02 gennaio 2008

Propositi per l'anno nuovo?

Parafrasando le parole di Celidonia a proposito del Capodanno...

Vi confesso che anch'io non faccio mai il bilancio della mia vita in questo periodo qui, semmai alla fine dell'estate (mi avete mai sentita parlare della mia temuta "pazzia estiva"?), quando improvvisamente mi accorgo che un altro anno è passato, si avvicina il freddo invernale e lungi dal poter andare in letargo come un orsacchiotto, sono costretta a sopportare il drastico calo delle temperature, l'accorciarsi progressivo delle giornate e soprattutto, prima dell'inverno, la malinconia dell'autunno.

La malinconia è uno dei tratti portanti del mio essere, malinconia tenera, di solito, ma anche struggente, che graffia l'anima a volte.
Arriva la fine di Agosto e io me ne sto a fissare il sole che annega nelle acque salate di Castellammare, col vento ormai fresco che mi frusta i capelli e fa pungere gli occhi di freddo e di lacrime, mentre il tramonto oscura qualcosa nel mio cuore. Un altro anno è passato e nulla è cambiato, mi sento solo più vecchia, più stanca e più ferita dell'anno precedente; ripenso a quando ero una bambina felice e inconsapevole (ma poi, lo sarò stata davvero?) e mi chiedo cosa significa crescere se non imparare a convivere con la consapevolezza che la vita, oh la vita, non è poi questa gran cosa, è quasi sempre fatica e delusione, e mi domando quando, finalmente, imparerò a metabolizzare davvero tutto questo, a farmene una ragione.

L'inverno mi sfianca, sapete? In primavera e in estate è tutto più sopportabile, essere soli, sentirsi stanchi, soffrire; almeno c'è il sole a consolare le pene, c'è la luce a far brillare una speranza, anche se questa speranza non la si vuole accettare. In autunno c'è la promessa del raccoglimento in se stessi, del dolce riposo in armonia con l'assopirsi degli alberi, c'è calma e c'è stasi ad accarezzare l'anima, prima dell'arrivo dell'inverno col suo freddo pungente.

D'inverno, quando uscire dalle coperte è un sacrificio, quando fa buio sempre troppo presto, quando il vento ghiaccia le orecchie e strappa i cappelli, e le mani, per quanto protette dai guanti, non si scaldano mai, è terribile stare soli, portare avanti buoni propositi, sogni, e progetti.

Odio la fine dell'estate perché mi porta una profonda inquietudine, il desiderio di cambiare drasticamente la mia vita, di partire, di rinnovarmi; la odio perché mentre guardo il sole che annega so già che tutta quella energia andrà sprecata, perché l'inverno è alle porte, e mi spingerà a mollare, a rinunciare, a tirarmi indietro. Vivrò così, congelata, fino alla primavera, quando mi sentirò di nuovo forte, sognerò ancora con dolcezza un rinnovamento, e poi tornerà l'estate prepotente, con la sua frenesia di cambiamenti, ma sempre frustrati, mai possibili...

Odio accorgermi che un altro anno è passato e la mia vita, in fondo, è sempre la stessa: faccio, disfo, vado, torno, amo e smetto di amare, mi ferisco e lecco le mie ferite, e poi sono di nuovo io, tutto qui, al punto di partenza. Più vecchia, più stanca e più ferita. E più spaesata, perché non trovo la mia strada, o forse perché mi perdo in sentieri e stradine che mi allontanano dalla pista che dovrei percorrere...


Mi piace credere, tuttavia, che sì, sono di nuovo io, al punto di partenza, ma almeno ho imparato qualcosa, ho commesso degli errori che non ripeterò mai uguali, ho capito cosa non dovevo fare, c'è più saggezza sotto alle cicatrici, c'è ancora speranza tra le lacrime.
Un altro anno è passato e se sono andata avanti, non è un anno sprecato: sono ancora in piedi, sto ancora provando, sto ancora cadendo e rialzandomi, sto ancora lottando come lotterò per tutta la vita, e sto cambiando, sì, in ogni istante.

Non faccio mai bilanci a Capodanno; non penso ai propositi del passato o a quelli futuri. Non progetto.
Non ne ho bisogno perché il progetto, il libro dei conti, i propositi sono dentro di me, sempre, in ogni istante; sono la meta alla quale tendo costantemente, anche se me ne discosto, anche se smarrisco la strada.
So dove devo migliorarmi, e che non saranno i fuochi d'artificio a trasformarmi dalla sera alla mattina nella persona che vorrei essere, ma solo il lavoro costante su me stessa, lo sforzo continuo, giorno dopo giorno, tutti i giorni.


