31 gennaio 2007

Gennaio

Elenco delle ricette inserite questo mese: polpette di okara, tofu autoprodotto, ricotta di soia, fagioli alla messicana, crostata alla marmellata di pesche, samosas, uova al tegamino, paté di lenticchie, pasta fatta in casa, verdure in pastella, riso speziato, carciofi in padella, seitan alla panna, mezze maniche al finto salmone, ritornelli.

Inviate dai lettori: crostata di mele (di Barbara).

Percorsi tematici, che raggruppano tutti i post sull'argomento: la cura dei capelli, il seitan, cucinare col sole.

Vera legge: Afrodita - racconti, ricette e altri afrodisiaci; Vegan - la nuova scelta vegetariana per il corpo, la mente, il cuore.

Altri argomenti: aggiornamenti sugli assorbenti di stoffa, e alcune note sul prodotto.

Segnalazioni: il nuovo elenco links, info varie, segnalazioni, e di nuovo segnalazioni; il riepilogo di dicembre.

La parola chiave più stupefacente del mese è timballo di capelli e melanzane.
Sono quasi certa di non aver mai cucinato nulla di simile.

30 gennaio 2007

MEME

Scaricatomi addosso dalla farfallina curiosa che, questa volta, si è incuriosita di me...

Devo dirvi cinque cose che non sapete ancora di me, ma mi è difficile trovarle: sono così logorroica che tendo a lasciar trapelare moltissime notizie anche nel più banale dei post! Però mi concentro e ci provo. Vediamo cosa mi viene in mente...

Rocky.
Una volta avevo un coniglietto nano. Era completamente nero e molto temerario, e si è guadagnato in fretta il suo nomignolo.
Più o meno lo ricordo come l'equivalente erbivoro, maschio e salterello della Tarty, date le impressionanti somiglianze tra le due bestiole.
Era sicuramente un convivente meno problematico della mia cucciola in quanto non mi poneva davanti a contraddizioni etiche (tipo: umano vegan + animale "domestico" carnivoro); la fregatura è che all'epoca io non ero ancora vegetariana... lo sono diventata anche grazie a lui: quando andavo ad accarezzarlo dopo aver mangiato il pollo mi sentivo incredibilmente a disagio.
E questo ha scosso qualcosa in me...

Liceo classico.
E' l'istituto infernale dal quale provengo.
Ripenso a quel vecchio palazzone polveroso con nostalgia, ma anche con la consapevolezza che gran parte delle lacrime della mia vita le ho piante lì, durante quelle 4 - 5 - 6 ore quotidiane che vi trascorrevo, quindi non mi faccio illusioni sulla perdita della mia "dorata adolescenza" non avendone mai vissuta una. L' importante, però, è stato uscire di lì, un 30 giugno qualunque, chiudendomi il portone alle spalle e alzando bene in alto la testa...
Assaporavo il mio piccolo trionfo.

Margherite.
Il mio fiore preferito.
In linea di massima tutti i fiori genericamente nominabili "margherita" anche se dai toni variopinti e improbabili; ma con netta preferenza per le margherite bianche col polline giallo - arancione e le formiche che camminano sugli steli.
Non me ne regalate, perché i fiori recisi mi mettono tristezza e sono capace di ammazzare qualsiasi pianta nonostante le cure più premurose (pollice nero).

Paure.
Del buio. Del vento quando ulula. Del ticchettio dell'orologio se sono sola in casa.
Ho un'attività onirica forsennata che spesso trova il suo esito in incubi angoscianti.

Fatina.
Il mio costume standard per carnevale. In alternativa, il diavoletto.
Sono sempre stata un pizzico dissociata...

