Ancora su e giù da una Regione all'altra, ancora tempo ballerino, e stanchezza che avanza. Ma nel complesso sono allegra, ottimista: non posso farci niente, a me piace la primavera inoltrata, mi piace la luce che trafigge i vetri delle finestre e scalda la stanza, mi piace il sole che mi bacia la pelle, mi piace cominciare a togliere i vestiti strato per strato e mi piace scoprirmi ogni giorno un po' di più, come se il mio corpo dovesse uscire dal guscio dopo l'inverno. Nonostante alcune pessime notizie arrivate dall'università sono contenta e ho voglia di fare cose nuove, o di ricominciare a fare quelle vecchie, che prima facevo e adesso non faccio più.
Ogni tanto, vuoi perché qualcuno li commenta, vuoi perché ci finisco cercando qualcosa su Google, vuoi perché ho bisogno di una mia ricetta, rileggo i vecchi post... e ce ne sono alcuni che mi divertono o mi commuovono, mi fanno ridere fino alle lacrime, come se non li avessi scritti io. Sembrano provenire da un tempo lontano, lontano; un tempo fresco e spontaneo, in cui non mi preoccupavo di cosa la gente avrebbe detto o pensato di me e quindi scrivevo quello che mi passava per la testa senza pensarci troppo. Quando scrivevo un post, me ne fregavo se le fotografie facevano schifo, anzi me ne fregavo se le foto nemmeno c'erano perché, ve la ricordate mia madre? Era sempre in agguato per mangiarsi l'ultima fetta di torta - o anche la torta intera - appena voltavo le spalle.
Non solo me ne fregavo quando qualche esperimento falliva clamorosamente, ma lo sbandieravo ai quattro venti, convinta che un foodblogger non sia un'entità perfettissima, che mettersi (e lasciarsi mettere) su un piedistallo sia sbagliato e spesso poco sincero, che il contatto umano si costruisca mostrandosi, appunto, umani, e perciò fallibili, incasinati, imperfetti. Veramente me ne fregavo pure di considerarmi o essere considerata una foodblogger, me ne fregavo delle etichette, me ne fregavo di pormi come la superchef vegana strafiga che sa e fa tutto lei; insomma me ne fregavo di un bel po' di cose.
Non me ne fregava niente di niente, o giù di lì: c'ero solo io, la mia cucina sperimentale e sconclusionata, la macchinetta digitale stravecchia, che dovevo sempre rubare a mia sorella, e questo blog col suo misterioso scheletro in html.
E poi c'era l'altro "lato" dello schermo: chi mi leggeva, chi mi scriveva e-mail, chi mi commentava. E ne sono convinta, la metà delle volte succedeva non perché cucinassi piatti di qualità o manicaretti strepitosi. Ok, credo ci siano tante ricette da leccarsi i baffi qui dentro, ma non mi seguivate per questo.
Mi seguivate perché era divertente.
Io scrivevo perché era divertente.
Negli scorsi quattro anni la mia vita è stata un casino. Un vero casino, fatto di momenti drammatici, di disperazione, di cambiamenti grandi e piccoli; e nelle pause tra una "tragedia" e l'altra della vita "normale" di una ragazza poco più che ventenne. Non sempre ero felice, non sempre ero soddisfatta di me, e a volte stavo proprio male, ma questo blog mi divertiva e mi aiutava a non prendermi troppo sul serio, a sdrammatizzare.
Poi... boh, è successo qualcosa. Non so cosa di preciso. Ed è difficile scegliere un unico momento.
Di sicuro, c'è stata la laurea. Il Mancino dice che non sono più tornata indietro. Che scrivo ancora come se scrivessi la mia tesi. Che prendo tutto troppo sul serio, come in quel periodo lì. Forse ha ragione; di certo questo blog non è più divertente come prima... almeno non per me e, credo, neanche per voi.
