29 febbraio 2008

Riepilogo di Febbraio

Pubblico retroattivamente perché mi sono dimenticata di prepararlo per il 29 febbraio...

Ricette: crema di ravanelli, Menù di Pasqua per Vegan3000, Cous cous di miglio, Crema di azuki, Muesli fai da te, Sfogliatella uno e due.

Annunci e segnalazioni: laboratorio latti vegetali, Vegan Training (a Luglio, a Firenze), M'illumino di meno, il blog parallelo.

Altro: Sojafit, Che fine ha fatto il forno solare?

Insomma, poche cose, ma belle intense!

25 febbraio 2008

E così parto....

...per Roma, domani. Il mio unico programma è stare in giro e vedere gente e a dir la verità non so come farò a conciliare tutto, ci sono proprio un sacco di persone interessanti da conoscere! Però l'obiettivo primario è svagarmi, stancarmi e tornare a casa piena di ricordi, quindi va bene così.

Ho dovuto surgelare una quantità di roba vegan che avevo in frigo (okara, tofu, seitan, sour cream e "latticello"), spero di trovarli in buone condizioni al mio ritorno...

Cercherò anche di fare delle fotografie ma vista la scarsa durata delle batterie della digitale... chissà!

Ci rivediamo tra qualche giorno! :)

24 febbraio 2008

Crema di ravanelli

I ravanelli rientrano in quella parte del mondo vegetale che istintivamente giudico come "non commestibile", accanto al 90% delle verdure da mangiare crude. Dato però che me ne sono trovata in casa un mazzetto ho deciso di provare a cuocerli e il risultato mi è piaciuto molto!

Ingredienti: ravanelli, 1/2 cipolla piccola, olio EVO, amido o farina per addensare.

Lavate i ravanelli e mondateli; tagliateli in due e lessateli in acqua bollente finché diventano teneri. Si possono cuocere anche le foglie!
Passateli al passaverdure o frullateli aggiungendo un po' di acqua di cottura. Se Tarty ha bevuto dall'acqua di cottura dei ravanelli (che avete quindi dovuto buttare), diluite con brodo di dado o panna vegetale...
Riscaldate qualche cucchiaio di olio in un pentolino, soffriggete la cipolla tritata finemente e poi aggiungete la crema di ravanelli e un cucchiaio di amido o farina. Fate addensare per qualche minuto, mescolando perché non attacchi; versate poi l'acqua di cottura o la panna diluendo un po' e tenete al fuoco per una decina di minuti.
Usando il brodo o l'acqua di cottura viene più fluida, mentre con la panna rimane proprio densa.

23 febbraio 2008

22 febbraio 2008

Sojafit

SOJAFIT - SOYA MILCH MACHINE
Dati tecnici:
Voltaggio 230V
Frequenza 50Hz
Motore da 300 watt
Forza di riscaldimento 800 watt

Capacità: 1500ml-1800ml (ci sono due tacche sulla brocca)
Capacità fagioli secchi: 100g (c'è un misurino apposito per i semi)
Controllo con micro-computer, quattro lame di acciaio, contenitore e filtro di acciaio.
Comprata su E-bay, dalla Germania, pagata 69 euro con consegna velocissima (pagata il lunedì, mi è arrivata giovedì a pranzo!).

Si presenta come la vedete nella foto (poi ne farò di mie da aggiungere al post), se sollevate la parte superiore (il cervellone elettronico) vedrete sporgere da essa la lama per triturare i semi, un sensore per la temperatura, uno per il livello dell'acqua, un affare che credo sia la resistenza per scaldarla e il filtro dove si inseriscono i semi da spremere. La carica è dall'alto, attraverso una feritoia apposita che conduce al "cestello filtro".

Mi è arrivata con le istruzioni d'uso (in tedesco e in inglese) e un foglietto con le istruzioni per fare i vari tipi di latte vegetale (in tedesco - Yariiiiiii, tu il tedesco lo conosci veroooo?), compresi quelli di semi. Ad altre persone so che è arrivata senza istruzioni... In compenso la mia ha un filtro solo, mentre alcune ne hanno due (uno per la soia, più fitto, e uno per i semi)!

