02 marzo 2008

Roma

Eccomi di ritorno, dopo cinque fantastici giorni passati a Roma...

Martedì 26 Febbraio. Non so bene come sono riuscita a far entrare tutto in valigia... dopo essermi chiesta mille volte se dimenticavo qualcosa... mi sembra tutto pronto. Dormo abbastanza tranquilla e quando alle 7 suona la sveglia non fatico per nulla ad alzarmi; mi preparo, raccatto le mie cosucce e dopo aver salutato il gatto (i miei genitori so già che li risentirò fin troppo presto...) caracollo verso la stazione della Circumvesuviana. Un'ora di viaggio con la musica a tutto volume, che mi rende la nebbia più simpatica (non sapete come sia strano vedere tanta nebbia da queste parti!) e arrivo a Napoli.
Controllo venti volte il numero, l'orario, il binario e la destinazione del treno e quindi mi azzardo a salirci (non è la prima volta che vado a Roma in treno ma non mi abituerò mai, non è come la circum: se sbaglio convoglio chissà dove mi ritrovo!); partiamo e dopo un viaggio interminabile (due ore su un ICplus sono un massacro, nelle poltroncine imbottite ci sto scomodissima) arrivo a Roma.

La mia destinazione successiva è segreta ma per raggiungerla devo aspettare più di un'ora in stazione Termini per cambiare treno... gironzolo qua e là e compro un pacco di Gran Cereale Croccante (vegan!) che si rivela buonissimo e mi salverà la vita, dato che 4 di quei biscotti per me costituiscono un pasto completo.
Rivedo Pallino, che in questi mesi si è trasformato non solo in un cane felicissimo ma anche decisamente culturista, con muscoli paurosi in posti impensabili: non ho mai visto un cane con un retrocoscia tanto rilevato.
Ora capisco come riesce a saltare sugli alberi.

Dopo altri viaggi interminabili (per quale miracolo non sono rimasta schiacciata dalla valigia, sollevandola diecimila volte fino al ripiano portabagagli?) torno a Roma, prendo il treno per "casuccia mia" e avverto zio di venirmi a prendere. "Zio, tra venti minuti sono alla stazione Aurelia", grido per farmi sentire nel frastuono del vagone. "Ah, ok, ci vediamo all'uscita vicino alle Poste". Va beh, uscita vicino alle poste, lo saprà lui che è di Roma!
Arrivo alla stazione Aurelia e mi trovo nel mezzo del nulla. Esco da una parte, esco dall'altra, e a parte il terminal degli autobus e le "lucciole", tutt'intorno non c'è niente.
Telefono a Zio. "Zio, ma da che parte dovevo uscire? Sto su Via della Stazione Aurelia!". "Eh, non lo so come si chiama la strada, tu cerca le poste".
Io guardo bene, le poste però non ci sono; ci penso un po' su, mi illumino d'immenso e intuisco l'accaduto. Sempre dal cellulare, telefono a casa per parlare con mio fratello. "Guarda che zio non mi trova, io sono alla stazione Aurelia ma zio non c'è, non so dov'è ma io qua sto..."; e lui: "Ah, sicuramente è andato a Valle Aurelia, aspetta lì che lo chiamo e gli spiego dove sei".
Eh sì, in effetti è proprio così, mentre l'intelligence di casa Ferraiuolo lavora per risolvere la questione io tremo sul piazzale degli autobus che pian piano (sempre lucciole a parte) rimane deserto. Dopo mezz'ora (sono le 21 passate) inizio ad aver paura, ma appare l'auto di Zio circondata da un'aura di salvezza. Dovevo aspettarmelo, conoscendo mio zio...

Finalmente arriviamo a casa, mi sistemo alla bell'e meglio e crollo sul divano dopo aver preso accordi sommari con Nico e Daniela per l'indomani.

Mercoledì 27 febbraio. Mi sveglio verso le 7.30, mi preparo e corro il rischio di farmi accompagnare in stazione da Zio. Uhm, sì, sbagliamo uscita e allunghiamo la strada di dieci minuti (cioè da 5 a 15) ma alla fine arrivo in stazione e riesco a prendere il treno in tempo. Piove e così sono costretta a mettermi gli stivali, anche se so già che mi faranno tremendamente male i piedi, indossandoli (infatti...).

