Missione compiuta!
Ho finalmente portato a termine l'assemblaggio di 6 assorbenti di stoffa home made, e presto ne realizzerò altri. Devo solo valutare l'efficacia nell'assorbenza e quindi decidere quanta spugna inserire in ciascun pezzo, dopodiché potrò iniziare la produzione in serie e dimenticarmi della macchina per cucire per il resto dei miei anni.
Ma andiamo con ordine: in principio fu
Imse Vimse con i suoi assorbenti di stoffa (quelli a forma di assorbente e non di "pezza").
Poi, grazie anche agli incoraggiamenti delle
bloodsisters, ho deciso che li avrei fatti in casa, così risparmio ed evito di farmeli arrivare dalla Finlandia...
Occorrente: flanella di cotone, spugna di cotone, cotone per cucire, spilli, carta per cartamodelli, forbici da cucito ben affilate, un gatto.
La realizzazione non è difficile, quello che probabilmente vi manderà al manicomio sarà trovare e acquistare i materiali.
Sia la flanella che la spugna vengono vendute in pezze e purtroppo la larghezza non è standard: dipende dalla pezza ed è prestabilita, mentre sta a voi precisare la lunghezza che vi occorre.
Cosa fare quindi?
Calcolate approssimativamente le dimensioni dell'assorbente: i miei sono risultati, ali escluse, di 26 x 9 cm. Calcolate il numero di assorbenti che intendete realizzare. Il base alla larghezza della pezza, calcolate la lunghezza necessaria per ottenere tutti gli assorbenti di cui avete bisogno: dovrete acquistare
il doppio di questa lunghezza per realizzare sia la facciata superiore che quella inferiore (è più facile a farsi che a dirsi).
Ripetete lo stesso procedimento per la spugna (probabilmente la pezza di spugna avrà una larghezza diversa e dovrete rifare tutto). Anche in questo caso dovrete acquistare il doppio della quantità calcolata, perché con uno strato solo di spugna l'assorbente viene sottile (a me è riuscito come un proteggi slip) e sicuramente per un ciclo mestruale medio è troppo leggero.
In tutto ciò la spesa è stata di 8 euro e a conti fatti dovrei ritrovarmi circa 15 assorbenti.Ovviamente i prezzi possono variare; se riuscite a trovare in vendita del tessuto di cotone biologico tanto meglio, il prezzo salirà ma ci guadagnerà l'ambiente e forse anche la vostra pelle.
Per quanto riguarda il colore: la spugna l'ho trovata bianca, la flanella color panna; evitate i colori troppo forti, col tempo sbiadiscono, e poi sarebbe preferibile usare un materiale il meno "trattato" possibile. "Bianco" significa che la stoffa, probabilmente, è stata sbiancata; meglio sarebbe se il cotone venisse da coltivazione biologica e non tinto né sbiancato... Comunque, tendenzialmente, mi fiderei maggiormente del cotone bianco che di quello colorato.
Appena potete, immergete in acqua fredda il tessuto, lasciatelo a bagno per la notte e poi stendetelo ad asciugare (potrebbe restringersi, e l'operazione serve a togliere eventuali sostanze presenti sulla stoffa).
Adesso, bisogna disegnare il cartamodello. Io come punto di partenza ho usato un assorbente Imse vimse, ma va bene anche un usa-e-getta: stendetelo sulla carta e tracciatene il profilo con una matita, cercando di essere precise.
E qui viene il bello: nulla vi vincola a questa forma. Se li volete più stretti, corti, lunghi o larghi potete modificare il cartamodello a piacimento; se volete farvi gli assorbenti
per tanga potete disegnarli a forma di tanga; se vi servono i proteggi slip, potete farli piccoli e sottili quanto volete, o al contrario extralunghi e superimbottiti per la notte; insomma, potete sagomarli assecondando perfettamente le vostre esigenze. E in fondo hanno ragione le bloodsisters: li volete bianchi coi cuoricini, leopardati oppure neri? Potete scegliere la stoffa che preferite, purché sia morbida a contatto con la pelle (la flanella di cotone è una carezza, devo ammetterlo).
Una volta stabilite le dimensioni e il profilo, dovete decidere
come tagliare il cartamodello (e quindi, poi, gli assorbenti).
Mi spiego meglio.
Inizialmente, li avevo tagliati già sagomati, con le ali comprese, in un pezzo unico (gli Imse Vimse sono fatti così). Tuttavia in tal modo si spreca più stoffa (inutilizzabile, tra una sagoma e l'altra) e le ali risultano meno flessibili; pertanto ho deciso di cambiare metodo.