Ieri ci ho preparato il latte di soia ed effettivamente, come mi diceva un'amica, da bere non è il massimo, ma è molto meglio di quello fatto in casa (io poi lo uso quasi solo per cucinare o per trasformarlo, quindi sono contenta ugualmente!).
Non so dirvi se con altre macchine è "oggettivamente" migliore o se sono io ad avere gusti difficili; forse devo fare un po' di pratica e di esperimenti tecnici per migliorarne la qualità.

E' veloce (circa 20 minuti per il latte di soia), silenziosa, non troppo difficile da pulire (a differenza del caos che facevo, a mano, con le pentole...); la carica dall'alto è molto comoda, però bisogna ricordarsi di non toccare il corpo della macchina quando è accesa, perchè scotta!
Ha il programma a parte per i semi, che spreme a freddo; ne ha due per la soia, uno per quella secca e uno per quella reidratata... la soia viene spremuta a caldo, attraverso quattro cicli successivi di riscaldamento e triturazione. L'okara risultante dal procedimento è finissima.
Insomma, per adesso mi ritengo soddisfatta!

Informazioni generali sulle macchine per il latte vegetale: thread sulla macchina per latte vegetale (su forumetici, con link ulteriori).

21 febbraio 2008

Mi sono comprata la Sojafit

Eh sì, c'ho la macchina per il latte di soia. E a giudicare dal doppio bip ha appena finito il primo ciclo.

Vado a controllare il risultato!

20 febbraio 2008

Menù di Pasqua per Vegan3000

Quest'anno vi proponiamo un menù "rustico",
ma anche fresco e leggero,
perché il periodo di Pasqua coincide sì
con quello del risveglio primaverile,
con il distacco dall'inverno,
ma
il legame con la terra ancora permane...



Menù di Pasqua
dosi per 4 persone

a cura di Vera Ferraiuolo
http://veruccia.blogspot.com


per www.Vegan3000.info


Vellutata di sedano

200 g di sedano fresco e sodo
1 cipolla
1/2 litro d'acqua
2 cucchiai di farina
2 cucchiai di olio extravergine d'oliva
panna vegetale q.b.

Lavate e mondate il sedano, eliminando i filamenti delle coste; tagliatelo a pezzettini e lavate accuratamente anche le foglie.
Portate l'acqua a bollore con mezzo cucchiaino di sale fino e cuocetevi gambi e foglie di sedano per circa 30 minuti.
Mondate la cipolla e tritatela finemente; soffriggetela per qualche minuto nell'olio ben caldo, poi incorporate la farina, mescolando per non formare grumi.
Diluite con la metà circa dell'acqua di cottura del sedano e mescolate bene per 10 minuti.
Passate le coste e le foglie al passaverdura o nel frullatore, aggiungete la crema al brodo e mescolate accuratamente lasciando cuocere per 10 minuti. Aggiungete quindi panna vegetale a piacere e servite dopo altri 10 minuti di cottura.
Se preferite un piatto più "fresco" e giocato sui contrasti, sostituite la panna vegetale con yogurt di soia al naturale.


Crespelle di farro ai cuori di carciofo

Per le crespelle
300 g di latte di soia al naturale
150 g di farina di farro
50 g di farina di ceci
1 cucchiaino di sale
1 cucchiaio di olio extravergine d'oliva

Per il ripieno
4 carciofi
il succo di un limone
prezzemolo tritato

Lavate i carciofi e mondateli delle foglie esterne e delle punte più dure; tagliateli a spicchi e metteteli a bagno in acqua e succo di limone per 20 minuti.
Scaldate l'olio, sgocciolate e strizzate i carciofi, soffriggeteli per un paio di minuti e poi aggiungete acqua a sufficienza per coprirli, portando a bollore.
Nel frattempo, mescolate le due farine, unite il latte, il sale, l'olio, sbattete con una frusta e lasciate riposare per circa un'ora.
Quando i carciofi saranno teneri, sgocciolateli e frullateli in una crema non troppo liscia.
Cuocete le crespelle lasciandole sottili, disponetevi il ripieno, coprendo col prezzemolo tritato, ripiegate e infornate a 180°C per circa 20 minuti.
Anche qui, se preferite, potete aggiungere alla purea di carciofi un cucchiaio di yogurt di soia al naturale.