29 gennaio 2007

Segnalazioni

Ricevo da Agire Ora:
Segnalazione di Marco Grassilli - marcograssilli chiocciola unhappyanimal.org
Ciao! Sono Marco Grassilli di UNHAPPYANIMAL e, con Marina Berati, di VIVO Comitato per un Consumo Consapevole.
Ho realizzato un piccolo portale dedicato al turismo IDEABOX IDEE PER VIAGGIARE di cui curo creatività, contenuti, aggiornamento, promozione.
Nel lavorare ho cercato di porre la massima attenzione nel perseguire comportamenti eticamente corretti e, nel contempo, di sensibilizzare sulla questione animale.
Ho così deciso di non accettare pubblicità da chi fa della sofferenza il proprio mestiere e da chi esercita come attività principale la ristorazione, dando spazio ai soli ristoranti bio e vegetariani; ho linkato tra i Consigliati sul Web siti come saicosamangi.info, vegfacile, peacereporter; nel descrivere le abitudini alimentari dei diversi Paesi trattati ho sottolineato che "ideabox.it sostiene la scelta vegetariana/vegana, non si riconosce quindi in un'alimentazione che prevede l'uso di prodotti di origine animale"; nella sezione Sapori dal Mondo ho pubblicato solo ricette veg*ane, sezione che nel tempo spero si arricchisca notevolmente.
Ho intenzione di realizzare nel medio periodo - vorrei fosse pronta almeno per giugno - una sezione dedicata al turismo sostenibile, ampliando però il discorso anche al vegetarismo. Ho così pensato di scrivere in lista e chiedere informazioni a chi conosce - per esperienza diretta - strutture turistiche FUORI ITALIA (hotel, b&b, locande, villaggi, agriturismi, ristoranti) che offrono un servizio essenzialmente rivolto a un'utenza veg*ana o che comunque offrono, nella ristorazione, una scelta relativamente ampia di piatti veg*ani (per intenderci NON la semplice insalata compresa nel menù, ma pietanze contenenti seitan, tofu, soya). Mi sono necessari, della struttura indicata, nome, indirizzo, telefono, eventuale indirizzo internet e
possibilmente una breve descrizione. L'email a cui inviare le informazioni è il seguente: info chiocciola ideabox.it
Conto sulla vostra partecipazione e aiuto!!
Il sito è a questo indirizzo http://www.ideabox.it/index.html
(se vi piace, linkatelo dal vostro sito e/o spargete il più possibile la
voce!! )
Grazie, a presto
Marco Grassilli


Segnalo inoltre Ricette senza grassi, Blog a cura della Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana, che raccoglie e archivia ricette per i piani dietetici del dottor Fuhrman e McDougall.

E sottolineo che sono sempre l'ultima a sapere le cose!!

PS: ho realizzato un piccolo volantino per pubblicizzare il mio blog e lo sto distribuendo nelle erboristerie della mia città, alla bottega del commercio equo e in generale in tutti quei posti dove potrebbero transitare miei "simili". Se per caso vi andasse di riceverne una copia per tappezzarci i posti che frequentate (ve ne sarei grata!), scrivetemi attraverso il profilo e ve la invierò al più presto.

28 gennaio 2007

Percorsi tematici: Cucinare col sole

Dedico il percorso odierno a un argomento di cui ho parlato spesso nei mesi scorsi, con riscontri dei lettori più o meno positivi... trattasi della cucina solare.
So che ve lo risparmiereste volentieri, ma purtroppo vi tocca. Però cercherò di farlo rapidamente e in modo indolore.

Questo post illustra i miei primi contatti con l'argomento.
In esso, spiego da dove ho tratto l'idea, fornisco una prima distinzione tra forno e cucina solare, e qualche informazione su entrambi gli apparecchi. Proseguo poi con le istruzioni per la costruzione di un forno solare a scatola e alcuni suggerimenti per aumentarne l'efficienza e la funzionalità. Concludo con delle considerazioni sui costi ambientali delle cucine a gas tradizionali.

Ecco la seconda tirata sul forno solare.
Contiene ulteriori informazioni sulla costruzione di diverse tipologie di forni; alcuni articoli sulla sostenibilità della cucina solare; e ancora fotografie degli apparecchi e istruzioni di vario tipo, abbastanza interessanti.

