
Con la benedizione di Antonella e Daniele, e nel modo più sintetico possibile (perché se mi metto a dire tutto si fa notte), vi racconto del matrimonio!

Dopo aver girato per mari e per monti per trovare il vestito e le scarpe, aver superato le insidie dello sciopero della circumvesuviana (previsto, ovviamente, per la mattina del matrimonio) e dell'autobus che mi ha lasciata alla fermata sbagliata, nonostante le scarpe torturatrici di piedi, sono arrivata al Maschio Angioino... ed ero anche in anticipo di un'ora.

Per fortuna presto mi hanno raggiunta gli amici

e sono stata emozionatissima di rivederli!

Dopo un po' è arrivato anche Daniele, nervoooosoo, circondato da parenti e amici con un accento palermitano spettacolare; poi Antonella in automobile, insieme al padre e con una scorta di fotografi antipaticissimi. La cerimonia è stata breve ma davvero emozionante... Emozionante quanto vedermi togliere le scarpe e camminare scalza

a giudicare dagli sguardi che ho attirato. Dopo un'ora di viaggio in auto abbiamo raggiunto l'agriturismo, un posto meraviglioso, ed è iniziata l'attesa degli sposi (rapiti ovviamente dai fotografi), costretti poi a ripetere non so quante volte l'ingresso in sala a beneficio del "cameraman". Nel frattempo, si erano fatte le 14 e gli stomaci brontolavano da un po', specialmente dopo aver letto i menù strategicamente disposti sui tavoli:
Aperitivo con frivolezze nostraneAntipasto con involtino di verza aromatizzatoInfornata di zucca al pomodorinoPatate farcite con porciniRustico di scaroleVellutata di ceci con crostiniTerrina di fagioli cannellini alla messicanaPettole alla boscaiolaRisotto con zucca ButternutMuscolo di grano con patateaccompagnate daturbantino di zucchine con friarielli saltatiBavarese agli agrumiMacedoniaTorta NuzialeAfter dinner con caffè, distillati, amari...Noi poveri vegan pregustavamo tutte quelle prelibatezze, e quando i camerieri hanno iniziato ad imbandire la tavola per l'aperitivo ci è venuta la tentazione di creare un diversivo per poterci avventare sul cibo... Per fortuna di lì a poco sono arrivati gli sposi, dando il via alla razzia delle cavallette! Eh sì, lo scetticismo degli altri invitati era evidente, ma ancor più evidente è stato il loro apprezzamento: di due tavoli stracolmi non è rimasto nulla...

Purtroppo manca la fotografia ma era tutto buonissimo: fagottini ripieni di verdure, pomodorini con tofu (affumicato?), melanzane e zucchine in pastella (ottimeee!), tartine con margarina vegetale e carote o zucchine crude alla julienne, bruschette di pane azzimo con rucola, zeppoline d'alghe... che bontà!
Ci siamo serviti tutti diverse volte, ma i parenti di Daniele e Antonella, vegan o meno, non si sono lasciati sfuggire nulla, garantisco.

Dopo l'aperitivo, che ha svolto il suo ruolo facendomi venire ancora più fame, è iniziata la delizia/tortura del pranzo...


Sono orgogliosa di dire che il tavolo dei vegan è stato quello preferito dagli sposi (erano sempre dalle nostre parti); abbiamo giurato solennemente di mangiare o almeno assaggiare TUTTO e così abbiamo fatto, nonostante, credetemi, si sia trattato di un pasto luculliano.
E' vero che ho visto di peggio (al Sud, per tradizione, i pranzi di matrimonio durano 6 ore - e
poi arriva la torta), ma nonostante le portate fossero molto leggere (pregio dei piatti vegan) sono tornata a casa piena come... un uovo!
Nella foto:
antipasto con involtino di verza aromatizzato (buonissimo, ripieno di cipolla, verza, pangrattato, sedano),
infornata di zucca al pomodorino (non so

quale fosse l'ingrediente segreto, ma era di una delicatezza unica),
patate farcite con porcini (Hinikko, queste mi ricordavano te!),
rustico di scarole con uvetta e pinoli, assolutamente da rifare,
terrina di fagioli cannellini alla messicana, saporitissimi, e
vellutata di ceci con crostini, qui a destra: ho spazzolato la scodella col pane della casa.


E già qui, ci siamo dichiarati soddisfatti... ma eravamo appena all'inizio... Giusto il tempo di riposare le mandibole e ci hanno servito il primo:
pettole alla boscaiola, cioè pasta con funghi, piselli e panna vegetale. Delicata e saporita, ma abbastanza abbondante da causare sonnolenza per ore. E proprio a causa della sonnolenza, abbiamo soltanto assaggiato il
risotto con zucca Butternut, un riso semintegrale dolce, che avrebbe senz'altro meritato più attenzioni.

Attenzioni che, però, non potevamo concedergli: stavamo conservando lo spazio per il pezzo forte, la
fiorentina di muscolo di grano (alla brace)
con patate (al forno) e il
turbantino di zucchine, il tutto accompagnato da
friarielli saltati.
Beh, ancora una volta sono rimasta delusa dal muscolo di grano: proprio non mi piace, né il suo sapore né la consistenza "stoppacciosa"... ho apprezzato molto di più le patate e lo sformato, buonissimo. D'altronde, Antonella mi ha confessato che la scelta di inserire il muscolo di grano nel menù è stata fatta a beneficio degli ospiti non vegan per mostrare loro la varietà della nostra cucina... ma la gran parte del menù, come vedete, era abbastanza tradizionale!

Dopo tante squisitezze, il senso di sazietà è stato spazzato via alla vista dei dolci. Io sono della teoria che il dolce non è compreso nel pasto, quindi, appena arriva in tavola, ritrovo l'appetito in un istante.

A sinistra potete ammirare la
bavarese agli agrumi, un sogno morbido e cremoso che mi sforzo inutilmente di riprodurre da giorni (cominciando ad odiare l'agar agar, che non collabora).

La
macedonia era semplicemente irresistibile: il connubio di mela, pera, ananas e fragole a pezzettoni, spruzzati di sciroppo di amarena, era divino.
L'unica cosa che mi ha trattenuta dal mangiare anche le porzioni altrui

è stato il pensiero della
Torta Nuziale, una meraviglia ricoperta di panna e ripiena di crema agli agrumi (non

fate caso all'antiestetica manaccia nella fotografia, concentratevi sulla morbidezza della crema... e su quel sottile strato zuccherino che... yum!). Era anch'essa buonissima, ma le mie papille gustative, stremate, gridavano pietà (e se avessi indossato una cintura, probabilmente avrei dovuto slacciarla).
All'
after dinner con caffè, distillati e amari non ho partecipato... ci mancava solo quello!
Ah, quasi dimenticavo: il ricevimento si è tenuto all'agriturismo - azienda agricola
La Colombaia, via Grotte San Lazzaro, 9 (Capua). Purtroppo l'azienda adesso sta mettendo su diverse forme di allevamento, non ancora avviate quando Daniele e Antonella l'hanno scelto per il pranzo... peccato!