30 maggio 2006

Riepilogo: Maggio

Questa sera la webmistress ha le ovaie imbizzarrite...
Quindi non posterà nulla e temo non bloggerà neanche domani.
Però vi vuole bene, a tutti quanti... godetevi il riepilogo di Maggio e controllate di non esservi persi nulla di eclatante.

Ecco le ricette inserite nel blog nel mese di maggio:
Germogli di lenticchie, latte di mandorle 2, seitan e croccante 2, seitan allo zenzero e sesamo, spiedini verdi, hummus, pane pita 1 e 2, frittata di ceci, latte di sesamo, frittata di ceci 2, melanzane e zucchine, tofu impanato, verdure semplici e buone: i peperoni, frittelle di fiori di zucchina, zuccotto autunnale, paella vegan.

Ecco gli altri post inseriti:
Esfoliante alla crusca, impacco al lino uno due e tre, dispensa sulla cosmesi fai-da-te, forum capelli di fata, lettera ai vegetariani.

Da visitare questo mese: il sito di Dafne dedicato alla cura dei capelli lunghi, e il sito di Barbara dedicato alla cosmesi consapevole.

Questo è il riepilogo Aprile/Marzo.

29 maggio 2006

Paella di terra

In rete si trovano circa un milione di ricette di paella vegan, più o meno differenti tra loro; quello che hanno in comune è la presenza di fagiolini, peperoni, piselli e spezie, per il resto sembra che ci si possa mettere dentro di tutto. Un mio amico la cui nonna è spagnola DOC mi ha confidato che in effetti non esiste una ricetta davvero standard, per cui sentiamoci legittimati ad inventare secondo le preferenze!
Dopo vari esperimenti, ho identificato la mia ricetta preferita e ve la propongo. Sappiate che è praticamente impossibile preparare una paella per meno di 4 commensali... a meno che non vogliate riempire il frigorifero di verdure tagliate a metà o mangiare paella per una settimana. Io vi ho avvertiti. ^_^

Dato che si usa una gran varietà di verdure, cercate di sceglierle piccole per non trovarvi nella condizione di poter sfamare un reggimento. Ingredienti: 1 peperone rosso, 1 peperone giallo, 1 manciata di fagiolini, 1 melanzana, 1 zucchina, 1 manciata di piselli al naturale, 1 manciata di fagioli di Spagna, pomodorini da sugo, 1 cipolla, abbondante aglio, zafferano, pepe, peperoncino, acqua o brodo vegetale, 50g di riso a testa, sale, olio extravergine d’oliva.
Lavate e mondate le verdure. Tagliatele a pezzettini separatamente (i peperoni a quadretti, la melanzana e la zucchina a dadi, i pomodori a filetti, i fagiolini a pezzi).
In una padella bassa e larga scaldate l’olio e soffriggetevi aglio e cipolla tritati. Aggiungete poi le verdure mano a mano secondo i tempi di cottura: melanzana, zucchina, fagiolini, peperoni, pomodori. Per i legumi, regolatevi a seconda che siano freschi o surgelati, o in barattolo precotti.
Nel frattempo, scaldate un volume d’acqua o brodo pari a due volte quello del riso.
Quando le verdure sono appassite, toglietele dalla padella e versatevi il riso; quando è ben unto aggiungete nuovamente le verdure, sale e l’acqua o il brodo. Non bisogna mescolare: abbassate la fiamma al minimo e lasciate cuocere per 20-30 minuti, finché l’acqua è stata assorbita completamente dal riso. Prima del termine della cottura, aggiungete lo zafferano sciolto in un dito d’acqua. Servite cosparso di succo di limone, pepe, peperoncino e prezzemolo tritato, dopo aver lasciato riposare per qualche minuto (meglio ancora servirlo tiepido).

P.S. Va bene, lo so che la foto dello zuccotto faceva proprio schifo, ma sarebbe stato carino lasciare un commento per dire “Vera, quello zuccotto fa schifo!”. Mi sento abbandonata. >_<

28 maggio 2006

Zuccotto autunnale

Lo so, lo so che non è ancora arrivato l'autunno (e meno male: devo fare il pieno di verdure estive per poter poi pacificamente entrare in letargo), ma avevo voglia di preparare questa ricetta tratta da uno dei miei nuovi libri di cucina veg e non ho resistito alla tentazione (le magie del freezer: frutti di bosco in qualsiasi stagione!).

Gli ingredienti sono: 900g tra frutti di bosco, mele e pere (preferibilmente dolci); 150g di zucchero di canna; cannella; 225g di pane a fette senza crosta.
In un tegame sistemate la frutta, lo zucchero, la cannella e 1dl d'acqua, mescolando fino al bollore. Tenete sul fuoco per 5-10 minuti, finchè la frutta sarà mordiba ma non disfatta.
Nel frattempo, rivestite uno stampo da budino con le fette di pane, sovrapponendole accuratamente; versate la frutta nello stampo e coprite con le fette restanti.
Coprite lo stampo con un piatto, rovesciatelo e lasciate raffreddare. Tenete in frigorifero per qualche ora fino al momento di servire.
E' ottimo insieme al gelato alla vaniglia.

N.B. ovviamente lo zuccotto dovrebbe avere un colore uniforme... sono io che ho messo troppo poco liquido di cottura per cui sopra mi è rimasto asciutto... uffa!

26 maggio 2006

Frittelle di fiori di zucchina

Dunque... premesso che questo non è certamente il piatto più salutare del mondo, è un dato di fatto che è buono. Molto buono...
Per cui su, ogni tanto ce lo possiamo concedere, no? Non sarà certo questo a mandarci nella fossa, a meno che vi strozziate con la pastella o un camion vi metta sotto mentre andate a comprare i fiori di zucca (il film La città degli angeli insegna); insomma stateci attenti ma mangiatevi tutte le pizzette, fino all'ultima.

Ingredienti... premesso che di solito le prepara mamma perchè io ho una gran paura dell'olio bollente (tende a schizzarmi spaventosamente vicino agli occhi, non so perchè), dovrebbero essere questi: 250g di farina, mezzo cubetto di lievito fresco, acqua q.b., sale e fiori di zucchina a piacere.
I fiori di zucchina dovrebbero essere grandi, dai colori forti, e sodi. Puliteli con un coltello, eliminando la base verde e dura. Eliminate anche l’eventuale pistillo, e sciacquate i fiori dalle impurità. Asciugateli bene e spezzettateli.
Sciogliete il lievito in poca acqua calda, versatelo sulla farina, in un'insalatiera o altro recipiente. Salate e mescolate, aggiungendo acqua a sufficienza per fare una pastella piuttosto liquida. Unitevi i fiori, mescolate e lasciate lievitare, coprendo con un canovaccio.
A questo punto, friggete le pizzette in abbondante olio (quello che preferite per la frittura), lasciando cadere il composto a cucchiaiate e girando per far colorire uniformemente; asciugate su carta assorbente e... buon appetito!

Ah... se avete suggerimenti sono bene accetti! ^_^

25 maggio 2006

Verdure semplici e buone: i peperoni

Ehm ehm... ultimamente sto collezionando una discreta serie di figuracce e minacce di morte legate alla mia fama di sciupa-maschi, e temo che quanto sto per scrivere alimenterà questa leggenda metropolitana (ma ribadisco, una fanciulla con un'espressione così cretina deve per forza essere innocua); tuttavia non posso fare a meno di affermarlo: i peperoni sono decisamente la mia verdura preferita e li trovo, come dire... eccitanti.
Non pensate male... Non li utilizzo per strane pratiche erotiche, perchè sarebbe un imperdonabile spreco; ma trovo che cucinarli sia un'attività decisamente afrodisiaca.

