affetto possibile... in attesa di insegnarti ad autoprodurre il seitan, cosa che spero possa avvenire presto.

Ingredienti per due persone: 1 piccola cipolla bianca, un cucchiaio di olio extravergine d'oliva, 3 grosse fette di seitan, 3 cucchiai di farina 00, prezzemolo fresco finemente tritato.
Affettate sottilmente a rondelle la cipolla e soffriggetela nell'olio. Nel frattempo, tagliate il seitan a striscioline e infarinatele accuratamente su tutti i lati; quando la cipolla risulterà morbida, aggiungere il seitan. Dopo averlo fatto rosolare, versate una tazzina d'acqua e fate cuocere ancora per 5 minuti. Appena prima di togliere dal fuoco, aggiungere del prezzemolo tritato.

Buon appetito.

05 settembre 2007

Sapone d'Aleppo

Bene, risolto il problema "capelli", dovevo trovare un "sapone" che fosse non solo estremamente ecocompatibile, ma anche adatto alla pulizia della pelle di tutto il corpo, oltre che delle mani.

Il sapone d'Aleppo cascava proprio a fagiolo!

Viene prodotto da secoli nella città di Aleppo, in Siria, con materie prime di origine vegetale (principalmente olio d'oliva); è completamente biodegradabile e molto delicato. E' indicato per l'igiene della persona, anche sulle pelli sensibili; si usa per il viso, il corpo e i capelli; non secca la pelle, ma la ammorbidisce e la idrata.

Il Sapone di Aleppo distribuito da TEA è ottenuto dalla saponificazione dell'olio d'oliva con soluzione acquosa di soda da sale; la massa ottenuta viene poi addizionata con olio d'alloro in percentuali variabili, quindi viene tagliata a mano. I blocchi di sapone vengono fatti stagionare per 10-12 mesi, conferendo al sapone una lunga durata e la completa evaporazione della soda.

L'ho utilizzato per la doccia, per lavare le mani e anche per i capelli, con risultati insospettabili.
Sul corpo è effettivamente efficace ma delicato; sui capelli è paragonabile all'argilla saponifera: me li ha lasciati puliti e morbidissimi.
Di sicuro lo userò anche a casa!

INCI:
Olea Europea - Laurus Nobilis - Sodium Hidroxide - Aqua

04 settembre 2007

Ghassoul

Il mio soggiorno estivo nella sperduta vallata tra i monti* (quella che mi ha regalato Pallino, insomma) mi ha dato l'occasione di provare tanti nuovi prodotti eco-bio.

Durante la permanenza in un campo scout, nonostante le circostanze remino contro, si cerca di rimanere il più possibile puliti, e ci si costringe alla doccia nonostante l'acqua sia gelida o il vento soffi forte; anche un paio di shampoo, per me, sono stati d'obbligo. Ma quando si sta accampati in un terreno coltivato biologicamente, poco lontano da un fiume ricco di forme di vita animale e vegetale, bisogna rivolgere un'attenzione particolare ai prodotti utilizzati, ancor più del solito: devono essere completamente, velocemente e facilmente biodegradabili.
E data la mancanza di spazio nello zaino, meglio ancora se sono multiuso!
I miei jolly, durante quei dieci giorni, sono stati la ghassoul e il sapone d'Aleppo.

La (o il?) ghassoul è un'argilla saponifera. E' un cosmetico semplice, naturale, ma molto efficace e versatile: può essere utilizzata nelle maschere, come le altre argille, ma anche per detergere la pelle (del viso e del corpo) e i capelli. E proprio in sostituzione dello shampoo TEA l'ho utilizzata, mescolando la polvere con dell'acqua, e spalmando poi sulla testa la crema ottenuta.
Sono rimasta piacevolmente stupita: capelli puliti e morbidissimi utilizzando una dose minima di prodotto. L'unico neo, l'eccessiva secchezza delle radici; tutte le argille tendono ad "asciugare" e probabilmente l'ho tenuta su per troppo tempo, ritrovandomi con l'attaccatura dei capelli un po' rigida (ma con le lunghezze morbide come non mai!).

