21 dicembre 2009

Il bello delle feste - parte II

La parte più bella delle feste è senz'altro la luce.
Non solo, anzi non tanto, quella artificiale delle luminarie e delle decorazioni che rallegrano le nostre case. Certo, anche quelle hanno il loro valore, è splendido che proprio quando il dì è così breve ci siano loro a rischiarare il buio intorno a noi e neppure io, nonostante il fervore ambientalista, rinuncio alle "lucine".

Ma la cosa più bella per me, ciò che rende speciale questo periodo dell'anno e le feste che stanno iniziando, è sapere che da domani in poi avrò sempre qualche ora di luce naturale in più da vivere.
Superfluo forse parlare, anche qui, del valore simbolico della luce. Va da sé che la luce è buona e il buio un po' meno ma per me la cosa è veramente viscerale: la mancanza di luce naturale mi asfissia, mi fa vedere tutto nero; in autunno mi piace andare a dormire prestissimo e svegliarmi presto per godere della (poca) luce disponibile nella giornata, e fosse per me abolirei completamente tutte le ore dopo le 18, le reputo praticamente inutili.
Si potrebbe dire che su di me l'autunno e l'inverno esercitano esattamente la funzione loro deputata, e cioè spingermi all'introversione, a rivolgere lo sguardo dentro di me e ad accumulare le mie energie all'interno, per coccolarle e coltivarle in attesa di stagioni più favorevoli per l'esternazione delle idee e dei sentimenti. Ma è veramente troppo, già di carattere mi guardo dentro di continuo e quindi soffro di questo eccesso di raccoglimento.

Probabilmente affronto tutto prendendolo per il verso sbagliato. In realtà, nonostante il ripiegarmi su me stessa, non riesco mai davvero a incontrarmi, a raggiungermi, a parlarmi. So quanto invece potrebbe essere feconda questa esperienza, so che qui e ora si spargono i semi per il futuro. So quanto il buio e la notte, quelli reali e quelli metaforici, siano importanti e so che senza l'oscurità la luce non ha senso, e viceversa.

Ma mi sento già troppo tenebrosa, a volte, per apprezzare un dì più corto della notte, quindi sono davvero contenta che oggi sia il solstizio. Ho come la sensazione che da domani andrà tutto meglio, che qualcosa possa cominciare a germogliare e rinascere nonostante la mia confusione e la tristezza che ho addosso. La rinascita, quella la sento davvero. Aspetto sempre con trepidazione il periodo delle feste, e anche se non seguo alcun rituale per celebrare Yule per me è comunque una bellissima giornata speciale: e mi piace che ci siano le luci, e l'albero decorato, e ghirlande e i dolci tradizionali, e la frutta secca e i mille altri simboli ai quali ormai neanche più facciamo caso, ma che hanno un loro valore e un significato...

Di anno in anno cerco di approfondire tutto ciò, per trovare le mie radici. Non è facile.
Come esseri umani sentiamo il bisogno di appartenere a qualcosa e a qualcuno, di identificarci in un gruppo, per dare più senso alla nostra vita. Non è necessariamente per omologazione o conformismo: è perché siamo animali, animali sociali, e fa parte di noi desiderare un branco che ci rispecchi.
A volte si nasce nel branco sbagliato. Piango sempre quando leggo la storia del Brutto anatroccolo raccontata da Clarissa Pinkola Estes (la trovate qui), e mi pare che alla fine il cuore mi si spezzi.
Io il mio branco non l'ho trovato ancora: le persone speciali sono poche, e spesso lontane, le frequento in versione virtuale ma non si vive solo di virtualità e il branco, purtroppo, devi poterlo toccare e annusare esattamente come fanno gli animali per sentirlo tuo fino in fondo, ma anche per capire se è davvero il branco al quale appartieni. Che ti appartiene.

Alla fine, da tutto ciò con cui vengo in contatto pesco qualcosa. Guardo un po' qua e un po' là e metto insieme i tasselli per farli aderire al mio corpo. Non mi interessa appiccicarmi addosso un'etichetta, io cerco di trovare me stessa, le mie radici, di capire chi e cosa sono.


Quindi, tirando le somme, non festeggio il Natale e per adesso nemmeno Yule, ma su quest'ultimo sono possibilista. E voi, come vi state preparando ad affrontare il carosello in arrivo?

