04 marzo 2008

Mobilitazione vegetariana/vegan per il diritto d'aborto

Vegetariane/i! Vegane/i! Difendiamo il diritto all'aborto!

Molti pensano che chi non mangia animali e derivati animali lo faccia in nome di un generico rispetto per la «Vita»; in particolare, quando si discute la questione dell'aborto, ci si aspetta che vegetariani e vegani siano necessariamente sostenitori del diritto assoluto del feto a nascere anche contro la volontà della madre. Alcune/i vegetariane/i e vegane/i sono probabilmente di questa opinione, ma noi no, e in questo momento in cui l'attacco all'autodeterminazione delle donne in materia di maternità si fa sempre più violento vogliamo unire la nostra voce a quella di tutti gli altri soggetti della società italiana che si stanno mobilitando per difendere il diritto delle donne all'interruzione di gravidanza.

Rifiutando di mangiare animali, noi rifiutiamo quella concezione «essenzialistica» della vita che ritiene degna di rispetto e di esser difesa la sola vita umana persino nelle sue forme potenziali (embrioni e feti di poche settimane). Per noi, sono degni di rispetto e di essere difesi gli individui senzienti, che cioè sono soggetti di una esperienza cosciente, che sono in grado di provare sensazioni, di avere idee, di intrattenere relazioni emozionali e sociali con altri soggetti, che hanno una storia - anche minima - fatta di esperienze passate ed aspettative sul futuro. I miliardi di animali non umani abbattuti ogni anno per il consumo di carni e derivati rientrano in pieno in questa definizione ed è per questo che abbiamo scelto di non partecipare alla loro messa a morte diventando vegetariane/i e vegane/i.

Sappiamo che ritenere vite non umane adulte più degne di rispetto di vite umane, seppure potenziali, ci potrebbe far accusare di essere «anti-umani». Rifiutiamo questa accusa in modo fermo, per due motivi.

Primo, perché nel caso dell'interruzione di gravidanza sono in conflitto interessi di due vite umane delle quali l'una, quella del feto, è una mera esistenza biologica, mentre l'altra, quella della madre, è una esistenza storica con un suo passato ed una sua progettualità personale: sostenendo il diritto della donna ad abortire se lo ritiene necessario, noi valorizziamo la sua capacità di fare scelte responsabili nei confronti della propria maternità. Nell'alimentazione carnea, invece, c'è un conflitto di interessi talmente sproporzionato - la vita dell'animale mangiato contro una mera questione di abitudine e/o di gusto dell'umano che lo mangia – che dare priorità all'umano non valorizzerebbe altro che un'inutile crudeltà.

Secondo, perché criticando l'allevamento di animali per ricavarne prodotti da mangiare, ci opponiamo all'idea malsana che essi esistano solo come esemplari di certe loro funzioni biologiche (riprodursi ed ingrassare) piuttosto che come individui; sulla base di questa consapevolezza, individuiamo la stessa idea malsana all'opera nel discorso di coloro che vogliono impedire alla donna di scegliere se essere madre o no, negando la dimensione emozionale e sociale della maternità per ridurla a produzione di feti da difendere a qualunque costo, incatenando la donna alla sua biologicità e vedendo in lei solo un contenitore procreativo, e non un individuo dalle mille potenzialità e dai mille desideri. Non è una coincidenza se il pensiero patriarcale ha sempre collegato strettamente femminilità ed animalità: noi vogliamo liberare dal suo giogo l'una e l'altra.

Per questi motivi, nelle piazze italiane in cui verranno espresse le rivendicazioni delle donne l'8 marzo prossimo, auspichiamo ed incoraggiamo una presenza vegetariana/vegana, che faccia sentire la sua voce contro il patriarcato e in difesa della laicità, ed ovviamente contro lo specismo.

Vegetariane/i! Vegane/i! In piazza l'8 marzo!

A Milano: appuntamento in largo Cairoli (angolo via Dante) - ore 14,30 *

Per aderire all’appello, scrivere a: info@donneanimali.org
Indicando Nome, Cognome, Città
Lista firmatari: http://www.donneanimali.org/it/comunicati/20080308.html

donnEanimali www.donneanimali.org

* La presenza vegetariana e vegana per il diritto all’aborto sarà riconoscibile nel corteo dallo striscione azzurro “veg per il diritto all’aborto”.

11 commenti:

  1. Sono assolutamente d'accordo !!!
    mi spiace solo di non poter partecipare alla manifestazione a Milano,e non credo che il mio comune (Alghero in Sardegna)organizzi qualcosa,ma mi ingegnerò!!
    fa lo stesso se mi iscrivo e poi non vengo?,cosi do il mio sostegno a distanza :) Angelica

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  2. Ciao vera,
    off topic:
    ti ho nominata nel mio "you make my day award"

    http://www.veganswiss.ch/blog/files/284b4c269af5ff68730ddb0bbad41e82-181.html

    ciauuu

    Marta

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  3. Ciao Vera!
    veramente un piacere leggerti! Grazie tante per i bellissimi pensieri sia sul pensiero vegano che sulle donne!
    Riguardo le donne, usate come poco più che embrioni, tempo fa ho scritto uno "sfogo" .

    P.S.
    non sono vegano

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  4. Angelica, puoi senz'altro aderire al comunicato pur non essendo poi fisicamente presente al corteo. ;-)

    Marta, vado a leggere! :)

    Nixos, mi ricordo quel tuo intervento, l'avevo apprezzato.
    (hai fatto bene a specificare che non sei vegano, dato che te lo chiedo sempre :-) però giuro, sto imparando! ;D)

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  5. Vera scusa,
    pochi minuti fa ho inviato un commento che non appare.
    Si è perso o è stato censurato?
    Aspetto risposta,grazie.
    sefirot2

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  6. Non mi è arrivata nessuna notifica precedente per questo messaggio, quindi direi che c'è stato qualche problema nell'invio, forse avevi digitato male il codice antispam.
    Riprova!

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  7. Ps: nixos, le riflessioni non sono scritte di mio pugno! ;-)

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  8. Oilà vera!
    Grazie per la precisazione!
    Grazie comunque per avermecene resi partecipi tutti attraverso il tuo blog!

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  9. :)
    Non mi pareva giusto prendermene "il merito", comunque sono tra le firmatarie. ;-)

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  10. ciao vera, ho visitato il sito, ho trovato interessante l'appunto al mondo animalista che si interessa poco della liberazione delle donne, a questo proposito ieri a roma mi sono fermata al banchetto delle uova di pasqua della lav, ero quasi tentata di comprarne uno (anche se in generale boicotto le feste religiose e il business che ci gira intorno), ma quando ho visto che le sorprese erano differenziate tra maschi e femmine ho fatto notare che era un modo di promuovere il sessismo, e mi sono sentita ripondere che "mica vorrai che un maschietto trovi una bambolina nell'uovo" e che "è naturale che le bambine giochino con le bamboline e i maschietti con altri giochi" al che ho risposto "è come dire che è naturale mangiare carne".
    ciao
    anna - sassari (sposa di mauro... ricordi?) :-)

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  11. Anna! :) Che bello rivederti!

    Hai ragione sulla divisione "stupida" tra cose per maschietti e cose per femminucce, io mi stupisco ancora quando sento futuri genitori che vogliono il corredino tutto rosa o tutto azzurro! Non dico di vestire il maschietto di rosa o la femminuccia di azzurro, ma scegliere almeno un colore "unisex" non si può? :D

    Va beh, il discorso è complesso, non si può certo esaurire in poche righe... se ti interessa l'argomento, comunque, resta in contatto con lo staff del sito, ne avranno piacere! :)

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