Ammetto che la modalità d'impiego non è comodissima, ma il risultato è davvero particolare e impareggiabile. Se vi siete incamminate sulla strada dell'eco bio, prima o poi arriverete anche alla ghassoul e penso ve ne innamorerete; tuttavia, se usate ancora cosmetici tradizionali, andateci caute: i capelli potrebbero "impazzire" e diventare di paglia, intricati e indomabili. E' normale, e succede quasi sempre passando a ingredienti più delicati dei soliti; purtroppo potrebbe servire del tempo, prima che la chioma accetti la nuova routine e si abitui. Ma dopo, non tornereste indietro per nulla al mondo!

Sugli utilizzi della ghassoul, potete leggere una discussione su saicosatispalmi, una sul forum di Lola ed una, zeppa di informazioni, su Capelli di fata.

INCI: Hectorite.

Approfitto del momento per una considerazione: forse non ritenete che sia così importante utilizzare cosmesi biologica ed ecologica, purché sia vegan.

Purtroppo, però, esistono molti prodotti che non sono testati sugli animali, non contengono loro derivati, sono dunque vegan, ma sono anche (più o meno) delle schifezze, dannose (oltre che per le persone che li utilizzano!) per l'ambiente e gli animali che ci vivono, o perché sono scarsamente biodegradabili, o per l'origine degli ingredienti, non proprio ecologica (derivati del petrolio, per esempio).
Non mi sembra molto sensato essere contro la sofferenza e la morte degli animali e poi gettare letteralmente nello scarico (e dallo scarico in mari e fiumi) prodotti che uccidono la fauna e la flora acquatica.


A titolo illustrativo, faccio qualche nome: Coop, Cibe, l'Erbolario, Lush, Natyr sono tutte aziende presenti nel sito consumo consapevole in quanto cruelty free. Coop appartiene alla "grande distribuzione", Cibe, Erbolario e Lush sono prodotti più o meno "da erboristeria", Natyr è in vendita nelle botteghe del commercio equo e solidale... possibile che abbiano qualcosa in comune?
Proviamo a prendere in considerazione alcuni INCI, seguendo i criteri del biodizionario, e diamo un'occhiata.


COOP
Docciaschiuma emolliente alla calendula
INCI: Aqua**, sodium laureth sulfate, lauryl glucoside**, disodium laureth sulfosuccinate, glycerin**, profumo, calendula officinalis**, laureth-2*, cocamidopropyl betaine*, sodium chloride**, disodium cocoyl glutamate*, glycol distereate, citric acid**, cetyl palmitate**, DMDM hydantoin*, laureth-4*, beheneth-10*, hydrogenated castor oil**, glyceril stearate**, magnesium nitrate*, methylchloroisothiazolinone*, magnesium chloride**, methylisothiazolinone*.

E' un classicissimo detergente corpo, infarcito di sostanze sintetiche, con SLES (sodium laureth sulfate, tensioattivo piuttosto aggressivo per la pelle) al secondo posto. "Con estratto di calendula" è il classico specchietto per allodole: fa sembrare il prodotto naturale, ma se lo è, lo si deve alla scelta dei tensioattivi, non certo per la presenza di calendula...
Per il resto, il DMDM Hydantoin è un conservante che rilascia formaldeide (probabilmente cancerogena), mentre il methylisothiazolinone fa parte di una miscela, purtroppo molto usata, in cui è presente anche il "fratello" methylcloroisothiazolinone; è un potente allergizzante, contenuto inoltre in molti detersivi liquidi.


CIBE LABORATORI
Balsamgel
INCI: Aqua**, carbomer*, propylene glycol*, polyquaternium-7*, triethanolamine*, rosmarinus off.**, urtica dioica**, thymus vulgaris**, aesculus hippocastanum**, hypericum perforatum**, malva sylvestris**, salvia off.**, betula alba**, helychrysum italicum**, hedera helix**, panax ginseng**, hydrolyzed vegetable protein**, acetyl cisteine, pyridoxine HCI (vit. B6)*, PEG-40 hydrogenated castor oil*, ethoxydiglycol, soluble collagen**, aroma, imidazolidinyl urea*, methylparaben*, propylparaben*, CI 42051*.