Ormai mi sento i riflettori puntati addosso, come se non fossi più libera di postare a piacimento. Mi faccio mille problemi. Scarto una ricetta perché banale, una foto perché non particolarmente bella, taccio i fatti miei per non sembrare esibizionista e prima di pubblicare mi chiedo sempre "che ne penseranno?". Alla fine, spesso, clicco "salva" invece di "pubblica" e aggiungo una nuova bozza alla mia collezione: un'ottantina di post aspettano ancora di vedere la luce, da queste parti.
Ho sempre messo impegno nel blog: non è facile postare novità quotidianamente, bisogna programmare, metterci un pizzico di buona volontà. Ma era divertente!
Adesso il rettangolo bianco dei nuovi post mi getta nel panico, ho tante cose da dire ma le parole stentano a uscire, le sento pesanti, accademiche, o solo futili: quando quasi tutto è già stato detto, a cosa serve aggiungere la mia voce al coro?
Ho perso spontaneità, ho perso innocenza e leggerezza. Ho perso il quid che mi rendeva speciale.
E adesso che si fa?!
Si chiude? Si asseconda il cambiamento? Si cerca di tornare indietro?
Ci sto riflettendo su da un anno, più o meno, e di volta in volta, a turno, propendo per ciascuna delle tre ipotesi.
Sì, a volte mi convinco che chiudere sia l'unica cosa sensata da fare, perché quando un progetto si snatura forse è il caso di iniziarne un altro.
Altre volte penso che il progetto sono io, quindi se io sto cambiando cambierà anche il progetto, senza drammi.
Poi mi dico che è una fase, solo una fase. Che sicuramente la laurea mi ha messo addosso molta tensione e rigidità, ma io sono sempre io, e so ancora scrivere come un tempo, con leggerezza, ironia, delicatezza. Divertendomi. Che posso tornare indietro... disintossicarmi... perfino guarire! Magari esistono dei gruppi di sostegno per neo-Dottori in crisi che vogliono disperatamente spogliarsi del completo indossato durante la dissertazione; magari c'è un segretissimo circolo di neo-Dottoresse in cui ci si aiuta a vicenda a scendere finalmente dalle scarpe con tacco vertiginoso calzate durante la seduta. Ecco, forse ce la posso fare, forse il lato oscuro della forza non mi ha ancora assorbita del tutto, forse c'è ancora una speranza!
E allora ci provo.
Per oggi niente ricette, solo notizie varie da sapere, cose da fare, cose da guardare.
Innanzitutto: ho inserito un nuovo sito tra i link sul coltivare ortaggi sul balcone: si tratta di Coltivare l'orto e mi ha colpita subito per la grafica fresca e la scioltezza degli articoli! Il progetto è stato avviato da poco, quindi non ci sono molti post, e la maggior parte è al livello "principianti" ma questo è un pregio, direi.
Mi hanno linkato un video molto carino, si intitola La storia dell'acqua in bottiglia; anche se probabilmente tutti voi bevete acqua del rubinetto, guardatelo, è davvero accattivante e sarebbe carino girarlo ai propri contatti. Lo ammetto, mi sono sentita molto in colpa per quelle bottigliette da 1/2 litro che a volte mi capita di comprare in stazione quando devo prendere il treno di corsa... ma mi è servito a ricordarmi di riempire sempre la mia bottiglia prima di uscire di casa!
E a proposito di acqua... avete già firmato perché resti pubblica?
Non so se qualcuno di voi ha visto Report, domenica scorsa. Il servizio principale era dedicato al tonno "in scatola"; la prospettiva, chiaramente, non era animalista in senso stretto ma si è comunque parlato della pesca eccessiva e degli interessi economici e politici che girano intorno allo sfruttamento delle diverse specie, di cui molte ormai in via di estinzione.
Qualche breve accenno alla crudeltà della pesca c'è stato e le immagini parlavano da sole, alcune sono piuttosto crude. Penso e spero che qualcuno, guardando il servizio, ne sia rimasto colpito e si sia reso conto, forse per la prima volta, che prima di essere così il tonno "in scatola" era così, un animale vivo, vegeto e bellissimo. Se vi interessa, l'inchiesta è visibile qui. E comunque Report è una bellissima trasmissione, quindi guardatevi pure le puntate precedenti, male non fa... a parte al fegato.