Arrosto di lenticchie rosse

150 g di lenticchie rosse secche
150 g di pane raffermo
100 g di acqua
5 cucchiai di salsa di pomodoro
1 cipolla
20 g di pane grattugiato

Lavate le lenticchie e mettetele a mollo per la notte.
Cambiate l'acqua e cuocetele, senza sale, insieme alla cipolla lavata e affettata, per circa 30 minuti.
Nel frattempo, mettete a bagno il pane con l'acqua e la salsa di pomodoro, strizzando poi bene e sbriciolando la mollica con le dita.
Scolate le lenticchie e passatele al passaverdure; mescolate la purea con il pane, il pan grattato, sale quanto basta ed eventualmente aromi a piacere.
Date all'impasto la forma di un polpettone e infornatelo per circa 40 minuti a fuoco moderato.


Patate al limone alla Yari

500 g di patate
1 limone
4 cucchiai di olio extravergine d'oliva
1 cucchiaino di dado vegetale solubile
1 cucchiaino di rosmarino secco
1 cucchiaino di salvia secca

Lavate, pelate e tagliate a spicchi le patate; cuocetele al vapore finché iniziano ad ammorbidirsi e mettetele da parte.
Nel frattempo mescolate l'olio, il succo del limone, il dado granulare e le erbe; versate sulle patate ed amalgamate bene.
Infornate per circa 30 minuti girando a metà cottura.

Cipolline alla greca

400 g di cipolline
2 cucchiai di olio extravergine d'oliva
3 cucchiai di malto
1 cucchiaio di aceto di vino
1 cucchiaio di salsa di pomodoro
sale e pepe


Lavate e pelate le cipolline e sbollentatele per qualche minuto.
Scaldate l'olio e cuocetevi le cipolline finché saranno morbide e dorate. Cospargete con il malto, poi versate l'aceto e mescolate bene.
Aggiungete la salsa di pomodoro, tenendo a fuoco alto per 5 minuti, aggiustate di sale e pepe e poi lasciate raffreddare.

Coppette di grano

80 g di grano in chicchi
una manciata di frutta secca a scelta (prugne, albicocche, fichi, uvetta...)
1 chiodo di garofano
2 cucchiai di noci tritate

Le coppette vanno preparate con qualche ora di anticipo.

Mettete a bagno il grano per la notte, e poi la frutta disidratata per un'ora. Versate il grano in una pentola col chiodo di garofano e coprite d'acqua a filo; portate a bollore e cuocete per circa 40 minuti, col coperchio, a fiamma bassa.
A questo punto, togliete il chiodo di garofano, unite la frutta secca sminuzzata e cuocete per altri 25 minuti.
Quando il grano si sarà ammorbidito, toglietene qualche cucchiaiata, frullatela con poca acqua di cottura e riunitela al resto; cuocete per altri 10 minuti.
Ponete a raffreddare e al momento di servire, cospargete con panna montata o, se preferite, yogurt al naturale sgocciolato, e guarnite con i gherigli di noce.

Nota: Tutte le portate sono state calcolate per 4 persone... riproporzionate le dosi se necessario!



Questa volta ho deciso di non impazzire in cucina, preparando molte meno portare rispetto al menù di Natale... Sono riuscita a preparare tutto nella mattinata (anche se le coppette di grano sarebbe meglio farle la sera prima) ed era davvero gustoso; in particolare mi ha sorpresa la vellutata di sedano, buonissima, specialmente se considerate che a me il sedano non piace (che l'hai preparata a fare? direte voi... dovevo mettermi alla prova, no?).
Niente in particolare da segnalare, a parte ovviamente i soliti inconvenienti (gatto che cammina nel lavello, madre che lava il frullatore prima che io abbia finito di usarlo, eccetera); la mia famiglia ha apprezzato e mi ritengo abbastanza soddisfatta.
Potete scaricare il pdf con le immagini qui.

Mi sarebbe piaciuto preparare anche un menù afrodisiaco per San Valentino, ma quanto sarebbe stato triste poi mangiarmelo da sola?
Fortunatamente in quei giorni lì stavo preparando un esame (...anche adesso in teoria dovrei prepararne uno ma credo che comincerò domani, mi sono alzata decisamente col piede sbagliato...) quindi non ho potuto, ma per l'anno prossimo... credo che lo farò, dovessi essere costretta a mangiare tutto io!