L'inci di questo prodotto, come quello di quasi tutti i gel per capelli, è un'opera d'arte alla rovescia: perverso.
Il carbomer è un gelificante a base petrolifera; è una resina sintetica, simile al plexiglass, non è biodegradabile in nessun modo, quindi finisce direttamente nella catena alimentare.
Il propylene glycol è un solvente a base petrolifera, più conosciuto come liquido antigelo per radiatori. Sembra che riesca ad esercitare la sua azione solvente anche sulla pelle ("solubilizza" i grassi fisiologici dell'epidermide).
Il polyquaternium-7 è un condizionante ittiotossico (dannoso quindi per la fauna acquatica); il triethanolamine rilascia nitrosammine (cancerogene e forse mutagene); il PEG-40 hydrogenated castor oil e l'ethoxydiglycol sono di derivazione petrolifera (PEG-40 hydrogenated castor oil è ricavato dall'olio di ricino, ma per ogni molecola di olio ce ne sono 40 di ossido di etilene, derivato petrolifero); il soluble collagen è collagene, di origine animale (allora perchè il prodotto è schedato come vegan?); l'imidazolidinyl urea rilascia formaldeide.

Niente male, vero?


LUSH
Candy Candy
(Definito "Sapone per i bambini di oggi e di ieri, delizioso come la più golosa delle caramelle")
INCI: Propylene Glycol*, Acqua (Aqua)**, Sapone di Cuore di Palma (Sodium palm kernelate)**, Sodium Stearate**, Profumo, Colore 77891**, Essenza Assoluta di Vaniglia (Vanilla planifolia)**, Glicerina Vegetale (Glycerine)**, Sale (Sodium chloride)**, EDTA*, Tetrasodium Etidronate*, Colore 18050*.

Beh, il sapone per bambini composto principalmente di antigelo per automobile (il propylene glycol di cui sopra) è semplicemente delizioso.
L'EDTA, inoltre, è un chelante: forma complessi con gli ioni metallici presenti nei cosmetici; "sequestra" dunque i metalli, ma così facendo li rende disponibili per essere disciolti in acqua. Quando i residui di cosmetici finiscono nelle acque, provocano un aumento dei metalli presenti in esse, con conseguente intossicazione della fauna marina.


L'ERBOLARIO
Crema Viso Idratante all'Elicriso e all'Aloe
INCI: Aqua**, C12-20 Acid PEG-8 Ester*, Cetearyl Isononanoate*, Glycerin**, Propylene Glycol*, Glyceryl Stearate**, PEG-90 Stearate*, PEG-100 Stereate*, Helychrysum italicum**, Aloe ferox**, Olea europaea*, Oryzanol, PCA*, Glucose**, urea**, Glutamic Acid**, Lysine**, Glycerin**, Allantoin**, Lactic Acid**, Parfum - Dimethicone**, Imidazolidinyl Urea*, Amynomethyl Propanol*, Disodium EDTA*, Carbomer*, Phenoxyethanol, Methylparaben*, Ethylparaben, Propylparaben*, Butylparaben*, Tocopherol**, Lecithin**, Ascorbyl palmitate*, Citric Acid**, CI 19140*.

L'inci è a dir poco orribile, infarcito di PEG (derivati dal petrolio) e silicone. Inoltre, è pessimo il sistema conservante: Imidazolidinyl Urea (rilascia formaldeide, quindi è potenzialmente cancerogena), Aminomethyl Propanol, Disodium EDTA (come detto precedentemente, solubilizza i metalli pesanti, risultando dunque ittiotossico). Per il propylene glycol e il carbomer, vedi sopra.