Infine, ho avuto modo di vedere uno degli ultimi libri inseriti in catalogo da AgireOra Edizioni: è un libro illustrato per bambini, edito dalla Sonda e scritto da Ruby Roth (si intitola Indovina chi c'è nel piatto? - Ecco perché non mangiamo gli animali!). Punto "di forza" sono i bellissimi disegni di maiali, tacchini, galline, mucche, oche, pesci e altri animali mostrati sia in libertà, sia negli allevamenti, o ancora mentre vengono cacciati. Brevi testi di accompagnamento spiegano quanto sia ingiusto mangiare gli animali e invitano a smettere di farlo; il linguaggio è molto semplice ma, forse per la delicatezza del tema, il libro è indicato per la fascia dagli 8 ai 12 anni d'età.
Potete ordinarlo qui; sul sito della Sonda c'è qualche informazione in più, anche sull'autrice.
E con questo, per oggi è tutto.
Ogni tanto, vuoi perché qualcuno li commenta, vuoi perché ci finisco cercando qualcosa su Google, vuoi perché ho bisogno di una mia ricetta, rileggo i vecchi post... e ce ne sono alcuni che mi divertono o mi commuovono, mi fanno ridere fino alle lacrime, come se non li avessi scritti io. Sembrano provenire da un tempo lontano, lontano; un tempo fresco e spontaneo, in cui non mi preoccupavo di cosa la gente avrebbe detto o pensato di me e quindi scrivevo quello che mi passava per la testa senza pensarci troppo. Quando scrivevo un post, me ne fregavo se le fotografie facevano schifo, anzi me ne fregavo se le foto nemmeno c'erano perché, ve la ricordate mia madre? Era sempre in agguato per mangiarsi l'ultima fetta di torta - o anche la torta intera - appena voltavo le spalle.
Non solo me ne fregavo quando qualche esperimento falliva clamorosamente, ma lo sbandieravo ai quattro venti, convinta che un foodblogger non sia un'entità perfettissima, che mettersi (e lasciarsi mettere) su un piedistallo sia sbagliato e spesso poco sincero, che il contatto umano si costruisca mostrandosi, appunto, umani, e perciò fallibili, incasinati, imperfetti. Veramente me ne fregavo pure di considerarmi o essere considerata una foodblogger, me ne fregavo delle etichette, me ne fregavo di pormi come la superchef vegana strafiga che sa e fa tutto lei; insomma me ne fregavo di un bel po' di cose.
Non me ne fregava niente di niente, o giù di lì: c'ero solo io, la mia cucina sperimentale e sconclusionata, la macchinetta digitale stravecchia, che dovevo sempre rubare a mia sorella, e questo blog col suo misterioso scheletro in html.
E poi c'era l'altro "lato" dello schermo: chi mi leggeva, chi mi scriveva e-mail, chi mi commentava. E ne sono convinta, la metà delle volte succedeva non perché cucinassi piatti di qualità o manicaretti strepitosi. Ok, credo ci siano tante ricette da leccarsi i baffi qui dentro, ma non mi seguivate per questo.
Mi seguivate perché era divertente.
Io scrivevo perché era divertente.
Negli scorsi quattro anni la mia vita è stata un casino. Un vero casino, fatto di momenti drammatici, di disperazione, di cambiamenti grandi e piccoli; e nelle pause tra una "tragedia" e l'altra della vita "normale" di una ragazza poco più che ventenne. Non sempre ero felice, non sempre ero soddisfatta di me, e a volte stavo proprio male, ma questo blog mi divertiva e mi aiutava a non prendermi troppo sul serio, a sdrammatizzare.
Poi... boh, è successo qualcosa. Non so cosa di preciso. Ed è difficile scegliere un unico momento.