Il colore brillante, e l'odore che emanano durante la cottura, e la consistenza setosa e carnosa quando si toglie la pellicina, toccano in me qualcosa di profondamente viscerale...


Ehm!
Prima di iniziare a sbavare sulla tastiera, meglio che mi concentri sulle cose importanti, ovvero la ricetta di oggi.
Ingredienti: peperoni (io prediligo quelli gialli e rossi; i verdi, pur contenendo più vitamina C, sono un po' aspri... e poi la vitamina C è termolabile, quindi scegliete pure quelli che preferite), olio extravergine di oliva, olive, capperi, aglio, basilico.
Lavate e asciugate i peperoni.
Per eliminare la maggior parte dei semi, io uso questo trucco, che però è a rischio "amputazione dita" se non siete esperti nel maneggiare i coltelli: si prende con la mano sinistra il peperone, e tenendolo con la calotta in alto, con la destra si infila il coltello alla base del picciolo. A questo punto si gira tutt'intorno al picciolo, che viene poi estratto col suo corredo di semi.
Dopo aver controllato di avere tutte le falangi ancora opportunamente attaccate alla mano, sciacquate l’interno del peperone per eliminare eventuali semi rimasti, e tagliatelo per il lungo in strisce sottili.
Quando sono in vena di coccolarmi, mi cimento nel compito di tagliare ciascuna falda a julienne: ci vuole tempo e pazienza, ma i bastoncini poi ci mettono pochissimo tempo a cuocersi e, non so perchè, sono più buoni.
In ogni caso basta tagliarli a falde, verticalmente, senza troppe cerimonie. A questo punto, sciacquate bene i capperi, oppure teneteli in ammollo per qualche minuto, per eliminare il sale. Pulite l'aglio ed eventualmente tagliatelo a pezzi o sminuzzatelo.
Scaldate l'olio in una padella, gettatevi l'aglio, i capperi e le olive (dopo aver praticato un'incisione tutt'intorno... vedrete che questo dettaglio farà la differenza), lasciate soffriggere per qualche minuto e poi aggiungete i peperoni. Aggiustate di sale, coprite la padella e mescolate ogni tanto. Se asciuga troppo, aggiungete poco olio oppure un goccio d'acqua tiepida.
Dopo circa 20-30 minuti, i peperoni cominciano a perdere la pellicina.
Dato che sono perfezionista e ho il culto dei peperoni, mi "diverto" a tirar via le pellicine con le dita mentre cuociono... le mie unghie di 8mm mi salvano dalle ustioni, per fortuna; se non possedete unghie da 8mm fatelo coi rebbi della forchetta; ancora meglio se vi limitate a mangiare i peperoni con tutte le pellicine, sempre senza troppe cerimonie: se non siete fissati coi peperoni tutte queste operazioni vi faranno solo perdere tempo e pazienza!
A questo punto, cospargete di basilico lavato, asciugato e tritato, tenete al fuoco ancora per un minuto, e poi... buon appetito!

N.B. Tutte queste verdure "semplici semplici" sono indicate come contorno o come condimento per la pasta, come preferite.

P.S. Questa è la ricetta più importante di tutto il blog: finchè non avrò ricevuto almeno 15 commenti mi rifiuterò di postare ancora...

PPS: La prossima ricetta in programma è pizzette di fiori di zucca... Yum. Questo dovrebbe spingervi a darvi da fare con quei commenti! ;-)

24 maggio 2006

>_<

Perché il post che ha ottenuto più commenti fino ad ora è quello sulle ciliegie?
Sono indignata e offesa!

Da oggi in poi solo ricette di macedonie coloratissime!

Tofu impanato (di Barbara)

Barbara mi ha gentilmente inviato la sua variazione di una ricetta tratta dal libro Curarsi con la cucina etica.
L'originale prevedeva l'impiego di un etto di tofu a testa, tagliato a fettine di circa 1/2 cm, impanate con una pastella di farina di ceci ed acqua, e poi fritte; invece, lei ha fatto così:

"Ho spolverato le fettine di tofu con poco "finto dado" (granulato bio a base di lievito alimentare e non so che altro, che a me piace molto).
Poi ho mescolato alla farina di ceci un po' di curcuma (la riky dice che fa tanto bene e poi dà questo bel colore dorato) e al posto dell'acqua ho usato la birra! Chissà chi mai mi avrà dato l'idea...
Ho fatto la pappetta e siccome non rimaneva attaccata al tofu, ne ho messo un cucchiaio sopra e uno sotto la fetta.
Ho fatto soffriggere prima da un lato e poi dall'altro finchè la farina di ceci non ha fatto una bella crosticina croccante...
E gnam! Buono! :-D"

A giudicare dalla fotografia, non stento a crederlo... ^_^

I miei complimenti a Barbara, e se la prossima volta mi mandi per posta una fetta di tofu impanato ti vorrò mooooolto bene!

23 maggio 2006

Ore 16: spuntino

Stamattina la mia premurosa mammina ha comprato le prime ciliegie dell'anno... dal momento che è da stamattina che mangio solo frutta (l'eccesso di carboidrati complessi si faceva sentire un po' troppo durante la digestione... questa pausa crudista mi sta rimettendo in sesto!), ne approfitto per sbafarmele tutte senza sensi di colpa. Sono così belle a vedersi, morbide, succose e dolci, che ho voluto condividere con voi la gradita scorpacciata.
Non vi è venuta "improvvisamente" voglia di ciliegia?

Verdure semplici e buone (zucchine e melanzane)

La mensa del vegano non è sempre straripante di lasagne, cannelloni, rotoli ricotta e spinaci e simili bombe caloriche... Non dimentichiamo infatti che la base della nostra dieta è, o dovrebbe essere, costituita da frutta e verdura in abbondanza, possibilmente poco elaborate.
Salvo improvvizi sprazzi di fantasia, creatività e soprattutto voglia di cucinare, di solito mi limito a preparazioni molto più semplici e veloci... ma meritevoli di essere condivise con chiunque sia interessato!
Quindi dichiaro aperto il corso di cucina per vegani imbranati; unico prerequisito essere in grado di cuocere la pasta senza causare danni a persone, animali (domestici o meno) e cose.

Tra le verdure di stagione in questo periodo ci sono gli zucchini (o le zucchine, come preferite). Essendo profondamente convinta che esista una differenza tra friggere e soffriggere, non mi faccio scrupolo ad usare questo metodo di cottura... e non vi azzardate a togliermi questa illusione!
Pertanto, quando preparo la verdura di solito faccio così.

Lavo e asciugo gli zucchini e li taglio in 4 per il lungo, poi taglio a dadini ogni bastoncino. Amo i dadini piccini che cuociono in fretta e quindi di solito eseguo queste operazioni con pazienza certosina (tanto sono egoista e cucino solo per me, la famiglia carnivora si arrangia). Poi metto qualche cucchiaio d’olio extravergine d'oliva in padella, con aglio o cipolla, e quando soffrigge aggiungo gli zucchini, sale e a volte pepe.
Per evitare di usare troppo olio, quando iniziano ad asciugare verso dell’acqua tiepida, e rimesto finché diventano teneri.
Questo piatto si può consumare come contorno oppure si usa per condire la pasta, con aggiunta di un po' di basilico...


Essendo il soffritto il mio cavallo di battaglia, lo preparo con quasi tutte le verdure, altrimenti ricorro a un trucchetto: dopo aver cotto le verdure al vapore, le lascio mantecare 5 minuti con poco olio, sale, erbe ed aromi; mescolo e faccio saltare a fuoco vivace per qualche istante, ottenendo un “effetto rosolato” gustoso ma non micidiale per l'organismo.