19 febbraio 2008

VEGAN TRAINING - Firenze luglio 2008

VeganTraining - 30 giugno / 6 luglio 2008 - Firenze

Organizzato presso il Rifugio Valnera di Marradi (FI), il Vegan Training è una vacanza seminario di sette giorni, immersi nella natura, dove si potranno approfondire le conoscenze teorico-pratiche riguardo ai vantaggi dell'alimentazione vegan, utili anche per la divulgazione agli altri.
I corsi, tenuti da esperti di nutrizione di tutta Italia, provenienti da Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana, fra cui la Dr.ssa Luciana Baroni, neurologa, geriatra, nutrizionista esperta in alimentazione vegetariana e presidentessa dell'associazione, saranno correlati a dimostrazioni di cucina vegan-biologica, in maniera da mettere a punto le competenze acquisite dai partecipanti.
Inoltre, l'impianto è dotato di campi da pallavolo, tennis e calcetto per momenti liberi che certamente non mancheranno!

Ecco il programma di massima:
- Alimentazione vegan in età adulta (VegPyramid) + corso di cucina
- Alimentazione vegan in gravidanza + corso di cucina
- Alimentazione vegan durante allattamento e svezzamento + corso di cucina
- Alimentazione vegan nell'età dello sviluppo + corso di cucina
- Alimentazione vegan per gli anziani + corso di cucina
- Alimentazione vegan e sport + corso di cucina
- Alimentazione vegan e intolleranze (al nichel, celiachia, ecc.) + corso di cucina
- Psicologia della nutrizione
- Ecologia della nutrizione
- Campagne di informazione vegan
- Imparare a leggere le etichette e scegliere gli alimenti
- Medicina naturale

Nonostante l'ampio spazio disponibile, ovviamente la struttura non è illimitata: il numero massimo di partecipanti si fermerà quindi a 100 iscrizioni e si raccomanda di prenotare il prima possibile, comunicando il numero di persone ed eventuali animali e specificando se si e' dotati di tenda. Una volta verificata la disponibilità, si potra' confermare la prenotazione versando la relativa quota.
Vista la finalità dell'iniziativa a puro scopo divulgativo, i costi, dovendo rappresentare una semplice copertura delle spese organizzative, saranno molto bassi, 80 euro a persona TUTTO INCLUSO (pasti compresi), mentre i minori di 15 anni (uno per famiglia) e gli animali potranno accedere gratis!
Il seminario e' organizzato da Gianfranco Longo, attivista vegan e moderatore del forum di Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana, in collaborazione con la Fondazione ValleVegan.
L'organizzatore si impegna a versare eventuali avanzi di gestione ad associazioni promotrici della scelta vegan.
Per eventuali notizie o referenze sul suo conto potete contattare la Segreteria di Redazione di SSNV scrivendo a info@scienzavegetariana.it.

Per informazioni e prenotazioni: Gianfranco 335.6147857, seitanterzo@yahoo.it

Riguardo al versamento della quota di iscrizione, saranno comunicate in privato le modalita' al momento della prenotazione.
I dettagli del programma, riguardanti corsi, orari ed elenco dei relatori verranno comunicati nelle prossime settimane.

Fornitore ufficiale: GaiaTerra soc. coop. prodotti Bio-Vegan, consegne in tutta Italia - www.gaiaterracoop.blogspot.com

Gianfranco ci tiene a specificare che la somma di 80 euro non è giornaliera ma settimanale!
Io probabilmente non ci sarò (che novità!) perché sarò impegnata con gli esami (che novità anche questa!) però chissà, magari succede un miracolo... Ma forse è mglio così, mi è già stato annunciato che il mio posto sarebbe in cucina, sfruttatori maledetti!
Ne approfitto anche per segnalarvi la cooperativa GaiaTerra, che si trova in Sicilia (Via Quattrociocchi 143, Bagheria, Palermo), e vende prodotti alimentati biologici e locali, vegan, per celiaci, cosmesi, detersivi e cancelleria ecologici, prodotti del commercio equo e solidale, libri, candele, incensi e olii essenziali... anche per corrispondenza.
Buona fortuna a Daniele, Antonella e "socio"!

18 febbraio 2008

La cuoca petulante e M'illumino di meno

Volevo partecipare, ma sto attraversando un periodo di stasi con il blog perché sono troppo assorbita da altri progetti per postare e/o cucinare.