Arrivo al binario 28, ci metto circa 20 minuti per raggiungere il cuore della stazione e mi dirigo al binario 10. Non solo non c'è Nico, ma non c'è neanche Daniela (a meno che non sia quell'uomo vestito da facchino)!
Un attimo di panico, ma poi vedo arrivare una specie di fatina con gonna gitana e dei capelli familiari e capisco che è lei!

Prima che arrivi lo scetticissimo andiamo a vedere la Porta Alchemica e scatto la prima fotografia del viaggio: quella al centro non sembra Tarty?





Beh, comunque pare che i gatti romani siano particolarmente socievoli, una deliziosa tricolore vien fuori a salutarci (o più probabilmente in cerca di pappa!), e si becca quindi tante carezze.




Recuperiamo Nico, prendiamo l'autobus e ci fermiamo a gustare un frullato vegan da Pascucci, nella foto potete ammirare Vera e Daniela in versione "presentatrici di frullati", rispettivamente gusto fragola, banana e frutti di bosco (no, di solito non ho gli occhi rossi, ma in foto, praticamente sempre, sì).
Il prezzo è di poco superiore ai 3 euro, ma la scelta di gusti è ampia, il sapore sublime (sono fatti con latte di soia), quindi ve li consiglio caldamente.

Resta un po' di tempo per un raid alla vicina Feltrinelli dove non solo resto folgorata da uno scaffale di libri di cucina vegetariana/vegana alto ben 2 metri, ma anche dalla vista di un'intera fila di Cucina etica facile. La tentazione di importunare le dipendenti sventolando la pagina dei ringraziamenti e sbraitando "Lo vede? Sono io! Questo è il mio nome, è il mio nome!" è molto forte, ma riesco a contenermi limitandomi a comprarne una copia (e senza neanche offrirmi di autografare tutte le altre...).

Degli interminabili giri della giornata ricordo solo Campo de'Fiori con l'inquietante statua di Giordano Bruno e il molto meno inquietante mercato, di cui purtroppo non posso pubblicare le foto perché in tutte quante sembro completamente scema. Credetemi, lo faccio per il vostro bene (Nico, mi spiace, sei un pessimo fotografo!).
Tanto per la cronaca, mi sono fatta rubare una ventina e più di euro per comprare le ciliegie secche da mettere nel muesli, le cipolline borettane da fare al forno e un mortaio di pietra, tutte cose che qui non trovo assolutamente. Uhm, già, un bel furto, ma quel che si fa in vacanza resta in vacanza, no?

Mentre cerchiamo di raggiungere l'orto botanico, Nico si ferma al vicino negozio Lush per comprare nientepopòdimenoche uno shampoo solido... io lo guardo sconvolta, osservo affascinata i balsami labbra, ma a parte il prezzo esoso (superiore ai 7 euro) vengo stordita dal profumo molto poco nature che aleggia nel negozio... no no, Lush non è roba per me!

Dopo esserci quasi persi (la prossima volta, Daniela, ci portiamo una Mappa Fatata di Roma!) arriviamo al suddetto orto botanico, dove Daniela fa sfoggio del suo sapere, Nico fotografa a tradimento e io mi dedico a due sport: annusare i fiori e sedere su tutte le panchine presenti (l'avevo detto che i piedi si sarebbero messi a piangere).

A quanto pare non sono la sola a dovermi riposare, pure queste paperette sembrano prendersela comoda...

Dopo aver camminato e parlato, camminato e parlato, camminato e parlato per un tempo infinito, andiamo a recuperare l'auto.
A pranzo ci siamo accontentati di una piccola fettina di cosiddetta "pizza" (...io sono di tutt'altro avviso sulla definizione ), ma per la cena, la storia cambia.
Andiamo alla Taverna del Mossob, sulla via Prenestina, un posticino dall’aria anonima ma che ricorderò come il più piacevole di tutto il soggiorno romano. La cucina (eritrea) è ottima e decisamente vegan-friendly, economica e l'atmosfera è davvero molto accogliente.
Per circa 9 euro a testa, prendiamo un misto vegetariano: ci portano un grande piatto (tipo quelli da pizza) con sopra steso un disco di ingera, il "pane" tipico, 5 tipi diversi di salse e creme (a base di verdure o di legumi) e un altro disco di ingera, ripiegato a mezzaluna. Nico ci spiega che le salse vanno raccolte con un pezzo dell'ingera stesso, e in esso arrotolate... insomma, si mangia con le mani, cosa che trovo divertente, pratica e mi è molto congeniale! Il piatto è enorme e il cibo buonissimo (ricordo due creme di lenticchie, una semplice e una con salsa berbera, due pietanze a base di verdure miste, e una crema di ceci da leccarsi i baffi), i proprietari sono molto premurosi nei nostri confronti (sono vegan anche loro!) e quindi mi sento proprio a mio agio (la compagnia di Nico e Daniela, poi, è impagabile).