Questa tecnica però non funziona con le melanzane, che sinceramente lessate o al vapore fanno un po' pena... L'unico modo dignitoso di trattarle, a parer mio, è grigliarle o friggerle senza pietà (non mi parlate di barchette di melanzane perchè provo a farle da anni e non mi riescono, e inoltre il forno d'estate lo accenderebbe solo un pazzo suicida a sangue freddo).
Pertanto, ecco uno dei modi più semplici per preparare queste birichine con somma delizia del palato.
Lavate e asciugate le melanzane, eliminate la sommità verde. Dividete la melanzana in 4 per il lungo, e se necessario dividete ulteriormente per ottenere dei bastoncini abbastanza sottili. Se contengono molti semi, asportateli perchè sono amari; poi tagliateli a dadi non troppo grossi (io ODIO i dadi grossi... poi fate voi!). Ponete i dadi in un recipiente e coprite con acqua e una piccola manciata di sale, serve a far espellere l'amaro. Se l'acqua diventa marrone, cambiatela. Dopo qualche ora scolate, sciacquate e strizzate le melanzane. Soffriggetele in una padella con olio, aglio, basilico. Aggiustate di sale.
Si possono mangiare anche così, "al naturale"... oppure si può preparare la ricetta che Pleiadi continua a rubarmi: melanzane al funghetto (a fungitiello).
Basta preparare una salsina molto ristretta, senza cipolla, versarla sulle melanzane e farle mantecare. Si possono mangiare per contorno o sulla pasta.
Volendo, invece della salsa o passata di pomodoro, si può aggiungere alle melanzane del pomodoro fresco tagliato a dadini o filetti.

22 maggio 2006

Frittata di ceci 2

Barbara, drizza le orecchie: ho preparato la frittata di ceci alcolizzata.
Stesso procedimento dell'originale, solo che invece di mescolare la farina con acqua e basta ho usato anche un paio di cucchiai rasi di birra. Peccato non aver fatto una foto (avevo fame!!), perchè rispetto alla precedente questa frittata era molto più appetitosa: elastica, croccante e con la crosticina sopra... un amore!
C'è da dire che ho lasciato riposare la pastella per un'ora, il che può aver influito positivamente. A mio padre (buzzurro!) non è piaciuta, ma da uno che ha le papille gustative narcotizzate da 35 anni di fumo, cosa si può pretendere?

Veniamo a noi... senza pensarci due volte ho aperto la prima birra che ho trovato in casa e l'ho usata, salvo poi ricordarmi che non tutte le birre sono vegan!
Non mi ero mai posta direttamente il problema perchè non bevo, anzi detesto di cuore il sapore di qualsiasi alcolico (tranne la bagna dei babà fatta col rum), ma ho pensato di fare comunque una ricerca perchè potrebbe interessare a voi e perchè in futuro sarebbe bene avere presente le marche di birra vegan da utilizzare in cucina per insaporire i piatti, nel caso la mania di alcolizzare le mie preparazioni non passi.

Se qualcuno si sta chiedendo perchè mai una birra non dovrebbe essere vegan, qui troverà la risposta. Per quanto riguarda l'elenco vero e proprio di birre vegan, non mi pare ne sia stato stilato uno per l'Italia (se lo conoscete segnalatemelo), ma ce ne sono anche troppi a livello internazionale... non sapendo scegliere (traduzione: mi scocciavo di confrontarli tutti) ve li elenco in toto. Cercate la vostra marca preferita e in bocca al lupo per i risultati.
Elenco uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, e otto.

Impacco al lino (e basta!)

Cerchiamo di fare il punto sull'impacco ai semi di lino di cui tanto ho parlato...
Questo il primo post:
Novità... ho provato l'impacco ai semi di lino consigliato da kham.
Ho preparato un nuovo gel e tenuto da parte i semi di lino cotti. Li ho messi nella tazza del frullatore e ho aggiunto i rimasugli del gel vecchio; ho ricoperto con una camomilla molto molto carica ed ho frullato selvaggiamente il tutto.
Ho filtrato con un colino spremendo bene per far uscire il gel, e l'ho conservato in una scodella.
[Tralascio l'intermezzo comico della citofonata del comune "signora bisogna spostare la macchina" quando mi ero appena cosparsa la testa di olio di jojoba...]
Poi mi sono spalmata questo gel paglierino su tutta la testa, l'ho tenuto in posa per un po' (non lo fate in inverno perchè diventa gelido), ed ho risciacquato.
Risultato: i capelli sono tutti mooooorbidi!!! Incredibilmente vaporosi!! E profumano di camomilla!
Commento di Antonio, che non sapeva dell'esperimento: "madò come sei bionda oggi".
E meno male che non avevo messo lo zafferano!
Consigli per le more: se avete i capelli scuri la camomilla non fa per voi... l'analogo dovrebbe essere, nel vostro caso, il tè verde (che va bene anche se siete castane).
Se siete rosse... non so, rosse che mi seguite, cosa usate di solito per gli impacchi ai capelli? Fatemi sapere!

Questo invece il secondo:
A proposito dell'impacco da fare con i semi di lino sfruttati per il gel, ecco qualche altra erba da utilizzare come infuso per "riflessare" i vostri capelli mentre li nutrite (sembra troppo una pubblicità?).
Baccaride: dona riflessi ramati ai capelli castani. Bruciare una manciata di foglie e aggiungere all'impacco.
Castagno: dona riflessi ramati ai capelli castani o biondi. Bollire una manciate di foglie secche di castagno in 1/2 litro d'acqua.
Edera: lucida i capelli neri o bruni. Bollire in mezzo litro d'acqua una manciata di foglie fresche di edera.
Camomilla: per capelli biondi. Mescolare 30g di fiori di camomilla e 15 g di radice di rabarbaro cotta in poche cucchiaiate di acqua e mezzo litro di vino bianco.
Se ne avete altre, segnalatemele... da bionda diligente mi affido sempre alla camomilla!

Un ultimo aggiornamento (rubato al sito di Dafne) col quale spero di chiudere definitivamente la saga infinita dell'impacco al lino:
Per tingere di rosso i capelli, si può preparare un decotto concentrato con fiori di calendula, con cui frizionare i capelli. Si potrebbe provare ad aggiungerlo alla mistura... così come qualcuna suggeriva di utilizzare un infuso di rosa canina e ibiscus.

Buoni esperimenti a tutti.

21 maggio 2006

Lettera ai vegetariani

Lettera aperta ai vegetariani: verso il veganismo
di Marina Berati (marzo 2002)

Questa lettera è indirizzata a chi è vegetariano per motivi etici, ma non ancora vegano. Cosa voglio trasmettervi, in queste pagine? Voglio convincervi a diventare vegani, ve lo dico subito. Voglio spiegarvi perché lo sono diventata io, nella speranza che gli stessi meccanismi di pensiero e di empatia funzionino anche in voi. Forse pensate che sarebbe più utile convincere i carnivori a diventare vegetariani, piuttosto. Può essere. Lascio questo compito a chi è più bravo di me nel confrontarsi coi mangiatori di animali. Un compito importante, per salvare delle vite. Io cercherò invece di comunicare con voi, che siete più simili a me, che sentite, come me, orrore e rabbia al solo pensiero che un animale possa essere ucciso, angoscia e furore per gli allevamenti, i pescherecci, i macelli. Così possiamo ragionare su basi comuni. E questo è un compito altrettanto importante, perché si tratta, anche in questo caso, di salvare delle vite.