Di sicuro, c'è stata la laurea. Il Mancino dice che non sono più tornata indietro. Che scrivo ancora come se scrivessi la mia tesi. Che prendo tutto troppo sul serio, come in quel periodo lì. Forse ha ragione; di certo questo blog non è più divertente come prima... almeno non per me e, credo, neanche per voi.
Ormai mi sento i riflettori puntati addosso, come se non fossi più libera di postare a piacimento. Mi faccio mille problemi. Scarto una ricetta perché banale, una foto perché non particolarmente bella, taccio i fatti miei per non sembrare esibizionista e prima di pubblicare mi chiedo sempre "che ne penseranno?". Alla fine, spesso, clicco "salva" invece di "pubblica" e aggiungo una nuova bozza alla mia collezione: un'ottantina di post aspettano ancora di vedere la luce, da queste parti.
Ho sempre messo impegno nel blog: non è facile postare novità quotidianamente, bisogna programmare, metterci un pizzico di buona volontà. Ma era divertente!
Adesso il rettangolo bianco dei nuovi post mi getta nel panico, ho tante cose da dire ma le parole stentano a uscire, le sento pesanti, accademiche, o solo futili: quando quasi tutto è già stato detto, a cosa serve aggiungere la mia voce al coro?
Ho perso spontaneità, ho perso innocenza e leggerezza. Ho perso il quid che mi rendeva speciale.
E adesso che si fa?!
Si chiude? Si asseconda il cambiamento? Si cerca di tornare indietro?
Ci sto riflettendo su da un anno, più o meno, e di volta in volta, a turno, propendo per ciascuna delle tre ipotesi.
Sì, a volte mi convinco che chiudere sia l'unica cosa sensata da fare, perché quando un progetto si snatura forse è il caso di iniziarne un altro.
Altre volte penso che il progetto sono io, quindi se io sto cambiando cambierà anche il progetto, senza drammi.
Poi mi dico che è una fase, solo una fase. Che sicuramente la laurea mi ha messo addosso molta tensione e rigidità, ma io sono sempre io, e so ancora scrivere come un tempo, con leggerezza, ironia, delicatezza. Divertendomi. Che posso tornare indietro... disintossicarmi... perfino guarire! Magari esistono dei gruppi di sostegno per neo-Dottori in crisi che vogliono disperatamente spogliarsi del completo indossato durante la dissertazione; magari c'è un segretissimo circolo di neo-Dottoresse in cui ci si aiuta a vicenda a scendere finalmente dalle scarpe con tacco vertiginoso calzate durante la seduta. Ecco, forse ce la posso fare, forse il lato oscuro della forza non mi ha ancora assorbita del tutto, forse c'è ancora una speranza!
E allora ci provo.
Per oggi niente ricette, solo notizie varie da sapere, cose da fare, cose da guardare.
Innanzitutto: ho inserito un nuovo sito tra i link sul coltivare ortaggi sul balcone: si tratta di Coltivare l'orto e mi ha colpita subito per la grafica fresca e la scioltezza degli articoli! Il progetto è stato avviato da poco, quindi non ci sono molti post, e la maggior parte è al livello "principianti" ma questo è un pregio, direi.
Mi hanno linkato un video molto carino, si intitola La storia dell'acqua in bottiglia; anche se probabilmente tutti voi bevete acqua del rubinetto, guardatelo, è davvero accattivante e sarebbe carino girarlo ai propri contatti. Lo ammetto, mi sono sentita molto in colpa per quelle bottigliette da 1/2 litro che a volte mi capita di comprare in stazione quando devo prendere il treno di corsa... ma mi è servito a ricordarmi di riempire sempre la mia bottiglia prima di uscire di casa!
E a proposito di acqua... avete già firmato perché resti pubblica?
Non so se qualcuno di voi ha visto Report, domenica scorsa. Il servizio principale era dedicato al tonno "in scatola"; la prospettiva, chiaramente, non era animalista in senso stretto ma si è comunque parlato della pesca eccessiva e degli interessi economici e politici che girano intorno allo sfruttamento delle diverse specie, di cui molte ormai in via di estinzione.
