31 agosto 2006

Riepilogo Luglio/Agosto

Ricette: risotto con verza, frittatona di ceci, fagioli in insalata, verdure alla julienne, dolce ai frutti di bosco (crudista), tofu alla pizzaiola, peperoncini verdi, misto mediterraneo, croccante ricco alla frutta secca, melanzane arrostite, seitan zenzero e zafferano, seitan al curry, verdure semplici e buone: la zucca, tris di verdure al vapore, seitan alla tunisina, "formaggio" grattugiato vegan, barchette di amaranto, frittata di ceci e mais, falafel, dhal di lenticchie rosse, budino corretto, seitan alle mandorle, frittata di ceci e mais 2, zucca arrostita, germogli di soia verde, salsa alla zucca e peperoni, lenticchie ai germogli di soia, cotoletta di seitan al limone, pulao semplice, panelle, ciambelline, frittata di ceci plus, macedonie e insalate, salsa di peperoni e basilico.

In rilievo: l'indagine sui vegetariani italiani, il biondo lampo, trucchi per presentare i piatti, il grande post con TUTTO SUL SEITAN, un mio piccolo appello personale.

Da visitare questo mese: links di cucina vegetariana uno e due, il sito della sagra del seitan (che si avvicina!), il blog di Kham e Antonella, il blog di Daniele, il blog di cavoletto di bruxells, il sito dell'agriturismo Guarnera.

Per finire, il riepilogo di giugno.

30 agosto 2006

Commozzzzzzzzioneeeeeeee!!!

A neanche ventiquattr'ore dalla pubblicazione dell'appello, iniziano già ad arrivarmi delle ricette. Ne sono profondamente onorata!

Vi chiedo solo il tempo di organizzarmi, e poi le inserirò.



Dato che mi sono state chieste delucidazioni sulla collaborazione, ne approfitto per precisare un paio di cose: dato che sono le vostre ricette , esse verranno pubblicate così come le avrò ricevute (scritte tali e quali, insomma); in caso mi venga inviata più di una fotografia sceglierò quella maggiormente esplicativa (a meno che non abbiate preferenze); ovviamente pubblicherò le ricette a vostro nome, e le pubblicherò il prima possibile compatibilmente con il materiale già pronto (ahem, a volte mi porto avanti col lavoro scrivendo bozze per futuri post); naturalmente accetto solo ricette vegane, ma potete inviarle (e mi farete molto molto piacere) anche se voi non siete vegani; sono ben accette le ricette sprovviste di fotografia; il fatto che abbiate inviato del materiale una volta non significa che dovete sentirvi in obbligo di inviare anche in futuro (non state vendendo l'anima al diavolo, tranquilli); sarebbe cosa carina se teneste d'occhio i commenti alla vostra ricetta, in modo tale da poter rispondere e fornire eventualmente delucidazioni.
Beh, per adesso è tutto, non mi viene in mente altro. Come sempre, se avete domande, non esitate a scrivere.

TARTY. Ahem... a proposito della pettorina...

...mi sono accorta che nel manuale di sopravvivenza del campeggiatore non ho spiegato una cosa fondamentale, ovvero come impedire al gatto di sfilarsi la pettorina.
I felini hanno una eccellente snodabilità degli arti e sono in grado di divincolarsi in qualsiasi situazione, sfilare la pettorina per Tarty era un gioco da ragazzi finché non ho avuto un'idea...
La pettorina che ho comprato io era questa (per cani di taglia piccola):
Se avessi voluto, come in effetti si dovrebbe fare con i cani, attaccargliela chiudendo la clip nera in alto, la chiusura si sarebbe venuta a trovare circa a metà schiena del gatto. Nulla di più facile che stendere le zampine sotto alla pancia, sfregarsi un po' sul pavimento e fuggire via...
Invece mio padre ha eliminato del tutto la parte superiore, quella al di sopra dei due anelletti di ferro (che normalmente capitano all'altezza della spalla del cane), e ha unito i due anelli con un piccolo moschettone, in modo che capitasse tra le scapole. In questo modo la pettorina non si poteva sfilare, e siamo stati tutti molto più tranquilli e contenti!
Unico accorgimento: non mettete la pettorina capovolta, perchè la parte che gira intorno al collo è più stretta di quella che gira sotto al torace: è in questo modo che Tarty, quell'unica volta, l'ha fatta franca...
Spero di essere stata chiara, in caso contrario, chiedete delucidazioni!

Ecco qua, metto pura le foto, così si capisce meglio :)

TARTY. Questo gatto è una fogna

Stamattina stavo preparando il seitan e ovviamente Tarty non poteva esimersi dal camminare sul tavolo ficcanasando qua e là e dandomi fastidio... A forza di infilare il naso ovunque, ha trovato una scodella di crusca, l'ha annusata, annusata, annusata, dopodiché si è messa a mangiarla (!).
Dopo qualche mangiatina, ha ripreso a gironzolare sul tavolo ed ha trovato un mucchietto di farina incustodito. Ci ha infilato il naso dentro, ha starnutito sette o otto volte, si è pulita il nasino tutto imbiancato con la zampetta, dopodichè ha iniziato a leccare la farina.
Non troppo soddisfatta, ha deciso di esplorare il tavolo più a fondo e si è imbattuta in una serie di palline di acqua e farina abbandonate in un cantuccio... serve proprio che vi dica che si è mangiata pure quelle?
Per ora non si è sentita male, ha solo fatto taaaanta cacca (altro che All Bran...), ma io sono sconcertata!
Morale della favola? Uhm... per stavolta nessuna, volevo solo comunicare al mondo che il mio gatto è una fogna!