Io sono stata vegetariana per nove anni. Non vi spiego i motivi, perché sono gli stessi vostri. Credevo che non sarei mai diventata vegana. Non è necessario, pensavo. Quello che voglio è non uccidere. E consumando latte e uova non si uccide nessuno. E' vero che c'è dello sfruttamento dietro gli allevamenti di galline ovaiole e mucche da latte. Ma il problema, allora, è cambiare i metodi di allevamento, di trattamento degli animali. Non è la produzione in sé di latte e uova, il problema. E' il metodo. Quindi, in linea di principio, mangiare questi alimenti non è sbagliato. Perché, comunque, non uccide. Devo dire che forse, anche fosse vero che il consumo di latte e uova non uccide gli animali, questo ragionamento non sarebbe stato molto valido, perché occorre comunque dissociarsi e non contribuire allo sfruttamento, quando esiste. Ma questo è quel che pensavo, e ne ero convinta. Forse anche molti di voi ne sono convinti, e, per essere più in linea coi propri principi, consumano solo uova di galline allevate a terra, o di piccole fattorie, e latte di allevamenti non intensivi.

Purtroppo, purtroppo per gli animali, intendo, questo non basta, perché c'è un problema in più: non è "solo" una questione di sfruttamento. Ma di uccisione. Perché anche il consumo di latte e uova implica, necessariamente, l'uccisione di animali. Non gli stessi individui che producono questi "alimenti" (o almeno, non subito), ma loro simili, i loro figli, che devono morire affinché questa produzione sia possibile. E' matematicamente, statisticamente, economicamente impossibile produrre latte e uova senza uccidere un altissimo numero di animali. Vi spiegherò ora perché. Per cui, alla fine, se avete scelto di essere vegetariani per non uccidere dovete, per lo stesso motivo, diventare vegani. Il motivo è identico, quindi è una decisione facile da prendere, perché ci siete già passati una volta. Siete già convinti della sua validità.

Mi concentro sul fatto dell'uccisione proprio per questo: si trattasse solo di sfruttamento, uno potrebbe sempre scegliere di usare prodotti di allevamenti non intensivi (il che significherebbe comunque, se si è coerenti, limitare molto il proprio consumo, renderlo minimale, perché gli allevamenti non intensivi non possono certo fornire prodotti a tutta la popolazione della Terra, nella quantità oggi considerata abituale). Ma si tratta invece di morte. E, come vegetariani per motivi etici, siete di sicuro già convinti che non sia lecito UCCIDERE gli animali. Perciò, punto su questo.

Perché produrre uova significa uccidere animali? Sentiamolo prima dalle parole di un allevatore di galline ovaiole. Vediamo qual è la realtà. I fatti, solo i fatti. E vediamo di tradurre questo esempio in una regola generale.

MUCCA PAZZA: SOS SMALTIMENTO IN DISCARICA PER PULCINI MORTI (ANSA) - ASTI, 3 FEB 2001 - Preoccupazione per lo smaltimento in discarica di quintali di pulcini morti, prima destinati alle industrie produttrici di farine animali, è espresso dagli allevatori dell'astigiano. L' SOS viene, in particolare, dall'azienda "Valversa" di Cocconato dove c'è il più grande impianto italiano di incubatrici per pulcini. "Ogni settimana - spiega Valerio Costa, uno dei fratelli titolari dell'azienda - dalle nostre incubatrici nascono 260.000 pulcini. Circa metà sono femmine e vivono per diventare galline ovaiole, l'altra metà maschi e vengono uccisi". Ogni settimana, dunque, tra pulcini morti e gusci d'uova, circa 300 quintali di scarti riempiono almeno 2 autocarri che, fino a quindici giorni fa, erano destinati alle fabbriche per le farine animali a un costo di 30 lire al chilogrammo. Adesso il sindaco di Cocconato, Carlo Scagno, dopo aver sentito tutte le autorità sanitarie regionali, ha emesso un'ordinanza che consente lo smaltimento nella discarica torinese di Basse di Stura per una spesa di circa 1.000 lire al chilo. "Non sappiamo - ha aggiunto il sindaco - fino a quando la discarica torinese potrà accogliere questi rifiuti speciali". D'altra parte "nell'azienda - afferma Costa - si lavora a pieno regime. Bloccare le incubatrici che ogni 21 giorni fanno nascere oltre un milione di pulcini e bloccare l'allevamento di oltre 50 mila galline che producono uova per le incubatrici, sarebbe un disastro". (ANSA).

Che cosa si ricava da questo, in sostanza? Che, mediamente, al fine di far nascere una gallina ovaiola, un pulcino maschio viene ucciso. Nella maggior parte dei casi viene ucciso subito, tritato, soffocato, gasato. Questo è il caso più "fortunato" per lui. In alcuni altri casi, vive qualche settimana per poi essere macellato come pollo. E questo vale ovviamente anche per le galline dei piccoli pollai a conduzione familiare o amatoriale. Anche per quelle galline che non finiranno mai macellate (come invece finiscono macellate quelle ovaiole degli allevamenti intensivi, in gabbia o a terra che siano, a fine carriera). Se in un pollaio ci sono anche solo cinque galline, da qualche parte saranno nate, no? Non ci sono di certo anche cinque galli, lo dice pure il proverbio... Al più, un gallo. E gli altri quattro, che statisticamente devono essere nati per poter aver le cinque galline femmine? Uccisi. Da qualunque posto venissero le galline. Questa è solo logica, e statistica.

Veniamo al latte. Perché la sua produzione comporta l'uccisione di animali (a parte le mucche da latte stesse, a fine carriera)?

Un esempio, dal mondo reale della produzione della mozzarella di bufala, una testimonianza di prima mano (apparsa in una mailing list a diffusione pubblica):

12 marzo 2002 - Il 12 di febbraio ultimo scorso, tornando a casa, ho intravisto una grande macchia scura sul bordo della strada. Avvicinandomi, ho visto che "la cosa"... era un bufalotto di alcuni giorni, ancora vivo. Devo dire che diverse volte negli anni mi è capitato di vedere carogne di bufalotti nei campi e lungo le strade, e ho sempre pensato che fossero morti di malattie perinatali. Ho segnalato il fatto all'autorità competente che è intervenuta per rimuovere la carcassa. Ma questa volta non si trattava di un cadavere, era un animale vivo. Un bufalotto maschio, senza marca nell'orecchio, senza padrone. L'ho caricato in macchina e l'ho portato a casa. Ho chiamato subito il Servizio Veterinario il cui responsabile ha detto che posso tenerlo per farlo crescere, perché probabilmente è stato abbandonato essendo un maschio. Allora i maschi vengono abbandonati? Si, mi è stato risposto, è l'abitudine in zona. Per legalizzarlo sono andata ai Carabinieri per fare la denuncia di "ritrovo". Anche il Comandante "sapeva": i maschi si uccidono, si lasciano lungo le strade, è "normale", non servono, non danno latte. Si parlava di soffocarli buttando la paglia in gola... Con il Servizio Veterinario abbiamo fatto i calcoli: circa 15.000 bufalotti maschi all'anno "non nascono" ufficialmente. Ma devono essere nati, perché la natura procura l'equilibrio: nascono tanti maschi come femmine. E se sono iscritti 40.000 bufali femmina devono essere minimo 15.000 i maschi che "spariscono". Ho sentito di altri "metodi" di uccisione: la maggior parte degli allevatori semplicemente lascia morire di fame i neonati, cioè li allontanano dalla mamma subito dopo il parto e non danno più attenzione. Muoiono! Basta! Ci sono quelli che li sotterrano vivi e ci sono quelli che li buttano nella fossa del letame. Qualche allevatore locale cresce i bufali maschi per la carne. Una percentuale molto bassa. Per il resto, per continuare a produrre mozzarella di bufala si dovrebbe organizzare una raccolta dei piccoli appena nati per portarli ai macelli.

Al di là dell'esempio specifico, per far produrre latte alla mucca occorre farle partorire un vitellino. Uno ogni anno, o ogni due, in ogni caso, se il vitellino è maschio non potrà vivere come "mucca da latte", perciò vivrà qualche mese e poi verrà macellato. I bufaletti fanno la stessa fine dei pulcini, ammazzati, o lasciati morire, appena nati. I vitellini invece vengono abitualmente mangiati, perciò vivono qualche mese per mettere su carne.