Qualche breve accenno alla crudeltà della pesca c'è stato e le immagini parlavano da sole, alcune sono piuttosto crude. Penso e spero che qualcuno, guardando il servizio, ne sia rimasto colpito e si sia reso conto, forse per la prima volta, che prima di essere così il tonno "in scatola" era così, un animale vivo, vegeto e bellissimo. Se vi interessa, l'inchiesta è visibile qui. E comunque Report è una bellissima trasmissione, quindi guardatevi pure le puntate precedenti, male non fa... a parte al fegato.
Infine, ho avuto modo di vedere uno degli ultimi libri inseriti in catalogo da AgireOra Edizioni: è un libro illustrato per bambini, edito dalla Sonda e scritto da Ruby Roth (si intitola Indovina chi c'è nel piatto? - Ecco perché non mangiamo gli animali!). Punto "di forza" sono i bellissimi disegni di maiali, tacchini, galline, mucche, oche, pesci e altri animali mostrati sia in libertà, sia negli allevamenti, o ancora mentre vengono cacciati. Brevi testi di accompagnamento spiegano quanto sia ingiusto mangiare gli animali e invitano a smettere di farlo; il linguaggio è molto semplice ma, forse per la delicatezza del tema, il libro è indicato per la fascia dagli 8 ai 12 anni d'età.
Potete ordinarlo qui; sul sito della Sonda c'è qualche informazione in più, anche sull'autrice.
E con questo, per oggi è tutto.
devo dire che ti capisco sai? sono mesi, anni che sono nella stessa fase.
RispondiElimina10000 bozze e nemmeo un post... foto che non sono mai all'altezza, testi neppure...
ma altezza di cosa, poi? :-D
io sto provando a sbattermene, facciamolo insieme :-D
Boh? All'altezza delle punte di diamante del foodblogging italiano? :)
RispondiEliminaAll'altezza di una rivista patinata?
All'altezza dell'ultimo scaffale di un supermercato?
Non lo so proprio! ;-)
Cara Vera
RispondiEliminaho letto questo post tutto d'un fiato... mi piace come scrivi..e per quanto mi riguarda...non hai affatto perso leggerezza, non sei affatto banale, sei ironica quanto basta...forse sulla dose di autocritica...ci andrei più leggera...!L'importante mi sembra che più che scrivere per chi legge devi scrivere anche per te, se ti va, come ti viene..è o non è il piacere di condividere che ci fa aprire un blog? Per me è così...è da poco che scrivo e mi sembra soprattutto di svolazzare in qua e in là come in un gioco...a volte mi chiedo se può interessare...ma questo sta agli altri capirlo...ed è come nella vita...mica tutte le persone che incontriamo o frequentiamo ci conoscono, ci apprezzano e noi ugualmente scegliamo...senza per questo giudicare!
Per me che sono una gran chiacchierona scrivere sul blog è bello perchè mi fa sentire parte di una comunità...prevalentemente femminile, che sa mettersi in gioco, che mette a disposizione le sue capacità, conoscenze, emozioni, informazioni...in un grande allegro abbraccio spesso profumato di vaniglia, cannella, cioccolato ed altri preziosi aromi. Io ho scoperto molto sul vegan da te...e oltre all'aspetto etico,mi è tanto utile visto che mi hanno scoperto allergie e dato diete senza uova ne latticini!!!
Perchè far diventare un lavoro questo piacere ? In fondo l'interessante non è sempre la meta, ma il cammino e anche tu citi l'utopia...
ma certo la cosa più importante è sentirsi liberi di scegliere ..e noi tuoi lettori accetteremo di buon grado qualsiasi soluzione sia per te la migliore...
Grazie intanto per tutto quanto hai già...dato!
Ho messo in facebook il link..bellissimo..sull'acqua in bottiglia.(citandoti naturalmente.)
"Altre volte penso che il progetto sono io, quindi se io sto cambiando cambierà anche il progetto, senza drammi."