Questi sono stati i commenti al post:
At 30 agosto, 2006 14:29, pleiadi said…

Puck è tanto buono e orsetto ma non gli toccare le ciotole piene di pappa, penso che il cibo sarà l'unico motivo di dissapori tra queste coppietta felina :D

29 agosto 2006

Chiunque voglia collaborare si faccia avanti!

A casa dei miei ospiti siculi ho potuto rendermi conto che sono entrambi cuochi provetti… a giudicare poi dai piatti che alex e altri postano su forumetici, direi che un po’ tutti i vegan di mia conoscenza in fondo sono bravi in cucina ma, chissà perché, , io sono l’unica “presuntuosa” con un blog.

Tanto per cominciare, forse conviene spendere due parole per spiegare perché l’ho aperto.
La megalomania non c’entra… al contrario lo scopo iniziale era poter essere utile agli altri. Ricordo che quando diventai vegetariana lo feci spinta soprattutto dalla documentazione trovata su internet. Senza le magie della rete, probabilmente adesso sarei ancora onnivora, o alla meglio una vegetariana molto disinformata (cosa a mio avviso terribile per sé e per gli altri). Tutto quello che so sulla questione del vegetarismo e sulla nutrizione vegetariana e vegan l’ho imparato su internet, quasi a costo zero; è stato fondamentale poter consultare il web per capire cosa fare o non fare lungo il mio percorso nutrizionale e di vita.
Ma ricordo bene un grosso problema dei miei albori veg*: non avevo idea di cosa cucinare, perché le verdure non mi piacevano. Scaricavo molte ricette, anche elaborate, ma non le mettevo in pratica, incerta se avrei gradito il risultato finale… non conoscevo ancora molti forum, ero iscritta a una mailing list che abbandonai perché troppo caotica, non sapevo come muovermi. Andai avanti per un mese a legumi in scatola mangiati “al naturale”, carote crude, pasta con la salsa e mozzarella, poi diventai vegan e mi limitai ai primi tre alimenti. Non poteva durare a lungo… mi sforzai a fatica di assaggiare altre verdure, scoprendo il mondo dei cibi vegetali. Nella mia dieta entrarono abbondantemente anche derivati della soia, seitan e tofu, ma restava un problema di base: non sapevo come cucinare le verdure in modo semplice e veloce, ma valorizzandone il gusto; ma ero consapevole che alla base della dieta avrei dovuto porre proprio quegli alimenti. Ciò di cui avevo bisogno non erano parole sbattute nero su bianco, ma un dialogo con una persona vera che sciogliesse i miei dubbi, mi desse suggerimenti sinceri e mi spiegasse cosa fare… beh, non lo ebbi, mi sono arrangiata da sola per un bel po’, ma che tristezza sentirmi sola e vivere con ansia tutti gli esperimenti fatti in cucina!

Chi mi conosce sospetta che io abbia il dono dell’ubiquità virtuale, dato che frequento dieci forum e in ciascuno di essi ho dato spazio al veganismo. Ma poi non mi è bastato, mi sono accorta di disperdere troppo le energie e… ecco il perché di questo blog. Vuole essere una specie di “ancora di salvezza” per vegetariani e vegan novelli, che non sanno dove trovare informazioni, come pianificare la propria dieta, cosa cucinare giorno dopo giorno… tuttavia non lo considero e non voglio che sia un blog esclusivo; penso di non fare nulla di speciale, certo mi piace sentirvi tutti intorno a me come una famiglia a distanza, ma questo è un effetto collaterale ed imprevisto dell’essere blogger. Non mi sento affatto la migliore nel campo, mi limito quasi sempre a realizzare ricette lette in giro, ma come ho ammesso fin da subito, ce la metto tutta. Per smontare gli stereotipi del vegetariano che “allora cosa mangia” e del vegano che si nutre solo di insalate. Per mostrare che il veganismo non è intolleranza né rinuncia. Per trasmettere la gioia che provo quando cucino, quando ristoro con alimenti che non nascono dalla violenza le persone che mi sono care (o almeno ci provo).
I toni del rosso che accompagnano questo blog li ho scelti per la positività ed energia che emanano… per la forza che trasmettono. Ma confesso di non sentirmi sempre all’altezza del compito. Presentare tutti i giorni o quasi qualcosa di nuovo ed interessante è una sfida stimolante che mi costringe a non impigrirmi, ma richiede tempo e ingegno e a volte l’uno o l’altro mi difettano.
Volete aiutarmi?