In conclusione, non è pensabile che possano essere mantenuti "a sbafo" animali improduttivi (i maschi). Anche nei piccoli allevamenti. Significherebbe raddoppiare i costi. E se mai gli allevatori e i consumatori diventassero così (e comunque ADESSO non lo sono e quindi ADESSO latte e uova implicano morte) tanto sensibili al benessere degli animali da consentire agli animali maschi di vivere... credete davvero che non sarebbe più probabile che si arrivasse invece a una semplice rinuncia a quella piccolissima quantità di prodotti animali che allevamenti di questo genere consentirebbero di ottenere?

Mi sembra così dimostrata, in termini logici, e in termini empatici (con i due esempi sopra riportati, che non possono non far inorridire un vegetariano), la necessità di diventare vegani. Il perché queste ragioni non siano immediatamente visibili non lo so, io stessa ci ho messo nove anni a rendermene conto. E ora sono vegana da cinque anni. Una volta scoperti i motivi, quale può essere la remora a diventare vegani? Solo qualche problema pratico in più. Maggiore difficoltà nel mangiare fuori casa. Minore scelta di cibi, e quindi qualche dubbio sul "ma cosa posso mangiare???" Perplessità sull'aspetto salutistico no, perché è noto che latte e uova di certo non fanno bene, anzi. Piuttosto, il non voler rinunciare alla mozzarella così buona o all'omelette alle verdure. Però... ci siamo già passati una volta, nella transizione da carnivori a vegetariani. E ce l'abbiamo fatta. Possiamo farcela anche questa volta. Dopotutto, questi sono gli stessi motivi che adducono i carnivori nel non voler diventare vegetariani. E noi, da vegetariani, non li accettiamo, vero?

Attenzione: è vero che facciamo già molto come vegetariani, e non possiamo essere perfetti, che non ridurremo mai a zero il nostro impatto negativo sul mondo e sugli animali, però... queste non possono essere delle ragioni per non fare il più possibile il prima possibile. Una volta che ci rendiamo conto del perché sia giusto e necessario.

Datevi tempo. Ma iniziate a pensarci. Grazie.

20 maggio 2006

Latte di sesamo

Sembra caffelatte e sa di caffelatte, ma non è caffelatte.

E' latte di sesamo.

Sembra caffelatte perchè ho aggiunto le uvette centrifugate che danno il colore scuro; sa di caffelatte perchè ha un retrogusto un po' amaro... non so se sia normale, comunque non è malaccio, anzi.
E' un gusto decisamente particolare e se vi piace il caffè, lo apprezzerete.

Seguendo la ricetta di MissVanilla per il latte di mandorle, ho fatto così:
Ho messo a bagno per tutta la notte i semi di sesamo, cambiando ogni tanto l'acqua; poi li ho frullati con altra acqua in proporzione 1:2 (o anche 1:3, una parte di sesamo e tre di acqua) e filtrato il centrifugato con un colino. Il sapore, a questo punto, era estremamente amaro... non so il vostro, ma il mio sesamo ha sempre questo retrogusto, anche nel croccante; se qualcuno sapesse spiegarmi perchè, gliene sarei grata.
Quindi ho preso una manciata di uvette del commercio equo e solidale (rispetto a quelle del supermercato il sapore è mooooolto migliore!!), precedentemente reidratate per un'ora, e le ho frullate con un goccio d'acqua. Ho filtrato anche questa poltiglia, aggiungendo il succo al latte di sesamo. E il gioco è fatto.

19 maggio 2006

Frittata di ceci

Ingredienti per 2 persone: 100g di farina di ceci (l'ho trovata!!! Posso fare gli esperimenti di eugenetica sul seitan!!), olio extravergine d'oliva, sale, pepe, cipolla (facoltativa).

Incorporate alla farina di ceci una quantità d'acqua tale da ottenere una pastella diluita, simile a quella delle crepes. Aggiungete del sale, mescolate per eliminare i grumi e fate riposare per un'ora (io non ho avuto il tempo, ma è riuscita lo stesso).

Ungete di olio una padella, versatevi la pastella e fatela allargare bene, non deve essere troppo spessa. Dopo qualche minuto giratela, per farla cuocere uniformemente. Servite cosparsa di pepe.

Variante: versate la pastella di ceci su un soffritto di cipolla, incorporando.


Note: l'aspetto è molto simile a quello di una tradizionale frittata. Il sapore è buono e per me era interamente nuovo: ovviamente questa frittata sa di ceci, ma ha un gusto suo particolare che vi consiglio di provare... non so spiegarvelo a parole. Come i ceci, ma meglio dei ceci. :-)
Deve essere comodissima da portare in gita fuori porta perchè, ricordiamolo, cereali e legumi insieme fanno un pasto completo e bilanciato, e la frittata ha il pregio di poter essere tagliata e "modellata" nella forma che più si adatta al panino che intendete preparare.
Se avete consigli, note e suggerimenti, fatemi sapere; saranno gradite anche soltanto le vostre impressioni.
Ah, dimenticavo: avevo sentito dire che i ceci sono potentissimi afrodisiaci (fonte: Afrodita di Isabel Allende, quindi andiamo sul sicuro). Beh, non garantisco per gli altri piatti, ma vi assicuro che la frittata di ceci lo è sicuramente...

18 maggio 2006

Serena mi segnala che i tempi di cottura del suo pane pita sono risultati un po' più lunghi del previsto, circa 10-15 minuti. Tenetelo presente quando lo preparate e magari fatemi sapere.
Oggi ho preparato la frittata di farina di ceci ma per la ricetta dovete aspettare domani, perchè il comunicato su promiseland è pù importante. ^_^
Se siete sconcertati dagli avvenimento di promiseland e volete capirci di più, visitate forumetici e veganhome, dove se ne sta discutendo.

COMUNICATO su promiseland

COMUNICATO

La redazione di promiseland.it se ne va

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Ciao a tutte e a tutti,

Vi scriviamo insieme come ormai ex-redazione di Promiseland
per illustrarvi cosa ci ha fatto abbandonare questo
bellissimo progetto al quale abbiamo sempre tenuto tanto.

Promiseland si è proposto come sito del vivere etico vegan.
Riteniamo che una realtà del genere debba stare del tutto
al di fuori del giro degli interessi economici.

Il sito è stato creato da Sauro Martella e supportato
tecnicamente dalla ditta Ziogiorgio srl. Uno dei siti è
www.ziogiorgio.it , che fa parte del vasto network di
Ziogiorgio, del quale Promiseland condivide la tecnologia e
l'impostazione grafica.

Qualche tempo fa, la ditta Ziogiorgio srl (di cui Sauro
Martella è socio al 50%) ha fatto sapere a noi della
redazione che non vuole più supportare la parte
tecnico/economica di Promiseland.

A questo punto si aprivano due strade:
- far diventare Promiseland un sito ancora più commerciale,
aumentando la parte di pubblicità (ad esempio, come
suggerito da Sauro Martella, con la vendita di spazi
pubblicitari a Google e simili);
- far passare tutte le competenze all'associazione e
incamminarci nella strada che sentiamo più vicina alle
nostre tematiche, quella di un'associazione onlus di
volontariato, con iniziative sul territorio.

La commistione tra affari ed etica non ci piace, quindi il
nostro gruppo di redazione ha optato per la seconda
strada.

Sauro Martella, in qualità di rappresentante della
ZioGiorgio, ha fatto un'offerta di vendere il sito
all'associazione alla cifra di 10'000 euro + iva,
motivandolo in base al valore del supporto tecnico della
ZioGiorgio srl e alle spese vive sostenute in passato,
nonché come “prezzo di favore” rispetto al valore
potenziale di investimento commerciale che il sito
possiede.