Però tante altre persone l'hanno fatto e alle condizioni stabilite, quindi... andate a leggere!

15 febbraio 2008

Cercasi ricette con pasta madre e senza macchina del pane...

...se ne avete o se ne conoscete, segnalatemele!

Nel frattempo mi sto facendo una cultura su cookaround...

14 febbraio 2008

Sfogliatella

Ed eccoci qua. Non sarà perfetta esteticamente (ho sempre qualche problema col forno e con la doratura...) ma il sapore era ottimo.
Per la ricetta mi sono basata sulle due presenti sul blog Swan Cake, rivisitate in chiave vegan.

Per circa 25 sfogliatelle.
Per la sfoglia: 500 g di farina 0 (ho usato la manitoba), 200 g di acqua, 20 g di malto, 5 g di sale.
Per ungere la sfoglia: 100 g di margarina di soia.
Per la farcia: 400 g di acqua, 1 pizzichino di sale, 150 g di semolino, 150 g di ricotta di soia, 150 g di zucchero di canna, vanillina, 80 g di canditi.

La sfoglia.
Mescolate tutti gli ingredienti (tranne ovviamente il burro di soia) e lavorateli molto a lungo, per almeno 20 minuti: l'impasto, inizialmente durissimo, si ammorbidirà man mano. Smettete solo quando sarà diventato liscio, compatto e abbastanza morbido.
Spennellatelo con un po' di burro di soia e lasciatelo riposare in frigorifero per tutta la notte.

Il ripieno.
Portate a bollore l'acqua con il sale e lo zucchero (quello di canna altrimenti si scioglie con difficoltà), versate il semolino a pioggia e sbattete con una frusta per non far formare grumi. Lasciate cuocere per 7 minuti e spegnete. Quando si sarà raffreddato, unite gli altri ingredienti e mescolate bene. Lasciate riposare anche il ripieno per la notte.

Lavorazione della sfoglia.
Stendete l'impasto col matterello cercando di allungarlo; quando sarà abbastanza sottile passatelo nella sfogliatrice, fino all'ultima tacchetta. Fate attenzione a non bucare la pasta e cercate di allargarla con le mani fino a renderla sottilissima (avete presente la pasta strudel?). Quando avrete ottenuto un nastro lunghissimo e sottile di pasta, spennellatelo col burro e arrotolatelo. Otterrete un cilindro di circa 5 cm di diametro.
Fatelo riposare per circa mezz'ora, poi tagliatelo a fette larghe 1.5 cm e formate le sfogliatelle.

Formare le sfogliatelle.
Prendete una fetta di pasta alla volta, ponetela nel palmo della mano e fatela scivolare, premendone il centro, fino a creare un cono. Le sfoglie devono scorrere una sull'altra, ma non separarsi. Farcite col ripieno, chiudete la sfogliatella, infornatele a 200° su carta forno per circa 20 minuti. Spolverate poi con zucchero a velo.
E' molto più facile se guardate il procedimento (la foto è presa dal blog di Carmen):

13 febbraio 2008

Migliouscous (cous cous di miglio)

Finalmente ho fatto fuori un avanzo di miglio che giaceva nella dispensa da non so quanti mesi (miracolosamente non ancora scaduto, wow!), e sì, sono così scema da aver dato a questa ricetta il nome di migliouscous.

Ingredienti per 4 persone: 300 g di miglio, 100 g di ceci secchi (messi a bagno per una notte e scolati), 1/2 cipolla, 2 patate, 2 carote, 2 pomodori (vanno bene anche i pelati, visto il periodo dell'anno), 3 cucchiai di olio extravergine d'oliva, 1 cucchiaio di sale fino, 1 cucchiaino di pepe nero in polvere, 2 spicchi d'aglio, mezzo cucchiaino di cannella in polvere, una bustina di zafferano, 1 litro d'acqua.