RispondiEliminaQuesta secondo me è la cosa più vera. Detto questo è innegabile che i blog stiano prendendo una strada molto precisa; sopravvivono, in termini di popolarità, quelli che si specializzano di più. Ma tuttavia io penso che il tuo abbia ancora tanto ma tanto da dire. Per spiegarmi meglio... serve una chiacchierata chat ;)
Bacione :*
carissima, anch'io, nel mio piccolo, mi sono fatta un sacco di paranoie sull'opportunità di pubblicare alcuni post. Alle volte mi sono autocensurata per paura dei giudizi, poi ho scoperto che i lettori alle volte sono molto più tolleranti di quel che crediamo... ;) e quelli più intolleranti è meglio perderli che trovarli.
RispondiEliminaAdesso ho deciso di fregarmene cordialmente: insomma, non sono perfetta, e allora?
Senti, a me non sembri poi così noiosa, e il mio giudizio varrà pure qualcosa, no? ;)
4-5 anni sono taanti nella storia di un blog!:-) Penso che sia proprio normale che secondo l'attuale situazione che si sta vivendo, si arriva ogni tanto al punto di voler finire o almeno non voler continuare per un po'...(io in 3 anni ho giá avuto piú periodi della 'blogcrisi' di questo genere:-). Secondo la mia esperienza personale lo scrivere di un blog é anche uno sostituto di qualcosa che manca attualmente nella vita... E quando si ritrova l'equilibrio (o proprio il contrario, quando magari si ha grossi problemi), si comincia ad abbandonare il posticino personale per spingere le energie verso altre zone dove appena ne ha piú bisogno... E va bene cosí!:-) Forse in queste situazioni (e tutto questo senza rimorsi!:-) é meglio lasciarsi piú libertá, piú tempo per riprendersi, per riposare, per poter prendere poi la decisione giusta (e anche se cosí magari noi lettori poveri saremo abbandonati per un po':-)) Ti auguro di trovare la via di mezzo! E ci auguro di ritrovare le tue ricette almeno ogni tanto!:-))
RispondiEliminaCiao Vera, piacere, mi chiamo Paola.
RispondiEliminaSono arrivata al tuo blog per via del composter... che voglio tentare anche io di fare in maniera istintiva con qualche prezioso suggerimento tuo.
Non ci conosciamo, ho letto pochi dei tuoi post ma apprezzo la sincerità come anche la determinazione, la volontà, l'autoironia e la voglia di giocare bene in questa vita.
Personalmente spero che deciderai di continuare questa espressione di te e che ci sarà occasione di altri contatti.
Grazie di tutto, anche di quello che non ho ancora letto
ciao:)
Brevemente, perché sono di corsa (ma il tuo post l'ho letto con attenzione): nella vita si cambia continuamente e impercettibilmente, e ora da trent(atrenne) mi accorgo di quanto sono diventato diverso dal ventiquattrenne in procinto di laurearsi, e di quanto sia diventato più introspettivo e un po' meno spontaneo e impulsivo di dieci anni fa.
RispondiEliminaQuello che voglio dire è che il cambiamento è insito in noi, ed è importante rifletterci cercando di imparare a conoscere le "nuove" caratteristiche che ci contraddistinguono.
E il blog può essere utile a capire come, pur cambiando, la sostanza di una persona resti fondamentalmente la stessa: magari puoi aver perso in spensieratezza, ma i tuoi attuali "scritti" li trovo più maturi e completi. E credo che sia normale, rispecchiano la persona che sei diventata: è una crescita enorme quella che hai affrontato nell'ultimo anno (trasloco, nuova città e casa da sola), è più che comprensibile che questo traspaia dal blog.
Ti assicuro però che è sempre un piacere leggerti, ed è per me, e sicuramente per molti altri, sempre un appuntamento piacevole ogni tuo nuovo post. Post che sono sempre briosi e piacevoli, freschi anche se più "strutturati" rispetto ai tuoi esordi.