Siamo rimasti sconcertati dal fatto di voler dare un valore
commerciale ad un'iniziativa etica. Il lavoro redazionale
di tutte e tutti noi, svolto per anni in modo del tutto
volontario e disinteressato, non è stato minimamente
valutato, né noi abbiamo intenzione di quantificarlo.

Non abbiamo potuto accettare di fare partire
l'associazione Promiseland con un debito di 12'000 euro.
Sarebbero soldi che ci mancherebbero per iniziative etiche:
ci sono 12’000 modi migliori, utili e costruttivi, solidali
con le persone e con gli animali, per impiegare questa
somma cospicua, piuttosto che darli ad una srl.

Abbiamo quindi comunicato a Sauro Martella che eravamo
disposti a riconoscere alla ditta Ziogiorgio srl un
rimborso che coprisse il costo tecnico di trasferimento su
un nuovo server, che avremmo gestito in modo trasparente
come associazione. Contemporaneamente abbiamo sospeso
provvisoriamente il lavoro redazionale.

Sauro Martella ha risposto che non era d'accordo con la
nostra proposta. Ha inoltre bloccato immediatamente le
nostre funzioni redazionali e la nostra possibilità di
inserire gli articoli del giorno (quelli che appaiono in
questi giorni quindi non sono inseriti da noi). Un gesto
che preferiamo lasciare giudicare a voi.

Noi riconosciamo a Sauro Martella il grande merito di avere
fatto partire un sito bellissimo e di averci messo tante
energie nella fase iniziale.
Ma il sito è cresciuto soprattutto, dal 2001 in poi, grazie
all'impegno crescente e alle competenze editoriali di
tutte e tutti noi. Era arrivato il momento che Promiseland
potesse camminare su gambe sue, indipendenti. Sauro
Martella avrebbe potuto fare un gesto veramente nobile,
cedendo il sito all'associazione, della quale lui stesso
avrebbe potuto condividere con noi sogni ed impegno. Lui ha
invece scelto una direzione totalmente diversa.

Lo statuto dell’attuale associazione Promiseland.it, creata
da Sauro Martella qualche tempo fa, specifica la non
proprietà del sito www.promiseland.it da parte
dell’associazione, descrive l’associazione come in parte
lucrativa, non contempla la possibilità di elezioni
democratiche e Sauro Martella vi è autodefinito il
presidente, mentre il conto corrente dell’associazione
stessa è intestato a suo nome.
I costi sostenuti dalla Ziogiorgio srl per Promiseland non
sono mai stati quantificati e nessuno di noi, pur avendolo
chiesto, ha potuto vederli.

Noi non vogliamo più avere a che fare con una situazione
del genere. Vogliamo continuare a far conoscere i temi a
noi cari tramite un canale libero da tutte le commistioni
con il mondo economico.
Vogliamo creare un’associazione vera, con una bozza di
statuto, un’assemblea costituente che modificherà la bozza,
l’approverà e nominerà democraticamente un direttivo.

Se apprezzate il nostro approccio alle tematiche, vi
invitiamo a seguirci in quest’avventura, che abbiamo
intenzione di realizzare in tempi molto brevi.
Vogliamo coinvolgervi in modo democratico ad aiutarci a
costruire sul web una nuova realtà editoriale, che sia
veramente indipendente, dove voi e noi saremo veramente
partecipi in modo trasparente.

Lo facciamo perché ci teniamo a divulgare un clima di pace
e di rispetto della vita umana, animale e del pianeta tutto
che ci ospita.

Per eventuali informazioni e chiarimenti siamo reperibili
all’indirizzo expromi@yahoo.it .

Grazie per l'attenzione e speriamo a presto.

Alex Barbieri
Andrea Grasselli
Antonella Corabi
Antonella Ricca
Antonella Sagone
Daniele Lentini
Federica Garau
Giovanna Lupo
Marcello Paolocci
William Rossin

17 maggio 2006

Capelli di fata ^_^

Sunny mi ha lasciato il seguente messaggio:
Ancora nessun esperimento sui miei capelli (non saprei da dove iniziare... li ho ondulati e castani, e col sole estivo si riempiono di riflessi chiari... che mi consigli per esaltarne il colore?) ma ho provato lo scrub cacao e sale... è semplicissimo da preparare (e se te lo dice un'imbranata come me puoi crederci), e lascia la pelle meravigliosamente liscia e morbida!
Dopo il trattamento esfoliante, non mi resta che provare la ceretta...

Innanzitutto sono felice che le ricette ti siano state utili, devo decidermi a provarle anch'io (sono una fifona).

In secondo luogo, per quanto riguarda i capelli, per me un assoluto mistero, ti dirotto immediatamente sul sito delle amanti dei capelli lunghi, che sapranno certamente consigliarti in merito...

ATTENZIONE! Se amate i tagli corti, sfilati, alla moda, le tinte chimiche, le permanenti e la piastra... andateci piano con le visite al forum di Dafne, le ragazze potrebbero non accogliervi bene come speravate... visitatelo e capirete il perchè!


Sunny, invece credo che tu ti ci troverai benissimo, spero di vedertici presto!

16 maggio 2006

Pane pita

Questo pane arabo accompagna la crema di ceci la cui ricetta ho postato ieri.
Non l'ho mai preparato, ma pensavo fosse una cosa carina segnalare questa ricetta tratta da vegan3000.

Pane Pita
7 g di lievito in polvere, 2 bicchieri d'acqua tiepida, 1 cucchiaino di zucchero, 1 kg di farina, 2 cucchiai di olio di oliva.
Unire il lievito, l'acqua e lo zucchero in una terrina e lasciare riposare in luogo caldo per 5 minuti, finché il composto sarà schiumoso. Mettere la farina, il composto di lievito e l'olio nel mixer e frullare fino a ottenere un impasto compatto. Disporre l'impasto su una superficie infarinata e lavorarlo finché sarà elastico. Coprite con la pellicola trasparente e fare riposare 20 minuti in luogo caldo. Pressare con la mano l'impasto per fare uscire l'aria e dividerlo in 12 palline. Stendete ogni pallina in modo da formare un disco alto mezzo centimetro. Disponete su una piastra da forno unta e spennellate con acqua. Fate riposare altri 20 minuti, inumidite ancora i dischi e cuocete in forno già caldo a 250 gradi per circa cinque minuti.

L'hummus dovrebbe essere infilato nei panini come un ripieno. Fatemi sapere, se lo provate.

15 maggio 2006

Hummus

So che dovrei mangiare più spesso i ceci perchè sono ricchissimi di ferro e zinco, ma sinceramente detesto la loro buccia. Quindi non li mangio quasi mai, e mi devo inventare degli stratagemmi che me li rendano particolarmente simpatici e appetibili.
Beh... la ricetta più semplice da realizzare è l'hummus. No, non l'humus, non ho ancora preso l'abitudine di mangiare la terra (anche se parrebbe essere una buona fonte di vitamina B12 quindi potrei anche pensarci). Questo è un piatto della cucina araba a base di ceci, aglio e spezie, di facile realizzazione ma molto gustoso, adatto anche ai pigri (come me oggi).