Col prezioso aiuto di amici ho tradotto un articolo sulla sicurezza della cucina solare (occorre infatti proteggere gli occhi, usandola! ). Qui invece ci sono alcune riflessioni di Daniele sull'argomento.

Proseguendo, ho scritto un nuovo post illustrando alcune esperienze pratiche.
La novità maggiore, tuttavia, è stata l'aver trovato finalmente delle ricette appositamente studiate per cucinare col sole. Purtroppo sono quasi tutte in inglese, e qui apro una parentesi: come promesso, intendo iniziare a tradurle quanto prima; se qualcuno di voi volesse collaborare si faccia avanti, gliene sarei grata!

Per finire. A dicembre ho segnalato un blog dedicato all'argomento; purtroppo vedo che non è mai stato aggiornato... Ho poi chiuso il percorso con una testimonianza diretta e interessante sul cucinare col sole.

Mi rendo conto che l'argomento non riscuote moltissimo successo, ma mi sembra giusto continuare a parlarne, cercare informazioni e possibilmente renderle disponibili in italiano.
Qualsiasi offerta di aiuto, o racconto che vogliate condividere con me e con i lettori, mi renderebbe felice.

27 gennaio 2007

Ritornelli

Spero per voi che conosciate (o abbiate conosciuto in passato) questi deliziosi biscotti di una marca molto nota. Erano uno dei miei biscotti da colazione o da spuntino preferiti e finalmente ho potuto assaporarli ancora!
Merito delle ricette che si trovano sulle stesse confezioni di biscotti... ho raccolto tutto il coraggio disponibile e provveduto a veganizzare ed eseguire la preparazione.

Ingredienti. Per l'impasto alla mandorla: 250 g di farina, 110 g di zucchero di canna, 90 g di margarina (non idreogenata), 15 g di amaretti macinati (se li trovate vegan), 10 g di mandorle sbucciate e tritate finemente, 2 cucchiai di malto di riso, mezza bustina di lievito, un pizzico di sale. Per l'impasto al cacao: 250 g di farina, 120 g di zucchero di canna, 100 g di margarina, 25 g di amaretti macinati, 30 g di cacao in polvere (del commercio equo), 25 g di latte vegetale, 1 cucchiaio di malto di riso, mezza bustina di lievito, un pizzico di sale.

Lavorate i due impasti separatamente: montate la margarina e lo zucchero (potete usare la frusta elettrica) e aggiungete poco a poco gli altri ingredienti (per ultimi la farina e il lievito). Lavorate fino a ottenere un composto omogeneo.
Formate 4 rotoli di pasta lunghi e sottili; alternate la pasta al cacao e quella alle mandorle e pressatela leggermente col mattarello. Dovreste cercare di far aderire tra loro i rotoli di pasta (meglio se non sono troppo asciutti). Tagliateli nel senso opposto con la rotella apposita e allineateli sulla placca del forno unta di margarina (meglio se i biscotti non sono molto lunghi). Infornate a 180° per almeno 20 minuti.

Risultato?
Non ve lo dico... fatemelo sapere voi!

26 gennaio 2007

Polpettine di okara

L'okara è il residuo della lavorazione del tofu e sinceramente la detesto un po'.
Forse perché non avevo mai capito prima che, in fondo, è solo "passato" di soia e mi sembrava un qualcosa di misterioso e pericoloso?
O forse perché non esistono molte ricette che ti spiegano cosa farci una volta che l'hai "prodotto"?

Mi sono impegnata a cercare, cercare, cercare ma ho trovato soltanto: i biscottini di dora, l'okara strapazzata alle verdure di petula, delle salsine e le polpette di venere in cucina.

Ho deciso di seguire questa ultima ricetta ed ho preparato le polpettine, con una variante: ho aggiunto anche farina di ceci nell'impasto e (attacco di pigrizia in corso d'opera!) non ho preparato le salsine... temo che quest'ultimo passaggo sia stato un errore. Le polpette non erano malvagie, tutt'altro; ma si sentiva che mancava qualcosa...
Per cui, se decidete di prepararle, sbizzarritevi con salse e condimenti vari... e fatemi sapere se avete miglior fortuna!
A proposito... se conoscete altre ricette con l'okara, fatemelo sapere!