Proprio perché non sento solo mio questo spazio, vorrei invitarvi a collaborare con me. Ospiterò volentieri qualsiasi ricetta vegan vogliate inviarmi, perché possa esserci sempre qualcosa da leggere su questa pagina. Non posso cucinare tutto io , nei dolci sono una frana da sempre , non piacendomi alcuni cibi non troverete mai un piatto contenente cetrioli, ravanelli, rucola, scarola riccia e molto altro, e dato che alcuni ingredienti ho difficoltà a reperirli, non potrò dirvi se il miso, il tempeh, i funghi shitake o i fagioli messicani sono buoni... " ...è un peccato!
Dite che le mie ricettine sono fantastiche, ma le vostre non sono da meno. La differenza è solo che io le condivido in lungo e in largo… non è nulla di speciale, si tratta solo di fotografare e scrivere. Ma è la differenza. Basta poco, poco tempo e poche energie: se anche ciascuno di voi volesse mandarmi una ricetta alla settimana ne sarei sommersa. Basta così poco… Non sempre le fotografie mi riescono bene, a volte per motivi disparati mancano del tutto, quindi se non possedete una digitale non è un problema (Daniele??). L’importante è che al di là dello schermo, artefice della ricetta, ci sia una persona pronta a rispondere alle eventuali domande, spiegando in modo semplice la preparazione dei piatti o semplicemente consolando e confortando dopo una cattiva riuscita.
A me sembra che ne valga la pena. Sto attirando persone provenienti da ogni dove, che mi raggiungono leggendo il mio profilo su diversi forum, vegani e non, mi trovano coi motori di ricerca, o mi conoscono personalmente… mi sento fortunata e onorata, ma non vorrei deluderle!
Se avete apprezzato la gestione del blog fino ad ora, penso e spero che aderirete a questa iniziativa. Per favore, rifletteteci su, e se potete, anche saltuariamente, collaborate. Scrivetemi per parlarne. Mandate ciò che volete, piatti vegan, informazioni sull’ecologia applicata, la storia del vostro compostatore o una foto del pannello solare fai-da-te che avete costruito a fatica.
È un piccolo tassello, per voi normale e forse insignificante, ma che può essere molto importante per chi si accosta a questi temi per la prima volta. Di nuovo, non abbiate paura di mettervi in gioco… pensateci.

P.S. Un po' di persone mi stanno domandando se possono mandare ricette pur non essendo vegan... Certamente, mi fa piacere essere seguita da onnivori, mi fa ancor più piacere se collaborate; quindi su, non perdete l'occasione di essere protagonisti , e soprattutto non fate come per il concorso frittata di ceci al quale non ha aderito nessuno, cattivoni...

28 agosto 2006

TARTY. Manuale di sopravvivenza per campeggiatori con felino al seguito

Umilmente vi offro i frutti di due mesi di esperienza…
Premesse. Il gatto: la mia cucciola è una nuova arrivata, è il primo gatto della famiglia e nel periodo di tempo trascorso in campeggio aveva tra i due e tre mesi e mezzo, quindi in pieno exploit fisico e carica di energie per giocare appena possibile. Mix letale! ;) Il posto: un camping ricco di alberi, frequentato da campeggiatori con cani al seguito e da gatti randagi. La casa: due roulotte disposte a L che affacciano su un’unica veranda.

Le basi. Tarty ha dovuto essere vaccinata perché il rischio di contatto con gatti randagi o con i loro bisognini era piuttosto alto. Non ho mai creduto che si sarebbe azzuffata, ma ho trovato spruzzi di pipì in giro (addirittura nella veranda), quindi il contatto con altri gatti era una realtà più che una possibilità. È sotto copertura antiparassitaria e la pettino appena posso per monitorare zecche, pulci o pidocchi, e fino ad ora ha funzionato bene. Quando era molto piccola le ho insegnato ad indossare una pettorina (modificata: cliccate per la spiegazione), e poi ad essere legata al guinzaglio lungo. Abbiamo acquistato un trasportino e portato con noi tutto il necessario per lei, non serve certo che ve lo illustri. :)
Il pronto soccorso. Quello base… antistaminico, disinfettante, bendaggi, termometro, ammoniaca, pinzette… più o meno le cose che portiamo anche per noi. In più, stronghold, olio per pulire le orecchie, camomilla per gli occhi; voi saprete come regolarvi.

