10 dicembre 2009

A Natale...

Nei commenti allo scorso post, emi mi ha chiesto di scrivere qualche parola su come vivo spiritualmente il Natale, vorrebbe sapere se ho una visione mia e alternativa di questa festa.
Beh, di certo da qualche anno il Natale non ha più lo stesso significato di prima, per me. E' cambiata la mia percezione delle festività, sono cambiate le mie abitudini.

Non credo di aver mai avuto davvero la Fede, e se l'ho avuta adesso non ne resta traccia dentro di me. Anche se sono battezzata non credo più da parecchio tempo. A dire la verità ho anche abiurato, ma non ho mai ricevuto risposta alla mia lettera - comunque sia, attualmente non sono né cristiana né cattolica. E non ho ancora trovato qualcosa di "sostitutivo" che mi definisca. Non festeggio il Natale nel modo prettamente tradizionale, ma durante il periodo natalizio ho comunque una mia ritualità; inoltre, naturalmente, subisco l'influenza dei riti dei miei genitori e della società che mi circonda.

Dato che l'argomento rischierebbe di andare un po' per le lunghe, però, e mi preme per ora parlarvi di altro, vorrei dirvi sinteticamente soltanto un paio di cose, poi mi metterò all'opera per un post più completo sull'argomento.

Dicevo che da qualche anno il Natale non ha più lo stesso significato, per me; che la mia percezione delle feste, le mie abitudini, sono diverse rispetto a prima. Per me ormai Natale significa soprattutto menù delle feste (tipo questo, questo o questo), e fare la gioia di Tarty addobbando l'albero.
Purtroppo, puntualmente, Natale significa anche Telethon.

Non mi va di scrivere un articolo su Telethon, parlare di vivisezione è una cosa che mi fa stare estremamente male. Vi dico soltanto che sono convinta che non ne valga la pena - e per pena intendo proprio il dolore - e che sia una cosa antiscientifica e a volte persino controproducente.
Lo so, ogni tanto anch'io prendo medicine, e lo so, mi si potrebbe dire che se avessi una persona cara ammalata gravemente cambierei idea, e vorrei con tutto il cuore che la ricerca trovasse una cura per il suo male. E in effetti lo voglio già ora, vorrei poter prendere un farmaco quando sento che i rimedi naturali non mi bastano, e vorrei che la ricerca trovasse una cura per le più terribili malattie del mondo.
Ma non così. Non a questo prezzo. Ci sono altri metodi, metodi non cruenti e metodi più sicuri per le persone, da utilizzare, e c'è già chi fa ricerca senza utilizzare animali, qualche informazione in più la trovate velocemente qui o qui.

Io in questo momento ho il cuore avvelenato e gli occhi pieni di lacrime. Ho saputo che cose terribili stanno succedendo nella mia città. Cose terribili fatte sulla pelle degli animali.

E mi sento tanto impotente, e come se fossi circondata da mostri. Mi sembra che i miei familiari siano mostri, perché mangiano carogne, si nutrono di morti e di morte. Mi sembra che in ogni persona che incontro per strada si possa nascondere un mostro: un "banale" assassino di mucche e maiali, di merluzzi e sogliole, o ancora peggio uno di quei miserabili individui che torturano gli animali per divertimento.

Io non immagino neppure la possibilità di poter vedere il giorno in cui gli animali saranno liberati dalla sofferenza. Le cose sembrano andare sempre peggio, sembra di tornare indietro, di regredire, invece di fare progressi.

Vi chiedo scusa, volevo essere breve e non ci sono riuscita, essere allegra e non ce l'ho fatta, ma ho saputo delle cose così terribili che neanche posso dirle, che mi fanno non solo vergognare di essere umana, ma perfino avere paura di esserlo. Se degli esseri umani, esseri umani come me, con i quali condivido la biologia e la struttura cerebrale, possono fare quelle cose che ho scoperto, io mi chiedo che cosa mi differenzia da loro? Cosa cambia tra me e una persona che lavora in un allevamento, in un macello, in uno stabulario? Tra me e chi sevizia gli animali?

Il punto è che cambia pochissimo, lo so. Differenze infinitesimali, che sul lungo termine si amplificano.