Ho disegnato un assorbente "anatomico" delle stesse dimensioni di quello con le ali, e le ali a parte, lasciando un paio di centimetri in più alla loro base perché poi andranno cucite sotto all'assorbente. In questo modo, dato che sia gli assorbenti che le ali possono essere tagliati quasi perfettamente affiancati (ve ne renderete conto subito), avanza solo qualche millimetro di stoffa: risparmio economico e di risorse.
Ecco i due cartamodelli. Se vi interessa posso passarli allo scanner e cercare di inserirli in qualche modo, così li vedete meglio, ma in definitiva sono molto facili da realizzare, e anche da correggere se ci andate troppo abbondanti.
A questo punto, fissate con gli spilli il cartamodello sulla stoffa e procedete al taglio.
Per quanto riguarda la flanella, che è sottilissima, l'ho tagliata direttamente "a doppio", così la parte superiore e quella inferiore combaciano perfettamente, mentre questo con la spugna non si può fare, perché è troppo spessa.
Vi consiglio di tagliare la sagoma in spugna di qualche millimetro più piccola (o viceversa la flanella più grande) per agevolare la successiva cucitura evitando eccessi di tessuto.
A questo punto è necessario il gatto.
Mi spiace, ma è un passaggio indispensabile.
E' necessario che un grosso gatto, molto peloso e con gli artigli molto lunghi e affilati, salga sul tavolo dove state lavorando, e in sequenza tenti di inghiottire gli spilli sparsi in giro, inizi a tirare i fili di cotone svolazzanti, dia la caccia alle forbici mentre tagliate la stoffa (infilando le zampe tra le lame) e poi cominci a "farsi le unghie" sulla stoffa, per scoprire infine che... uau, com'è morbida questa flanella... mi piace...
...e poi plof, il gatto deve addormentarsi nel centro della pezza, costringendovi a tagliare tutto intorno (e in perfetto silenzio, altrimenti non dorme bene e mugola).
Ovviamente gli assorbenti saranno pieni di peli di gatto, ma come vi ho detto è un passaggio indispensabile; quindi, se qualcuno volesse fittare Tarty allo scopo (è preferibile che il gatto abbia il mantello scuro, altrimenti non è la stessa cosa), mi dia un colpo di telefono, me ne separo
davvero a malincuore, ma capisco che la necessità è reale... quindi per il bene dell'assorbenza ecologica possiamo accordarci per un prestito felino.
Al termine delle operazioni, dovreste trovarvi in possesso di un numero imprecisato di sagome anatomiche in flanella, perfettamente sovrapposte, e un numero imprecisato di sagome identiche di spugna (se ve ne trovate giusto il doppio rispetto a quelle di flanella, complimenti!).
Bisogna poi pensare alle ali. Diciamo che prima di tagliare tutta la stoffa, quando mancano ancora una trentina di cm per esaurire la pezza, conviene fermarsi, contare gli assorbenti ottenuti, e valutare il da farsi.
Se si taglia ancora una fila di assorbenti, la stoffa rimanente sarà sufficiente a preparare ali per tutti gli assorbenti tagliati? Regolatevi di conseguenza, ricordando che anche le ali vanno tagliate nella flanella "a doppio" e un po' più grandi della spugna, di cui invece non è indispensabile il doppio strato: uno solo dovrebbe bastare.
Comunque niente drammi: se per qualche motivo la stoffa non vi bastasse, potete sempre comprarne altra!
La fatica, a questo punto, sta per avere termine, concedetevi una pausa.
Ricordate che non dovete necessariamente fare tutto di seguito: il lavoro può essere suddiviso in diverse giornate, oppure svolto in compagnia spartendosi i ruoli! Il tutto potrebbe trasformarsi in una sessione di scambio e condivisione di saperi e poteri femminili tra voi, vostra madre o
sua madre, la zia zitella, le cugine strette o le vostre migliori amiche. E' poco probabile che succeda, ma si può tentare!
Adesso bisogna cucire gli assorbenti.
Infilate il cotone nella macchina per cucire (sopra e sotto), fate un po' di scongiuri e iniziamo con la parte più delicata. Non sono per nulla esperta di cucito, quindi se avete più esperienza di me usate il punto e la tecnica che preferite; e scusatemi per il linguaggio poco tecnico!
Per le imbranate come me, si fa così.
Innanzitutto ponete la spugna (almeno due strati) tra le due superfici di flanella. Fate attenzione, siate precise nel sovrapporre le stoffe: se gli assorbenti sono asimmetrici non confondete avanti e dietro; lasciate fuori la parte più soffice della flanella, perché vada a contatto con la pelle.
Cucite l'assorbente per il lungo, nella parte centrale, col punto dritto; servirà a tenerlo fermo mentre cucite il resto (basta qualche centimetro).
Cucite col punto a zigzag, piuttosto piccolo, il contorno dell'assorbente (con calma, non dovete avere fretta).