25 gennaio 2007

Tofu fatto in casa



Dopo l'esperimento fallito di qualche giorno fa ho affrontato nuovamente la preparazione del tofu... e quello che vedete qui accanto è il risultato!
Dopo un'epica battaglia col frullatore assassino e uno scontro titanico con la soia bubbolante, il mio latte si è finalmente arreso e rappreso trasformandosi dopo adeguato schiacciamento in TOFU!

Sono partita da questa ricetta del sito IVU, una delle più diffuse, ma non sono sicura di averla seguita alla lettera, pertanto vi posto anche la mia. Le dosi sono ridotte perché era solo una prova.

Ingredienti: 100 g di soia gialla da agricoltura biologica (la mia era anche del commercio equo), 1 litro d'acqua (più quella di ammollo), cloruro di magnesio (in teoria ne serviva poco più di un grammo, ma non avendo funzionato la volta scorsa, ne ho usato molto di più... almeno 5 grammi; l'ho acquistato in farmacia).
Occorrente: due pentole capienti, un frullatore (anche a immersione), un recipiente forato (va bene un colapasta, un setaccio, una forma per la ricotta...), un fazzoletto o garza di cotone per filtrare.
Procedimento: mettete in ammollo la soia per 24 ore; acquisterà la forma del fagiolo. Gettate l'acqua di ammollo e, se volete, sbucciate i fagioli (la buccia dovrebbe venir via facilmente).
Riscaldate l'acqua fino all'ebollizione; frullate il più finemente possibile la soia mescolando una piccola quantità di semi con l'acqua bollente. Trasferite questa crema in una seconda pentola man mano che la otterrete. Fate bollire per almeno dieci minuti, mescolando continuamente perché non bruci.
Poggiate il recipiente forato sulla prima pentola (dove c'era l'acqua bollente), rivestite col fazzoletto e versatevi il liquido, strizzando bene. Quello che resta nel panno è l'okara... ce ne occuperemo in seguito!
Mentre il latte bolle, sciogliete il cloruro di magnesio (chiamato anche nigari) in un po' d'acqua bollente e versatelo piano nell'acqua mescolando moooolto lentamente. In pratica ho dato una rimestata vigorosa al latte e, mentre girava, ho fatto cadere il cloruro disciolto in acqua goccia a goccia... pian piano si sono formati i fiocchi di tofu, separandosi dal siero.
Rimettete il panno nello stampo (togliendo ovviamente l'okara), raccogliete i fiocchi con un colino o con la schiumarola e metteteli nello stampo. Quando li avrete raccolti tutti, strizzate il tovagliolo, poggiate un coperchio sui fiocchi e metteteci sopra un peso (io ho usato 2 kg di riso sottovuoto). Lasciate in pressione per mezz'ora.
Resa: da 100 g di soia gialla ho ottenuto 130 g di tofu.
Costo: non ricordo di preciso il prezzo della mia soia, credo si aggirasse intorno ai 2,45 euro al chilo. Per cui più o meno si ottiene 1 kg di tofu al prezzo di 2 - 2.50 euro circa, considerando che il cloruro di magnesio l'ho pagato 5 euro per 100 g.
Accorgimenti: mi pare di aver capito che è molto importante sminuzzare finissimamente la soia; inoltre è determinante che la temperatura del latte sia molto alta durante tutto il procedimento. Non so se l'altra volta ho sbagliato le dosi di cloruro, oppure ho rimestato troppo in fretta il liquido o ancora la temperatura era troppo bassa... direi di stare attenti a tutti questi fattori.

Impressioni: il mio tofu è fichissimo. Niente da aggiungere!