Voi non lo sapete, ma io e i miei fratelli avremmo potuto nascere a Bergamo, perché mia madre aveva trovato lavoro lì e mio padre avrebbe potuto seguirla, se avessero deciso di cambiare aria. Poi, invece, lei ha deciso di tornare a Castellammare. E anche qui, voi non lo sapete, sarebbe bastato poco per crescere a stretto contatto con quel tipo di persone di cui ogni tanto sentite parlare al Tg, quando la mia città sale agli "onori" della cronaca per omicidi o altri fatti di camorra. Sarebbe bastano spostarci a vivere poche centinaia di metri più in là, in linea d'aria.
Io me lo chiedo, ogni tanto, come sarebbero la Vera bergamasca e quella cresciuta nella parte non tanto buona di Castellammare. Immagino che "strutturalmente" saremmo identiche, ma diverse nell'aspetto esteriore, nell'acconciatura dei capelli, nell'abbigliamento, e soprattutto nel modo di muoverci, parlare, camminare. Ancor più nel modo di pensare.
Se ci incontrassimo, non avremmo nulla da dirci.

E' in gran parte la mia educazione, in senso lato, che mi ha resa così, lo so. In fondo è tutto qui quello che cambia, e mi sento impotente perché mi accorgo che non gliene frega niente a nessuno di sapere, di pensare, di cambiare, di aprire gli occhi. E senza educazione è impossibile venire fuori dall'atmosfera di violenza generalizzata in cui viviamo.

Questa consapevolezza, a tratti, mi strazia. Perdonatemi per la vena pessimista, oggi va così.


Volevo dirvi una cosa su Telethon. Non ce la faccio a scrivere qualcosa di nuovo con lucidità, vi invito soltanto a rileggere quello che ho scritto tre anni fa, è ancora valido dalla prima all'ultima parola. Diffondetelo se volete, non c'è molta argomentazione, è scritto col cuore, ma qualcuno mi ha detto che funziona bene così.

10 commenti:

  1. "Cosa cambia tra me e una persona che lavora in un allevamento, in un macello, in uno stabulario? Tra me e chi sevizia gli animali?"

    Cambia il livello di coscienza.
    A volte sento dire che i bambini sanno essere molto crudeli, se vogliono (soprattutto tra loro, all'asilo ad esempio). In un certo senso è vero, ma è al contempo vero che non si rendono conto di certe cose, non ne sono coscienti.
    Come si fa a non amarli in ogni caso?
    Vale lo stesso per il resto dell'umanità.
    Inoltre non so tu, ma per me c'è stato un tempo in cui mangiavo carne e non me ne fregava niente di tutte queste cose.
    Ora che sono cambiato, dovrei odiare mé stesso? Il mé stesso del passato?
    O essere contento di aver capito?
    Se non posso odiare mé stesso, come posso odiare gli altri?

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  2. Vera cara.. capisco tutto, ti assicuro.
    Ma sono una di quegli ammalati per la malattia dei quali la ricerca praticamente non esiste.. e proprio stamane ho chiesto, nel mio blog, di non dimenticare l'AR e la fibromialgia, nel can can di soldi che verranno spesi per i regali di natale.
    Ti abbraccio
    Luisa.

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  3. Non volevo rattristarti, scusami! Anche se mi pare di aver capito che sotto le feste invernali sei sempre un po' giù. Però, piccola, sbagli a pensare che la tua personalità sia frutto dell' educazione, del dove e come sei cresciuta: se fosse così, ora penseresti alla farcitura del tacchino di natale o al rossetto maybelline che vorresti in regalo. Credimi, l'educazione fa, ma fino ad un certo punto: il resto è la Vera autentica, e tu sei brava a non soffocarla e anche fortunata a poterlo fare: mi pare che nonostante tu senta la fatica e a volte l'incomprensione di chi ami, tutto sommato poteva essere molto peggio, "obbligata" a mangiar carne a 16 anni, e magari anche a cucinarla! Ma dentro di te non saresti cambiata, perchè non hai un carattere influenzabile, e questo ti aiuterà sempre.
    Per il resto, anch'io mi sono svincolata dalla fede cristiana, e anch'io non so dove "collocarmi": ma anche questo è un retaggio culturale, un bisogno indotto di appartenenza. I bambini non indottrinati hanno una meravigliosa naturale fiducia nella vita e in quello che (forse) viene dopo, senza la minima idea di cosa sia: ma viene loro instillata l'idea che questo non basta e così si porteranno sempre dietro la sensazione di incompletezza se non hanno un "credo"..è un discorso lungo e per me doloroso!
    Un abbraccio