Cosa Tarty mi ha insegnato.
Tana. È stato molto importante aver tenuto quasi confinato il gatto in una delle roulotte, a lei destinata, per il periodo iniziale. I primi giorni usciva raramente, quando andavamo a mare la chiudevamo dentro con le sue cose perché non ci fidavamo a lasciarla sola e “libera” (soprattutto temevamo gatti randagi e cani vaganti). La nostra scelta si è dimostrata valida: ogni qual volta Tarty si è spaventata o ha solo avuto voglia di protezione, è corsa a nascondersi nella roulotte. Temevamo qualche fuga, ma non sembra interessata a varcare i confini dello “spazio conosciuto” (ho impedito a mia madre di farla familiarizzare troppo con l’esterno della piazzola… lei ha la mania di portare Tarty a passeggio) e, cosa più importante, in casi di panico l’istinto non è alla fuga ma al rifugiarsi in quella che credo consideri ormai la sua tana. Nella conca formata dalla L è presente il suo necessaire: ciotole, lettiera (a debita distanza) e trasportino-cuccia. In questo modo non è mai costretta ad allontanarsi dal “suo” spazio, un’assicurazione in più che non fugga istintivamente dalla parte sbagliata.
Impedire l’allontanamento. Per quanto riguarda la possibilità di movimento, il lungo guinzaglio che le abbiamo preparato non è un grave impedimento; è un compromesso accettabile per consentirle di fare del moto senza rischiare che si allontani e smarrisca la via di casa. Se potete, vi suggerisco di legare il gatto in un posto privo di ostacoli: Tarty è molto, molto brava a formare incredibili grovigli di corda intorno alle gambe dei tavoli ma, nonostante i numerosi moschettoni (foto) che utilizziamo per poter staccare e riagganciare facilmente la pettorina, è davvero snervante doverla liberare mentre cerca di mordicchiare dita, funi e quant’altro. Lungi dal fargliene una colpa, è solo un dato di fatto e una necessità ineliminabile. :( Tra l’altro c’è sempre il rischio che, ingarbugliandosi e saltando giù da tavoli o sedie, resti appesa alla corda divenuta troppo corta: la pettorina agganciata al petto scongiura il rischio di strozzarsi, ma non deve certo essere piacevole restare così!
Gioco e moto. Palline, pietruzze, pupazzetti, cordicelle pendenti, arti umani, tutto funge al gioco per un gattino adolescente. :) La voglia di giocare di Tarty si è riaccesa non appena si è abituata al nuovo territorio, e ora reclama con insistenza le sue due ore quotidiane. Solitamente non è necessario liberarla dal guinzaglio per farla giocare, sebbene questo significhi dover ogni tanto sbrogliare la corda da sedie e tavoli; molto spesso gioca da sola, inseguendo palline o insetti, facendo rotolare le foglie cadute dagli alberi o tendendo agguati agli umani di passaggio. Tuttavia ogni sera mi chiudo con lei in roulotte, la libero dal guinzaglio lasciando solo la pettorina (o addirittura le tolgo anche quella) e si da il via alle danze. Consapevole e felice di essere libera, Tarty schizza qua e là come un meteorite, saltando, sbattendo, nascondendosi, inseguendo, afferrando e poi ricadendo felice a terra. Si arrampica dovunque, cade, risale e penso sempre che si romperà la testa, ma non succede mai. :) Parte all’attacco e mi morde, graffia, insegue o “agguata” fino a sfinirmi. Dopodiché, perde letteralmente i sensi da qualche parte, senza più neanche le forze per la toeletta serale. Credo che questo le serva a scaricare le energie represse ed è bellissimo vederla riacquistare la sua libertà e verve felina al semplice scattare di un moschettone. Oltretutto garantisce a noi umani un sonno che duri almeno fino all’alba: in caso contrario, passa tutta la notte leccandoci per svegliarci e giocare con lei…
Piante, insetti e prede in generale. Attenti alle piante velenose: nella mia piazzola ci sono degli oleandri e la famiglia ha istruzioni precise che Tarty non si avvicini mai a loro (occhio anche alle foglie trasportate dal vento). Più difficile è tenerla lontana dagli insetti: dopo aver quasi ucciso un’ape, una vespa e un vespino, aver fatto fuori uno scarafaggio e aver divorato un moscone, l’ambiziosa cuccioletta è passata a prede più consistenti: lucertole, ranocchiette di passaggio e i cardellini del vicino. O.O Fino ad ora non è riuscita a prendere nessuno di loro e l’attrazione per gli insetti cresce. Non ho idea di come fare per impedirglielo, tutto quello che posso consigliarvi è di avere sempre con voi un antistaminico, il numero di telefono del veterinario, e tenere gli occhi bene aperti: appena la vedo nel tipico atteggiamento del predatore che colpisce la preda corro a controllare di che si tratti. Se è qualcosa di pericoloso la tiro via senza indugi! Mio zio mi racconta che ai gloriosi tempi del suo pastore tedesco Buck lo portava in passeggiata munito di una cannola di plastica, del tipo che si attacca alle fontanelle (foto): in caso avesse inghiottito un’ape o fosse stato punto alla gola, non avrebbe esitato ad intubarlo O.O per non farlo morire soffocato. Non so se mi sentirei di fare qualcosa del genere, ma è un’eventualità da tenere in conto, temo. Parlatene col veterinario, magari!
Alberi. Tarty ha cominciato usandoli per farsi le unghie, poi ha proseguito con qualche saltello alla base, adesso sta per diventare alpinista: la ruvida corteccia degli eucalipti e la lieve pendenza offerta dai nostri esemplari costituiscono quanto di meglio un gatto possa desiderare per arrampicarsi. Finché si limita ad aggrapparsi ad un’altezza di un metro e mezzo o poco più, riesce a scendere agevolmente; ma in caso arrivi più in alto, è necessario andarla a prendere: entra nel panico e resta lì non sapendo come muoversi. Il suggerimento, pertanto, è di tenere la corda a una lunghezza tale da permettere al gatto di arrampicarsi solo fino ad un’altezza non rischiosa; la fissa arboricola dovrebbe così essere superata facilmente.
Finestre. Le prime volte dormivamo con Tarty libera e le finestre aperte, schermate dalle zanzariere. Tuttavia ben presto lei ha iniziato ad accanirsi contro una di esse, particolarmente debole, che puntualmente si staccava dalla base. Dopo essermi svegliata un paio di volte con la zanzariera scostata e la piccola appesa alla mia finestra, intenta ad ammirare il paesaggio e pronta forse a saltar giù, mi sono rassegnata a dormire col portellone chiuso… attenti anche a questo, quindi: una fuga notturna e una caccia al gatto armati di torcia elettrica non è nella mia lista delle esperienze da provare, non so voi. :)
Proteggersi. Una delle maggiori difficoltà nella gestione della “faccenda Tarty” l’abbiamo riscontrata nell’evitarle incontri pericolosi. Oltre ai numerosi gatti randagi presenti nel campeggio, che solitamente comunque hanno troppa paura di lei per avvicinarsi, vi sono molti cani padronali che purtroppo, spesso, vengono lasciati allo stato semibrado dai padroni. Inutile dire che la faccia di bronzo che mostrano facendo i bisogni dovunque sembri loro comodo, avvicinandosi, annusando e così via non faceva presagire nulla di buono in un eventuale teté-a-teté con la mia gatta (senza contare il rischio di trasmissione di malattie vrie). Per evitare situazioni spiacevoli, abbiamo dovuto recintare la piazzola lasciando solo due aperture per il nostro passaggio: questo non vuol dire sicurezza totale, ma almeno possiamo controllare gli accessi e infatti fino ad ora non è successo nulla di male.
Odori. Tarty per adesso non può mangiare carne o pesce, per ordine del veterinario; ma lei non sembra capire il significato dell’autorità medica… anche a casa, se si cucinano questi alimenti, miagola con insistenza a coda ritta tentando di elemosinare gli avanzi (e ovviamente ci riesce). In campeggio c’è un problema in più: tutte le sere c’è qualcuno che cucina carne o pesce alla brace, lei sente l’odore e fa la pazza… siate consapevoli che, non importa se il vostro gatto sia o meno sazio, non appena sentirà l‘odore di un cibo così appetibile avrà di nuovo fame. Preparatevi all’eventualità che vi capiti una scena simile! Di solito in questi casi le allungo un pezzetto di wrustel o di prosciutto o di carne conservata dall’ultima grigliata, e lei si calma… mentre io continuo a maledire i miei vicini cadaveriani. >_<
Vermi.
Dato che non è possibile impedire al micio di entrare in contatto col terreno se ve lo portate in campeggio, e magari non avete nelle immediate vicinanze la farmacia, conviene tenere con voi un prodotto per sverminarlo nel caso vi accorgiate che il guaio è stato fatto...
Solitudine. Se è vero che abbiamo sempre tentato di non lasciare sola la micia, purtroppo è capitato che uscissimo tutti e dovessimo lasciarla alla tenda. Nel caso non siate accuratamente recintati, il consiglio è di chiudere il gatto in una roulotte per evitare che in vostra assenza cani, gatti o umani malintenzionati infastidiscano il vostro amico. Potrebbe semplicemente capitare che un bambino di passaggio voglia accarezzare il cucciolo o giocarci e inavvertitamente gli faccia del male, o al contrario questi, disturbato, lo ferisca mettendovi nei guai! Meglio prevenire che curare: una roulotte è un luogo di fiaba per un gatto, che non soffrirà avendo a disposizione le proprie cose, e godendo di una larga possibilità di movimento. Starete entrambi più tranquilli. :)
Invisibilità. Tutti noi, me compresa, continuavamo a inciampare nel filo del gatto, specie di sera, col rischio di prendere brutte cadute. Una volta addirittura mamma ha calpestato la piccola, che essendo di mantello scuro era diventata invisibile! Premunitevi: io l'anno prossimo mi procurerò qualcosa come del nastro adesivo catarifrangente, e possibilmente anche qualcosa di fluorescente, che brilli nel buio; taglierò dei pezzetti e li incollerò sul filo in modo che non diventi più una trappola per noi, né tantomeno un pericolo per il gatto! Magari incollerò o cucirò qualche pezzettino anche alla pettorina: me la immagino già col suo giubbottino luminescente a terrorizzarci tutti nella notte scura...
Viaggi.
Tarty detesta l'automobile. Forse è la puzza, o il movimento, non lo fa in treno, né quando la porto alla stazione a piedi, ma in auto piange e grida come se la stesser otorturando. Non trova pace, si agita, cerca di uscire, quando esce cerca di camminare e quando cammina di arrampicarsi su mio padre che guida. =.=
C'è una sola soluzione: 7-8 ore prima del viaggio, bisogna svegliarla e impedirle con ogni mezzo di riaddormentarsi. Lo so, è sleale, ma è l'unico modo per sperare che, dopo 15 minuti di grida selvagge, si stanchi e si addormenti. Altrimenti, vi assicuro, è capace di sgolarsi per due ore senza sosta...