8 commenti:

  1. Con serenità e vivendo il vero significato del Natale.

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  2. cara Vera in un flusso di sintonia...mi preparo a celebrare le prossimi notti e i minuti di luce conquistati mentre lascio agli altri il carosello...non credo di averne bisogno. Un grande abbraccio

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  3. mmmhhh... a parte rischiare un attacco epilettico per la quantità di luci e luminarie dei nuovi vicini di fronte, mi sta piacendo tantissimo la luce del sole sulla neve, abbagliante, avvolgente, così pura...
    In quanto al branco, vorrei far notare che noi amichette e amichetti online siamo un gran bel branco e potremmo trovare offensivo il tuo sentirti sola o emarginata! ;)

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  4. Io sono un'orsetta e per me la stagione buia è proprio questo: chiudersi nella caverna, riposare, riflettere, far sedimentare... Felice inverno Vera!

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  5. Come ti capisco.. come ti capisco.
    Non tanto per il discorso sulla luce, io amo l'inverno, amo avere freddo e scaldarmi, amo il raccoglimento, amo la luce dolce e un po' fioca, che accarezza l'anima..
    Ma come mi ritrovo quando parli del branco, del trovare le proprie radici, del non sentirsi "a casa".. ha quattro bambini, trabocco d'amore per loro e sono fonte di gioia per me, ma.. non sono parte di me. Sono loro stessi. Sono le creature più vicine a me, ma neanche quando li aspettavo sono mai riuscita a considerarli un prolungamento del mio Io, e meno male, credo sia giusto così. Forse qualcuno di loro crescendo svilupperà una spiritualità affine alla mia, o forse ci unirà "soltanto" il legame madre-figlio. Ma a prescindere da loro sto scoprendo dolorosamente quanto io sia sola e diversa. E sto male. Perchè anche chi si conosce, si ama e sta bene con se stesso (obiettivo per me arduo) ha bisogno del branco.
    E quest'anno l'inverno mi trova col cuore esposto: non riesco ad accendere la mia luce interiore.
    Scusa lo sfogo..

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  6. Ciao!
    Ti leggo spesso ultimamente, ma con questo post ho compreso un po' di più il perché :D
    Per me è un trauma quando a fine ottobre si cambia l'ora. Sto contando i giorni che mancano a marzo a quando si spostano le lancette dell'orologio! Le giornate corte mi demoralizzano ma mi faccio forza e mi dico che dopotutto l'autunno e l'inverno hanno i loro lati positivi: le tisane, la zucca, i cavoli... Ma una cosa è quasi certa: difficilmente potrei andare a vivere in Germania. Lì il sole tramonta davvero presto e il sole è solo un miraggio!
    Buone feste!

    P.S. ho letto che avevi preso il tempeh da Naturasì. Tu come lo cucini? Io l'ho cosparso di farina di mais e spezie e fatto rosolare in padella con poco olio.

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  7. Anche per me la luce è un elemento imprescindibile per queste festività natalizie. Inoltre le tradizioni scandinave, che sono quelle più legate ai festeggiamenti originari di Yule, sono un trionfo della luce e sono, secondo me, il modo più suggestivo per celebrare questo periodo dell'anno.

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  8. Stella, e quale sarebbe il vero significato del Natale?

    Lo, ho letto la descrizione della tua casa sepolta dalla neve, mi piacerebbe un mondo potermici rintanare!

    Erba, sola no, emarginata nemmeno, soltanto a volte mi manca il contatto fisico, penso sia umano... o meglio, animale. :)
    Ma non sottovaluto l'importanza del branco virtuale, eh! Basta leggere il post di oggi per capirlo. ^_^
    Un abbraccio!

    Gio, buon letargo a te! ;-)

    Emi, ma figurati se devi scusarti per lo sfogo... se ne hai voglia scrivimi, vorrei dirti delle cose ma qui, dove ci leggono tutti, non mi sembra il caso. Un abbraccio forte, comunque!

    Serena, hai ragione, per i cavoli e la zucca un po' di buio si può sopportare :) ma purché finisca presto!
    Per il tempeh... cerca la tag corrispondente, avevo spiegato una cosa sulla precottura del tempeh che mi sembra abbastanza importante, trovi anche delle ricette, non molte però! :)
    Se serve altro fammi sapere. Un bacio!

    Yari, come darti torto! :) Ne deduco che casa tua sia colma di candele strategicamente piazzate a scacciare il buio, o sbaglio?

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