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  4. Ciao Veruccia, mi ha un po' rattristato leggere le tue note, però condivido molte tue cose.
    Ho letto anche il tuo articolo su Telethon e sono rimasta abbastanza impressa da ciò che ruota attorno. Non ho mai dato soldi alla ricerca scientifica di nessun tipo, non perché non mi interessi la salute della gente ma perché ho sempre diffidato dalla fine effettiva del denaro.
    Per me queste campagne servono solo a gonfiare le tasche di pochi grossi nomi della medicina.
    Tornando al Natale... nonostante io sia cristiana e abbia una mia fede molto personale, non frequento più l'ambiente "chiesa" perché lo trovo un luogo pieno di contraddizioni e di gente opportunista. Però penso che molte tradizioni, quelle belle e quelle sbagliate sono ormai nel nostro dna, difficili da sradicare. A mio parere bisogna essere un pizzico tolleranti, perché un atteggiamento di totale rifiuto, nei confronti di certe persone potrebbe portare ad allontanarle e a cancellare i messaggi positivi che noi possiamo comunicare loro.
    Anch'io sarei potuta crescere in Alto Adige e non nego che ora che vivo più a "nord" mi sento più a mio agio. Però quando torno in Puglia so che io posso comunicare un minimo di miei sentimenti e convinzioni a chi mi è vicino e la pensa diversamente.
    Sei tu che stai già facendo la differenza, nel tuo mondo. Tu col tuo blog e le tue parole è questo è già un grande passo avanti! Vedrai che la gente lentamente comincerà a cambiare, ma solo se noi non ci arrendiamo!

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  5. Sono daccordo sulla ricerca, e non mi sento nè ipocrita nè complice perchè non uso farmaci di sintesi da 25 anni, e non solo per la vivisezione ma per un sacco di altri motivi, io però credo che la Vera bergamasca e la Vera di Castellamare avrebbero tante cose da dirsi... il pacco a me risulta consegnato, spero anche a te :-)

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  6. Concordo sul boicottaggio di Telethon, quest'anno sarà in parte auto-boicottaggio visto che in molti posti non si vedono più i canali rai. Sarebbe bello però che fosse una scelta consapevole.
    Per il Natale in sé invece, ti invito a unirti ai festeggiamenti per Saturnalia :) (http://www.erbaviola.com/2008/12/25/felice-saturnalia-a-te.htm) Alla fine è il papà del natale, e forse ha un filino in più di senso...

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  7. Dass, guarda, io non odio proprio nessuno. Se odiassi sarebbe quasi più facile... sarei una di quei vegan che frequentano solo altri vegan e vivono di presidi e proteste, quelli che hanno dentro tantissima rabbia e la esternano il più possibile e spesso anche in maniera indifferenziata nei confronti di tutti "gli altri".
    Io non odio nessuno, assolutamente. Vivo con gente normale, ci parlo e ci faccio pure amicizia, sarà per questo che ogni tanto mi prende veramente male se mi fermo a riflettere...
    Chi ha parlato di odio? :)

    Luisa, ben venga la ricerca, come ho anche scritto, mi sta più che bene che si faccia!
    La questione per me è il "come", e non solo per gli animali ma anche per i malati. Sono convinta che una gran parte delle ricerche sugli animali sia un danno per i malati stessi, o perché fa perdere tempo e soldi o perché trova cure che poi si rivelano disastrose o solo inutili sugli uomini.

    Emi, non sono le feste, è la luce :) poche ore di luce ogni giorno, mi fanno diventare pazza. :)
    Non nascondo poi il subbuglio ormonale che ho in corpo in questi giorni, benedetti ormoni femminili. ;-)
    Non sei stata tu a rattristarmi comunque, affatto, anzi mi hai fatto venire in mente tante cose belle che hanno a che vedere col Natale e di cui parlerò in un prossimo post. :)
    Mi dispiace invece se io ti ho fatto ripensare a qualcosa di doloroso, hai perfettamente ragione a dire che desideriamo con tutti noi stessi "appartenere", sia questo un fatto culturale o anche innato (secondo me è entrambe le cose).
    Se ti va di parlarne, sono sempre qui!