Torno a casa tardi, satura di cibo e mezza ubriaca di felicità...

Giovedì 28 Febbraio. Dormo maluccio, mi sveglio tardi e per fortuna Nico passa a prendermi a casa (avrà avuto paura che mi perdessi di nuovo nel Residence degli Orrori?), perché non sarei stata in grado di prendere il treno, essendo in stato di zombificazione. Approfitto del miglioramento del tempo per non farmi fregare e metto le scarpe da tennis...
Dopo aver recuperato Bluebell (vi dico solo che tra me, Nico e lei formavamo un triangolo equilatero tra Nord, Est e Ovest della periferia romana...) dediciamo di andare al ristorante giapponese nonostante l'orario vergognoso (circa le 15).

Andiamo da Taiyo (in Piazza Oreste Tommasini, numero 13), dove scopro nell'ordine che: Daniela è Japu inside (notate la sua espressione sorridente alla Renée Zellweger; io sembro una creatura infernale con tanto di occhi rossi e non so perchè in questa foto la mia faccia sembra storta... lei non solo mantiene inalterata l'espressione da fatina, ma sguazza come una sirena vegan nel mare di piatti tradizionali giapponesi ripetendo in continuazione quanto le piacerebbe andarci a vivere); sono assolutamente, assolutamente incapace di mangiare con le bacchette; Nico sa essere molto sbruffone ed ha un talento naturale per farmi fotografie nelle quali sembro più ridicola del solito; la cucina giapponese non fa proprio per me e per finire le sirene vegan hanno una passione per i sapori forti (Bluebell alle prese col wasabi ricorda molto Jean Reno, a suo modo).

La zuppa di miso mi rimanda ad una serata al Ti Dirò che mi causa tutt'ora degli incubi... io non l'avevo ordinata, ma era compresa in uno dei piatti da me scelti. Però non ce l'ho fatta a mangiarla!







Nico e Daniela invece si fanno una scorpacciata di makimono (li ho assaggiati, ma sono salatissimi e il sapore dell'alga mi ricorda troppo il pesce).




Ci rendiamo tutti conto che il tofu fresco è molto molto molto più saporito di qualsiasi altra marca reperibile in commercio (ci si avvicina moltissimo quello fatto in casa) e che i piatti squadrati sono molto più "d'effetto" degli altri (notate ad esempio la maestà di questo pezzo di tofu fritto buttato lì come capitava da Daniela: non sembra una composizione sapientemente studiata? lo ammetto, se fossi riuscita a portarmene via uno senza che i proprietari se ne accorgessero, l'avrei fatto).


Ho assaggiato l'avocado per la prima volta, trovandolo buono, e stranamente molto più buono se intinto nella salsa di soia (impensabile!).





Per finire, come conclusione del pasto (nonostante ormai fossero le 16, il ristorante stesse chiudendo e da qualsiasi altro posto ci avrebbero già cacciati via a calci) ci sono stati portati i biscottini della fortuna, e, colmo dei colmi, erano vegan!
Potete ammirare la mia faccia mentre il bigliettino mi dice "Lei è furbo e dadattabile" (sì, proprio dadattabile), mentre Daniela esulta all'idea di essere "sul punto di compiere un viaggio oltreoceano".
Comunque sia... il pranzo è risultato piuttosto economico e sicuramente se vi piacciono i sapori "altri" ne vale la pena. Danieluzza più tardi ci illustrerà dettagliatamente il menù, vero?

