Visualizzazione post con etichetta Incubatrice. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Incubatrice. Mostra tutti i post

23 gennaio 2010

Cosa? Il 23 gennaio??

Neanche il tempo di girarmi un attimo, e sono già passati dieci giorni dall'ultimo post. Gli esami incombono, i vestiti non si lavano da soli e purtroppo nemmeno il frigorifero ha il riempimento automatico (sarebbe un bene, considerando che quando vado a fare la spesa compro sempre tutte le cose scritte sulla lista, più una ventina di altre non previste e il conto lievita!).

A proposito di lievitare... anche se non sto usando spesso la macchina del pane mi è tornata la voglia di panificare. Non so se lo farò con una banale lievitazione e poi cottura in forno, oppure sfruttando il tepore dell'incubatrice, o ancora mettendo a regime la principessa... in ogni caso, ho comprato della pasta madre essiccata al Naturasì con l'intenzione, prima o poi, di ricominciare ad allevarla, sperando di avere la costanza per fare le cose per bene.

Vi sarete chiesti tutti che fine abbia fatto l'incubatrice col suo contenuto. Il riso, inoculato con le spore preferite dal tempeh, è rimasto a fermentare praticamente per una settimana, tornando completamente secco ma senza accennare a diventare nero (come da ricetta). Sospetto che il fermento di partenza fosse un po' vecchio e non sia stato in grado di far fermentare adeguatamente il riso.
Adesso non so cosa fare: mi è rimasto del fermento di partenza, ma ho paura che sia troppo vecchio anche per far fermentare la soia, e non vorrei che il mio primo tempeh fosse un drammatico fallimento... per caso qualcuno ha del fermento più fresco ed è disposto a mandarmene? Suggerimenti di altro tipo?

Anche se non ho accolto l'invito di Erbaviola a piantare patate, qualcosa si muove. Ovviamente il più possibile a costo zero.
Ben sapendo che la mia inquietudine mi avrebbe spinta presto a ritentare con l'orto sul balcone, quando mi sono trasferita qui ho portato con me i semi di alcune piante particolarmente piccole e facili da coltivare (sono tutte, più o meno, insalatine da taglio). Fortunatamente si accontentano di vasi poco profondi per crescere, quindi ho passato i giorni scorsi a fare la posta ai fruttivendoli, aspettando che abbandonassero qualche bella cassetta al suo destino, pronta a ghermirla per i miei loschi scopi. Così è stato, per adesso ne ho raccattate tre, poi mi sono fiondata all'Auchan a comprare, di malavoglia, un paio di sacchi di terriccio universale e domani appronterò un comodo lettino dove seminare le mie insalate.
Contemporaneamente sto portando avanti una artigianale "prova lenzuolo" per valutare quanto dei gas di scarico delle strade del quartiere arrivi al mio balcone; i primissimi risultati sembrano incoraggianti, ma non canto vittoria troppo presto.
Vi terrò informati.

Ah, nel frattempo il compostaggio va avanti. Non è sicuramente il metodo ottimale, ho già visto qualche mosca posarsi sul cumulo e già temo le conseguenze tra qualche settimana, ma va avanti e sono contenta così.

Per finire, chiunque si sia domandato per settimane cosa diamine sto studiando adesso all'università, sta per ricevere finalmente la risposta.
Non mi chiedete come, non mi chiedete perché, ho deciso di iscrivermi al corso di laurea in Editoria e giornalismo. E la faccio finita qui prima di aggiungere altro... a voi i commenti!

09 gennaio 2010

Dell'imperscrutabilità delle incubatrici

Sono passate 24 ore dall'attivazione dell'incubatrice, ma lei non dà segni di vita. Il suo contenuto (riso inoculato con starter per tempeh) è praticamente inalterato. Perfino la frequenza di accensione della lampadina mi sta deludendo: una volta ogni ora, circa, e per meno di cinque minuti.
L'unica conferma del funzionamento del tutto proviene dal penetrante odore di gorgonzola che si sprigiona dalla scatola. E così, mentre mi spremo le meningi per battezzare l'incubatrice con un nome più originale de "la scatola", non resta che attendere i prossimi sviluppi.
Riproduzione dello starter per tempeh, fase 2, ovvero: prima o poi, succederà qualcosa. E allora, seguiranno aggiornamenti...

08 gennaio 2010

Progetti vecchi e avventure nuove

Per una volta sarò breve e concisa... arrivo subito al dunque saltando i preamboli!

1. Ho ricominciato a fare il compostaggio. Mi mancava già quando ero a Castellammare; adesso che abito dove l'organico non viene separato dal secco, compostare non solo mi mancava ma era diventato un dovere morale. Così, pur essendo disorganizzata e a corto di soldi, ho rimediato qualche contenitore di fortuna e sto iniziando ad ammassarci i miei scarti di cucina. Il mio sogno è riuscire a portare da casa uno dei due bidoni grandi per poter fare le cose con stile... e con successo, diciamolo: non so quanto possa funzionare bene il metodo casuale appena adottato, e temo l'arrivo di puzze e bestioline, col caldo primaverile.
Comunque, il 3/4 è rimasto sconvolto dal volume dei rifiuti organici rispetto al totale della spazzatura: circa il 60-70% di quanto butto via rientra in questa categoria. Considerate che sono un'estremista e composto nel mio bidone personale anche fazzolettini di carta, cotton-fioc in pura cellulosa, dischetti struccanti (non mi trucco quasi mai, quindi li uso per pulirmi il viso con olii vegetali: è tutto organico), e poi gusci di frutta secca, bucce di agrumi e altri materiali un po' "difficili", per non parlare degli involucri in mater-bi... lascio finire nel secco davvero molto poco.
Spero di aver fatto tesoro della mia precedente esperienza e di non combinare guai, in ogni caso ovviamente vi terrò aggiornati!

2. Balconaggio. Erbaviola odia questa parola, la trova un "orrendo neologismo" ma io mi ci sono affezionata (tra l'altro non ho ancora capito se l'ho davvero inventata io o l'ho solo letta da qualche parte, appropriandomene profondamente). Sto cercando di convertirmi a un sinonimo, ma le abitudini sono dure a morire.
Comunque vogliate chiamarlo, il concetto non cambia: si tratta di usare il proprio balcone, terrazzo o davanzale per coltivare non fiori o piante ornamentali, bensì ortaggi commestibili (scoprendo, tra l'altro, che alcuni di essi sono molto decorativi). A questo proposito, sul blog di Grazia ci sono delle interessanti segnalazioni in tema.
Io per adesso sono ferma, sia perché vorrei cercare di portare i vasi da casa (avendoci speso, a suo tempo, una piccola fortuna), sia perché prima di cominciare sto organizzandomi per capire il livello degli inquinanti presenti sul mio balcone. Però ecco, l'idea di un "orticello" rigoglioso di piantine, o più probabilmente, conoscendomi, assaltato da ogni genere di parassita ed erba infestante, si è riconquistata un posto nel mio cuore.

3. Incubatrice. Messa in funzione oggi. Sta riproducendo il fermento necessario per fare il tempeh... domani conoscerò i risultati dell'operazione, incrociate tutti le dita per me, ok?

4. Macchina del pane. Gentile prestito del mio 3/4 (lo so, è un uomo da sposare), così finalmente posso smettere di maledire il prezzo e la qualità del pane romano. Preparata ieri una pagnottella di prova, ricetta base e procedimento pure, ma il risultato mi ha già mandata in visibilio. Anche qui, seguiranno aggiornamenti.

Au revoir!