Mettete a bagno i ceci secchi per la notte, poi scolateli. Tritate cipolla e aglio; sbucciate e spezettate patate e carote; tagliate in spicchi i pomodori.
Tenete a bagno il miglio per circa 30 minuti; sciacquatelo in un colino dai buchi molto piccoli; versatelo in una insalatiera e mescolatevi un cucchiaio di olio e un pizzico di sale.
In una pentola alta e capiente riscaldate l'olio; aggiungete l'aglio, la cipolla, il sale e le spezie: cannella, zafferano, pepe. Dopo 5 minuti versate l'acqua, possibilmente già calda, e portate a bollore; aggiungete poi tutte le verdure e i ceci.
Rimettete il miglio nel colino e poggiatelo sulla pentola per 15 minuti, coprendo con un coperchio, in modo da cuocere i grani al vapore; poi versatelo nella terrina, aggiungete 200 ml d'acqua, un cucchiaio di olio e del sale. Lasciate riposare per 10 minuti, poi rimettete sulla pentola per 15 minuti. Ripetete questa operazione per tre volte in tutto.

Al termine, il miglio e le verdure dovrebbero risultare cotti al punto giusto; versate nei piatti aggiungendo le verdure tagliate a pezzi, e coprendo col brodo di cottura.

Per ricette più estive, leggete qui.

11 febbraio 2008

Olè, olè olè olè

Andato un altro esame. Per questo semestre è il penultimo.

Ora mi concedo qualche giorno di vacanza, poi esame, e poi taaaanta vacanza. Vorrei anche partire e andare in giro per l'Italia, quindi potete iniziare a scazzottarvi per sapere chi avrà l'onore di ospitarmi!

Domani vorrei cucinare qualcosa... negli ultimi giorni ho avuto scarse occasioni di farlo. Speriamo!

07 febbraio 2008

Non mi sto girando i pollici....

...lavoro nell'ombra, io!
Nello specifico sto lavorando al blog parallelo a questo, che avrà funzione di archivio. A ciascun argomento sarà dedicato un singolo post da aggiornare se l'occasione lo richiede: niente più etichette né corse su e giù per la pagina...
E' ancora mezzo vuoto, mettere insieme tanti interventi diversi richiede molto lavoro, per accorpare tutto, integrare le nuove informazioni ed eliminare quelle non più valide... ma il risultato merita lo sforzo!

Col tempo sarà più chiara la struttura particolare che vorrei dare al blog, ma per adesso ci sono solo due argomenti... man mano inserirò gli altri!

05 febbraio 2008

Che fine ha fatto la sfogliatella?

Eh lo so, ogni tanto l'erogazione di informazioni sui miei esperimenti termina misteriosamente; sono evidenti i tentativi di insabbiamento di siffatte mostruosità, ma spesso c'è qualcuno che se lo ricorda e non me la fa passare liscia!

Che fine hanno fatto le mie sfogliatelle? Beh, sono allegramente finite nel pancino mio e di mamma (7-8 nel mio, 4-5 nel suo) in quanto ottime, ma non esenti purtroppo da incidenti di percorso.

Innanzitutto, ho seguito le ricette di Carmen postate sul blog Swan Cake (uno e due), fatte le debite sostituzioni. La più eclatante riguardava l'ingrediente per spennellare la sfoglia: probabilmente neanche da onnivora avrei usato la sugna, quindi ho provato con il burro di soia. Il risultato è stato buono, solo che alla fine è riuscito un po' salato...
Va beh, lasciamo stare per ora gli ingredienti, devo rifare tutto e perfezionarmi; per oggi vi spiego cosa è andato storto.

Mi sono massacrata per impastare la sfoglia, resistendo per ben venti minuti (il mio record personale, credo) a lavorare instancabilmente quel composto durissimo...
Ho eseguito delle acrobazie mai viste per stenderla, tutta sola, passandola nella macchina della pasta, dalla tacca 7 alla numero 1 (nelle tacche intermedie l'ho dovuta anche passare per due volte). Alla fine la sfoglia era più lunga del tavolo e devo aver utilizzato il terzo braccio estendibile per reggerla contemporaneamente alla fine del tavolo, davanti alla macchina per la pasta (uscita) e dietro la macchina suddetta (entrata). Anzi no, mi sa che le braccia erano quattro: la mano che girava la manovella dove la mettete?
La prossima volta schiavizzo mamma come manodopera, è sicuro.

