Forse qualcuno di voi se l'è chiesto, visto che ero partita sparatissima col mio prototipo e poi non ne avete avuto più notizie...
Il mistero è presto svelato: non sono riuscita a trovare una vernice atossica per colorare di nero la pentola e così mi sono demoralizzata. Volevo provare a usarlo lo stesso inserendovi la pentola non verniciata, ma ero così presa dagli esami che mi dimenticavo sempre di preparare il cibo finché la mattinata ormai era troppo inoltrata per preparare il pranzo. E poi, vi assicuro, faceva troppo caldo per uscire sul balcone dopo le 9 del mattino.
C'era un sole che spaccava le pietre; camminando scalza per casa, mi dimenticavo di mettere le ciabattine e mi ustionavo le palme dei piedi. Non era per niente divertente.
Ma ho avuto la prova che il napoletano è un'ottima zona per usare la cucina solare. Quando ho preparato i peperoncini verdi sott'olio, li ho tenuti a seccare al sole; nell'arco di 12 ore, da verdi sono diventati mezzi rossi; nell'arco di 32, hanno iniziato a bruciare (sono diventati marroncini). Poi mi sono dimenticata il forno esposto ai raggi del sole e quando, per prova, ho aperto lo sportello, beh, avrei giurato che dentro ci fossero più di 100°.
Purtroppo la mia ricerca di vernice atossica non ha ancora dato risultati, spero di approdare a qualcosa prima dell'estate perché non voglio farmi trovare impreparata: se il forno mi ha cotto una ciotola di riso, in mezza giornata, ad aprile, non oso immaginare cosa avrei potuto farci in piena estate!
Vi segnalo questi due post sul blog comida de mama (uno e due), in tema di solar oven, e riporto la vostra attenzione su una pagina, in italiano, dedicata alla cucina solare parabolica. E' quella di Andrea Spurio (contenente però foto ad Alto Contenuto Carnivoro), che ospita una galleria di foto della cucina parabolica, con la quale la cottura avviene come su un normale fornello di casa, con pentole normali (meglio se con fondo nero), raggiungendo una temperatura di 180/200°.
Andrea mi ha detto di avere anche costruito un forno solare ad assorbimento (quello a scatola insomma), in cui la cottura avviene più lentamente, ma la superficie a disposizione è paragonabile al forno di casa, permettendo quindi di cucinare grandi quantità di cibo ad una temperatura di 130/150°.
Altri link li trovate nel blog; se avete suggerimenti sulla vernice atossica, fatemelo sapere!
Il mistero è presto svelato: non sono riuscita a trovare una vernice atossica per colorare di nero la pentola e così mi sono demoralizzata. Volevo provare a usarlo lo stesso inserendovi la pentola non verniciata, ma ero così presa dagli esami che mi dimenticavo sempre di preparare il cibo finché la mattinata ormai era troppo inoltrata per preparare il pranzo. E poi, vi assicuro, faceva troppo caldo per uscire sul balcone dopo le 9 del mattino.
C'era un sole che spaccava le pietre; camminando scalza per casa, mi dimenticavo di mettere le ciabattine e mi ustionavo le palme dei piedi. Non era per niente divertente.
Ma ho avuto la prova che il napoletano è un'ottima zona per usare la cucina solare. Quando ho preparato i peperoncini verdi sott'olio, li ho tenuti a seccare al sole; nell'arco di 12 ore, da verdi sono diventati mezzi rossi; nell'arco di 32, hanno iniziato a bruciare (sono diventati marroncini). Poi mi sono dimenticata il forno esposto ai raggi del sole e quando, per prova, ho aperto lo sportello, beh, avrei giurato che dentro ci fossero più di 100°.
Purtroppo la mia ricerca di vernice atossica non ha ancora dato risultati, spero di approdare a qualcosa prima dell'estate perché non voglio farmi trovare impreparata: se il forno mi ha cotto una ciotola di riso, in mezza giornata, ad aprile, non oso immaginare cosa avrei potuto farci in piena estate!
Vi segnalo questi due post sul blog comida de mama (uno e due), in tema di solar oven, e riporto la vostra attenzione su una pagina, in italiano, dedicata alla cucina solare parabolica. E' quella di Andrea Spurio (contenente però foto ad Alto Contenuto Carnivoro), che ospita una galleria di foto della cucina parabolica, con la quale la cottura avviene come su un normale fornello di casa, con pentole normali (meglio se con fondo nero), raggiungendo una temperatura di 180/200°.
Andrea mi ha detto di avere anche costruito un forno solare ad assorbimento (quello a scatola insomma), in cui la cottura avviene più lentamente, ma la superficie a disposizione è paragonabile al forno di casa, permettendo quindi di cucinare grandi quantità di cibo ad una temperatura di 130/150°.
Altri link li trovate nel blog; se avete suggerimenti sulla vernice atossica, fatemelo sapere!
Sai che non ne sapevo niente!
RispondiEliminaGrazie per avercene reso partecipe!
vera e le sfogliatelle?
RispondiEliminacom'è andata?
Carmen, sulle sfogliatelle ho appena pubblicato un post. :)
RispondiEliminaMister nixos, grazie a te di leggermi, oggi sono tornata sul tuo blog, era un po che non lo visitavo. Sbaglio o avevi deciso di diventare vegetariano e la tua ragazza era un po' sfiduciata? :D
Mi sembra che quel genere di vernici venissero pubblicizzate su Promiseland...prova a dare un'occhiata!
RispondiEliminaTrovato!!
RispondiEliminawww.Prakriti.it
Devo vedere se trovo qualcosa dalle mie parti...
RispondiEliminaHihi, non vegetariano, ma non mi dispiace variare con cucina alternative alla solita. Buona seata!
RispondiEliminaMMM, allora doveva essere qualcun altro. :)
RispondiEliminaCiao!
Prova a vedere su fornosolare.splinder.com
RispondiEliminaetienne64
Grazie, sembra molto interessante! Appena posso guardo meglio. ;-)
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