[Celidonia-otaku mode on]Riferisce che al Jap abbiamo preso:
chucadon, riso e verdure (dovrebbe avere il pesce, ma a noi l'han fatto senza! ;o))
miso shiru, la zuppa di miso che accompagnava il chucadon
kappa maki, rotolini di riso con alga, ripieni di cetriolo
oshinko maki, stessa cosa, con le rape rosse
sashimi di avocado, avocado appunto :oP
agedashi tofu, tofu fritto con funghi, wakame e cipollotti
[/Celidonia-otaku mode off]

La giornata prosegue con una visita al Biopolis (parente del Naturasì) dove non resisto alla tentazione di fotografare il succo dei 7 nani e la pasta degli gnomi. Usciamo tutti e tre di corsa prima di riempire il carrello, ma compriamo comunque qualche golosità (crostatine vegan, bibite allo zenzero e altro che al momento non ricordo).
Poi Daniela ci invita a casa sua per una cioccolata calda e facciamo conoscenza con la signora Bluebell (scoprendo così che il talento artistico si trasmette per via genetica!!) e la tenerissima Emily che, a dispetto dell'apparenza, è piccolissima e delicata!

Entrare nell'antro fatato di Celidonia è un'esperienza da togliere il fiato; perfino le sue creazioni più minuscole sembrano enormi in fotografia, mentre viste dal vivo... ci si chiede proprio come possano mani umane modellare simili meraviglie. Secondo me, lei non è davvero completamente umana!
Daniela mi ha anche regalato un bellissimo ciondolo che purtroppo si è rotto durante il viaggio... un vero peccato, mi piaceva molto.

Più tardi, in serata, siamo andati a fare una passeggiata nel quartiere Pigneto... nel bel mezzo di una tenebrosa discussione su fantasmi, presenze e misteri siamo letteralmente inciampati in un biondissimo scalpo di bambola! Dopo qualche altro delirio (mio) e allucinazioni da fame (di Nico), siamo tornati tutti a casetta... io, personalmente, un po' terrorizzata!

Venerdì 29 Febbraio. Sveglia presto e solito appuntamento alla stazione Termini, per poi iniziare a ripercorrere il percorso isideo (trovate qui qualcosina in merito). La prima tappa è la Basilica di San Clemente, col suo mitreo ipogeo; un edificio con tre stratificazioni (quella pagana, quella paleocristiana e quella più tarda) di forte suggestione. Chiedetelo a Nico, che è stato quasi vittima di un sacrificio umano in una delle stanze sotterranee...

Non so bene quali fossero le altre tappe previste, perché la fame ci ha spinti a cambiare direzione; abbiamo però visto il busto di tale Lucrezia, secondo alcune interpretazioni appartenente invece a Iside.








Poco dopo Nico è stato folgorato da un grazioso graffito che gli è sembrato in tema col culto della Dea...
Ah, nel caso vi stiate chiedendo se Nico esista veramente o se a farci tutte quelle foto non fosse piuttosto un malcapitato sconosciuto fermato di volta in volta in strada, lui c'era davvero, ma purtroppo mi ha ricattata, se pubblicassi le sue foto il mondo intero verrebbe a sapere una cosa che assolutamente non può essere divulgata... spiacente!

A pranzo abbiamo mangiato al "ristorante" Govinda, dove si cucina sempre latto-vegetariano ma c'è da mangiare anche per i vegan (i dolci però non lo sono). Ci è stato portato un bel piattone con insalata mista, una fetta di un pane integrale delizioso (forse alle noci), abbondante riso al coriandolo fresco e una porzione di un polpettone di legumi e verdure (ho riconosciuto il cavolo verza e le patate, comunque era davvero buono!), accompagnati da una tisana di tiglio. Il tutto senza un costo fisso, bensì dietro libera offerta. A tal proposito, sul sito Hare Krishna c'è una sezione dedicata alle ricette che mi ispira parecchio!

Ci siamo quindi diretti verso il Vittoriano per la mostra Rari e preziosi, che ho trovato onestamente deludente, poiché sembra decisamente mirare ad attenuare le colpe e gli orrori dell'Inquisizione... almeno è durata poco.

Più tardi siamo tornati per l'ennesima volta a Campo de' Fiori, per incontrare Amarena e Spaceman e cenare insieme da Sciam (in Via Del Pellegrino 56), locale siriano che prometteva decisamente bene (tutto vegetariano, molto vegano) e purtroppo si è rivelato un po' deludente.