Bilancio. Portare un gatto in campeggio, specie se cucciolo o molto irrequieto, non è uno scherzetto. Io però non avevo scelta: non potevo proprio lasciarlo a casa, non c’era nessuno disposto a portargli da mangiare e pulire la sabbia tutti i giorni e comunque non me la sarei sentita con un animale così piccolo. È stato un po’ stressante, soprattutto dover cercare un veterinario per il richiamo della trivalente, oltre che per le attese negli ordini dei prodotti in farmacia; non sono mai stata davvero completamente rilassata perché il guinzaglio, oltre che a proteggere Tarty, serviva anche a metterla in pericolo impedendole i normali movimenti. Dovevo continuamente controllare che andasse tutto bene e precipitarmi al più piccolo miagolio, nonostante la collaborazione (preziosa) dei miei familiari. Certamente il doverle somministrare una dieta quasi vegetariana è stato un fattore di ulteriore difficoltà: mille piccoli pasti al giorno, da preparare al momento e molto variati per evitare che presto si stufasse del sapore degli alimenti.
Tuttavia siamo stati tutti ripagati: vedere Tarty crescere e comportarsi da gatto (arrampicandosi sugli alberi, dando la caccia a tutto ciò che si muovesse, rizzando il pelo alle diverse minacce, vere o presunte) è stato molto bello. Giocare con lei per molto tempo mi ha distratta impedendomi la noia, le sue coccole mi hanno tenuto compagnia e i sonnellini mi hanno rilassata e intenerita… Il modo in cui questa gattina sa godersi la vita è commovente e rappresenta quasi una lezione per me. Quando l’ho portata qui non sapevo bene cosa aspettarmi, ma fortunatamente abbiamo saputo affrontare le difficoltà volta per volta. Non è stato affatto tragico o complicato come credevo, però magari sono solo stata fortunata! In ogni caso, vi invito a non rinunciare in partenza alle vacanze con il vostro gatto… un pizzico di organizzazione può bastare per appianare tutti i problemi.