24 gennaio 2007

Vera legge... Afrodita

Apprezzo moltissimo lo stile di Isabel Allende, ma non mi riferisco a quello dei romanzi. L'ho conosciuta per la prima volta tramite Paula, che ritengo riduttivo definire "romanzo"; almeno, io non l'ho letto come tale, bensì come autobiografia e confessione, come canto e grido dell'anima straziata dal dolore, aggrappata al ricordo come ad una zattera...
Preferisco questo stile colloquiale, sincero e immediato (ma in qualche modo, anche prezioso) all'artificiosità dei romanzi, che lasciano un segno tanto più lieve in me, quanto più si discostano dalla vita vissuta della loro autrice.

Personalmente, Afrodita mi ha ricondotta esattamente alla fonte di quella voce viva e schietta che sa commuovermi o divertirmi con naturalezza disarmante. Impossibile resistere al brio e all'ironia con cui vengono affrontati i temi portanti di questo particolare libro: il cibo, e il sesso.
Il sottotitolo non lascia dubbi: Racconti, ricette e altri afrodisiaci, ovvero la sapiente narrazione di un viaggio attraverso le gioie dell'amore e della gola.
Mi pento delle diete, dei piatti prelibati rifiutati per vanità, come mi rammarico di tutte le occasioni di fare l'amore che ho lasciato correre per occuparmi di lavoro in sospeso o per virtù puritana.
[...]
Non posso separare l'erotismo dal cibo e non vedo nessun buon motivo per farlo; al contrario, ho intenzione di continuare a godere di entrambi fino a quando le forze e il buon umore me lo consentiranno. Da qui nasce l'idea di questo libro, un viaggio senza carta geografica attraverso le regioni della memoria sensuale, là dove i confini tra l'amore e l'appetito a volte sono talmente labili da confondersi completamente.
Io vi consiglio di mettervi comodi, staccare il telefono, rilassarvi e avventurarvi nella lettura; ho bevuto d'un fiato le 209 pagine di divagazioni erotiche (come la Allende le definisce) tra risate matte e pensieri maliziosi... seguono 114 pagine di ricette, ovviamente afrodisiache o presunte tali, dalle quali prima o poi spero di trarre ispirazione.

Perché penso che dovreste leggere questo libro?
Innanzitutto perché fa ridere, fa ridere dentro, di cuore. E vi meritate risate sincere.
In secondo luogo, perché vi farà "sciogliere". Parla di sesso e di amore in un modo particolarissimo, che si incontra piuttosto raramente: con lo scorrere delle parole, mi sento sempre più in sintonia con i miei desideri, meno imbarazzata per la mia femminilità... mi sento quasi più donna, più libera di essere donna.
Le parole si intrecciano alle sensazioni che suscitano, perché è davvero difficile restare indifferenti a questa lettura. Ti cattura, ti rapisce, ti trasporta in giro per il mondo, saltellando lungo la storia, attraversando la letteratura; e non ti stancheresti mai, non vorresti mai smettere di leggere...


La sola nota dolorosamente stridente è stata l'aver letto Afrodita quando ero già vegan, e di vegan, purtroppo, in questo libro c'è ben poco (nonostante l'illustratore, Robert Shekter, sia vegetariano - e infatti una delle poche ricette vegan è l'afrodisiaco vegetariano di Shekter, una ratatouille piuttosto promettente).
Tra carni di vari animaletti, crostacei e pesci... nessuno viene risparmiato (e i momentanei pentimenti simil-vegetariani dell'autrice alla lunga fanno girare un pochino le... ). Non solo la sezione ricette, curata dalla madre della Allende, Panchita Llona, pullula di preparazioni a base di cadaveri, ma anche la parte per dir così generale è infarcita di dissertazioni sulle proprietà afrodisiache di coniglietti morti e quant'altro. Il curanto di Panchita e il cocido di Carmen Balcells sono entrati per qualche tempo (e non scherzo) nei miei incubi!