Il menù stuzzicava l'appetito, anche perché conteneva diversi piatti a tutti noi già noti come l'hummus, il tabuleh eccetera, tuttavia al momento di ricevere il vassoio con le pietanze... qualcosa non tornava!




Nel tabuleh mancava il grano, nel baba ganog e nel musaka c'erano giusto due pezzetti di melanzana, gli involtini di foglie di vite non erano molto buoni, le fave del Ful Damasco avevano una buccia dura... ehm... qualcosa è andato storto con la nostra cena!
Comunque la compagnia (e forse anche le grandi fumate di arghilé degli altri clienti) ha reso tutto più sopportabile.

Sono tornata a casa a un orario indecente e piena di malinconia perché era l'ultimo giorno che trascorrevo in compagnia dei miei amici...

Sabato 1 Marzo. Mi sveglio alle 8, cioè praticamente in piena notte se contate che sono andata a dormire alle 3... Devo ancora preparare la valigia e non sono sicura di riuscire a farcela, perché oltre a tutto quello che c'era dentro all'andata devo infilarci anche 2.5 kg di cipolline borettane, un mortaio di marmo, due libri, un dentifricio Bjobj, diversi generi alimentari e non so che altro... alla fine però ci riesco! Tuttavia sono costretta per forza di cose a indossare di nuovo gli stivali e mettere in valigia le scarpe da ginnastica, così il tragitto binario 28 - metro Termini - Piazzale Flaminio - Piazza di Spagna - di nuovo Piazzale Flaminio mi distrugge!
Il meeting con le ragazze di scts riesce bene (ma questa è un'altra storia!), dopodiché mi avvio in stazione Termini per tornare a Napoli... il viaggio è stato interminabile e molto triste, e sono tornata a casa distrutta.
Ma, esattamente come speravo, piena di cibo, di foto, di ricordi, e con la netta sensazione che le mie famiglie adottive siano meglio di quella originale...

18 commenti:

  1. ^_^!!! ho letto tutto d'un fiato! il nico di sto post è hinikko?^_^! hai cominciato a togliere la roba che avevi congelato in freezer? tanti bacetti veruccia.

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  2. Io ho già nostalgia!! Vero che torni presto?

    Duuunque...
    [Celidonia-otaku mode on]
    Al Jap abbiamo preso:
    chucadon, riso e verdure (dovrebbe avere il pesce, ma a noi l'han fatto senza! ;o))
    miso shiru, la zuppa di miso che accompagnava il chucadon
    kappa maki, rotolini di riso con alga, ripieni di cetriolo
    oshinko maki, stessa cosa, con le rape rosse
    sashimi di avocado, avocado appunto :oP
    agedashi tofu, tofu fritto con funghi, wakame e cipollotti
    Dimentico niente? ^__^
    [/Celidonia-otaku mode off]

    P.S.: Ma perché ridevo sempre come una scema? Avevo una reputazione da difendere io... ;__;
    P.P.S.: Non preoccuparti per il ciondolo, ne avrai uno più bello ;o)

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  3. Nico Nico, ma perchè non ti vuoi far vedere? Sei così pacioccoso :D
    Danieluzza ridevi sempre ma così ti ricordavo :D (a parte i capelli che sono splendidiiiiiii, quando ci incontrammo li avevi legati) :)
    Cos'è il biopolis? non conoscevo!!!
    Vera di una cosa di sicuro ti invidio... hai conosciuto Emilyyyy e sei entrata nel mondo fatato di Celidonia :D

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  4. Che bel giro, Veruccia, mi veniva voglia di essere con voi!

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  5. che invidia vera!x la gita e x la compagnia di daniela!e pensare che quando sono andata a roma l'unica cosa che ho trovato interessante erano le librerie!!!

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  6. Le tue espressioni al ristorante giapponese valgono più di qualsiasi commento ;-)

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  7. Manuel, sì, è hinikko. ;-)
    Ho scongelato il latticello, l'okara, la sour cream che però scongelandosi è andate un po' a rovinarsi (ma me l'aspettavo) e ieri e oggi ho preparato un sacco di cose! :D
    (seguiranno foto e ricette)

    Celidonia, io vi aspetto per Pasqua! E avevo nostalgia prima ancora di separarci, venerdì sera. :(
    Ridevi perché eri contenta, spero! :D
    (E per il gas esilarante che ti somministravo di nascosto)

    Biopolis, come ho detto, è una specie di naturasì! Vende cose bio e anche prodotti vegan, c'era un banco frigo enorme di derivati della soia... :o

    Antaress, magari!
    Dovremmo ripetere il meeting nazionale di forumetici e tu dovresti venirci sicuramente!