NATYR
Olio doccia detergente vaniglia e cannella
INCI: Isopropyl myristate, Oneocarpus bataua*, Bertholletia Excelsa*, MIPA-Laureth sulfate*, Laureth-4*, Cocamide DEA*, PEG-7 Glyceryl Cocoate*, Coceth-7*, PPG-1-PEG-9 Lauryl Glycol Ether*, PEG-40 Hydrogenated Castor Oil*, Glycerin**, Ocotea Quixos*, Camelia Sinensis*, Tocopheryl Acetate**, Parfum.

L'isopropyl myristate, ingrediente altamente comedogeno, è solubilizzato con tre tensioattivi della peggiore razza: MIPA laureth sulfate, cocamide DEA e PEG-40 hydrogenated castor oil (vedi sopra).
Tutti i PEG sono ingredienti di origine petrolifera, così come il Laureth-4 e il Coceth-7.

Una parola ancora sull'ingrediente "parfum", più volte riportato. E' la componente odorosa del prodotto, ottenuto dalla miscela di diverse materie prime (ne sono disponibili circa 6.000, alcune di origine naturale e altre di derivazione sintetica). La maggioranza di queste sono molecole di sintesi, mentre alcune, impossibili da ricostruire, sono sempre di origine naturale (ad esempio il muschio... estratto però da ghiandole di piccoli mammiferi!). Molte profumazioni sintetiche sono pericolose per l’uomo; causano una serie di problemi, dalle allergie a dermatiti o peggio.
Ogni anno l'IFRA (international fragrances association), una società costituita dai profumieri, si dà delle autoregolamentazioni mettendo al bando sostanze di cui sia stata dimostrata la pericolosità, o limitandone la percentuale d’impiego.
Per un elenco di profumi sconsigliabili, cliccate qui.

Interessante, no?


Questa è la lista delle ditte di cosmetici (make-up e igiene della persona) cruelty free riportata da VIVO:
Bema, Cibe, Coop, D'Aymons Naturalerbe, Derbe, Dr Taffi, Fitocose, Flora-Primavera, Gala (Natyr), Haway, Hedera Natur, Helan, Indica, I Serafini, L'Erbolario, Linea Progetto Gaia, Logona, Lush, Montagne Jeunesse, Pedrini, Rebis, Remedia, San.Eco.Vit (Bjobj), Saponificio Gianasso, Vegetal-Progress, W.S. Badger.

Personalmente, alcune di esse le ho depennate da tempo dalla mia personale lista (tra queste l'erbolario, lush - i peggiori ecofurbi presenti sul mercato! - e altri, come coop e natyr, appunto), e mi limito ad acquistare quelle 4 o 5 di cui mi fido, ad esempio Fitocose e Bjobj, che mi risparmiano la fatica di leggere scrupolosamente ogni INCI prima dell'acquisto.

Non serve uno sforzo immenso per usare prodotti verdi dall'inizio alla fine della loro "vita": ci sono marche estremamente affidabili, dalle quali non dovete aspettarvi brutte sorprese; se intendete imparare a interpretare INCI e diciture varie, per orientarvi nelle insidie della cosmeci ecologica ed ecofurba, ho segnalato spesso i mezzi utili per farlo.

Basta cominciare, e vi accorgerete che scoprire di chi fidarsi, e soprattutto potersi fidare del proprio giudizio, è più facile di quello che sembri.


Qualche ringraziamento: a Fabrizio Zago, perché anche se dubito si ricordi di me, ha dato l'avvio a tutto ciò; a Lola, per la competenza e l'implacabilità nei giudizi; a Barbara, per la pazienza, la disponibilità, le continue occasioni di crescita e... il resto; a tutte le spignattatrici che mi hanno aiutata, col loro contributo, a stendere questo intervento.


*La vallata sperduta tra i monti era davvero sperduta tra i monti. I cellulari non prendevano, tranne i Wind, ma soltanto a singhiozzo: non è stato bello accorgersi di avere 40 persone completamente isolate, quando sulla montagna alle spalle del campo è divampato un incendio e il vento ha iniziato a soffiare nella nostra direzione!