Cucite, sempre col punto piccolo a zigzag, la parte arrotondata delle ali.
Non vi dimenticate di tagliare il filo di cotone tra una fase e l'altra!
Posizionate le ali sul bordo inferiore dell'assorbente, alla giusta altezza e distanza dal bordo, e cucitele col punto dritto.
Fermatevi per ammirare la vostra creazione, dovrebbe essere già abbastanza simile agli assorbenti della Imse Vimse.
Adesso, dedichiamoci alle rifiniture: può essere utile ripassare tutto l'assorbente con gli stessi punti utilizzati sopra; tagliate gli eccessi di filo, eventuale spugna fuoriuscita (ecco l'importanza di un'imbottitura più piccola) e via discorrendo.
Quando avrete ammonticchiato la vostra pila di assorbenti di stoffa, dovrete portarli in merceria e farvi applicare dei bottoni a pressione sulle ali, per poterle agganciare al di sotto degli slip. Dovreste aver fatto in precedenza delle prove, col cartamodello, per stabilire lunghezza e larghezza ottimali delle ali (e margini di sovrapposizione).
State certe che tutti i presenti in merceria vi chiederanno cosa sono, a cosa servono e perché usate quei cosi; io ho candidamente spiegato che sono assorbenti, e che li utilizzo perché gli usa-e-getta mi irritano, mentre il cotone mi fa sentire divinamente; ho riscosso l'approvazione generale (avessi detto che sono un'ecologista sfegatata mi avrebbero riso in faccia, buffa la vita!).
Tra squilli di trombe e cori angelici, dovrebbero restituirvi qualcosa del genere:
Sorridete, pagate, tornate a casa, date fuoco alla macchina per cucire e gettate tutti gli scampoli di tessuto, i cartamodelli, gli spilli e i peli di gatto in un rogo propiziatorio e purificatore.
Se avete condiviso la fatica con altre streghette, condividete anche i fiammiferi, equamente.
Idee, varianti, suggerimenti.E' utile cucire, con i materiali che avete a disposizione (anche vecchie t-shirt vanno bene), un piccolo sacchetto con una stringa per riporre gli assorbenti.
Due strati di spugna potrebbero non bastare per garantirvi una buona assorbenza: vi consiglio di approntare un campione di prova e procedere con una verifica sul campo, prima di realizzare altri esemplari.
Se la merceria a voi più vicina cerca di rubarvi qualcosa come un euro per ogni bottone a pressione applicato, potrebbe essere un'idea l'utilizzo di un bottone normale che potete cucirvi da sole (senza buttar via metà del vostro stipendio). Per il capitolo su "come realizzare le asole" bisogna aspettare che papà, il sarto provetto, mi tenga una lezione sull'argomento.
Potreste provare a utilizzare qualsiasi altro genere di gancetto o marchingegno di chiusura vi troviate in casa.
Se avete paura che l'assorbente si sposti, forse si può cucire uno strato di velcro sulla parte inferiore dell'assorbente, e un'altra su uno dei vostri slip: neanche un tornado lo staccherebbe. Immagino che sia una cosa piuttosto originale, ma so di ragazze che nei giorni del ciclo indossano solo gli slip di paperino, oppure una versione un po' più moderna della "mutanda della nonna", o chissà che altro, quindi, perché non questo?
Lo stesso accorgimento, sempre se non volete farvi derubare in merceria, potrebbe essere usato per fissare le ali, attaccandole tra loro o allo slip.
Se conoscete o riuscite a trovare un tessuto impermeabile ma traspirante (come quello con cui Imse Vimse fabbrica le
tasche per gli assorbenti ripiegati), un'ottima idea sarebbe usarlo per foderare la parte inferiore degli assorbenti, o quella superiore degli slip, escludendo completamente il rischio di perdite e macchie.
Con lo stesso tessuto, o con un tessuto completamente impermeabile, si potrebbe realizzare qualche astuccio, quadrato e chiuso da un bottone, in cui riporre gli assorbenti (sia quelli puliti che quelli sporchi) quando ci si trova fuori casa. Avete presente gli assorbenti ripiegati con il loro involucro? Il concetto è esattamente lo stesso.
Idea pendant: se tagliate in tre segmenti, nel senso della larghezza, la spugna per imbottire (più o meno poco sopra e poco sotto le ali), e la appoggiate sulla flanella lasciando un solco di un paio di millimetri tra i vari pezzi, e poi assemblate l'assorbente e cucite in quel solco col punto dritto, bene, avrete ottenuto esattamente un assorbente tripartito ripiegabile.
Tuttavia nessuna di queste idee è stata sperimentata personalmente, quindi, se ci provate, fatemi sapere i risultati.
E dopo questo post di duemilaecentonuo parole, vado a mettere i bulbi oculari sotto ghiaccio.