    Danda, grazie delle belle parole, ovviamente io non mi arrendo, son sempre qui (e anche in giro) a portare avanti la "causa". :)

    Stella, il pacco mi è arrivato, scusa se non mi sono fatta sentire prima, ti scrivo al più presto!

    Erba, sicuramente per me ha molto più senso festeggiare Saturnalia, poi parlerò anche di questo. :)
    Un bacio!

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  8. Vera, non pensare che qualche centinaia di metri o chilometri più in là avrebbero fatto la differenza..LA DIFFERENZA LA FACCIAMO NOI e la fortuna di incontrare belle persone sul nostro cammino che lasciano qualche sasso, come pollicno, che noi torniamo a prendere quando per noi é arrivato il giusto momento, aprendoci nuove strade..e te lo dice una che é cresciuta in un posto di merda ma che ne é venuta fuori e che proprio per questo si inc***a da morire davanti all'ignoranza della gente..anche io potevo essere così ma non lo sono e non perché sia particolarmente brava..va bé, la questione sarebbe lunga e certamente presto mi ritaglierò del tempo per scriverti in pvt!
    ps: forse la Vera bergamasca sarebbe stata male per la polenta e osei nel piatto del vicino! ;)
    Un Bacio cara, e a presto!

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  9. Sì, sì, Vera... capitano anche a me i momenti così... adesso poi che ho un bimbo sono doppi... non solo "ma come fanno a trattare così gli animali", ma anche "ci sono mamme che vedono morire di fame i loro bambini..." oppure "che dolore vedere un figlio malato e non poter far nulla per curarlo". E qui si chiude il cerchio, perché anch'io mi sono posta il problema della ricerca e della vivisezione. Ebbene non ho cambiato idea più di tanto: così come sono fatti, gli esperimenti sugli animali sono inutilmente crudeli, alle volte anche dannosi. Secondo me avrebbe più senso provare a curare veramente gli animali malati, e trovare così delle cure anche per gli esseri umani. Invece si abbattono in massa quelli malati, poi si infettano altri animali delle stesse malattie e si fanno esperimenti crudeli su di loro, senza pensare a farli stare bene. Ma che utilità potranno mai avere "cure" che non tengono conto della sofferenza e del bene del paziente? Per carità, anche Mengele avrà scoperto pure qualcosa che si è rivelato poi utile, ma penso che si potesse scoprire anche senza torturare migliaia di bambini... o no?

    Per il Natale, anch'io lo vivevo così quando ero atea, invece adesso mi piace molto e ne ho scoperto il valore... comunque mi sa che se anche tu fossi nata a Bergamo ci sarebbero stati gli stessi problemi col menù, ahimé... i maggiori carnivori abitano proprio nelle valli bergamasche... ;) Invece in quel di Milano forse le tradizioni sono meno vive: i miei a Natale vanno al ristorante cinese (!) mentre i suoceri cucinano per noi vegetariano e fanno per loro i secondi di carne...

    Ti faccio lo stesso i miei più affettuosi auguri di Natale, con l'invito a pensare a quanti cercano di viverne i significati più belli e profondi.

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  10. Vera......non pensare mai nemmeno per un attimo che le cose non cambiano, o cambiano a ritmi infinitesimali: non è vero!!!!

    Sempre più gente prende coscienza e diventa vegetariana, vegana...cresce i figli in questo modo, nascono i primi ambulatori medico pediatrici per famiglie vegan, e le catene di larga distribuzione cominciano ad avere interi scaffali di cibi vegan e vegetali...
    Sono tutti segnali di un grosso cambiamento questi, non pensare che le cose vadano troppo piano.
    Vera, lo stupro è stato considerato un reato contro la persona solo nel 1995 ti rendi conto??????
    Non disperare.
    E tanta parte la fa gente come te...io sono infine diventata vegetariana perchè ho conosciuto Sara (Missvanilla) sul web!!!
    Dai, forza e coraggio.
    Un abbraccio :)
    Barbara

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