    Khamuzza, su, che tra meno di due mesi ci vediamo anche noi. :)

    Strya, ma anch'io se non avessi avuto loro a guidarmi... non avrei mai fatto tutte queste cose!

    Yari, non ce la potevo proprio fare, non mi dispiace affatto la cucina etnica, ma forse quella orientale non è proprio per me! :|

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  8. Bellissimo resoconto, Vera! :)
    E' stato un gran piacere anche ^___^

    devo puntualizzare anche io: la ciotolina di "broccoletti" di cui ci hanno omaggiato all'eritreo; la zuppa di quinoa e verdure dagli hare krishna, la partita a backgammon che ho vinto contro l'Uomo Spaziale :D (nonostante io non ricordassi più la maggior parte delle regole) ma soprattutto... la tua irrefrenabile tentazione di buttarti in mezzo alla strada ad ogni semaforo arancione, mentre io e Daniela ci piantavamo come bradipi sul marciapiede (tranne l'unica volta in cui ho provato a farlo io, e mi avete urlato contro!)

    Lo scetticissimo

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  9. Ehm, ovviamente intendevo scrivere: è stato un gran piacere anche per me

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  10. Cara Vera mi ha fatto piacere sapere che la tua permanenza a Roma sia andata bene.
    E mangiare dagli Hare Krishna... quante volte ci sono stata. Adesso so che è cambiata un pò la gestione: prima si pagava prezzo fisso per un primo un secondo e un contorno, ma quanto sono buoni i cibi che cucinano! E al negozio che io chiamo "il gioielliere" vicino agli Hare Krishna ci siete stati? Quello che vende generi alimentari biologici.
    Come ho già scritto sul forum CDF mi è spiaciuto non poter dare la mia disponibilità per un incontro, ma c'è sempre l'otto marzo, e io incrocio le dita.
    Brava piccola Vera!
    E grazie per le indicazioni del ristorante giappo e eritreo. Il naturalista apprezzerà molto-

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  11. :lol: Vero nico, tante cose non le ho scritte altrimenti mi ci sarebbe voluta una giornata intera per raccontare non dico tutto, ma la metà delle cose!
    Comunque vi aspetto a Pasqua, su! :P

    Morrigan, ma sai che non mi ricordav oche eri di Roma? :(
    Ci si poteva incontrare! :|
    Comunque devi andare assolutamente all'eritreo, era fenomenale! ^-^

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  12. Che bel racconto! E poi tutti quei posti che io, pure essendo romana (ormai trasferita al nord, ma sempre romana!) non conoscevo. me li segno e qppena torno giù dai miei ci vado.


    ciao ciao

    Vale

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  13. Ciao Vera.
    Purtroppo,questa volta non ci siamo potute incontrare a causa del mio lavoro di promoter ma spero che ritornerai presto a Roma.
    Miriam

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  14. :)
    Vale, e chi li avrebbe scoperti se non avessi avuto amici romani? :)

    Miriam, di sicuro tornerò, anche se non so quando! :)

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  15. L'unico ristorante in cui mi piaceva andare a mangiare era il Sai baba a trastevere e adesso ha pure chiuso. porca miseria! meno male che ora ci sono quelli consigliati da voi! mi ispirano quello eritreo e quello degli Hare krisna, chi li ha conosciuti mi ha detto che sono davvero forti!

    Ciao

    Vale

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  16. Ma dai che bello! Le foto della padrona di casa. Che sorpresa!!
    Ero quasi rassegnato ad associare la tua persona alla foto della frittata di ceci o delle polpette di okara, ma che bello che non sei una polpetta :P
    ciao ciao
    bercik

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  17. lol
    Forse in versione "polpetta" ero più carina. ;-)

    Vale, l'ambiente è piacevole ma noi eravamo molto in imbarazzo perché non sapevamo cosa rispondere quando ci dicevano (continuamente!) "Hare Krisna"!

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