Miracolosamente la pasta è diventata quasi trasparente e non si è bucata e tutto procedeva alla perfezione, se non che quando l'ho estratta, arrotolata, fuori dal frigo, si era appiccicata tutta diventando quasi un monoblocco.
Mi sa che l'ho lasciata in frigo per troppo tempo... più di mezza giornata... insomma, tagliando il rotolo a fette si vedevano ancora le strisce sovrapposte, ma alcune si erano proprio appiccicate. Sono riuscita ugualmente a farle scorrere, formando tante conchiglie, ma sono venute molto corte e troppo spesse.
Poi ho anche dimenticato di mettere la carta da forno, così sotto si stavano bruciando mentre sopra non erano ancora dorate; e la sfoglia era stranamente salata, ma nell'impasto di sale ce n'era un pizzico, quindi devo dedurne che il burro di soia fosse salato, anche se non mi sembrava proprio.

Per essere la prima volta, poteva andare peggio!

PS: scusate, ho scritto in una lingua che corrisponde all'italiano piuttosto vagamente, ma sono molto stanca!

04 febbraio 2008

Che fine ha fatto il forno solare?

Forse qualcuno di voi se l'è chiesto, visto che ero partita sparatissima col mio prototipo e poi non ne avete avuto più notizie...
Il mistero è presto svelato: non sono riuscita a trovare una vernice atossica per colorare di nero la pentola e così mi sono demoralizzata. Volevo provare a usarlo lo stesso inserendovi la pentola non verniciata, ma ero così presa dagli esami che mi dimenticavo sempre di preparare il cibo finché la mattinata ormai era troppo inoltrata per preparare il pranzo. E poi, vi assicuro, faceva troppo caldo per uscire sul balcone dopo le 9 del mattino.
C'era un sole che spaccava le pietre; camminando scalza per casa, mi dimenticavo di mettere le ciabattine e mi ustionavo le palme dei piedi. Non era per niente divertente.
Ma ho avuto la prova che il napoletano è un'ottima zona per usare la cucina solare. Quando ho preparato i peperoncini verdi sott'olio, li ho tenuti a seccare al sole; nell'arco di 12 ore, da verdi sono diventati mezzi rossi; nell'arco di 32, hanno iniziato a bruciare (sono diventati marroncini). Poi mi sono dimenticata il forno esposto ai raggi del sole e quando, per prova, ho aperto lo sportello, beh, avrei giurato che dentro ci fossero più di 100°.

Purtroppo la mia ricerca di vernice atossica non ha ancora dato risultati, spero di approdare a qualcosa prima dell'estate perché non voglio farmi trovare impreparata: se il forno mi ha cotto una ciotola di riso, in mezza giornata, ad aprile, non oso immaginare cosa avrei potuto farci in piena estate!

Vi segnalo questi due post sul blog comida de mama (uno e due), in tema di solar oven, e riporto la vostra attenzione su una pagina, in italiano, dedicata alla cucina solare parabolica. E' quella di Andrea Spurio (contenente però foto ad Alto Contenuto Carnivoro), che ospita una galleria di foto della cucina parabolica, con la quale la cottura avviene come su un normale fornello di casa, con pentole normali (meglio se con fondo nero), raggiungendo una temperatura di 180/200°.
Andrea mi ha detto di avere anche costruito un forno solare ad assorbimento (quello a scatola insomma), in cui la cottura avviene più lentamente, ma la superficie a disposizione è paragonabile al forno di casa, permettendo quindi di cucinare grandi quantità di cibo ad una temperatura di 130/150°.

Altri link li trovate nel blog; se avete suggerimenti sulla vernice atossica, fatemelo sapere!

03 febbraio 2008

Mi sto riorganizzando

Sh, non lo dite a nessuno! Mi sto godendo tre meravigliosi giorni di festa prima di iniziare a preparare il penultimo esame del semestre... e sto per andare a preparare le sfogliatelle (vegan ovviamente), sono a dir poco terrorizzata! Mentre io fravico e sfravico in cucina, rendetevi utili per me!