Se cerco di fare bilanci della mia vita, mi sembra tutto drammaticamente fermo. Dall'esterno i cambiamenti interiori non sono visibili, e io stessa ci metto mesi ad accorgermi di essere diventata una persona diversa. Cambio costantemente, perché interiorizzo i miei obiettivi e li perseguo senza accorgermene attimo per attimo. Inutile fare bilanci; non si apprezza l'attimo, a fare i conti in tasca alla propria vita.


Il post di fine anno di Celidonia mi è piaciuto molto; sarà che, questo sì, son sempre aperta a nuovi obiettivi da fare miei, per migliorarmi, per vivere meglio la mia esistenza.
Ve lo ripropongo, nel caso passasse da queste parti qualcuno che, come me, è sempre alla ricerca di nuovi stimoli da interiorizzare.

DESIDERATA

Passa tranquillamente tra il rumore e la fretta, e ricorda quanta pace può esserci nel silenzio.

Finché è possibile, senza doverti abbassare, sii in buoni rapporti con tutte le persone.

Di' la verità con calma e chiarezza; e ascolta gli altri, anche i noiosi ed ignoranti; anche loro hanno una storia da raccontare.

Evita le persone volgari ed aggressive; esse opprimono lo spirito. Se ti paragoni agli altri, corri il rischio di far crescere in te orgoglio ed acredine, perché sempre ci saranno persone più in basso di te o più in alto di te.

Gioisci dei tuoi risultati come dei tuoi progetti.

Conserva l'interesse per il tuo lavoro, per quanto umile; è ciò che realmente possiedi per cambiare le sorti del tempo.

Sii prudente nei tuoi affari, perché il mondo è pieno di tranelli. Ma ciò non acciechi la tua capacità di distinguere la virtù; molte persone lottano per grandi ideali, e dovunque la vita è piena di eroismo.

Sii te stesso. Soprattutto non fingere negli affetti e neppure sii cinico riguardo all'amore; poiché a dispetto di tutte le aridità e disillusioni esso è perenne come l'erba.

Accetta benevolmente gli ammaestramenti che derivano dall'età lasciando con un sorriso sereno le cose della giovinezza.

Coltiva la forza dello spirito per difenderti contro l'improvvisa sfortuna. Ma non tormentarti con l'immaginazione. Molte paure nascono dalla stanchezza e dalla solitudine.

Al di la' della disciplina morale, sii tranquillo con te stesso. Tu sei un figlio dell'universo, non meno degli alberi e delle stelle; tu hai diritto di essere qui. E che ti sia chiaro o no, non vi è dubbio che l'universo ti si sta schiudendo come dovrebbe.

Perciò sii in pace con Dio, comunque tu lo concepisca; e qualunque siano le tue lotte e le tue aspirazioni, conserva la pace con la tua anima pur nella rumorosa confusione della vita.

Con tutti i suoi inganni, i lavori ingrati ed i sogni infranti, è ancora un mondo stupendo.

Fai attenzione.

Cerca di essere felice.

PS: non vi basta? Stampatevi l'Ode alla vita di Neruda e attaccatela sul frigorifero. Non la si legge mai abbastanza.

EDIT: Poi ho scoperto che la poesia non è di Neruda, ma di Martha Medeiros...

5 commenti:

  1. Baci baci baci baci baci baci baci baci baci baci baci baci baci baci!!!

    RispondiElimina
  2. Pensieri belli!
    Ma l'utopia serve proprio per camminare? e verso dove?
    Ma io credo che vivere,veramente, sia compiere un percorso verso un "orizzonte di senso".
    Meglio se lo si voglia compiere all'insegna di uno dei migliori ammonimenti, il seguente: " NON ARRENDERSI,NON ILLUDERSI,MA CONOSCERE ".Esortazione ippocratica.
    Molti auguri,
    semi

    RispondiElimina
  3. Grazie Vera! #^__^# E grazie per l' Ode alla Vita di Neruda!

    RispondiElimina
  4. Ciao Vera! :) ti avevo già scritto non loggata. Leggo con piacere il tuo blog già da un pò di tempo e mi piace molto, davvero personale e interessante!
    La fine di un anno e l'inizio di un nuovo è un ciclo si chiude e spesso ci può dare un pò di inquetudine, capita anche a me molto spesso. Bisogna non fermarsi, andare avanti e sognare ancora. Ciaociao.

    Lucy

    RispondiElimina
  5. Dal momento che ero vegetariana, o, come qualcuno mi definiva, "mezza carnivora", il mio unico proposito per il nuovo anno è stato...
    1. Diventare vegan.

    E per ora l'ho mantenuto...finalmente ce l'ho fatta anche io!

    Buon 2008 Veruccia :*

    RispondiElimina

Non dimenticate di firmarvi! ^_^