Ciao simoff,
RispondiEliminagrazie. :)
Sì, un blog nasce sicuramente dal piacere di condividere le proprie idee, i propri pensieri e le notizie e informazioni che riteniamo importanti. Fa sentire parte di qualcosa.
Forse con l'aumento dei visitatori questo aspetto l'ho un po' perso, e mi sento più "esposta" e meno inserita in un ristretto circolo di amiche di quanto non fosse prima. ;-)
Ma probabilmente è più un'impressione che altro!!
Un bacio. :)
Ciao Puccina, è vero, molto spesso sono più grandi le nostre paranoie dello scetticismo dei lettori... il tuo giudizio vale tantissimo, mille punti per questo commento! ^_^
Siccike, son tanti, sì. :)
Non sono d'accordo del tutto sul fatto che si tiene un blog per sostituire una mancanza della vita reale, però sicuramente è una cosa che fa parte della vita, richiede energie e le energie a volte vanno indirizzate altrove.
Grazie comunque degli spunti di riflessione!
Paola, grazie delle tue parole e dell'incoraggiamento! :)
Yari, si vede che l'hai letto con l'attenzione. E grazie di esserti preso il tempo per rispondermi!
Mi hai scritto un commento bellissimo mostrandomi in una prospettiva che, confesso, non avevo ancora mai adottato per guardare la situazione.
Quindi grazie ancora, ci rifletterò su ma... già mi piace. :)
Posso quotare in toto Yari? Non avrei saputo esprimermi meglio di lui nemmeno se fossi stata a scrivere per due ore ; )
RispondiEliminaCiao Vera, leggo il tuo blog saltuariamente, NON sono ancora vegana purtroppo :-( ma grazie a te mi sono fatta l'idea che essere vegani, wow!, è una gran figata, perchè non richiede una vita di privazioni e stenti :-D
RispondiEliminaLe tue ricette sono davvero speciali, con ingredienti speciali che io per ora utilizzo solo in parte (ecco il mio punto di contatto con questo forum, il mondo ecobio). Tra l'altro, dovrei decidermi ad ordinare il famoso CD. Le tue soluzioni spaziano a tutto campo, nulla della vita ecobio sembra esserti estraneo o di poco interesse...per non parlare della verve che trovo in tutti i tuoi post, anche quelli più malinconici.
Per cui, concludendo,da estranea, mi sento di dirti che anche Laure Manadou a un certo punto ha smesso di nuotare, perchè non se la sentiva più...la vita è fatta anche di fasi di transizione...io continuo a curiosare nel tuo blog e a cercare ispirazione, ma se deciderai di chiudere, ti saluterò comunque con affetto e riconoscenza per le tante proposte che hai reso pubbliche. Ciao, un abbraccio! Michela, Udine.
Vera, prima di tutto un abbraccio! Vorrei tanto dartelo di persona, ma in questo momento gli scombussolamenti nelle reciproche esistenze pare ingarbuglino le strade più dei chilometri. Ci siamo viste più spesso l'anno scorso, abitando in città diverse, che ora che abitiamo nella stessa città e potrei quasi vederti dalla finestra :)
RispondiEliminaA parte quotare Barbara e Yari, non ho consigli, né belle frasi da dirti, perché sto vivendo una fase simile alla tua. Insomma, neanche la consolazione che con gli anni passa, visto che di anni ne ho quasi il doppio dei tuoi! ;D
Una cosa però posso dirla. Siamo qui, in questo mondo, per esprimere noi stessi, per seguire le nostre più alte verità e quelli che sono i dettami della nostra anima. Per esprimere i nostri talenti. Siamo liberi di perderci, di ritrovarci e di sperimentare, alla ricerca del nostro più alto sé, della Bellezza. Perché la bellezza è verità e la verità è più importante della perfezione. Questo blog s'è evoluto con te ed è una bella e preziosa bussola, per te e per noi. E' vero che ora ci sono i navigatori satellitari, ma vuoi mettere il fascino dell'ago che indica dritto e vibrante il Nord? :)
Lo scrivi all'inizio del tuo post, e non posso che citarti in conclusione: "Il contatto umano si costruisce mostrandosi, appunto, umani, e perciò fallibili, incasinati, imperfetti."