Questi sono stati i commenti al post:
At 28 agosto, 2006 17:45, pleiadi said…

Un bacio a tartina :D

At 28 agosto, 2006 18:30, Vera said…

Mami, non dirmi che l'hai letto tutto perchè non ci credo! :D

At 30 agosto, 2006 13:50, kham said…

bellissimo resoconto :)
bacione

At 30 agosto, 2006 13:58, Vera said…

Ho solo scordato di dire che la cucciola si è davvero divertita un mondo. Un motivo in più per portare anche lei in vacanza!

Che bello, kham, ricevere tue visite. :)

At 31 agosto, 2006 15:08, kham said…

smacchete!!

At 02 settembre, 2006 18:25, Vera said…

Smackkkk!

27 agosto 2006

:(

Oggi è un giorno un pochino strano... credo che lo passerò mettendo al loro posto le mie cose, ricostituendo le scorte di cibo (seitan, grana vegan eccetera) e in generale cercando ordine ed equilibrio.

Ieri sera sono andata con Antonio alla cerimonia per i 25 anni di matrimonio dei miei zii, poi all'agriturismo ViviNatura per la cena. Abbiamo mangiato, fortunatamente, le verdure erano buone, la frittura mista era vegan e tutto procedeva bene, finché mio cugino non ha iniziato a fare lo stupido...
Detesto l'atteggiamento della persona che finge di voler capire la mia scelta e in realtà cerca solo di farmi confidare, per poi ritorcere contro di me e ridicolizzare quello che faccio. Come ha detto giustamente Antonio se chiedi a un carnivoro perché mangia carne e lui risponde "perchè mi piace" il discorso finisce lì, se chiedi a un vegetariano perchè non mangia carne e lui risponde "non voglio uccidere animali" parte la trafila di domande per scoprire tutti gli ulteriori motivi... salvo poi tentare di smontarli uno per uno.

Non vado in giro a sbandierare il mio essere vegan, probabilmente non ho la fermezza di Alex nel trattare con altri questo argomento; cerco di essere lasciata in pace e condurre la conversazione in modo amichevole con persone desiderose di ascoltare e possibilmente che mi vogliano bene; mi stressa invece sentirmi messa sotto pressione, dover alzare la voce, interrompere e cercare di impormi per far passare nell'altrui zucca un briciolo del mio mondo...

Insomma per farla breve, inutile dire che ci sono rimasta malissimo, serata rovinata, desiderio di isolarmi e sfiducia generalizzata nel genere umano. Dopo mio padre, che diventerebbe pure vegetariano, se cucinassi io per lui e non mia madre (però non le ha mai annunciato un simile proposito, né accettato la mia offerta di una settimana vegan in campeggio); mia madre che quando le ho chiesto perchè non diventasse vegetariana mi ha risposto "con la poca carne che mangio?", e quando le ho fatto notare che proprio per questo sarebbe stato più facile eliminarla quindi, perchè no?, ha risposto serafica "no, non ci voglio neanche pensare"; e mia sorella che con piglio da antropologo sostiene tranquilla che l'unico motivo per cui non siamo tutti cannibali è che la carne umana è troppo poco proteica... io non so cosa pensare.

Se non che, come ho fatto notare a mio cugino per porre termine alla discussione, "Luigi, dici che è troppo comodo fare poco, ma è ancor più comodo non fare niente".

26 agosto 2006

TARTY. Di ritorno

Incidenti di percorso. Tarty mi movimenta la vita in campeggio come a casa, ma pare che qui abbia maggiori possibilità di mettersi nei guai e cerchiamo di tenerla costantemente d’occhio.
Forse troppo… nella foga di starle dietro mi sono sporta a tal punto da cadere dall’amaca. Nulla di grave, ma una bella botta sul sedere e un ginocchio sbucciato sono stati il pegno minimo da pagare!



Tarty l'arboricola. Ho scoperto che Tarty è, o aspira ad essere, una specie di scimmia arboricola: si è arrampicata su un eucalipto finché il guinzaglio gliel’ha permesso, dopodiché si è felicemente sdraiata all’inforcatura dei due rami principali, altezza 2 metri e 1/2, posizione ideale per tenere d’occhio il territorio… mio padre è dovuto andare a recuperarla perché non voleva scendere e poi, quando finalmente si è decisa, non sapeva come fare. >_< Pappa! Abbiamo finalmente trovato un veterinario per il richiamo della trivalente della cucciola, che inizia a mangiare molto più di prima. La dieta quotidiana di solito prevede abbondante provoloncino, riso soffiato inzuppato nel latte e verdure come pomodori, fagiolini, zucchini o zucca. Saltuariamente, carne o pesce, a volte del prosciutto (non riesco a togliere il vizio a mia madre, ma almeno l’ho convinta a sciacquarlo per eliminare il sale) o un pezzo di wrustel. Spesso elemosina qualche mollica di pane, che le piace molto, suppongo per la presenza del lievito di cui è ghiotta. Infine, ha cominciato a mangiare il mio seitan, alla faccia di quel malefico di Daniele… e si sta dimostrando molto interessata ai legumi! Comunque sia, a giudicare dalle prestazioni fisiche e dall’esuberanza della cucciola, la dieta vegetariana non sembra danneggiarla… magari avessi la sua vitalità. O.O