Dunque... presa dall'odio maniacale per le pellicine dei ceci, ho aperto la mia scatola di ceci precotti, li ho scolati e li ho messi a sobbollire in poca acqua, cimentandomi nel compito decisamente detestabile di raccogliere le buccie col cucchiaio man mano che si staccavano. Terminata questa operazione, ho messo nel frullatore due cucchiai di semi di sesamo, 3-4 cucchiai di olio extravergine d'oliva e due spicchi d'aglio ed ho selvaggiamente sminuzzato. La ricetta originale prevede infatti il tahin, il burro di sesamo, ma io non ce l'ho e mi sono arrangiata con questo espediente (ha funzionato!).
Quindi si aggiungono i ceci lessi, peperoncino in polvere, un pizzico di sale e si riduce il tutto a una crema omogenea, cui vanno mescolati semi di cumino e il succo di un limone.
Si serve tiepido cosparso di prezzemolo tritato ed eventualmente altro peperoncino, se proprio avete voglia di sudare per 40 minuti dopo aver mangiato il vostro hummus (altro che vasodilatazione) e sentirvi le labbra in fiamme per una mezza giornata.
Non dimenticate di legarvi i capelli con una bandana (preferibilmente non bianca, è un vezzo che non tutti possiamo permetterci; personalmente io ne uso una rossa identica a questa, che mi mette pure allegria) prima di iniziare le operazioni in cucina... altrimenti, lo sapete benissimo, oltre alle bucce dei ceci dovrete raccattare ovunque i capelli che vi sono caduti a causa del cambio di stagione (maledetti, maledetti, maledetti).

Chiuso l'angolo trash-malinconico, vi auguro buon divertimento e buon appetito!

P.S.: il peperoncino è infido e bastardo.
Lavatevi le mani 20 volte prima di toccare qualsiasi essere vivente.
Lavatele 50 volte prima di farle entrare in contatto con le vostre mucose, ad esempio naso e occhi.
Lavatevele 100 volte prima di cambiare il pannolino a un bambino, se avete intenzione di dormire nei tre giorni successivi.

Se vi dimenticate di lavarle e vi strofinate gli occhi... piangete pure con la mia totale partecipazione.

12 maggio 2006

Spiedini verdi

Oggi ho preparato gli spiedini al seitan con zucchine e peperoni.
L'ultima volta, il seitan si era bruciacchiato e le verdure erano rimaste un po' crude (...) perchè purtroppo, essendo il seitan precotto, i tempi di cottura non coincidono affatto.

Per aggirare il problema, ho seguito questo procedimento.
Ho tagliato a pezzi non troppo piccoli il seitan, l'ho messo in una terrina e vi ho versato sopra qualche cucchiaio di olio extravergine d'oliva, succo di limone, basilico e sale. Dopo aver mescolato, ho lasciato marinare per un'ora circa.
Nel frattempo, ho fatto appassire in padella, senza olio nè acqua, un peperone verde tagliato a quadri e una zucchina a rondelle; dopo una mezz'ora ho aggiunto dell'olio extravergine d'oliva per non far bruciare, portando quasi a termine la cottura.
Quindi ho mescolato le verdure al seitan, aggiunto altro olio e limone, e lasciato marinare ancora.

A questo punto, ho infilato gli ingredienti sugli spiedini, grigliandoli per qualche minuto sulla piastra di ghisa.

Ha funzionato, tutto era cotto al punto giusto e molto saporito. ^_^

Trovate qualche altra idea per realizzare gli spiedini qui: buona grigliata vegan a tutti.

11 maggio 2006

Impacco ai semi di lino 2

A proposito dell'impacco da fare con i semi di lino sfruttati per il gel, ecco qualche altra erba da utilizzare come infuso per "riflessare" i vostri capelli mentre li nutrite (sembra troppo una pubblicità?).

Baccaride: dona riflessi ramati ai capelli castani. Bruciare una manciata di foglie e aggiungere all'impacco.
Castagno: dona riflessi ramati ai capelli castani o biondi. Bollire una manciate di foglie secche di castagno in 1/2 litro d'acqua.
Edera: lucida i capelli neri o bruni. Bollire in mezzo litro d'acqua una manciata di foglie fresche di edera.
Camomilla: per capelli biondi. Mescolare 30g di fiori di camomilla e 15 g di radice di rabarbaro cotta in poche cucchiaiate di acqua e mezzo litro di vino bianco.
Se ne avete altre, segnalatemele... da bionda diligente mi affido sempre alla camomilla!

10 maggio 2006

Dispensa sulla cosmesi faidate

E' possibile scaricare una dispensa sulla cosmesi casalinga: raccoglie tutte le ricette inserite nel blog Saicosatispalmi, ed è una vera miniera di idee. Stampatela, leggetela, diffondetela.
Alcune preparazioni non sono vegan e prevedono l'uso di uova, latte, yogurt o miele; fortunatamente, per molte di esse esiste più di una versione, tra cui troverete anche quella vegan; potete poi in alcuni casi ingegnarvi a trovare dei sostituti, ad esempio il miele si può rimpiazzare con dell'olio di mandorle dolci e così via.

Il blog nel frattempo va avanti, quindi tenetelo d'occhio e magari chiedete chiarimenti se avete difficoltà.
E non dimenticatevi di mettermi al corrente dei vostri esperimenti.

09 maggio 2006

Seitan allo zenzero e sesamo

Ingredienti per circa una persona: 100-150g di seitan, 1 limone, 1 cm di radice di zenzero fresca, 1 spicchio d’aglio, 2 cucchiai d’olio, mezzo cucchiaio di peperoncino in polvere, 4 cucchiai di semi di sesamo, sale.

Tagliare a pezzi il seitan, metterlo in una ciotola e coprire con il succo di limone, l’olio, zenzero e aglio tritati, il peperoncino, un pizzico di sale, e mescolare. Lasciate marinare per almeno un’ora. Versate in un piatto i semi di sesamo e rotolatevi il seitan, facendo aderire bene, mettete i pezzi in una teglia e cuocete in forno a 200° per una decina di minuti.

08 maggio 2006

Seitan e croccante di sesamo

Sto cercando di perfezionare queste ricette ed ho fatto qualche progresso. Prima di tutto, il croccante.

Questa ricetta fu uno dei miei primi inserimenti e finalmente posso piazzarci la foto (lo so, è mostruosa, ultimamente non riesco a riconciliarmi con la macchina fotografica) e darvi dei ragguagli sull'esecuzione.

Punto primo: ho deciso di smettere di tostare il sesamo prima di mescolarlo al caramello, perchè l'ho dimenticato sul fuoco (ehm ehm...) e la tostatura eccessiva lo ha reso amaro (MOLTO). Dato che sto tentando, più o meno, di iniziare a cercare di prendere in considerazione l'idea di poter eventualmente un giorno diventare crudista (...), mi sono chiesta: perchè cuocere qualcosa che posso tranquillamente consumare crudo? Tanto più che la cottura rischia sempre di distruggere certe vitamine... quindi, da oggi in poi, non tosterò più il sesamo per preparare il croccante.
Per il resto la ricetta è uguale, si caramella zucchero di canna, succo di limone e un filino di olio di semi per non far attaccare alla pentola, si mescola il sesamo e poi dopo qualche minuto si stende su un ripiano, va bene una teglia. Non è necessario infornare, se lo zucchero era caramellato al punto giusto. Aspettate che si asciughi (cinque minuti) e poi tagliatelo a pezzi con un coltello, dando un colpo secco.

Per quanto riguarda il seitan, la mia ultima creazione prevede l'utilizzo di 700g di farina manitoba e 300g di farina integrale (da setacciare prima dell'uso; conservate la crusca per l'esfoliante), la resa è stata di 400g di seitan.
La novità è questa: ho scoperto che si possono mettere gli aromi direttamente nell'impasto della farina... è vero, col lavaggio la gran parte va via, ma se utilizzate delle erbette tritate non troppo finemente o dei grani di pepe, li potete recuperare filtrando l'acqua attraverso un colino al momento di svuotare l'insalatiera; potrete poi aggiungerle all'acqua di cottura.
Inoltre, ho imparato un metodo per consumare meno acqua durante il processo. Quando il panetto di seitan si è un po' ristretto e si riesce a tenerlo in mano senza che si sfarini, si può aprire la fontana facendo scendere un filo d'acqua sul seitan, manipolandolo per far colar via l'amido (lasciate cadere l'acqua nell'insalatiera che contiene gli altri pezzi di seitan, in questo modo si può lavorare il resto del seitan col metodo tradizionale "dell'impasto sottomarino").
Sarà comunque necessario aggiungere degli aromi prima della cottura, ma una parte di essi sarà già stata assorbita all'interno del glutine, dandogli molto più sapore.