Un abbraccio.
Michela, il tuo commento mi ha messo di buon umore. ;-)
RispondiEliminaNon lo so se anch'io un giorno e l'altro smetterò di "nuotare", però voglio poter dire che nel frattempo mi sono divertita! ^_^
Dani, ieri ho cercato di farti mandare i miei saluti da Bea ma non ho fatto in tempo!
Già, tanti scombussolamenti, io non ho messo ancora la testa a posto e vedo la differenza. ;o
Grazie delle belle e sincere parole. Ora me le stampo insieme alle altre e me le rileggo ogni mattina come iniezione di autostima. ;-)
Un giorno o l'altro spero, comunque, che riusciremo a vederci, anche se io ho appena cominciato a fare sul serio con gli esami!
Un abbraccio anche da parte mia,
Vera
Ciao Vera, piacere non ti ho mai scritto prima, mi chiamo federica e ho 20 anni; sono capitata da te cercando notizie sulla mooncup e da allora leggo i tuoi post frequentemente. Ti scrivo ora perchè riflettevo sulle ricette "banali", non degne di essere pubblicate; ecco, io penso che la gente che visita un blog non sia necessariamente alla ricerca di una ricetta da gran ristorante, dal nome altisonante, ma di piatti relativamente semplici e veloci, che possano variare il menu solito, senza bisogno di passare giorni e giorni alla ricerca di ingredienti impossibili, mettere a soqquadro la cucina e stare ai fornelli per settimane:). insomma, intendo dire che magari quello che è banale per te non lo è per i tuoi lettori (se non tutti almeno alcuni), perché magari non avevano pensato a quel determinato utilizzo di un ingrediente su cui si stanno scervellando. a me è capitato con la farina di ceci, dopo la cecina non sapevo più che farci e ho scoperto che internet è pieno di crepes, farfrittate ecc, che probabilmente sono la cosa più banale del mondo, ma io non ci avevo pensato (sono un tantino tarda:)). ok ho riscritto tutti e 24 i libri dell' Iliade, chiedo scusa, spero di essere riuscita a spiegarmi
RispondiEliminafede
Fede, ti sei spiegata benissimo, grazie degli spunti di riflessione, sono sempre preziosi. E i tuoi sono anche stati molto convincenti! ;-)
RispondiEliminaCiao Vera, mi ha fatto molta tenerezza leggerti, è davvero ammirevole la tua continua messa in discussione nei confronti di noi lettori. Certamente ognuno di noi trova qualcosa in te..cercare di sistematizzarlo in ogni post sarebbe per te impossibile, quindi non ti crucciare! Non ho grandi cose da dirti, in questo periodo sono purtroppo un po' svuotata di parole (ne ho forse spese troppe inutilmente?-non per te, ovvio! :) però posso dirti che in questa pausa fisica e mentale ho smesso di seguire quotidianamente gli aggiornamenti ai blog cui sono iscritta..passando i giorni mi accorgo che piano piano riprendo in mano qualcosa, andando a random..e mentre alcuni blog superprofessionali non mi mancano neanche un po' il tuo l'ho ricercato naturalmente..tornando a quello che ti dicevo all'inizio, il rapporto con i tuoi lettori è una delle tue magie che non perdi mai, neanche nei post meno "briosi", come tu li chiami! Insomma, volevano esser complimenti ma non so se ci sto riuscendo..pur con tutta la tua autocritica la tua spontaneità (e questo post dimostra che ancora ne hai) non viene a mancare! Ti mando un grande abbraccio e torno a recuperare i post che mi sono persa! :)
RispondiEliminaManu, grazie, mi hai scritto veramente un messaggio bellissimo. :) Sto pensando di stamparlo e appenderlo al muro per non dimenticarmelo! ^_^
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