Puuuuuuck!! Un aspetto positivo di grande rilievo del viaggio in Sicilia è l’aver fatto conoscenza del futuro marito di Tarty, Puuuuuuuck!
È un bellissimo cucciolotto grigio striato con la stazza di un lottatore di sumo e il carattere di un orsetto in letargo. Ha conquistato immediatamente il mio cuore addormentandosi con la testa nella ciotola dei crocchi O.O troppo tenero!
Il piccolo non si rende certo conto delle proprie potenzialità e per ora resta succube di Merlino, che lo picchia senza pietà mentre lui tenta di farsi piccolo piccolo, ma ha un’ossatura robusta che preannuncia sviluppi da bulldog e l’idea di lui e Tarty accoccolati l’una sull’altro mi risulta esilarante, dato che lei sta crescendo alta e snella come una ballerina. Anche l’accostamento caratteriale sarebbe piuttosto brillante, mi domando se la verve incontenibile di quella giocherellona di Tarty riuscirebbe in qualche modo a turbare la placida indifferenza del bonaccione Puck, che non cambia espressione nemmeno quando gioca. :D
Chissà se i due beniamini di casa si incontreranno mai, mi farebbe piacere ma temo sia una prospettiva poco realistica… un matrimonio perfetto, ma impossibile purtroppo!

E adesso…

Che faticaccia! Ho postato tutte tutte tutte tutte le ricette fotografate questa estate, inserito le relative immagini (comprese quelle mancanti della volta scorsa) e ora credo di aver bisogno di un po’ di tempo per riprendermi.
No, scherzo, ma probabilmente nei prossimi giorni ci sarà un pochino di confusione nella mia vita... comunque continuate a seguirmi, farò una piccola pausa, ma poi ho una marea di post preparati durante le vacanze, pronti per essere inseriti!
Baci a tutti!

A casa… definitivamente!

Le mie vacanze infinite, infine, sono finite. Sono a casa e stavolta dovrebbe essere “per sempre” o, quantomeno, molto ma molto a lungo.
Non soltanto ho campeggiato nel verde Cilentano godendomi il sole, le spiagge e il riposo offerto dalla vegetazione, ma sono anche andata in trasferta in Sicilia, ospite di Daniele e Antonella.
Quattro giorni meravigliosi, passati certamente troppo in fretta, quattro giorni di scampagnate e abbuffate continue.
E poi hanno il coraggio di dire che il mio blog è fantastico! Avreste dovuto vedere quello che i nostri ospiti hanno messo in tavola…
Tutti i giorni a colazione potevo scegliere tra i cornetti e il veggolato preparati da Daniele, i frollini Cioccoli, latte di soia Alpro e latte di riso alle mandorle, crema al cioccolato Estrella, orzo e cacao solubili di CommercioAlternativo, marmellate e confetture varie e non so che altro che ho dimenticato. Come se non bastasse la mattina della partenza mi sono anche imbottita di pancakes allo sciroppo d’acero… non so per quale miracolo metabolico non sono tornata a casa rotolando intorno al mio stesso giro vita.
Abbiamo pranzato con la pasta alla Alex venerdì, pasta al finto salmone sabato, pasta al forno con funghi, melanzane e panna di soia domenica (giorno dedicato alla gita fuori porta sui monti delle Madonie) e lunedì… beh lunedì merita una descrizione speciale.
Per adesso mi riservo di parlare delle cene… couscous alle verdure la prima sera, al ristorante tunisino ("La Traviata", a Palermo): un piatto enorme che sembrava non avere mai fondo, colmo di verdure deliziose e accompagnato dalle panelle. Buone!!! Anzi di più, buonissime, mi mancano troppo! La seconda sera siamo andati alla Casa della birra a Bagheria, a mangiare la pizza: vi garantisco che meritava. . La terza sera abbiamo cucinato il seitan preparato da me… i commenti li lascio agli altri commensali; invece la quarta sera io e Antonio abbiamo cenato sul traghetto, con frutta fresca e secca. Troppo satolli del pranzo per inghiottire altro!
E veniamo dunque al pranzo: agriturismo Guarnera, a Collesano, un posto magnifico, che non mi vergogno di pubblicizzare spudoratamente invitandovi a visitarne il sito (www.gargidicenere.it) e, se ne avete l’opportunità, a trascorrervi qualche giorno.
Abbiamo mangiato divinamente e in abbondanza… mi sforzo di ricordare tutto: fusilli con verdure miste, saporitissime; melanzane, peperoni, olive, pomodori ed insalata accompagnati dal pane tipico siciliano, cosparso di semi di sesamo; bruschette condite con olio d’oliva… frutta coltivata localmente, che ho fotografato perché era troppo appetitosa! Dolcissima e matura, simpaticissime inoltre le banane versione mignon… banane decresciute per la felicità di Daniele. La cosa divertente è che l’unica portata avanzata dal nostro squisito pranzo vegano è stato l’insalata.
Ho anche acquistato alcune marmellate di agrumi, per la gioia di mia madre, dall’aspetto molto invitante. Era tutto così buono, che avrei continuato a mangiare ancora, ancora e ancora, nonostante mi sentissi scoppiare… proprio non capisco come qualcuno possa lamentarsi dell’assenza di formaggi e della scarsità di carne nel menù. L’agriturismo infatti, pur non essendo vegetariano, propone piatti sostanzialmente vegetali, soprattutto per quanto riguarda i primi; non c’è stata alcuna difficoltà nel prepararci il pranzo; al contrario la proprietaria, Donatella Pucci, era lieta della nostra presenza vegan.
Al ritorno i miei parenti si sono stupiti che io non abbia assaggiato cassata e cannoli… come se non mi fosse bastato scoprire le panelle o la granita di gelsi di Polizzi Generosa, o soltanto godere della bellezza dei paesaggi. Peccato sia finito così presto, ma sono sicura che presto o tardi tornerò su quell’isola meravigliosa che mi ha accolta per la seconda volta in modo tanto caloroso, facendomi sentire esattamente come a casa, se non di più.