Il 22 marzo il blog compie gli anni, due per l'esattezza.
Tralascio commenti struggenti sulla mia permanenza in rete da quella data in poi (ma non temete, li tralascio solo fino al 22 marzo!), e mi concentro sulla notizia.
Ho intenzione di aggiornare il cd di ricette vegetariane che avevo realizzato a sostegno dell'ADDA (info qui e qui), aggiungendovi sostanzialmente le migliori ricette realizzate nel corso dell'anno; ma sto anche valutando l'idea di inserire proprio tutte le ricette, comprese quelle non fotografate (...sarebbe una faticaccia terribile! ).
Anche i materiali allegati, e i link, saranno da aggiornare... quindi in sostanza, se avete proposte, fatevi avanti. Qualsiasi suggerimento, su qualsiasi aspetto della presentazione, è bene accetto, soprattutto da parte di coloro che il cd lo hanno ricevuto, e quindi possono parlare per esperienza! Per favore, è importante, anche solo per dire "va bene così".

02 febbraio 2008

Muesli fai da te

Il latte di soia a colazione non mi piace molto. Purtroppo mi provoca una certa acidità e lo trovo difficile da digerire... preferisco mangiare della frutta fresca! Ma non sempre posso farlo: se devo restare fuori casa per tutta la mattina, sento il bisogno di qualcosa di più sostanzioso.
Ultimamente, ho riscoperto con passione il muesli, ma non quello "plastificato" del super... bensì, il muesli autoprodotto! E' semplicissimo da preparare e ci potete mettere quello che vi va. Io, il mio, lo faccio così...

Ingredienti: fiocchi d'avena (d'obbligo), frutta secca (nocciole o altro a piacere), frutta essiccata (uvetta passa, albicocche secche) e se proprio voglio strafare, cioccolata (meglio ancora se è ai cereali!).
Frantumate la frutta secca (va bene sia fresca o, se non la trovate, tostata), spezzettate con un coltello quella essiccata e grattugiate o spezzettate la cioccolata. Le proporzioni variano a seconda dei gusti personali! Mescolate il tutto e conservatelo in un barattolo di vetro.

Conviene farne poco per volta perché la frutta secca altrimenti rischierebbe di deteriorarsi, ma è così buono che finisce in fretta! Io lo mangio così, a cucchiaiate, oppure con un pochino di malto... vorrei provare a fare delle barrette di frutta secca e malto, chissà se infornandole verrebbero bene...
Privilegiate ingredienti biologici, se necessario del commercio equo (per quelli esotici) o al contrario, di produzione locale (albicocche essiccate sul balcone!).

01 febbraio 2008

Crema di azuki

Una volta tanto, qualcosa di dolce che non contenga quantità letali di zuccheri e grassi.
La verità è che non sono brava a fare i dolci, non lo ero nemmeno quando li facevo vegetariani, con tutte le uova, il burro, il latte del caso. Non mi sono mai spiegata perché. Adesso sono migliorata, ho imparato a preparare torte e biscotti vegan che sono una vera bomba, ma se appena provo a mettere meno zucchero o meno grassi, diventano mattonelle amarissime.
Quindi, ho pensato di cambiare completamente strada: partendo, cioè, da dolci già in partenza poveri di grassi e zuccheri.

L'idea di preparare la crema di fagioli azuki ce l'avevo da un po', poi mi sono convinta definitivamente leggendo un thread sulla cucina giapponese su SCTS. Sono andata in erboristeria e gli azuki hanno iniziato a sussurrare il mio nome dall'alto dello scaffale... non ho potuto resistere. Dovevo sperimentare con le mie papille gustative questo apparente ossimoro: fagioli dolci.

A dir la verità, assaggiandoli semplicemente dopo averli lessati non è che siano dolcissimi, non più dei cannellini lessi, però, poi...

Ingredienti: 100 g di azuki secchi, 40 g di zucchero di canna, un pizzico di sale.
Mettete a mollo i fagioli per la notte, poi gettate via l'acqua e cuoceteli in acqua pulita (il doppio del volume dei fagioli) per 30 minuti in pentola a pressione. Aggiungete il sale e lo zucchero e tenere a fuoco moderato facendo asciugare un po' il liquido di cottura.
Se preferite, passate i fagioli al passaverdure per ottenere una crema, ma potete anche solo (ehm, non mi viene il corrispettivo elegante di scamazzarli) schiacciarli con un cucchiaio.

Come dicevo, assaggiandoli dopo averli lessati non sono molto dolci, però una volta aggiunto lo zucchero (che rispetto al volume finale dei fagioli è pochino - ho dovuto diminuire le dosi mentre scrivevo la ricetta) diventano dolcissimi!