Perchè, allora, ve lo consiglio? Solitamente salto a piè pari le ricette di carne (magari prima o poi ne proverò qualcuna col seitan ), mi dimentico quanto di orripilante e triste c'è in quelle pagine (più che altro lo ignoro sapendo che "non è cosa mia") e mi lascio catturare dal potere di affabulazione dell'autrice... che è davvero notevole e fa presa su di me come una ventosa.


Del resto, avrò pur bisogno di spunti da cui partire per il mio ricettario afrodisiaco vegano, no?


Isabel Allende
Afrodita
Racconti, ricette e altri afrodisiaci

Feltrinelli (collana Universale economica)
2003
328 pagg
€ 9,00

23 gennaio 2007

Persorsi tematici: la cura dei capelli

Quando ho aperto il mio blog, in un "momento di follia", non sapevo bene cosa sarebbe diventato. Non sapevo se sarei riuscita a portarlo avanti, non avevo idea di come funzionasse tecnicamente... ci ho soltanto provato, e mi sono adattata a quel che era disponibile (blogspot nello specifico).
Cerco di utilizzare questa piattaforma al meglio, per questo pubblico alla fine di ogni mese il "riassunto" degli inserimenti effettuati; ho cercato di razionalizzare l'elenco dei links qui accanto per renderlo utile e di facile consultazione.

Ma osservando la sorpresa con cui è stato accolto il mio post "tutto sul seitan", che compare praticamente in ogni riepilogo mensile e come primo link nella colonna a destra... non so se pensare di non essere stata abbastanza chiara , oppure che vi abbia assalito la pigrizia.
Questo mio piccolo spazio non è granché, ma cerco di sfruttare qualche trucchetto per renderlo fruibile al meglio, perché possiate ricavarne il più possibile... e se quel che ho fatto finora non basta, beh, tiro fuori nuove idee.
Ad esempio i percorsi tematici.

Ho pensato che potesse essere carino riunire in un solo post gli inserimenti organizzati "per categorie": stiamo a vedere se funziona.

Inauguro l'appuntamento occupandomi della cura dei capelli: è fatta di gesti importanti, ma anche di piccoli particolari...

Sul finire della primavera scorsa ho iniziato ad interessarmi seriamente al benessere dei miei capelli. All'epoca frequentavo un forum, grazie al quale sono risalita al sito che mi ha dischiuso le porte di un mondo... Capelli di fata. Nel tempo ho imparato parecchie cose che hanno giovato molto all'aspetto (e ancor più alla sostanza!) dei miei capelli.
Per prima cosa, ho appurato che i tradizionali gel (composti di sostanze sintetiche) possono essere efficacemente sostituiti col gel di semi di lino; con i residui della sua preparazione si può realizzare un impacco piuttosto nutriente.
In seguito ho sperimentato una sua variante dal potere schiarente, adatto alle bionde; per accontentare tutte ho trovato dei mix che dessero soddisfazione anche alle more, alle castane e alle rosse. I miei esperimenti personali sono proseguiti con la realizzazione di uno schiarente a base di curcuma, da usare su base bionda.
Il tutto, in abbinamento a uno shampoo ecologico con cui tuttora mi sto trovando molto bene.

A offrirmi così tanti spunti è stato il sito di Dafne. Frequento assiduamente il forum, di cui stimo le moderatrici per l'ottimo lavoro che svolgono; trovo sia una miniera di consigli! E' grazie a loro che mi sono decisa a provare l'henné (un toccasana per i capelli) ed ho raccolto informazioni anche sull'indigo (sempre a beneficio delle more).
Purtroppo non ho potuto dedicare moltissimo spazio all'argomento perché non "mi applico" molto alla preparazione di intrugli vari... i miei capelli si accontentano (o devono accontentarsi) di poco.

Quindi per adesso questo è tutto; spero che l'iniziativa sia utile e di vostro gradimento (traduzione: non fate i fetenti, lasciate tanti commenti!).

Aggiorno il post per parlare delle interazioni tra tinta chimica ed henné e di quello che ritengo essere il miglior phon esistente: il sole. Andate a dare un'occhiata!