Detto questo, buon lavoro a tutti! ^_^

07 maggio 2006

PROMISELAND TORNA!!!

Dopo un forzato periodo di attività "nascosta" alla maggior parte dei suoi visitatori abituali, il sito Promiseland.it riottiene il legittimo utilizzo del proprio dominio utilizzato per breve tempo da chi stava cercando di utilizzarlo per scopi illeciti sul territorio italiano.
In tutto questo tempo la redazione di Promiseland ha continuato a funzionare regolarmente ed era possibile consultare le news e partecipare ai forum semplicemente modificando un file del proprio computer.

Adesso le procedure legali subito attivate dall'Associazione, hanno portato all'inevitabile risultato di restituire il dominio in questione ai legittimi proprietari.

Da poche ore, infatti, il sito Promiseland.it è visibile nuovamente a tutti... Siamo tutti lieti di questa splendida notizia e ringraziamo le centinaia di persone che hanno continuato a seguire il nostro lavoro.

Promiseland.it continuerà a diffondere un'informazione libera in difesa di ogni essere vivente e sopratutto a diffondere i principi di una vita vegana e nonviolenta.

A presto.

Sauro Martella
Presidente di Promiseland.it




Sono così felice!!!! Correte immediatamente a visitare il sito di PROMISELAND perchè è bellissimo!! E ovviamente mi trovate anche lì! ^_^

06 maggio 2006

Impacco al lino

Novità... ho provato l'impacco ai semi di lino consigliato da kham.
Ho preparato un nuovo gel e tenuto da parte i semi di lino cotti. Li ho messi nella tazza del frullatore e ho aggiunto i rimasugli del gel vecchio; ho ricoperto con una camomilla molto molto carica ed ho frullato selvaggiamente il tutto.
Ho filtrato con un colino spremendo bene per far uscire il gel, e l'ho conservato in una scodella.


[Tralascio l'intermezzo comico della citofonata del comune "signora bisogna spostare la macchina" quando mi ero appena cosparsa la testa di olio di jojoba...]


Poi mi sono spalmata questo gel paglierino su tutta la testa, l'ho tenuto in posa per un po' (non lo fate in inverno perchè diventa gelido), ed ho risciacquato.

Risultato: i capelli sono tutti mooooorbidi!!! Incredibilmente vaporosi!! E profumano di camomilla!

Commento di Antonio, che non sapeva dell'esperimento: "madò come sei bionda oggi".
E meno male che non avevo messo lo zafferano!

Consigli per le more: se avete i capelli scuri la camomilla non fa per voi... l'analogo dovrebbe essere, nel vostro caso, il tè verde (che va bene anche se siete castane).
Se siete rosse... non so, rosse che mi seguite, cosa usate di solito per gli impacchi ai capelli? Fatemi sapere!

04 maggio 2006

Latte di mandorla 2

Questa volta l'ho preparato seguendo la ricetta originale:
1/2 tazza di mandorle, reidratate tutta la notte, sciacquate e scolate; 1 tazza e ½ di acqua; 2 o 3 datteri denocciolati; vaniglia.
1. Frullare tutti gli ingredienti.
2. Per separare il latte dalla polpa di mandorle, filtrare utilizzando un tovagliolino di stoffa. Conservare la polpa.
3. Servire a temperature ambiente oppure fresco.
4. Il latte si può conservare in una bottiglia di vetro ben chiusa in frigorifero fino a quattro giorni.
5. Conservare la polpa avanzata in un contenitore ermetico nel freezer fino a quattro mesi. Utilizzarla per fare pane, biscotti, crostini, dolcetti.

Le mie impressioni: le mandorle reidratate fanno tutto un altro effetto, sono molto più gonfie e succose, cosa positiva. Tuttavia, pelarle senza sbollentarle è una faticaccia tremenda: un'ora e mezzo di orologio per 200g di mandorle, cosa mooolto negativa. Il latte è venuto più delicato, si sente meno il sapore di mandorla e non è poi tanto dolce, nonostante ci abbia infilato dentro 5 datteri e due enormi manciate di uvette.
Lo stesso è accaduto quando il mio ragazzo ha seguito lo stesso procedimento.

Ho formulato qualche ipotesi per spiegare l'accaduto:
1 Non avendo cambiato l'acqua di ammollo delle mandorle, hanno trattenuto l'amaro della buccia.
2 Avendo tenuto in ammollo datteri e uvette per tutta la notte, hanno perso la componente zuccherina.
3 Dipende dal non aver sbollentato le mandorle.

Non è male, è certamente un buon latte ed il non imporsi del suo sapore è certamente un pregio nella preparazione di caffèllatte, latte e orzo o cioccolato in tazza... ma quel pforumino paradisiaco della prima preparazione era... incredibile.

Sara, se capiti da queste parti, mi aiuti a sciogliere l'arcano?

03 maggio 2006

Esfoliante alla crusca

Come prendere due piccioni con una fava: avete presente la quantità enorme di crusca che vi rimane nel lavello quando preparate il seitan partendo dalla farina integrale?
Sappiate che è un ottimo esfoliante per la pelle, quindi ecco un piccolo trucco per evitare di gettarla via.

Prima di preparare il seitan, setacciate la farina integrale e conservate la crusca in un barattolo. Al momento di farvi la doccia, mescolatela in una scodella con una quantità sufficiente di olio, di qualsiasi tipo, quello che preferite. Strofinatela su tutto il corpo, vi assicuro che non graffia, è morbida. Massaggiate delicatamente, magari aggiungendo un po' d'acqua, e risciacquate.

Con me funziona, lascia la pelle liscia e l'olio impedisce che si secchi.
Fatemi sapere come vi trovate!

P.S. qual'è l'alternativa vegan del proverbio "prendere due piccioni con una fava"?

01 maggio 2006

Germogli di lenticchie

Negli ultimi giorni mi sono data alla sperimentazione sui germogli, e questi sono i risultati.
La foto risale a tre giorni fa, trattasi di germogli di lenticchie, si vedono le foglioline appena spuntate... Ne ho mangiata una porzione il giorno stesso, una l'altroieri e l'ultima ieri, mentre i germogli hanno continuato a crescere, e crescere, e crescere!

Il sapore è risultato molto inconsueto, io detesto l'insalata e questi germogli sanno quasi di erba (uhm... più che altro sanno di piselli o fave freschi), ma mi sono piaciuti! Si possono consumare in insalata o saltati in padella, ma io li ho gustati semplicemente cosparsi di olio e poco sale, dopo averli risciacquati.

Per prepararli, ho tenuto a bagno per una notte una manciata di lenticchie secche; le ho adagiate in un vassoio su un sottile strato di spugna, coprendole d'acqua. La spugna era inumidita costantemente, ma l'acqua non era a diretto contatto con le lenticchie. Li ho protetti dalla luce del sole, ma non li ho tenuti all'ombra, ed ho aggiunto acqua quotidianamente. Subito sono spuntati i primi germogli, dopo tre giorni si sono trasformati nelle piccole piantine della fotografia, ieri sembravano rampicanti alieni verdi e forti pronti a invadermi casa!
Non è stato difficile e il tasso di germogliazione si è avvicinato al 100%.
Da provare (e se siete scettici come pleiadi, un ottimo motivo per mangiarli e qualche informazione più approfondita)!