Salsa di peperoni e basilico

Si può consumare fresca, ma si conserva bene anche per un anno intero. La scorsa estate ne ho prodotto quantità ingenti e mi sono durate fino a maggio in perfette condizioni.
Non mi fido molto delle conserve casalinghe (specie i sott’oli) perché non essendo esperta temo sempre il botulino o chissà che altro, ma questa è davvero facile e ha il pregio di non necessitare del freezer.
Vi svelo un segreto: dagli albori della mia adolescenza accarezzo il sogno malsano di possedere un congelatore a pozzetto dove stipare dosi industriali di piatti buonissimi ed elaborati da sbafare nei periodi di pigrizia in cui non ho voglia di cucinare. Fortunatamente non ho mai potuto realizzare questo incubo economico-ecologico: in fin dei conti non sarebbe servito a niente, non sarebbe stato un acquisto essenziale ma solo un capriccio o un comodo alla cui rinuncia, tutto sommato, sopravvivo bene da dieci anni. Probabilmente, anzi, mi pentirei dell’acquisto, che non è per nulla in linea con lo spirito della decrescita… al quale si confà molto più questa preparazione che, dopo la consueta bollitura per sterilizzare i barattoli, si ripone in dispensa senza alcun dispendio di preziosa energia elettrica, abbellendo gli scaffali e testimoniando quanto siamo bravi in cucina, per di più facendo schiattare d’invidia gli ospiti malevoli (sapete di che sto parlando, “l’ospite malevolo” è una categoria sociale piuttosto diffusa e scommetto che ve n’è passato in casa almeno uno nella vita).
Premessa: in casa mia si usa una discreta quantità di salse e condimenti pronti i cui barattoli costringo mia madre a conservare con una lotta feroce (lei li butterebbe tutti, salvo poi doverne comprare di nuovi, e appositi, per le conserve: se non è follia questa…). Sempre in tema di mania da botulino, conservo solo quelli col tappo che fa “click-clack” per poter controllare la tenuta ermetica. Quando mi accingo a preparare qualche conserva ne disinfetto un gran numero, riempio quelli che mi servono e il resto li ripongo per il prossimo utilizzo. E mi trovo bene. ;)
Gli ingredienti sono, per 500g di peperoni rossi, perfettamente sani: 1 cipolla, 200g di pomodori maturi e sodi, 3 cucchiai di olio extravergine d’oliva, un mazzetto di basilico, sale.
Lavare e mondare dei filamenti e dei semi i peperoni; tagliarli a pezzetti. Scottare i pomodori (lavati) in acqua bollente; spellarli, togliere i semi e l’acqua di vegetazione e tagliare a dadini. Sbucciare e tritare la cipolla. Farla appassire in una casseruola con l’olio, aggiungere peperoni, pomodori, basilico in pezzi e sale, più due cucchiai d’acqua. Coprire e cuocere a fuoco moderato per 30 minuti. Far raffreddare, frullare (se siete particolarmente decresciuti, passate al passaverdura) e versate nei vasi puliti, asciutti e tiepidi. Tapparli e sterilizzarli per 25 minuti; quando sono raffreddati, conservare in luogo fresco e asciutto.

Sterilizzare i vasi. Preventivamente, i vasi vanno sterilizzati bollendoli per 20 minuti in acqua, insieme ai coperchi. Successivamente, la sterilizzazione delle conserve avviene facendole bollire per 20-30 minuti in una pentola d’acqua. I vasi devono essere sempre sommersi (almeno 5 cm di acqua deve coprirli), è utile separarli con uno strofinaccio per evitare che si spacchino a vicenda; inoltre un canovaccio va sistemato anche sul fondo, per evitare che il calore eccessivo rompa il vetro. Vanno inseriti nell’acqua fredda, portati a bollore e poi lasciati raffreddare nella stessa acqua. Il tempo di sterilizzazione si calcola dall’inizio del bollore. Se l’acqua dovesse evaporare, aggiungerne di altra bollente: il bollore non deve mai cessare.
Lo so, anche solo sentir parlare di “bollore” in pieno agosto vi fa iniziare a sudare… ma pensate che ne sarete ampiamente ricompensati quando, in pieno inverno, stapperete un barattolo e verrete avvolti da una nuvola di aroma paradisiaco e solare…

Insalate assortite

Le insalate questa estate sono andate per la maggiore sulla mia mensa, ma mi sono divertita a variarle spesso.

Lattuga, pomodoro, carota, mais e germogli di soia verde.








Pomodoro, capperi, olive.









Pomodoro, fagioli e germogli di soia verde.









Lattuga, pomodoro, germogli di soia verde e salsina ai germogli e limone.









Pomorodo, lattuga, germogli di soia, semi di sesamo.